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Autore: Jenessia    03/11/2013    2 recensioni
Una ragazza di nome Gabriella si trasferisce a Firenze per studiare.Lì fa nuove amicizie,ma mai avrebbe immaginato che incontrare un misterioso, quanto affasciante architetto avrebbe totalmente sconvolto la sua vita tranquilla.
TRATTO DALLA STORIA
-Cosa vuoi da me?-gli chiedo.
-Che tu sia MIA-mi risponde aderendo ancora di più al mio corpo.
A quelle parole il mio cuore perde un battito.Mio Dio...non può essere vero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11  
                                                                                                                                                       Capitolo 11

Ero da poco atterrato in Italia e subito avevo rintracciato Antonio per saper le "ultime novità" che, entrambi ne eravamo consapevoli, riguardavano per lo più lei. Così, non appena mi aveva invitato ad uscire quella sera con tutti gli altri io accettai senza esitazioni. E fu così che mi ritrovavo in quel locale a dirigermi verso di lei, ipnotizzato.
Come sempre era stupenda in quel suo abito celeste, troppo corto per i miei gusti, accompagnato da un paio di tacchi rossi. Dio mio! Era stupenda, ma se inizialmente mi aveva affascinato,in un  modo indicibile, subito dopo mi aveva reso estremamente geloso per gli sguardi che attirava. Affrettai il passo, come se fossi ansioso di rivendicarla come mia a dispetto di tutti gli altri.
- Buonasera a tutti- dissi salutando anche Ludovica e Leonardo. - Ma che bella sorpresa!- disse quest'ultima, guardando prima me e poi Gabriella che era rossa come un pomodoro. E, nonostante tutto, quel suo disagio mi fece sorridere e venir voglia di baciare quelle sue guance accaldate. - Fai sembrare che l'America sia dietro l'angolo- cominciò Leonardo - Ogni volta appari e scompari come se niente fosse- concluse passando un braccio attorno alle spalle della fidanzata. - Bè- dissi - Si vede che c'è qualcosa che mi spinge sempre a ritornare- risposi con una frase che non centrava nulla con quello che aveva detto Leo. Ma volevo soltanto che Gabriella capisse che per me non era cambiato nulla e che anzi quella lontananza non mi aveva fatto altro che male nonostante, dovevo ammettere, mi avesse fatto capire quanto la desiderassi accanto a me. Passammo la serata a divertirci, anche se io e lei ci scambiammo qualche parola di circostanza. Poi le sue amiche la trascinarono sulla pista da ballo, ed io non seppi resistere oltre. Quel tira e molla sarebbe finito quella sera!




Mi sentivo strana, era come se tutto mi apparisse divertente e allo stesso tempo anomalo. Avevo tanta voglia di fare qualcosa di diverso, ma non capivo nemmeno io cosa, dal momento che ero impegnatissima a ridere per qualunque cosa. - Ma si può sapere cosa ti prende?- mi chiese Ludovica, mentre mi tenevo la pancia che mi faceva male per le tante risate. - Probabilmente non regge molto l'alcool e per questo è bastato un semplice bicchiere per farla partire- concluse pragmaticamente Rossella.-Forse sarebbe meglio se la portassimo a prendere una boccata d'aria- cominciò Ludovica prendendomi per il gomito. Poco dopo l'aria fresca mi accarezzò tutto il viso. Che bellissima sensazione! Ma nemmeno finì di formulare quel pensiero che il mio stomaco si rivoltò e fui costretta a correre a ripararmi da qualche parte, mentre la natura seguiva il suo corso.
- Che succede qui?-disse una voce.
-Credo che la nostra Gabriella non regga molto l'alcool-esordì Rossella rispondendo a quella voce che mi era familiare, ma che non riuscivo a riconoscere probabilmente per lo stato confusionale in cui mi trovavo. Tuttavia tale voce era capace di farmi correre un brivido di piacere lungo la schiena...
Il mio stomaco cominciò ad acquietarsi e prontamente qualcuno mi porse un fazzoletto di tessuto intriso da un profumo così dolce che quasi mi dispiaceva stropicciarne la stoffa. Ma purtroppo ne avevo bisogno.
Lentamente mi ricomposi. Tuttavia la mia testa era stata probabilmente per troppo tempo giù, dunque, nel momento stesso in cui mi alzai . ebbi un forte capogiro che mi fece barcollare. Immediatamente un paio di braccia mi strinsero ad un corpo che ormai avevao imparato a conoscere. Nick mi fece appoggiare il capo e dolcemente mi lasciò un bacio sui capelli.
-Tutto bene?-mi chiese.
Io annuì soltanto, poiché non ero in grado di fare alcunché.
-Meglio che ti riaccompagni-continuò. Tuttavia nessuno dei due si muoveva, perciò non mi stupì quando qualcuno vicino a noi si schiarì la voce e disse:
-Sì, sarà meglio tornare al campus...-.
Ma non riuscì a sentire più niente. Le orecche mi rimbobavano, lo stomaco ricominciò a farmi male, un caldo opprimente mi si richiuse attorno come una cappa e la testa, be', questa non fece altro che cominciare a girare così velocemente che mi ritrovai in un baratro oscuro.



