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Autore: vocalista91    19/04/2008    2 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

"Stirò le labbra in una smorfia pensierosa: domani era un gran giorno, fatto soprattutto di partenze e con la Going Merry a posto ed il popolo rasserenato dalla ritrovata pace, tutto si apprestava ad andare per il meglio. Per lei, invece, si prospettava una nottata piena di rimugini: lasciare il suo regno o restare?" Esercizio di stile. Non considero i fatti avvenuti dopo la saga di Alabasta perché, purtroppo, non li conosco...Diciamo che è una sorta di spin-off o missing moment. O giusto: qualche cenno evidente al pairng ZoroxVivi
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nefertari Bibi, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcuni potenti rintocchi smuovono l’aria della sabbiosa Yuba, capitale di Alabasta

Stirò le labbra in una smorfia pensierosa: domani era un gran giorno, fatto soprattutto di partenze e con la Going Merry a posto ed il popolo rasserenato dalla ritrovata pace, tutto si apprestava ad andare per il meglio. Per lei, invece, si prospettava una nottata piena di rimugini: lasciare il suo regno o restare?

Nami era stata molto chiara in proposito: tutta la ciurma si era affezionata a lei e non avrebbe protestato, se ella avesse deciso di salpare con loro la mattina seguente.

Il suo popolo lo era stato altrettanto: il fatto che fosse stata lei a venire in loro soccorso, li spingeva a credere che sarebbe rimasta ad Alabasta per far ritornare il regno ad una nuova era di splendore, anche se probabilmente non sarebbe rimasto troppo deluso da una sua fuga in mare aperto. Suo padre sarebbe riuscito comunque a ricostruire tutto ciò che era andato distrutto.

Eppure il pensiero della sua gente senza lei ad aiutarli per il recupero, le stringeva una morsa al cuore già provato da tanto tempo, grazie alla ferocia di Crocodile contro i poveri uomini e donne che aveva incontrato sul suo cammino: sentiva di non dover partire.

Ma come poteva scordarsi la sensazione dell’aria salmastra sulla pelle appena alzata la mattina? Come poteva dimenticare le battute e le liti fra i membri della strampalata ciurma che, oltretutto, l’aveva consolata ed aiutata in tutti i modi possibili?

Così difficile separarsi da loro, anche solo con la mente: i suoi sentimenti d’affetto ed amicizia si erano legati ad ognuno.

Rufy, Zoro, Nami, Usopp, Sanji e Chopper: un capitano bislacco e dai forti ideali, uno spadaccino determinato e coraggioso fino alla follia, una cartografa astuta e disposta a tutto per aiutare i suoi compagni, un pirata buffo e coraggioso a modo suo, un cuoco galante e disinvolto in ogni gestualità ed un medico tenero ed allo stesso tempo sempre agitato. Pronunciare la fatidica parola addio verso di loro? Sarebbe riuscita a trattenere le lacrime?

Non ne era capace e questo era ovvio, persino per se stessa.

Spostò il leggero lenzuolo dalle gambe e si issò a sedere: un calore tenue le fluiva nel corpo come rimedio alla sonnolenza.

-Dovrei cercare di dormire, almeno per fare un favore al mio fisico.- Pensò mentre le gambe si raffreddavano a contatto diretto con l’aria notturna che proveniva dal balcone e così fecero anche le braccia, non fasciate dalla corta camicia da notte che indossava: ora Morfeo non sarebbe riuscita a portarla con se tanto facilmente.

-Dicono che la notte porti consiglio…Ma lo porterà anche se la passerò da sveglia?- Domanda futile, dato che ora come ora, l’avrebbe superata insonne e con tutta probabilità camminando per gli ampi corridoi del palazzo che l’avevano vista crescere.

Se avessero potuto parlare, cosa le avrebbero raccontato?

-Di quella volta che ritornai a casa tutta sbucciata, grazie a Kosa? Di quella volta che strillai e mi arrabbiai perché non uccidessero un anatroccolo troppo gracile? O magari di quando fui talmente triste per via di una lettera della mamma trovata in un vecchio scantinato?- Morse la bocca in un gesto involontario: cosa avrebbe fatto sua mamma?

Sudditi o amici?

Si rammaricò di non aver mai potuto conoscere bene la sua figura materna che dai racconti del padre, appariva una sorta di dea scesa in terra a miracoli mostrare: una persona così divina avrebbe saputo certamente come soccorrerla in quella scelta dolorosa.

