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Autore: Layla    03/11/2013    2 recensioni
“È Jack, che adesso si sta facendo una doccia. Appena ti ha visto è come impazzito, continuava a urlare “È lei, l’ho ritrovata!”.”
Io lo guardo con la bocca spalancata, sono così scioccata che ho paura che la mascella mi si stacchi da un momento all’altro e se ne vada a fanculo.
Qualche minuto dopo, il signorino che ha tanto richiesto la mia presenza fa la sua comparsa con solo un asciugamano addosso alla vita e mi punta un dito addosso.
“Tu! “Lost in stereo” è stata scritta per te!”
Io mi indico sconvolta.
Lost in stereo per me.

Tratto dal primo capitolo.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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11) Smile (it's been a  while)

 

Wendy p.o.v

 

La riappacificazione tra Alex e Holly mi mette di buonumore.
Sono in casa da sola – Jack e io abbiamo mangiato fuori e poi lui è filato allo studio di registrazione – sdraiata sul divano a guardare il soffitto.
Non c’è molto da fare quando hai una colf messicana che pulisce tutto e che ti sorride sempre, a volte mi sento quasi a disagio quando c’è lei: sono abituata a pulire tutto io.
In fondo però con questa mano è un bene che ci sia, non sarei in grado di fare molto, l’ultimo regalo di mia madre è una gran bella seccatura.
Nel bel mezzo delle mie elucubrazioni suona il campanello e mi alzo per vedere chi è arrivato: è Andrew.
“Ciao,sorellina! Sono venuto a vedere come te la passavi.”
“Vieni dentro, Andy e siediti sul divano, cosa vuoi da bere?”
“Una coca va più che bene. Sei sicura di farcela con quella mano?”
Annuisco e torno con una coca e una sprite.
“Come va la mano?”
“Abbastanza bene, ci sono gli antidolorifici, grazie a Dio. La riabilitazione è solo all’inizio e temo sarà una faccenda lunga e complicata.”
“Te la puoi permettere?”
Mi chiede ansioso, io sospiro.
“Se dovessimo guardare alla mia assicurazione, no,non potrei permettermela, ma sta pagando tutto Jack.”
“La cosa non ti piace.”
“Non mi piace dipendere da qualcuno e avere debiti da saldare, lo sai come sono fatta. Voglio essere libera e padrona della mia vita.”
“Io trovo che il gesto del tuo ragazzo sia molto carino, si sta prendendo cura di te, donna tutta d’un pezze e Dio solo sa quanto ne hai bisogno.”
Io non dico nulla, in fondo non mi sembra di essermela cavata male da sola, ho un negozio di tatuaggi e posso pagarmi una casa da sola.
La mia faccia deve far trapelare qualcosa dei miei pensieri, perché Andy inizia a muoversi nervoso sul divano.
“Scusa, sorellina. Forse ho toccato un brutto tasto.
“Non fa niente, Andy. È tutto ok.
Tu cosa mi racconti?”
“Niente di che, mi sto arrangiando nella mia vita da scapolo, contando i giorni che mi separano dall’andare in giro per il mondo a rischiare di morire.
Fa schifo, ma è l’unico modo per tirare su un po’ di grana.
Esco con una ragazza, sembra carina, magari te la presento.”
I miei occhi si illuminano.
“Sarebbe meraviglioso, hai bisogno di una ragazza!”
“Non lo so, cosa potrei darle?
Preoccupazioni? Paura che un giorno il telefono squilli e le annunci che purtroppo il soldato Andrew O’Connor è deceduto?”
Io non dico nulla, questa è anche la mia paura e – se succedesse – dubito che perdonerei facilmente il nostro governo.
Lo so che non ha senso, ma tanti miei ragionamenti non ne hanno. Ci sono zone nel mio cervello in cui la razionalità e il buon senso se ne vanno a puttane e si lasciano guidare dalle paure e dalle paranoie.
“Non pensarci, Andrew! Tu… Tu tornerai a casa sano e salvo, aprirai il tuo  ristorante, ti troverai una ragazza e te la sposerai, magari quella che hai conosciuto in questo periodo.
Non ci pensare nemmeno alla tua morte!”
Lui mi guarda stupito.
“Senti, sei mio fratello e ti voglio bene.
Non me ne frega niente se mamma è morta, anzi sono contenta che lo sia – un pericolo in meno – ma tu non devi morire. Hai capito?”
Lui annuisce e io scoppio a piangere, lui si alza e mi abbraccia. Mi è sempre piaciuta la sua stretta, è stata per tanti anni il mio porto sicuro, ed è la sola cosa in gradi di calmarmi.
“Ssh! Buona, Wendy.
Ti giuro che porterò il mio culo a casa, anche solo per fartelo prendere a calci per aver scelto di entrare nell’esercito.”
Io mi asciugo le ultime lacrime e cerco di ricomporre la mia faccia in un’espressione normale, non è da me lasciarmi andare a questo sfoghi, ma questa volta la diga ha ceduto.
