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Autore: KikiCS    03/11/2013    0 recensioni
Fabio è un semplice utente di un famosissimo social network, ma un giorno qualcosa va storto e sembra che lui non sia l'unico a riscontrare problemi. Una parodia di Facebook che invita a riflettere.
Genere: Introspettivo, Mistero, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto tempo era passato da quando Fabio aveva ricevuto la famosa mail? Non riusciva a ricordarlo. Se non erano passati troppi mesi avrebbe potuto recuperarla per controllare: doveva trovarsi da qualche parte tra la decima e l'undicesima pagina delle inbox, sepolta tra spam e mail ignorate... ma francamente, a che gli sarebbe servito saperlo con esattezza? Tanto la mail la ricordava benissimo:
Ciao Fabio,
sei stato Tippato!
Vieni a scoprire quanti amici aspettano di scambiare i loro tip con te!
Nella homepage, un altro caloroso invito svettava accanto al link Registrati: Connettiti a tutti i tuoi amici e comincia subito a spargere tip!
Fabio si era iscritto, aveva aggiunto qualche amico, sparso qualche tip, e in breve tempo si era trovato in contatto con tantissimi utenti: la sua tipboard aveva cominciato a riempirsi e non aveva più smesso (“non strabocca mai!” osservava Fabio compiaciuto), ormai quando raccoglieva una manciata di tip li esauriva in pochi secondi...
Tipper era questo e molto di più. Gli dava tutto e non chiedeva nulla in cambio. Tutto ciò che aveva dovuto fare era stato dare il suo nome al sito: questo gli aveva fornito in cambio un account e una  pagina tutta per lui; l'indirizzo era associato al numero di una pagina interna del sito: il suo indirizzo personale, ad esempio, era www.tipper.com/it/5409876623%; riflettendoci, era un po' strano che riuscisse a ricordarselo così bene, ma si rese conto che ogni volta che apriva quella pagina, per abitudine gettava un'occhiata alla barra dell'indirizzo, ed era per questo che aveva imparato  quella stringa. Dopo pochi giorni dall'iscrizione, non aveva più potuto fare a meno di accedere almeno una volta al giorno a Tipper: anzi, quasi subito aveva impostato l'accesso automatico con memorizzazione dei dati – fra parentesi, la password che aveva scelto era la stessa della sua mail: 'Ludovica', il nome della ragazza che gli piaceva, ma avendola fatta memorizzare al browser non c'era mai bisogno di inserirla –, così non doveva perdere tempo ad accedere, inoltre aveva impostato la pagina di Tipper come homepage.
Tipper era un social network che si basava su un sistema di crediti, i tip appunto, che potevi incrementare di pari passo con la tua socializzazione e spendere in vari modi: il tutto ovviamente era studiato per incentivare la comunicazione tra gli utenti. Iscrivendoti ricevevi un quantitativo di tip, proporzionale al numero di utenti che avevano tippato la tua entrata, dopodiché potevi lasciare delle tip agli altri iscritti, e loro quasi sicuramente avrebbero ricambiato. Quando intrattenevi una conversazione privata in una finestra di secret-tip, tu e l'interlocutore ricevevate dei tip bonus di socializzazione; inoltre, ogni volta che qualcuno lasciava un saluto sulla tua tipboard ricevevi dei tip. Infine, si acquisivano molti tip e/o la facoltà di accedere a tutte le funzionalità del sito completando la scheda di presentazione: così Fabio aveva minuziosamente riempito gli spazi riguardanti il suo identikit; grazie a queste informazioni, Tipper avvertiva tutti i suoi amici quando arrivava il suo compleanno, oppure gli segnalava utenti che avevano elementi del profilo simili al suo. I tip però si spendevano anche: ad esempio per giocare a uno qualsiasi degli innumerevoli giochini presenti su Tipper, che costavano pochissimo (il guadagno di due saluti sulla tipboard valeva l'accesso a otto giochi), a maggior ragione se calcolavi che totalizzando punteggi alti e arrivando nella classifica vincevi tip premio. Di giochi ce n'erano un'infinità ed era impossibile non trovarne uno che soddisfacesse le preferenze personali.
Altri svaghi che costavano pochissimi tip erano i test della personalità: ce n'erano tantissimi e potevi tipparli ai tuoi amici perché li provassero. Fabio ne aveva fatto uno sugli sport che gli aveva confermato una cosa che già pensava: non era portato, perciò per lui erano una perdita di tempo e lo distraevano dal resto degli impegni; infatti poco tempo dopo il ragazzo aveva deciso di smettere di andare in palestra, anche perché doveva cercare di migliorare i suoi voti a scuola ritagliandosi più tempo per studiare.
Ma forse il ruolo più importante nel network era rivestito dalle foto, che chiunque poteva mostrare agli altri utenti, ricevendo tip dai visitatori se gli scatti erano apprezzati.