Non c’era.

-Non posso fermarmi tutte le volte a riflettere su situazioni che non ci sono più e non si presenteranno mai in futuro! La mamma è morta e non potrà mai rispondermi.- La nostalgia di quel contatto da sempre desiderato la fece tentennare sulla soglia della porta.

<< Muoviti, Vivi. >> Si sussurrò per darsi una sorta di spinta e finalmente, attraversò l’uscio.

*

<< Cosa ci fai qui? >>

<< Potrei farti la stessa domanda. >> Si puntellò sui piedi nudi prima di rispondere: sincera o bugiarda? Pareva che la sua vita fosse destinata a compiere sempre qualche sottospecie di decisione importante.

<< Non riuscivo a dormire e tu?>> Sorrise con lo sguardo più sfrontato che la sua facci, poteva assumere.

<< Neppure io. >> La conversazione si apprestava ad arrivare verso un punto morto, ma in fondo lei e Zoro non avevano mai dialogato più di tanto ed ora Vivi se ne rammaricava: non aveva una mezza idea su cui far leva, tuttavia lo spadaccino le venne in soccorso.

<< Questa notte fa meno freddo della precedente. >> Ah, il tempo salvatore di conversazioni! Nonostante tutto Vivi non era d’accordo con l’affermazione e trattenne un brivido: rimpianse di non aver preso una coperta.

<< Credo di essermi disabituata alle temperature notturne di Alabasta. >>

<< Da quanto tempo non ritorni sulla tua isola? >> Vivi si strinse nelle spalle.

<< Da quattro mesi all’incirca. >> Zoro la squadrò inespressivo e Vivi si sentì tremendamente a disagio: lo sguardo dello spadaccino riusciva a metterla in soggezione come pochi facevano, grazie anche a quegli occhi neri come il buio…Chissà quante cose avevano visto?

Disastri, atti di eroismo, di bontà, di malvagità, di codardia, azioni fatte per sopravvivere…

Anche vie di peccato?

-Questo non deve interessarti.- Ma di sicuro era quello più esperto sul mondo e sulle sue occasioni e stranezze: che potesse aiutarla? Provare non costava nulla: forse avrebbe ricevuto una risposta interessante.

Prima che potesse aggiungere qualcosa, però, Zoro si sedette sul pavimento della torre sulla quale si trovavano e le fece segno di mettersi vicino a lui.

L’ex Ms Mercoledì lo fissò perplessa, sebbene decise di acconsentire e subito si ritrovò con un braccio a circondarle le spalle.

La perplessità illuminò il suo viso: lei ed il ragazzo non avevano un gran rapporto, anche se ella provava una grande stima per quell’uomo così determinato e così pazzo ed era proprio quella ammirazione a creare i suoi problemi con lui.

<< Va un po’ meglio? >>

<< Cosa? >>

<< Be’, spero almeno di averti tolto la preoccupazione del freddo. >> Le parve di cadere dalle nuvole e replicò arrossendo come una bambina.

<< G-g-grazie. >> Che sciocca! Poteva esserci altro motivo per spiegare quel gesto insolito? Credeva davvero che il ragazzo avesse un debole per lei!?

-Cotta a puntino.- Scosse la testa con leggerezza, cercando di proibirsi rossori: aveva ben altro a cui pensare.

<< Volevi chiedermi qualcosa? >>

<< Era così ovvio? >>

<< Non sei andata via e quindi immagino che tu rimanga per uno scopo. >> Parlava scrutando il cielo con gli occhi persi nella sua immensità, mentre i polmoni inspiravano ed espiravano l’aria facendo muovere il busto del ragazzo in un ritmo calmo e regolare: bastò per rassicurarla.

<< Volevo chiederti consiglio…Cosa faresti davanti ad un bivio? Quale strada prenderesti, sapendo che ti distaccherà completamente dalla sua opposta? >> Il corpo rilassato di Zoro si irrigidì un istante, ma tornò subito alla mitezza di pochi attimi prima.

<< Sceglierei il dovere. >>

<< Perché? >> Vivi se l’aspettava una risposta del genere, ma la domanda le sorse con una spontaneità sorprendente perfino per se stessa: desiderava conoscere la sua opinione fino in fondo, come a volersi far perdonare il mancato contatto durante il viaggio verso Alabasta.

Lui ghignò senza mai perdere di vista la volta celeste: le sue pupille sembravano più luminose, accese dallo stesso fuoco con la quale si erano rivolte al gigante di Little Garden.