“Scusa per il brutto spettacolo, Andy.
Immagino non ne avessi bisogno.”
Lui scuote la testa.
“Ehi, è normale essere preoccupata per le persone a cui vuoi bene, sei umana non un robot che non prova sentimenti.”
Io annuisco.
Già, sono umana, a forza di stare da sola me l’ero quasi dimenticato, e gli umani piangono e soffrono per le cose brutte che possono accadere a loro o a loro familiari.
“Come va con Jack?”
“Benissimo, almeno per ora.
Sembra quasi il ragazzo perfetto per me ed è strano, sono troppo fortunata in questo periodo.”
“Non capisco.”
“Le cose mi stanno andando troppo bene, dove è la fregatura?
Perché c’è una fregatura, non puoi andarmi tutto così bene. Capisci?”
Lui ride.
“Vedo un po’ di paranoia qui.”
Io sbuffo.
“Ho qualche buon motivo per essere paranoica.”
Lui si accomoda meglio sul divano.
“Sì, ce l’hai, ma pensa che mamma è morta e non può più farti del male e che hai la forza necessaria per cacciare papà se si facesse vivo.”
Io sbuffo.
“Immagino, ora che sono la fidanzata di una ricca rockstar sarò molto più interessante della Wen tatuatrice, si potrà vantare con gli amici.
Mi viene da vomitare.”
“Anche a me, ma sa come è fatto il vecchio.”
“Lo so, lo so.”
Rimaniamo a lungo a chiacchierare tanto che quando arriva Jack mi trova ancora in compagnia di mio fratello.
Merda! Stasera mi aveva invitato a cena!
“Ciao, Jack.”
“Ciao, Andrew.”
“Ragazzi, vado a prepararmi!”
Urlo a tutti e due, mio fratello è sorpreso, ma ci penserà il mio ragazzo a spiegargli la situazione.
Mi faccio una doccia veloce e poi mi metto davanti all’armadio, scartando mentalmente quasi tutti i vestiti, non ne ho uno che vada bene!
Alla fine – in preda alla disperazione – metto un tubino nero che Holly mi aveva regalato secoli fa e che spero non mi faccia sembrare una stracciona.
Mi trucco pesantemente di nero e metto un paio di scarpe nere dal tacco troppo alto – un altro regalo di Holly – e scendo dabbasso.
Mio fratello e Jack stanno ancora parlando, ma si interrompono entrambi quando mi vedono, ricevo due fischi di approvazione, spero siano sinceri.
“Stai benissimo, sei uno schianto!”
Mi dice Jack, dandomi un lieve bacio sulla guancia.
“Ti lascio in compagnia di tuo fratello, adesso vado a rendermi presentabile.
Spero di non sfigurare.”
“Ma non dire cazzate!”
Balbetto io, rossa come un pomodoro.
“Stai davvero benissimo, sorellina.
Lui ti fa stare bene, non come James.”
“Cosa vorresti dire?”
“Nulla, semplicemente che quando stavi con Jimmy avevi sempre un fondo di preoccupazione per la storia della droga, ora non ce l’hai.”
“Già.”
Io mi rabbuio per un attimo, Jimmy rimarrà sempre una spina di ghiaccio conficcata nel mio cuore, che sia freddo o caldo.
“Scusa, forse non avrei dovuto nominarlo, non è un argomento facile per te, vero?”
“Sì e non lo sarà mai, se mi fossi impegnata di più forse a quest’ora Jimmy sarebbe ancora vivo, non saremmo insieme, ma il fatto che fosse vivo mi sarebbe bastato.”
“Ma è morto.”
“E io ho pianto tutte le mie lacrime, esaurito le mie preghiere e bestemmie su quella tomba fredda per niente, non potrò mai più rivedere il sorriso di Jimmy.
È per questo che ho paura del fatto che Jack sia così perfetto, ho paura che qualcosa me lo porti via.”
Lui mi appoggia una mano sulla spalla.
“Andrà bene, non ti devi preoccupare.”
Io sospiro, vorrei condividere il suo pensiero positivo, ma non ci riesco.
Cinque minuti dopo Jack scende, indossa dei jeans scuri, una camicia nera e un paio di anfibi, secondo me è bellissimo e probabilmente sto iniziando a sbavare perché mio fratello mi dà una gomitata, come per farmi riprendere.
“Jack, sei bellissimo!
Cazzo, dovrò agire peggio di piranha per tenere le ragazze lontane da te.”
Lui ride.
“E dimmi, piranha, dove pensi di mettere le tue armi?”
“Nella mia borsa di Mary Poppins penso che un carro armato o due ci stiano.”
Lui scoppia a ridere.
“La mia ragazza mena!”
“Ed è anche brava, te lo posso garantire!”
Sorride mio fratello.
“Adesso vi lascio andare, buona cena!”
“Grazie!
Ah, Andy sai dove sia Holly?”
“Fuori a cena con Alex, prima ti è arrivato un messaggio e te l’ho letto, scusami.”
“Non fa niente, l’importante è che sappia dov’è.”
Usciamo tutti e tre e io salgo nella macchina di Jack, non mi sono ancora abituata a questo suv enorme.
“Non sei ancora riuscita ad abituarmi alla mia macchina?”
“No, Jack, no.”
Lui sorride in maniera inesplicabile.

