Stirò
le labbra in una smorfia pensierosa: domani era un gran giorno, fatto
soprattutto di partenze e con la Going Merry a posto ed il popolo rasserenato
dalla ritrovata pace, tutto si apprestava ad andare per il meglio. Per lei,
invece, si prospettava una nottata piena di rimugini:
lasciare il suo regno o restare?
Nami era
stata molto chiara in proposito: tutta la ciurma si era affezionata a lei e non
avrebbe protestato, se ella avesse deciso di salpare
con loro la mattina seguente.
Il suo
popolo lo era stato altrettanto: il fatto che fosse stata lei a venire in loro
soccorso, li spingeva a credere che sarebbe rimasta ad Alabasta per far
ritornare il regno ad una nuova era di splendore, anche se probabilmente non
sarebbe rimasto troppo deluso da una sua fuga in mare aperto. Suo padre sarebbe
riuscito comunque a ricostruire tutto ciò che
era andato distrutto.
Eppure il
pensiero della sua gente senza lei ad aiutarli per il
recupero, le stringeva una morsa al cuore già provato da tanto tempo,
grazie alla ferocia di Crocodile contro i poveri uomini e donne che aveva
incontrato sul suo cammino: sentiva di non dover partire.
Ma
come poteva scordarsi la sensazione dell’aria salmastra sulla pelle
appena alzata la mattina? Come poteva dimenticare le battute e le liti fra i
membri della strampalata ciurma che, oltretutto, l’aveva
consolata ed aiutata in tutti i modi possibili?
Così
difficile separarsi da loro, anche solo con la mente: i suoi sentimenti
d’affetto ed amicizia si erano legati ad ognuno.
Rufy, Zoro, Nami, Usopp, Sanji e Chopper: un capitano bislacco e dai
forti ideali, uno spadaccino determinato e coraggioso fino alla follia, una cartografa astuta e disposta
a tutto per aiutare i suoi compagni, un pirata buffo e coraggioso a modo suo,
un cuoco galante e disinvolto in ogni gestualità ed un medico tenero ed
allo stesso tempo sempre agitato. Pronunciare la fatidica parola addio verso di
loro? Sarebbe riuscita a trattenere le lacrime?
Non ne era capace e questo era ovvio, persino per se stessa.
Spostò
il leggero lenzuolo dalle gambe e si issò a
sedere: un calore tenue le fluiva nel corpo come rimedio alla sonnolenza.
-Dovrei
cercare di dormire, almeno per fare un favore al mio fisico.- Pensò mentre le gambe si raffreddavano a contatto
diretto con l’aria notturna che proveniva dal balcone e così
fecero anche le braccia, non fasciate dalla corta camicia da notte che
indossava: ora Morfeo non sarebbe riuscita a portarla con se tanto facilmente.
-Dicono
che la notte porti consiglio…Ma lo porterà anche se la
passerò da sveglia?- Domanda futile, dato che ora come ora,
l’avrebbe superata insonne e con tutta probabilità camminando per
gli ampi corridoi del palazzo che l’avevano vista crescere.
Se
avessero potuto parlare, cosa le avrebbero raccontato?
-Di
quella volta che ritornai a casa tutta sbucciata, grazie a Kosa? Di quella
volta che strillai e mi arrabbiai perché non uccidessero un anatroccolo
troppo gracile? O magari di quando fui talmente triste per via di una lettera
della mamma trovata in un vecchio scantinato?- Morse la bocca in un gesto
involontario: cosa avrebbe fatto sua mamma?
Sudditi o
amici?
Si
rammaricò di non aver mai potuto conoscere bene la sua figura materna
che dai racconti del padre, appariva una sorta di dea scesa in terra a miracoli
mostrare: una persona così divina avrebbe saputo certamente come soccorrerla
in quella scelta dolorosa.
Non
c’era.
-Non
posso fermarmi tutte le volte a riflettere su situazioni che non ci sono
più e non si presenteranno mai in futuro! La mamma è morta e non
potrà mai rispondermi.- La nostalgia di quel contatto da sempre
desiderato la fece tentennare sulla soglia della
porta.
