Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: justinsgirl    03/11/2013    16 recensioni
«Ma che cazzo fai, parli con gli uccelli adesso?»Justin. Riconosco il suo passo, la sua voce.
«Demi.. Devi guardarmi, quando ti parlo» Dice, e sembra arrabbiato. «E siccome mi hai fatto arrabbiare, adesso mi calmerai anche» Dice facendo combaciare le nostre labbra. Non voglio Justin. «Justin, per favore»Dico ancora sentendo il suo fiato sul collo. «Mi stai rifiutando?» Il mio sguardo parla da solo.
«No Demetria, rifiutare Bieber.. è sbagliato» Dice semplicemente, allontanandosi da me.
Cazzo.
Genere: Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 10

 

 

«Sì, ci sto» Ripeto, cercando di farmi forza, e notando che entrambi mi guardano in silenzio. Nake sorridendo, Justin come se l'avessi appena ucciso, ucciso dentro. «Fa che.. sia una cosa veloce» Sussurro abbassando gli occhi. «Deciderò io come e quando scoparti, qui comando io, ancora non l'hai capito?» Mi prende con due dita il mento, e mi sfiora le labbra con le sue. Chiudo gli occhi qualche secondo, per poi spostarmi. «Sai piccola, non è un buon inizio questo» Cerca di riprendersi la mia bocca, ma lo rifiuto ancora, ed ancora. Non sono quelle le labbra che voglio baciare. «Lei viene con me, tu puoi andare, Bieber» Nake liquida Justin con un gesto della mano, ed io mi avvicino per salutarlo, per chiedergli aiuto, per farmi salvare. «Ciao Demi» Mi saluta con la mano, e mi sento incredibilmente vuota. Come se un pezzo di me se ne fosse andato, quel pezzo incredibilmente ribelle e forte che mi aveva portata fin qui. Fino ad accettare di scopare con questo tipo che puzza di alcol, che non si fa la barba da minimo cinque giorni e che sembra consumato dalla droga.
E lo vedo, lo vedo dai suoi occhi contornati di nero, dai suoi zigomi sporgenti, dalle sue labbra strette e dalla sua schiena curva e la sua andatura tremolante. Lo vedo, lo sento, lo percepisco. Come percepisco di essere nei guai, nei guai fino al collo.

«Mettiti questi» Mi passa un reggiseno nero in pizzo ed una vestaglia. «Perchè dovrei?» Dico gettando tutto sul pavimento. «Perchè altrimenti, il tuo bel faccino non sarà più così bello» Mormora spingendomi contro il muro e schiacciandomi la fronte con la sua. Non ho un viso speciale, ho due occhi marroni, due guance sempre arrossate, labbra carnose e rosse. Forse troppo. «Non devi toccarmi» Lo spingo via cercando di liberarmi, ma mi blocca entrambi i polsi dietro la schiena. «Non sottovalutarmi, piccola» Prende dalla tasca una piccola lametta, e me la passa sul sopracciglio. «Sono stato fin troppo buono con te, in questa zona non lo vedrà nessuno. Ma attenta a non farmi arrabbiare» Dice, e sento il sangue scendere. L'ho visto fin troppe volte, non mi fa paura. Non mi spaventa, la morte non mi spaventa. Lo fisso intensamente, cercando di mostrarmi il più arrogante possibile. Mi passa la lametta nella parte della guancia vicina al collo. «Te l'ho detto, non devi farmi arrabbiare, stronza» Sussurra, e fa lo stesso sull'altra. «Mettiti quei vestiti che ti ho dato, davanti a me» Sussurra ad un passo dal mio collo.
«Hai anche il coraggio di chiamarli vestiti?» Dico riuscendo finalmente a liberarmi dalla sua presa, prendendo il reggiseno e la vestaglia e sbattendoglieli addosso. «Se dobbiamo scopare per il tuo lurido patto, facciamolo adesso, e non voglio indossare cose che non siano mie» Urlo. Per la prima volta dopo tanto tempo. «Stronza, non devi permetterti di toccarmi» Si avvicina, ma questa volta non mi tiro indietro. «Mi fai venir voglia di farti davvero male, Demetria, molto male» Mi passa nuovamente la lametta sulla clavicola. Io rido. Una risata isterica, che contiene tante, troppe lacrime. Justin, Justin salvami. Ti prego, vieni qui, e salvami.