 

Il ristorante che ha scelto è un giapponese costoso e bellissimo.
Non ho mai visto qualcosa di così raffinato e allo stesso tempo accogliente, si vede che tengono in gran considerazione i clienti, il personale è gentilissimo.
Ci accompagnano al separé dove c’è il nostro tavolo, il separé è fatto da carta color panna con sakura rosa e gru azzurrine che volano via, il tavolino è basso e coperto da una semplice tovaglia bianca con un fiore di loto rosso e arancione al centro.
“È meraviglioso, Jack!”
Dico con una voce spezzata che non riconosco nemmeno più come la mia.
“Sono contento che ti piaccia. Non è facile azzeccare le cose con te, sei una rosa con molte spine.”
Io arrossisco e abbasso gli occhi.
“Merda, ho parlato troppo! Wen, non fare caso a tutto quello che esce dalla mia bocca, la maggior parte delle volte sono stronzate.”
“No, hai ragione, Jack.
Forse non dovresti perdere il tuo tempo con me.”
“Perdere il mio tempo con te è la cosa che mi piace di più dopo la musica, non fare caso alle cazzate che posso dire ogni tanto. A volte sono davvero stupido.”
“Grazie, Jack. Sei davvero carino.”
Lui sorride.
“Sei la mia ragazza, devo e voglio essere carino con te, tanto poi torno a fare lo stupido quando c’è Alex nelle vicinanze.”
La mia faccia si rabbuia.
“Non in quel senso, diciamo solo troppe cazzate, niente di sessuale, mi credi?”
Io sospiro.
“Sì, ho qualche altra scelta?”
“Beh, potresti lasciarmi e trovarti un ragazzo meno cazzaro.”
Io non dico nulla.
“Non mi interessa trovare un ragazzo meno cazzaro, l’importante è che rimangano cazzate.”
L’arrivo della cameriera con i menù interrompe questa imbarazzante conversazione, tutti e due ci immergiamo nella letture con troppa concentrazione.
Vorrei essere diversa, meno rotta, più leggera e meno problematica; ma io sono quello che sono e purtroppo non si può cambiare, ho delle zone di cuore e di cervello che sono irrimediabilmente danneggiate e nulla le potrà mai riportare all’innocenza originaria.
Ordiniamo entrambi non appena arriva la cameriera.
“A volte non ti capisco, sai?
Sembri così fredda e spaventata allo stesso tempo.”
Io alzo la mia mano ferita.
“La vedi questa mano?
Rappresenta come sono stata trattata per tutta la mia vita, fino a quando sono rimasta con mia madre. Mai una carezza, mai un “brava”, solo insulti, pugni e sberle e il mandarmi a calci in culo a prendere l’alcool al drugstore. Mi viene strano pensare che qualcuno si interessi a me o mi ami e mi voglia proteggere. Con Jimmy ero io che dovevo proteggere lui e il problema non si è mai posto, ora sì e sono spaventata, curiosa e felice allo stesso tempo.
Non so bene come comportarmi e tante volte penso che sia solo un sogno, uno di quelli lunghi e particolareggiati che ti lasciano l’amaro in bocca quando ti svegli.”
“Non è un sogno.”
“No, non lo è. Perdonami se a volte ti sembro fredda o strana, per te è la prima relazione importante mi hanno detto, per me è lo stesso, ce la sto mettendo tutta.”
“Anche io, possiamo farcela insieme, se non molliamo.”
Io sorrido, un po’ commossa.
“Ce la faremo e adesso pensiamo qualcosa di più allegro.
Come sono andate le registrazioni?”
“Bene, anche se Alex era comprensibilmente sulle nuvole. Sono felice di vederlo così, forse con tua cugina ha davvero trovato la pace.”
“Le nuvole hanno smesso di inseguirlo?”
Lui sorride, cogliendo il riferimento.
“Sì, direi di sì.”
“Sono contenta per lui e per mia cugina.”
“Un po’ ti sei affezionata ad Alex?”
“Un po’ sì. Mi è stato accanto quando sono stata all’ospedale anche se non ne aveva motivo. Mi fa piacere quando la gente rimane, è una variazione insolita, ma piacevole.”
Lui ride.