<<
Muoviti, Vivi. >> Si sussurrò per darsi una sorta di spinta e finalmente, attraversò l’uscio.
*
<< Cosa ci fai qui? >>
<<
Potrei farti la stessa domanda. >> Si puntellò sui piedi nudi
prima di rispondere: sincera o bugiarda? Pareva che la sua vita fosse destinata
a compiere sempre qualche sottospecie di decisione importante.
<<
Non riuscivo a dormire e tu?>> Sorrise con lo sguardo più
sfrontato che la sua facci, poteva assumere.
<<
Neppure io. >> La conversazione si apprestava ad arrivare verso un punto
morto, ma in fondo lei e Zoro non avevano mai dialogato più di tanto ed
ora Vivi se ne rammaricava: non aveva una mezza idea su cui far leva, tuttavia
lo spadaccino le venne in soccorso.
<< Questa notte fa meno freddo della precedente. >> Ah,
il tempo salvatore di conversazioni! Nonostante tutto Vivi
non era d’accordo con l’affermazione e trattenne un brivido:
rimpianse di non aver preso una coperta.
<<
Credo di essermi disabituata alle temperature notturne di Alabasta.
>>
<<
Da quanto tempo non ritorni sulla tua isola? >> Vivi si strinse nelle
spalle.
<<
Da quattro mesi all’incirca. >> Zoro la squadrò inespressivo
e Vivi si sentì tremendamente a disagio: lo sguardo dello spadaccino
riusciva a metterla in soggezione come pochi facevano, grazie anche a quegli
occhi neri come il buio…Chissà quante cose avevano visto?
Disastri,
atti di eroismo, di bontà, di malvagità,
di codardia, azioni fatte per sopravvivere…
…Anche vie di peccato?
-Questo
non deve interessarti.- Ma di sicuro era quello
più esperto sul mondo e sulle sue occasioni e stranezze: che potesse
aiutarla? Provare non costava nulla: forse avrebbe ricevuto una risposta
interessante.
Prima che
potesse aggiungere qualcosa, però, Zoro si sedette sul pavimento della
torre sulla quale si trovavano e le fece segno di mettersi vicino a lui.
L’ex
Ms Mercoledì lo fissò perplessa, sebbene decise
di acconsentire e subito si ritrovò con un braccio a circondarle le
spalle.
La
perplessità illuminò il suo viso: lei ed il ragazzo non avevano
un gran rapporto, anche se ella provava una grande
stima per quell’uomo così determinato e così pazzo ed era
proprio quella ammirazione a creare i suoi problemi con lui.
<<
Va un po’ meglio? >>
<< Cosa? >>
<<
Be’, spero almeno di averti tolto la preoccupazione del freddo. >>
Le parve di cadere dalle nuvole e replicò arrossendo come una bambina.
<< G-g-grazie. >> Che sciocca!
Poteva esserci altro motivo per spiegare quel gesto insolito? Credeva davvero
che il ragazzo avesse un debole per lei!?
-Cotta a
puntino.- Scosse la testa con leggerezza, cercando di proibirsi rossori: aveva
ben altro a cui pensare.
<<
Volevi chiedermi qualcosa? >>
<<
Era così ovvio? >>
<<
Non sei andata via e quindi immagino che tu rimanga per uno scopo. >>
Parlava scrutando il cielo con gli occhi persi nella sua immensità,
mentre i polmoni inspiravano ed espiravano l’aria facendo muovere il
busto del ragazzo in un ritmo calmo e regolare: bastò per rassicurarla.
<<
Volevo chiederti consiglio…Cosa faresti davanti
ad un bivio? Quale strada prenderesti, sapendo che ti
distaccherà completamente dalla sua opposta? >> Il corpo rilassato
di Zoro si irrigidì un istante, ma tornò
subito alla mitezza di pochi attimi prima.
