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Autore: sam_twins    03/11/2013    1 recensioni
Premetto che non sono una fan di Justin Bieber, penso solo che sia carino e le ultime canzoni sono decenti, ma ho scritto questa storia per far felice una mia amica.
Justin ed Alex. Si conoscono da sempre, ma questo basterà a rendere la loro storia perfetta?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Si, per chi se lo stesse chiedendo, sono viva e sono tornata. So che è passato un pò di tempo ma spero che la mia FF possa ancora appassionarvi. Detto questo, spero vi piaccia! Bacioni *Alex*
 
I Love YOU
 

Alex's POV

-Io non capisco perché ti devi comportare così!- alzò il tono di voce facendomi sobbalzare –ti comporti come se non te ne fregasse mai niente, poi invece il giorno dopo sei tutta “Justin” di qua, “Justin” di là- sbuffò passandosi rudemente una mano tra i capelli –io non sono la tua “puttana”-
Che cazzo era appena successo? Mi era persa un attimo.
Sono una stronza, ecco che mi ero persa.
Stronza.
Stronza.
Stronza.
Stronza.
Aggiungiamoci anche insensibile.
Avete presente le persone affette da bipolarismo? Io ci vado molto vicina.
Ieri era tutto così perfetto, ero felice, ridevamo, eravamo andati da Mc a mangiare, una giornata stupenda, con il ragazzo che amo e poi SBAM!, oggi non è così.
Mi sono svegliata questa stamattina e mi rodeva, succede a tutti no?! Solo che quando a me rode, sono guai, perché già sono una bestia insopportabile quando sono felice, immaginiamoci quando non lo sono.
Beh, credevo che almeno Justin ci avesse fatto l’abitudine, ma forse anche lui si sta stufando, come tutti del resto.
Si mette alla prova ogni giorno, cerca di rimandare il più possibile il tour per passare del tempo con me, mi sta convincendo da settimane a partire con lui per non lasciarmi di nuovo, e come al solito io non faccio altro che rovinare tutto.
Justin mi ama, e lo so, me lo ha detto, più di una volta, ma io non riesco, e lui lo sa, lo accetta, ma io no.
Lo sentii sbuffare un’altra volta prima di uscire dalla mia stanza, sbattendo la porta dietro di lui, e andandosene.
Buttai la testa all’indietro, sospirando pesantemente, dandomi una botta in testa, pensando solo “stupida”.
Presi subito il telefono e composi il numero di mio fratello, Michael.

…tu…tu…tu…tu…tu…

-Hey sorellina- sentire la sua voce mi metteva sempre un sorriso sulle labbra.
-Hey Mike- sbuffai.
-Che hai combinato?- chiese preoccupato.
-Io davvero, non so cosa c’è che non va in me, dimmi, cos’ho di sbagliato?!- sussurrai più a me stessa che a lui.
-Sai che me lo sono sempre chiesto?- sbottò a ridere ma si rifece subito serio –sorellina, tu sei normalissima, anzi sei una delle persone più normali che io abbia mai incontrato, e sai perché? Perché sei matta, ma sai una matta in senso buono, e sinceramente non ti scambierei con nessun’altra-
-Ho bisogno di te, io non ci capisco niente di ragazzi e di tutte queste cazzate, poi siete voi a dire che noi siamo strane, eh? Anche voi fate la vostra parte-
-Ahh, allora è per questo che  mi hai chiamato, problemi in paradiso?- ridacchiò quasi strozzandosi. Coglione.
-Non ci sono problemi in paradiso, mai stati, mai ci saranno, il punto è che… nemmeno io so qual è il punto-
-Al, per qualche strana ragione quel ragazzo ti ama, da sempre, e so che tu anche lo ami, quindi gli passerà, oppure a te passerà, o in caso, c’è sempre il sesso riparatorio- le ultime parole mi fecero letteralmente cadere la mascella.
-Non dire queste cose! Dio, troppo esplicito!- risi leggermente e lo menai mentalmente.
-Ti voglio bene sorellina, lo sai vero?-
-Chi non mi vorrebbe bene?- fissai per un attimo il vuoto –mi manchi, torna presto- sospirai –anche io ti voglio bene-

Chiusi la chiamata e fissai il soffitto senza distogliere lo sguardo.
Mi era difficile persino dire un semplice “ti voglio bene” a mio fratello, immaginate quanto poteva essere difficile per me esternare qualsiasi altro sentimento.
Ho vissuto la mia adolescenza da schifo, come un ubriacona che non si ricorda nemmeno la sua prima volta avuta a 13 anni completamente ubriaca con il suo ex, diventata poi, in pratica, la puttana della scuola, e poi c’è Justin.
Ogni volta mi salva e nemmeno lo sa.
Sentii dei passi dietro di me, non mi giraii, sapevo chi era.
-Mi dispiace- si sedette accanto a me, per terra.
Sbuffò e mi girò il viso leggermente, con due dita, in modo da guardarlo dritto negli occhi.
-Ti prego, sai che ti amo, vero?-
-Perché mi stai pregando? È come se tu avessi fatto qualcosa di sbagliato, quando sono io quella che si comporta come una malata di mente-
-Amore mio, tu sei una malata di mente, ma è per questo che ti amerò per sempre-
Si avvicinò a me per abbracciarmi ma mi alzai, evitandolo, porgendogli la mano.
-Andiamo- dissi facendogli segno di alzarsi-
-Dove?-
-In un posto, un posto qualsiasi, solo tu ed io- gli porsi di nuovo la mano, ma esitò.
-E perché?- abbozzò un sorriso e piegò un sopracciglio.
-Perché…- ce la potevo fare –beh, perché ti amo anch’io- sorrisi e vidi la sua espressione precedente trasformarsi un sorriso esageratamente dolce e senza nemmeno darmi il tempo di battere ciglio si alzò di colpo avvinghiandosi su di me, abbracciandomi, quasi stritolandomi, per poi baciarmi.
 

Justin's POV 

-Allora anche tu sai dire quelle tre paroline- ridacchiai guardandola negli occhi.
-Nah, le ho imparate 5 minuti fa solo per te, contento?-
Le diedi un bacio sul naso come per dire “si”.
E credetemi, un “ti amo” da parte sua, è una cosa rara, molto rara.
  
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