Ciò che appassionava di più Fabio, oltre a guardare (e magari tippare) le foto di ragazze carine, erano certi giochi che ti tenevano occupatissimo nel seguire un mini-universo in espansione, soprattutto perché in questi giochi il tempo scorreva anche mentre non giocavi, seguendo alla lettera il principio dell'entropia: ci poteva essere lo zoo, la fattoria, il ristorante, la scelta era varia...
Ogni sera Fabio perdeva la cognizione del tempo passato davanti al computer ma preferiva non preoccuparsene: tanto sua madre sarebbe arrivata puntuale ad intimargli di spegnere. “Ipocrita! Mi dice che sto troppe ore con gli occhi incollati sullo schermo quando è iscritta anche lei a Tipper e ci va sempre dal lavoro!” Era stato proprio lui insieme ad altri utenti a tipparla perché ricevesse la mail di invito.
 
Erano mesi ormai che Fabio era iscritto a Tipper: era arrivata l’estate e lui se ne stava a casa, seduto davanti a un computer e a un ventilatore. Un giorno si accorse di un nuovo messaggio sulla sua tipboard, era firmato da un certo Mr. N°1 e diceva:
Ciao, sono il creatore di Tipper e ti lascio questo tip-off:
la prossima settimana esci di casa e unisciti agli altri tipper,
ogni utente è invitato al ritrovo ufficiale dei tipper che si terrà...
Seguivano data e altre indicazioni logistiche. “Uscire? Fa troppo caldo” pensò Fabio massaggiandosi la coscia – era notevolmente più flaccida da quando aveva lasciato la palestra –. “Tutti i tipper... com’è possibile raccoglierli?” La sua attenzione fu catturata dal nome dell’utente: “N°1, ma sarà vero?” Spinto dalla curiosa spostò il cursore sul link di Mr. N°1 e aprì una nuova scheda: notò la barra dell’indirizzo e rimase sbalordito. Www.tipper.com/it/0000000001%: allora era veramente il creatore di Tipper? A rigor di logica doveva essere il primo iscritto. Fabio bighellonò un po’ su quella pagina, poi controllò quelle dei suoi amici: contenevano tutte lo stesso tip.
Era passata circa una settimana dal messaggio di Mr. N°1: quel mattino Fabio si era alzato piuttosto tardi (la notte prima era rimasto connesso fino alle 3). Si recò al computer, come al solito si collegò ad internet e aprì Tipper.
Tipper ti invita ad accedere: immetti nome e password.
Cosa?! Ma non erano salvati quei dati?! Per qualche ragione il suo account si era disconnesso. Fabio si chinò sulla tastiera con una smorfia, scocciato di dover reimmettere quei dati.
“Vediamo un po'... F-A-B-I-O... e la password. Aspetta, qual’era la mia password? Uhm... Oddio!”: non ricordava che razza di password avesse scelto, ai tempi. “Ehm... forse era il nome di una ragazza... una che mi piaceva... Sabrina: possibile? No, quello era il personaggio di un gioco!” Erano ricordi inutili e piuttosto dolorosi che aveva semplicemente cancellato. Forse avrebbe potuto recuperare la password dalla mail d’iscrizione, ma si accorse che anche per la casella di posta elettronica doveva inserire la stessa password: quel nome che gli sfuggiva. Dopo aver tentato in tutte le maniere di fare il log in, Fabio si ricordò di una cosa, anche se non era direttamente collegata alla sua situazione: oggi era il giorno del ritrovo dei tipper annunciato da Mr. N°1. Era sconsolato: pensò che uscendo di casa avrebbe potuto trovare qualcuno che potesse aiutarlo con il suo problema (dopotutto, tutti conoscevano Tipper). Si vestì e uscì di casa.
Fuori c’era uno spettacolo mai visto: barcollando nell’afa estiva, tutto il vicinato si stava muovendo a piedi; non si capiva chi dirigesse la fila, ma molte persone avevano uno smartphone, con il quale seguivano un percorso segnalato dal gps. Fabio si avvicinò ad un tizio suo vicino di casa (in realtà non sapeva dove abitasse, ma ricordava di averlo aggiunto su tipper, quindi doveva per forza averci qualcosa a che fare): sbirciò il gps e vide che il percorso era quello fornito da Mr. N°1; forse al ritrovo dei tipper Fabio avrebbe potuto avere dei ragguagli sui suoi problemi tecnici. Il ragazzo alzò gli occhi e squadrò il vicino: appariva molto più vecchio e malridotto rispetto alla foto che aveva nel suo account, dovevano essere gli effetti nefasti del clima estivo.
E lui? Lui aveva una bella cera? Era lo stesso di quando si era iscritto a Tipper? Avrebbe mai ricordato quella stupida password? Immerso nei suoi pensieri, a un certo punto si chiese “Ma quando finisce questo corteo?”. Si alzò sulle punte dei piedi per guardare sopra le teste: una fila interminabile di persone si snodava per le vie della città e tutti seguivano obbedientemente un percorso precostituito.
And then, they reached the tip.
  
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