<<
Sceglierei il dovere. >>
<< Perché? >> Vivi se l’aspettava una
risposta del genere, ma la domanda le sorse con una spontaneità
sorprendente perfino per se stessa: desiderava conoscere la sua opinione fino
in fondo, come a volersi far perdonare il mancato contatto durante il viaggio
verso Alabasta.
Lui
ghignò senza mai perdere di vista la volta celeste: le sue pupille
sembravano più luminose, accese dallo stesso fuoco con la quale si erano rivolte al gigante di Little Garden.
<<
Perché io ho già scelto la via del
dovere… >> Vivi lo guardò interrogativa.
<<
…E poi è quella che richiede più
coraggio ed io amo le sfide. >> Coraggio: quando Zoro aveva dimostrato di
non averne? E come a ricordare il suo eroismo, il
braccio di Vivi strisciò contro le bende che coprivano la ferita,
rammentandole le urla dello spadaccino contro il povero Chopper.
Tutto
questo per cosa? Per quale motivo si era unito alla ciurma di Cappello Di
Paglia?
Tutte
domande che avrebbe potuto pronunciare durante il
viaggio, ma che ora sorgevano con semplicità, a prova di quanto il
momento scelto fosse giusto.
Ma lo
era davvero?
-Vuoi
soddisfare la tua curiosità, oppure no?- Il subconscio di Vivi la incoraggiò a richiedere risposte.
<< Quale è il tuo dovere? >> Era sicura che in una
situazione normale, egli avrebbe schivato la domanda rispondendo seccamente un
“questi non sono affari tuoi” o magari l’avrebbe addirittura
ignorata, tuttavia quella non poteva considerarsi un’occasione
“normale” o almeno, non rientrava nella
quotidianità ne di Vivi, ne di quella dello spadaccino.
Per la
prima volta da quando si erano seduti, gli occhi di Zoro si volsero verso Vivi
ed ella era talmente vicina che fu impossibile cercare
di sfuggire allo sguardo dell’uomo. Era in trappola.
Poteva
sentire la brezza penetrargli sin nelle ossa pur di non concentrarsi sulla
situazione imbarazzante che stava vivendo, difendendosi da un ulteriore rossore non dovuto al freddo, mentre Zoro
perquisiva ogni singolo anfratto del suo viso, avvicinando il suo verso quello
di Vivi che pensò a l’unica soluzione che solcò la sua
mente: stava per baciarla.
Il cuore
iniziò a battere velocissimamente, pulsandole
con forza nella gola priva di voce e dunque incapace di elargire parole che, in
quel momento, non servivano.
E lui
si scostò all’ultimo, lasciandola spiazzata e rossa come non mai:
era riuscita ad illuderla per un paio di minuti.
Lo
spadaccino sorrise, riportando la sua testa davanti a se e scrutando il muro
della torre, come se oltre potesse vedere la città insabbiata dal
leggero vento.
Vivi
comprese di essere stata presa in giro, forse: sospettò fortemente del
fatto che Zoro sapesse del suo debole per lui e si stesse divertendo un
po’ con lei. In questo caso se ne sarebbe andata via subito, urlandogli
contro la sua scarsa sensibilità.
Ma si
trattenne perché l’uomo pareva sul punto di pronunciare qualcosa.
<<
Il mio dovere è una promessa. >> Quasi si era dimenticata che quel atteggiamento era generato da una sua domanda, sebbene
non fosse soddisfatta dalla replica e visto che osare stava diventando sempre
più facile, decise di insistere, anche per ritrovare la calma nei confronti
di Zoro e nei confronti di se stessa.
<<
Pensavo che tu avessi un sogno, non un dovere. >>
<<
Qualche volta si ha la necessità di imporsi un obbligo, per essere certi
di portare avanti ciò che ci si prefigge.