<< Perché io ho già scelto la via del dovere… >> Vivi lo guardò interrogativa.

<< …E poi è quella che richiede più coraggio ed io amo le sfide. >> Coraggio: quando Zoro aveva dimostrato di non averne? E come a ricordare il suo eroismo, il braccio di Vivi strisciò contro le bende che coprivano la ferita, rammentandole le urla dello spadaccino contro il povero Chopper.

Tutto questo per cosa? Per quale motivo si era unito alla ciurma di Cappello Di Paglia?

Tutte domande che avrebbe potuto pronunciare durante il viaggio, ma che ora sorgevano con semplicità, a prova di quanto il momento scelto fosse giusto.

Ma lo era davvero?

-Vuoi soddisfare la tua curiosità, oppure no?- Il subconscio di Vivi la incoraggiò a richiedere risposte.

<< Quale è il tuo dovere? >> Era sicura che in una situazione normale, egli avrebbe schivato la domanda rispondendo seccamente un “questi non sono affari tuoi” o magari l’avrebbe addirittura ignorata, tuttavia quella non poteva considerarsi un’occasione “normale” o almeno, non rientrava nella quotidianità ne di Vivi, ne di quella dello spadaccino.

Per la prima volta da quando si erano seduti, gli occhi di Zoro si volsero verso Vivi ed ella era talmente vicina che fu impossibile cercare di sfuggire allo sguardo dell’uomo. Era in trappola.

Poteva sentire la brezza penetrargli sin nelle ossa pur di non concentrarsi sulla situazione imbarazzante che stava vivendo, difendendosi da un ulteriore rossore non dovuto al freddo, mentre Zoro perquisiva ogni singolo anfratto del suo viso, avvicinando il suo verso quello di Vivi che pensò a l’unica soluzione che solcò la sua mente: stava per baciarla.

Il cuore iniziò a battere velocissimamente, pulsandole con forza nella gola priva di voce e dunque incapace di elargire parole che, in quel momento, non servivano.

E lui si scostò all’ultimo, lasciandola spiazzata e rossa come non mai: era riuscita ad illuderla per un paio di minuti.

Lo spadaccino sorrise, riportando la sua testa davanti a se e scrutando il muro della torre, come se oltre potesse vedere la città insabbiata dal leggero vento.

Vivi comprese di essere stata presa in giro, forse: sospettò fortemente del fatto che Zoro sapesse del suo debole per lui e si stesse divertendo un po’ con lei. In questo caso se ne sarebbe andata via subito, urlandogli contro la sua scarsa sensibilità.

Ma si trattenne perché l’uomo pareva sul punto di pronunciare qualcosa.

<< Il mio dovere è una promessa. >> Quasi si era dimenticata che quel atteggiamento era generato da una sua domanda, sebbene non fosse soddisfatta dalla replica e visto che osare stava diventando sempre più facile, decise di insistere, anche per ritrovare la calma nei confronti di Zoro e nei confronti di se stessa.

<< Pensavo che tu avessi un sogno, non un dovere. >>

<< Qualche volta si ha la necessità di imporsi un obbligo, per essere certi di portare avanti ciò che ci si prefigge. >> Replicò egli assumendo una maschera di indifferenza, celando qualunque emozione potesse tradirlo e rivelare cosa veramente avvertisse in quelle richieste petulanti: il carattere scontroso e taciturno era difficile da aprire e persino con Sanji, suo coetaneo, Vivi non lo aveva mai visto in uno stato di estroversione che lo esortasse a parlare di quello che pensava o di quello che aveva bisogno di sfogare e lei non credeva certo di arrivare a tale traguardo in una notte…Però ci aveva sperato, vittima com’era dei suoi viaggi fatti pensando a quanto sarebbe stato bello conoscere tutto di lui, scoprendo ogni dettaglio della sua vita.

E bramò l’azzardo per l’ennesima volta.

<< Ma… >> L’ex cacciatore di taglie sbuffò e la interruppe un po’ seccato.

<< Non vorrei diventare pungente, ma non vorrei neanche che tu indagassi così tanto sulle ragioni che mi spingono ad essere quello che sono. Basta. >> Vivi si scostò ferita dalla sua affermazione, sebbene sapesse anch’ella che le domande erano iniziate a cadere nell’invadenza e si vergognò a tal punto della maleducazione che a stento ottenne due tre parole di scusa, addirittura tartagliate.