“Anche lui si è affezionato a te, ma non vuole ammetterlo, dice che ti tratta così solo perché sei la mia ragazza. È un finto burbero della madonna.”
Questa volta rido io.
La cameriera ci serve i primi, io guardo con una punta di invidia il suo chimono, ho sempre desiderato averne uno.
“Quanto vorrei avere un chimono.”
Sospiro sognante.
“Se e quando andremo in Giappone te ne porterò uno o meglio ancora verrai anche tu e sceglierai quello che ti piace di più.”
I miei occhi si illuminano.
“Sarebbe fantastico!”
Lui sorride e cominciamo a mangiare.
È tutto buonissimo, anche il secondo, non ho mai mangiato così bene.
“Complimenti per la scelta del posto. È stato fantastico!”
“Sono contento che ti sia piaciuto. Adesso cosa facciamo?”
“Non possiamo tornare a casa?”
Chiedo stupita.
“No, credo ci siano Alex e Holly impegnati a riconciliarsi.”
Io alzo un sopracciglio.
“Ma lui non ha una casa sua?”
“A volte me lo chiedo anche io…”
“Ti piace averlo intorno.”
Lui si gratta il mento.
“Prima, quando non c’eri tu, sì; adesso vorrei un po’ di privacy..
Sai com’è…”
“Sì, so come è.”
Scoppio a ridere come una deficiente, senza un motivo preciso. Forse non avrei dovuto bere il sakè a fine pasto, mi rende troppo euforica.
“Stai bene,  Wen?”
“No, mi sa che non avrei dovuto bere a fine pasto, mi sento … brilla.”
Lui fa una faccia strana.
“Andiamo in spiaggia, ti va?”
“Va bene, almeno posso togliermi i tacchi.”
Saliamo in macchina, io inizio a canticchiare “I miss you” dei blink.
“Hai una voce carina.”
“Grazie, erano secoli che non canticchiavo qualcosa. Non va bene, sto perdendo il controllo.”
“Non ti piace, vero?”
Io scuoto la testa.
“No, non molto.”
Lui parcheggia vicino alla marina e scendiamo, tira una brezza piacevole, quasi come una carezza dal cielo.
“Che bello stare qui!”
Imbocchiamo la prima entrata per la spiaggia, io mi tolgo le scarpe e mi godo la sensazione della sabbia morbida sotto i piedi.
Che bello!
Jack mi raggiunge e – mano nella mano – mi porta fino al limite della battigia, poi mi fa sedere.
Guardiamo un po’ il cielo, cullati solo dal rumore del mare e della brezza, poi lui si sdraia sulla sabbia.
“Come mai ci siamo fermati qui?”
“Per non bagnarci i vestiti.”
Io sorrido, mi alzo in piedi e corro verso l’oceano e mi ci butto, fregandomene del vestito elegante, del freddo e del fatto che potrei sentirmi male.
“Wen!”
Sento la voce di Jack chiamarmi e poco dopo anche lui entra in acqua e cerca di acchiapparmi, io rispondo con uno spruzzo e scivolo via dalla sua presa.
Iniziamo a schizzarci e a giocare come bambini, quando finalmente riesce a prendermi mi godo la stretta delle sue braccia.
Lo guardo negli occhi e lascio che la magia di questo moneto mi travolga, iniziamo infatti a baciarci con passione, io ancora saldamente i miei piedi sulla sua schiena, lui mi stringe ancora di più.
Bacio dopo bacio, dalla mia posizione sento qualcosa premere all’altezza del cavallo dei suoi pantaloni.
“Forse è meglio uscire.”
“E non finire quello che abbiamo iniziato?”
“Perché finirlo in mare con il rischio di venire scoperti quando possiamo finirlo in un comodo letto dentro casa nostra?”
Gli faccio l’occhiolino.
Ecco, sto di nuovo perdendo il controllo!
“Mi sembra una buona idea.”
Usciamo in braccio dall’acqua, lui raccoglie le mie scarpe e mi porta alla macchina, in acqua non avevo freddo, ora sì. Lui mi  mette galantemente intorno alle spalle una felpa asciutta che trova in macchina.
Durante il viaggio c’è un po’ di tensione, ma tutto sommato sto bene.
Forse sto per fare l’amore con lui, ce la farò?
O le mie paure me lo impediranno?
Tra poco lo scoprirò.

 Angolo di Layla.

Ringrazio _redsky_ e Mon per le recensioni.

 

 

 

 

   
 
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