>> Replicò egli assumendo una maschera di indifferenza,
celando qualunque emozione potesse tradirlo e rivelare cosa veramente
avvertisse in quelle richieste petulanti: il carattere scontroso e taciturno
era difficile da aprire e persino con Sanji, suo coetaneo, Vivi non lo aveva
mai visto in uno stato di estroversione che lo esortasse a parlare di quello
che pensava o di quello che aveva bisogno di sfogare e lei non credeva certo di
arrivare a tale traguardo in una notte…Però ci aveva sperato,
vittima com’era dei suoi viaggi fatti pensando a quanto sarebbe stato
bello conoscere tutto di lui, scoprendo ogni dettaglio della sua vita.
E
bramò l’azzardo per l’ennesima volta.
<< Ma… >> L’ex cacciatore di taglie
sbuffò e la interruppe un po’ seccato.
<<
Non vorrei diventare pungente, ma non vorrei neanche che tu indagassi così tanto sulle ragioni che mi spingono ad essere
quello che sono. Basta. >> Vivi si scostò ferita dalla sua
affermazione, sebbene sapesse anch’ella che le
domande erano iniziate a cadere nell’invadenza e si vergognò a tal
punto della maleducazione che a stento ottenne due tre parole di scusa,
addirittura tartagliate.
Zoro si
distese di nuovo accennando ad una debole carezza alla spalla di Vivi.
<<
Certe cose non le dico a nessuno, mi dispiace.
>> E finalmente, Vivi si rese conto dell’enorme muro che la
separava dalla vita del ragazzo anche se in quel
momento erano tanto vicini…
La
tristezza ebbe il sopravvento nei suoi sentimenti.
<< Però ti ringrazio, sei gentile ad interessarti di me.
>> Non bastò come consolazione.
<<
Figurati… >> Aveva una gran voglia di piangere, ma soffocò
le lacrime per non apparire come una mocciosa capricciosa: non vi era alcun
motivo per disperarsi.
Eppure la
sua mente gli sussurrava persuasiva che aveva bisogno di quello sfogo e che il
motivo ce l’aveva, eccome se ce l’aveva!
Comprendere che il ragazzo di cui ti sei presa una cotta ti sta rifiutando
indirettamente, non è una scusa sufficiente? Era pur sempre una ragazza
di sedici anni con gli ormoni alle stelle…E poi non si soleva dire che “l’adolescenza ha le lacrime in
tasca”?
-Sono
tutte scappatoie che non ti convincono, mia cara principessa.- E lo sapeva.
Ed in
un lampo un breve bacio si posò sulla sua guancia, avvantaggiando la sua
disposizione al frignare.
<< Scusami Vivi…Mi dispiace molto. >> Le prime
gocce scesero lungo il viso, arrivando fino al mento per poi cadere a terra:
quanto poteva sembrare una bambina? Chissà perché, ma non gli
importava: contava solo il liberarsi da quel lago salato che aveva dentro.
Le
braccia di Zoro la circondarono facendole appoggiare la testa sul suo petto e
lei vi si aggrappò, come se egli potesse andarsene e lasciarla sola in
qualsiasi momento.
E
versò lacrime su lacrime, frignando e singhiozzando da far venire paura,
anche se lo spadaccino rimase stabile e mite, accarezzando qualche volta la
schiena della principessa e sussurrando di tanto in tanto, qualche parola di
conforto, miscelata a brevi affermazioni che annunciavano apertamente la sua
ingenuità nel nascondere i propri sentimenti.
E
piano, piano l’intensità diminuiva permettendo allo stato
confusionale di riprendersi da quella profonda esplosione interiore e di
sistemarsi, per ritornare a formulare pensieri di senso compiuto.
Voleva
ammetterlo lo stesso, nonostante quella conversazione fosse stata abbastanza
chiara, ella non ce la faceva ad abbandonarla, senza
pronunciare quelle parole che tanto gli stavano a cuore e che avrebbe voluto
sentir affermare dal ragazzo in replica alle sue.
<<
Zoro mi piaci e ti voglio bene…Scusami davvero se te lo dico, comunque. >> Egli rise debolmente ed alla fievole luce
lunare, le guance parvero tingersi di rosso.