Zoro si distese di nuovo accennando ad una debole carezza alla spalla di Vivi.

<< Certe cose non le dico a nessuno, mi dispiace. >> E finalmente, Vivi si rese conto dell’enorme muro che la separava dalla vita del ragazzo anche se in quel momento erano tanto vicini…

La tristezza ebbe il sopravvento nei suoi sentimenti.

<< Però ti ringrazio, sei gentile ad interessarti di me. >> Non bastò come consolazione.

<< Figurati… >> Aveva una gran voglia di piangere, ma soffocò le lacrime per non apparire come una mocciosa capricciosa: non vi era alcun motivo per disperarsi.

Eppure la sua mente gli sussurrava persuasiva che aveva bisogno di quello sfogo e che il motivo ce l’aveva, eccome se ce l’aveva! Comprendere che il ragazzo di cui ti sei presa una cotta ti sta rifiutando indirettamente, non è una scusa sufficiente? Era pur sempre una ragazza di sedici anni con gli ormoni alle stelle…E poi non si soleva dire che “l’adolescenza ha le lacrime in tasca”?

-Sono tutte scappatoie che non ti convincono, mia cara principessa.- E lo sapeva.

Ed in un lampo un breve bacio si posò sulla sua guancia, avvantaggiando la sua disposizione al frignare.

<< Scusami Vivi…Mi dispiace molto. >> Le prime gocce scesero lungo il viso, arrivando fino al mento per poi cadere a terra: quanto poteva sembrare una bambina? Chissà perché, ma non gli importava: contava solo il liberarsi da quel lago salato che aveva dentro.

Le braccia di Zoro la circondarono facendole appoggiare la testa sul suo petto e lei vi si aggrappò, come se egli potesse andarsene e lasciarla sola in qualsiasi momento.

E versò lacrime su lacrime, frignando e singhiozzando da far venire paura, anche se lo spadaccino rimase stabile e mite, accarezzando qualche volta la schiena della principessa e sussurrando di tanto in tanto, qualche parola di conforto, miscelata a brevi affermazioni che annunciavano apertamente la sua ingenuità nel nascondere i propri sentimenti.

E piano, piano l’intensità diminuiva permettendo allo stato confusionale di riprendersi da quella profonda esplosione interiore e di sistemarsi, per ritornare a formulare pensieri di senso compiuto.

Voleva ammetterlo lo stesso, nonostante quella conversazione fosse stata abbastanza chiara, ella non ce la faceva ad abbandonarla, senza pronunciare quelle parole che tanto gli stavano a cuore e che avrebbe voluto sentir affermare dal ragazzo in replica alle sue.

<< Zoro mi piaci e ti voglio bene…Scusami davvero se te lo dico, comunque. >> Egli rise debolmente ed alla fievole luce lunare, le guance parvero tingersi di rosso.

<< Sono molto lusingato da queste parole…Non scusarti, posso capire il tuo stato d’animo: non è facile. >> Chinò il capo fingendo di osservare scrupolosamente alcuni granelli di sabbia sul pavimento.

<< Non sono tipo da esternare i propri sentimenti così liberamente, quindi credimi quando ti dico che in una situazione normale, forse avrei ricambiato il tuo innamoramento…Ma adesso non me la sento di creare legami, troppo precari per poter essere considerati duraturi, visto lo stato attuale delle cose: tu hai un popolo da guidare ed io… >> Un bagliore in quegli occhi pece, le fece finalmente intuire lo stato delle cose: c’era ancora una donna a cui lo spadaccino era legato.

Lei non aveva alcun diritto di interporsi.

<< …Ho una promessa da mantenere ad ogni costo. >> Le ultime lacrime, ella le asciugò piuttosto grossolanamente con il dorso della mano: ora non c’era veramente nessun motivo per piangere. Si era chiarita con se stessa e questo le bastava.

Certo, era stata una delusione tremenda, ma nella vita non potevano nascondersi solo cose belle: quella spedizione per la salvezza del suo regno, le aveva insegnato molte cose.

<< Grazie mille Zoro, sei molto più disponibile di quello che dai a vedere. >>

<< …E tu sei molto più matura di quello che credevo. >>

<< Sono cambiata grazie a voi che mi avete soccorso sia fisicamente, sia spiritualmente: vi devo tanto. >> Zoro rise, liberando gli ultimi stralci di tensione conservati fino a quel punto.