Nake mi prende i capelli fra le mani, li tira e mi fa stendere su di un letto sporco del sangue di chissà chi. E' orribile. E' schifoso.
«Mi fa schifo qui» Dico, facendolo arrabbiare ancora di più. «Ho detto che mi fa schifo, e che non voglio qui» Ripeto mentre lui prende qualcosa dal cassetto. Delle piccole cinturine in cuoio, che non avevo mai visto prima. «Dato che qui giochiamo a fare i ribelli, ho io un modo per fermare un po' della tua.. arroganza» Sussurra, prendendomi il polso e legandolo alla spalliera del letto, e facendo lo stesso anche con il secondo. «Mi dispiace non poterti baciare, ma questa bocca deve essere chiusa» Mormora, posando le sue labbra schifose sulle mie, per poi coprirle con un pezzo di stoffa. «Adesso, possiamo stringere questo patto, col sangue l'abbiamo già fatto» Ride, accarezzandomi le ferite ancora aperte che mi ha causato prima. Inizia a baciarmi il collo, la clavicola, poi si sposta sul seno, sui fianchi. E così ancora, e ancora, fin quando i miei occhi si riempiono di lacrime, e vorrei piangere a singhiozzi, ma la stoffa mi impedisce di farlo.
La mia verginità è già stata rubata. Lo vedo abbassarsi i pantaloni, e la mia paura cresce, fino ad esplodere.

La porta si apre, e mi salta il cuore.
«James» Il biondino idiota dell'altra volta. Perchè Justin non viene a salvarmi? «Vuoi favorire?» Nake lo guarda ridacchiando, ed io gli tiro un calcio sulla coscia. «E così, giochiamo ancora?» Sussurra, prendendo nuovamente la lametta e passandomela dove avevo colpito lui. «Nake, non ti sembra di stare esagerando?» James lo fissa interrogativo.
«Sì, sta esagerando» Merda. Questa voce. Quella voce. Sgrano gli occhi, ancora pieni di lacrime, e vedo entrare Justin con due ragazzi che non ho mai visto prima.
«Oh Bieber, ti unisci anche tu?» Chiede Nake, bloccato da uno degli amici di Justin, mentre lui mi slega. «Bieber, questa volta sei fuori. Fuori» Urla, mentre Justin mi prende in braccio e mi porta via. «Non mi interessa essere fuori o dentro, non ora Nake» Dice, ed usciamo finalmente dalla stanza delle torture.
Nel suo abbraccio mi sento calda, al sicuro, come se nulla potesse spezzarmi ancora. Questa volta Justin non guida, è seduto sul retro della macchina e mi tiene stretta, mi accarezza le mani con le sue, e i capelli con le labbra.
«Sapevo che saresti venuto» Sussurro, stringendo la sua mano ed intrecciandola con la mia. «Non avrei mai permesso che lo facesse..» Si interrompe. «..dovevo arrivare prima» Dice sbattendo il pugno contro il finestrino. «Sei arrivato al momento giusto» Gli prendo la mano e la distendo, facendo diventare le nocche del loro solito colore, e non rosse.

«Justin, brucia!» Urlo seduta sul suo letto, mentre mi passa un dischetto d'ovatta imbevuto di non so cosa sulla faccia. «Non fare la bambina, Demetria!» Pressa leggermente sulle ferite più profonde, tamponandole. «Justin, basta!» Continuo ad urlare. «Justin..» Ripeto, insistentemente.
Improvvisamente pressa le sue labbra sulle mie.
«Mi sembra l'unico modo per farti tacere»+




Hallelujah
Allooora, chiedo scusa per i.. contenuti forti?.. di questo capitolo.
Nel caso vi avessero traumatizzate/portate a depressione/rese tristi, sarò lieta di farvi da psicologa personale, e di rassicurarvi,
ammettendo che è tutto frutto della mia fantasia.
Bhe, non ho molto da dire su questo capitolo, spero non vi deluda.
Poooi, ringrazio le 27 persone che hanno messo la storia nelle preferite, le 11 nelle ricordate e le 54 nelle seguite.
Ve se ama.

E grazie ovviamente, a chiunque altro legga la mia storia dall'inizio.
Vi amo tutte, indistintamente, siete fantastici, e mi fate sentire brava, per una volta.
Grazie!
  
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