<<
Sono molto lusingato da queste parole…Non scusarti, posso capire il tuo
stato d’animo: non è facile. >> Chinò il capo
fingendo di osservare scrupolosamente alcuni granelli di sabbia sul pavimento.
<<
Non sono tipo da esternare i propri sentimenti così liberamente, quindi
credimi quando ti dico che in una situazione normale,
forse avrei ricambiato il tuo innamoramento…Ma adesso non me la sento di creare
legami, troppo precari per poter essere considerati duraturi, visto lo stato
attuale delle cose: tu hai un popolo da guidare ed io… >> Un
bagliore in quegli occhi pece, le fece finalmente intuire lo stato delle cose:
c’era ancora una donna a cui lo spadaccino era legato.
Lei non
aveva alcun diritto di interporsi.
<<
…Ho una promessa da mantenere ad ogni costo. >> Le ultime lacrime, ella le asciugò piuttosto grossolanamente con il dorso
della mano: ora non c’era veramente nessun motivo per piangere. Si era chiarita con se stessa e questo le bastava.
Certo,
era stata una delusione tremenda, ma nella vita non potevano nascondersi solo
cose belle: quella spedizione per la salvezza del suo regno, le aveva insegnato molte cose.
<< Grazie mille Zoro, sei molto più disponibile di quello
che dai a vedere.
>>
<<
…E tu sei molto più matura di quello che
credevo. >>
<<
Sono cambiata grazie a voi che mi avete soccorso sia fisicamente, sia
spiritualmente: vi devo tanto. >> Zoro rise, liberando gli ultimi stralci
di tensione conservati fino a quel punto.
<< Non dire troppo in giro che il mitico Rolonoa
Zoro, lo Spadaccino Cacciatore di Taglie, si lascia trasportare dalle emozioni
davanti ad una sincera rivelazione d’amore. >> Ella
rise allo stesso modo: non c’era alcun motivo di tenere il muso o altro.
<<
Tranquillo, ho la bocca cucita…Non voglio mica svilire la tua figura di uomo selvaggio! >>
<<
Vedo che hai subito capito dove volevo andare a parare! >> E risero e scherzarono per scaricare tensione, per metterci
insieme una pietra sopra: rivoluzioni, sacrifici, battaglie e scontri al limite
dell’umano, non si potevano dimenticare o digerire facilmente ed in poco
tempo. Quella sera, però, erano riusciti ad andare avanti di un passo
insieme, il che li rasserenava e li portava verso una maggiore stabilità
e sicurezza: la vita preziosa ed in salita.
<<
Oh, ormai è quasi l’alba! Sarà meglio
provare a dormire almeno per un’ora, non trovi Zoro? >> Egli
scosse le spalle, alzandosi in piedi.
<<
Credo che tu abbia ragione… >> Con lentezza si avviò
verso l’ingresso della torre.
<<
Prima però, voglio dirti un’ultima cosa. >> Egli si
girò nuovamente verso la ragazza interrogativo.
<< Cosa? >> La principessa prese un profondo respiro e
poi pronunciò con estrema solennità il suo impegno.
<<
Come tu devi mantenere la tua promessa, così anch’io mi pongo un
obbiettivo: farò ritornare Alabasta agli antichi fasti di un tempo e
poi, una volta che anche tu avrai assolto la tua promessa, verrò a
trovarti… >> Inspirò ancora una volta e dopo concluse.
<<
…E ti chiederò una seconda
possibilità per aprirti a me. >> La ragazza arrossì alle
ultime parole che aveva sentenziato e non fu di certo la sola: la mascella
dello spadaccino si era leggermente abbassata ed alla flebile luce delle
stelle, le guance abbronzate parvero scurirsi ulteriormente.
Vivi,
dovette proprio ammetterlo, ebbe paura della reazione che egli avrebbe potuto
avere al sentire un impegno così risoluto che lo coinvolgeva in prima
persona. Il male minore che si sarebbe potuta aspettare, sarebbe stato un urlo
dal volume stratosferico e perciò si stupì
moltissimo nell’udire lo scoppio di una fragorosa risata.