Il rumore di campane mi destò. Strano, non ricordavo che vicino al campus ci fosse una chiesa. E non ricordavo nemmeno che il materasso e il cuscino fossero così morbidi, così come le lenzuola....Mi alzai di scatto e fui ricompensata da un capogiro che però riuscì a sopportare.
Girai lo sguardo attorno e non riconobbi la stanza in cui mi trovavo. Ad ogni modo notai che era molto elegante con un mobilio classico e di colore scuro. Di chi era quella stanza? Cercai di ricordare cosa fosse accaduto la sera precedente improvvisamente tutti gli avvenimenti tornaro a galla. E lultima osa che ricordavo prima di svenire erano le braccia di Nick che mi stringevano. Dunque....scesi velocemente da quell'elegante e morbido letto e nel farlo mi accorsi che non indossavo nulla a parte la biancheria intima! Cercai disperatamente il mio vestito, ma non lo vidi. Come....cosa avrei indossato? Ma soprattutto chi mi aveva spogliato?!? Non poteva essere stato Nick! Almeno speravo. Ad ogni modo camminai per la stanza in cerca di qualcosa per coprirmi, finché non trovai una SUA  camicia. Era l'unica cosa che avevo trovato. Maledizione! Non potevo certo andare in giro in quel modo però!
Tuttavia dovevo accontentarmi e così ricominciai il mio andirivieni per la stanza, finché la mia attenzione non venne catturata dal magnifico panorama che c'era all'infuori della finestra. Trattenni il fiato per lo stupore, poiché da lì si potevano ammirare in lontananza la magnifica cupola di Brunelleschi, il campanile di Giotto e il Palazzo Signoria. Un paradiso per me che adoravo l'arte antica.
Senza nemmeno accorgermene uscì sul terrazzo per contemplare al meglio quelle meraviglie e , poiché l'aria era un po' frizzante, incrociai le braccia per procurarmi un po' di calore. Cosa avrei docuto fare? Non ero nemmeno sicura del luogo in cui mi trovavo, cioè perché non ero al campus? E quella era davvero la casa di Nick....due mani andarono a posarsi sui miei, mentre il volto di QUALCUNO si poggiò sulla mia spalla destra. Non c'erano più dubbi. Quello era Nick. Solo lui era capace di farmi arrossire fino alla radice dei capelli e allo stesso tempo farmi sentire come mi sentivo in quel momento: felice, acquietata....e innamo. No! Questo non pteva essere!
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto-mi disse, poi lentamente mi fece voltare e così mi accorsi del suo sguardo da predatore che mi squadrò da capo a piedi. Poi i suoi occhi incontrarono i miei....ed io arrossi per la passione che vi lessi, tanto da volgere lo sguardo da un'altra parte. Lo sentì ridere dolcemente , poi dire-Come ti senti?-.
"Sopraffatta dal tuo fascino, dal tuo corpo da urlo, insomma da te!" avrei voluto dirgli, ma invece balbettai un "bene" incmprensibile. Che stupida! Datti un contegno! Così cercai un argomento per allentare la forte tensione che crepitava tra noi-Ehm....Nick scusa se ho indossato la tua camicia, ma era l'unica cosa che avevo trovato. Scusa...-mi interruppe con un semplice gesto: poggiò il suo palmo sulla mia guancia.
-Non dei scusarti, assolutamente. Anzi sono io che dovrei farlo per non averti fatto trovare l'abito, ma necessitava...ehm...di un lavaggio. Non preoccuparti, a breve lo riavrai-esordì percorrendomi di nuovo con lo sguardo, soffermandosi però sulle mie cosce per metà nude- Tuttavia , se posso dirlo,-cominciò staccando a malincuore lo sguardo dalle mie gambe- credo che tu sia molto sexy con la mia camcia addosso. Credo proprio che dirò alla domestica di non riportartelo...-.
Probabilmente era in vena di scherzare! Chiusi gli occhi a due fessure e feci una finta risata-HAHA....che simpatico!-dissi sarcastica-Non sei per nulla cambiato-poi rientrai e corsi a ripararmi in bagno, dove mi diedi una sistemata.
-Nemmeno tu sei cambiata- la sua voce mi arrivò dalla porta aperta-Ogniqualvolta ti faccio un complimento, scappi come un coniglio impaurito-.
Quell'uomo voleva morire! Mi girai di scatto con le braccia stese lungo i fianchi e i pugni serrati. Tuttavia la visione di lui appoggiato con una spalla al muro, le braccia conserte e quella T-shirt nera attillata, mi de stabilizzò per un attimo. Ad ogni modo-non so nemmeno come- riprsi l mia marcia e, una volta arrivata davanti a lui, sbottai- Chi sarebbe il coniglio?-.
Lui rise e disse- Ecco che ritorna la mia pantrna. Ci mancavaa un po' di tempo-.
Quanto ODIAVO quel nomignolo!-Smettila. Sei snervante. Ti odio!-dissi.
-Anche io ti odio- sussurrò lui a pochi centimetri da mio orecchio-Non sai quanto-poi la sua bocca coprì con passionale foga la mia. E allora capì che quel tira e molla che caratterizzava la nostra relazione era finito. Ed io ne fui stranamente felice.


ANGOLO UTRICE
Sscusate se la settimana scorsa non ho aggiornato, ma la scuola mi sta prendendo tutto il tempo in una maniera incredibile. E non preoccupatevi il prossimo capitolo arriverà prima di domenica prossima per farmi perdonare. Mi raccomando receniste. Un bacio alla prossima :)

  
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