Ella
scrutò il ragazzo avvampando ancora di più, credendo di essere
appena stata presa in giro per l’ennesima volta: quella sera era ricca di
illusioni.
<<
Oh mio Dio, Vivi… >> Zoro riuscì ad infilare quelle quattro
parole in una frase per puro miracolo: il riso gli rapiva il fiato.
<<
…Sei una tra le donne più imprevedibili che abbia
mai conosciuto… >> Affermò tutto ad un fiato,
meritandosi lo sbalordimento dell’ex Ms Mercoledì ed il suo
seguente luccichio negli occhi: in fin dei conti le aveva fatto un complimento.
Particolare,
ovvio, ma pur sempre un complimento.
Ed
apparve quasi brillare di luce propria, quando le braccia del ragazzo la
strinsero a sé causandogli un attacco di cuore istantaneo: quel contatto
era meraviglioso e se lo godette appieno…
Poteva
avvertire i muscoli dello spadaccino da sotto la maglietta e quando le braccia
si strinsero automaticamente attorno al collo del giovane, toccò la nuca
con le sue dita sottili, rendendosi veramente conto di quel legame, non
ostacolato dalle emozioni che aveva nutrito la prima
volta durante il pianto disperato.
Il suo
respiro le sfiorò l’incavo fra collo e spalla, dove
appoggiò la testa, le sue braccia forti le circondarono il busto, mentre
le mani le accarezzavano la schiena incessantemente.
Non
poté fare a meno di avvicinarsi il più possibile al suo corpo,
annullando i pochi centimetri rimasti a separazione e piano, piano si
capacitò del fatto che avrebbe fatto di tutto per ripetere un miscuglio
di sensazioni così piacevoli, concentrati in un così semplice
gesto. Pregò di poter riaffermare le sue emozioni in
un futuro non troppo lontano, di nuovo con lo spadaccino della Going
Merry.
Per il
momento si sarebbe limitata a sperare che l’attimo di quel rapporto
d’amicizia non finisse mai, prima di ritornare alla realtà: ci
sarebbe voluto molto tempo prima di poter rincontrare
Zoro.
Il suo
popolo necessitava del suo aiuto ed i lavori da
svolgere erano tanti: città da ricostruire, oasi da riportare al loro
splendore, persone da riportare alle loro case, sostituendo le loro espressioni
tristi in un sorriso…
La
miseria e lo scetticismo erano due nemici parecchio ardui.
Ma le sue
parole di incoraggiamento la rincuorarono: la speranza
e la determinazione sarebbero state le sue compagne eterne. Gliel’aveva
insegnato lui.
<<
Mantieni la tua promessa, piccola Vivi… >>
The End
E’ stata una
delle one-shot più difficili che abbia mai scritto.
Ero arrivata in un
punto in cui mi ero messa nei guai da sola e non sapevo davvero come uscirci,
senza appesantire la storia, ma alla fine sono riuscita a sbrogliarmi, anche se
la conclusione di questo racconto mi suona troppo artificiosa…Oh vi
prego, inviatemi qualunque recensione costruttiva che potete spedirmi
perché ne necessito urgentemente!!!
Devo ammettere che è stata una sfida molto faticosa: Zoro IC è
una delle cose più difficili di questo mondo ed infatti, l’ho
perso a metà strada…Maledizione!
In compenso, Vivi
credo che mi sia riuscita piuttosto bene: una ragazza sedicenne che ha sempre
dovuto pensare al suo regno e con l’unico obbiettivo di ridare al suo
popolo la libertà, avrà qualche piccolo problema con le vicende
sentimentali, no? E sarà anche un po’
insicura, spero.
Oh be’, in fin
dei conti era un piccolo esercizio di stile per future
fan’s fictions…
Spero di rivedervi
alla mia prossima storia!
Arrivederci cari
lettori!
Vocalista91