<< Non dire troppo in giro che il mitico Rolonoa Zoro, lo Spadaccino Cacciatore di Taglie, si lascia trasportare dalle emozioni davanti ad una sincera rivelazione d’amore. >> Ella rise allo stesso modo: non c’era alcun motivo di tenere il muso o altro.

<< Tranquillo, ho la bocca cucita…Non voglio mica svilire la tua figura di uomo selvaggio! >>

<< Vedo che hai subito capito dove volevo andare a parare! >> E risero e scherzarono per scaricare tensione, per metterci insieme una pietra sopra: rivoluzioni, sacrifici, battaglie e scontri al limite dell’umano, non si potevano dimenticare o digerire facilmente ed in poco tempo. Quella sera, però, erano riusciti ad andare avanti di un passo insieme, il che li rasserenava e li portava verso una maggiore stabilità e sicurezza: la vita preziosa ed in salita.

<< Oh, ormai è quasi l’alba! Sarà meglio provare a dormire almeno per un’ora, non trovi Zoro? >> Egli scosse le spalle, alzandosi in piedi.

<< Credo che tu abbia ragione… >> Con lentezza si avviò verso l’ingresso della torre.

<< Prima però, voglio dirti un’ultima cosa. >> Egli si girò nuovamente verso la ragazza interrogativo.

<< Cosa? >> La principessa prese un profondo respiro e poi pronunciò con estrema solennità il suo impegno.

<< Come tu devi mantenere la tua promessa, così anch’io mi pongo un obbiettivo: farò ritornare Alabasta agli antichi fasti di un tempo e poi, una volta che anche tu avrai assolto la tua promessa, verrò a trovarti… >> Inspirò ancora una volta e dopo concluse.

<< …E ti chiederò una seconda possibilità per aprirti a me. >> La ragazza arrossì alle ultime parole che aveva sentenziato e non fu di certo la sola: la mascella dello spadaccino si era leggermente abbassata ed alla flebile luce delle stelle, le guance abbronzate parvero scurirsi ulteriormente.

Vivi, dovette proprio ammetterlo, ebbe paura della reazione che egli avrebbe potuto avere al sentire un impegno così risoluto che lo coinvolgeva in prima persona. Il male minore che si sarebbe potuta aspettare, sarebbe stato un urlo dal volume stratosferico e perciò si stupì moltissimo nell’udire lo scoppio di una fragorosa risata.

Ella scrutò il ragazzo avvampando ancora di più, credendo di essere appena stata presa in giro per l’ennesima volta: quella sera era ricca di illusioni.

<< Oh mio Dio, Vivi… >> Zoro riuscì ad infilare quelle quattro parole in una frase per puro miracolo: il riso gli rapiva il fiato.

<< …Sei una tra le donne più imprevedibili che abbia mai conosciuto… >> Affermò tutto ad un fiato, meritandosi lo sbalordimento dell’ex Ms Mercoledì ed il suo seguente luccichio negli occhi: in fin dei conti le aveva fatto un complimento.

Particolare, ovvio, ma pur sempre un complimento.

Ed apparve quasi brillare di luce propria, quando le braccia del ragazzo la strinsero a sé causandogli un attacco di cuore istantaneo: quel contatto era meraviglioso e se lo godette appieno…

Poteva avvertire i muscoli dello spadaccino da sotto la maglietta e quando le braccia si strinsero automaticamente attorno al collo del giovane, toccò la nuca con le sue dita sottili, rendendosi veramente conto di quel legame, non ostacolato dalle emozioni che aveva nutrito la prima volta durante il pianto disperato.

Il suo respiro le sfiorò l’incavo fra collo e spalla, dove appoggiò la testa, le sue braccia forti le circondarono il busto, mentre le mani le accarezzavano la schiena incessantemente.

Non poté fare a meno di avvicinarsi il più possibile al suo corpo, annullando i pochi centimetri rimasti a separazione e piano, piano si capacitò del fatto che avrebbe fatto di tutto per ripetere un miscuglio di sensazioni così piacevoli, concentrati in un così semplice gesto. Pregò di poter riaffermare le sue emozioni in un futuro non troppo lontano, di nuovo con lo spadaccino della Going Merry.

Per il momento si sarebbe limitata a sperare che l’attimo di quel rapporto d’amicizia non finisse mai, prima di ritornare alla realtà: ci sarebbe voluto molto tempo prima di poter rincontrare Zoro.

Il suo popolo necessitava del suo aiuto ed i lavori da svolgere erano tanti: città da ricostruire, oasi da riportare al loro splendore, persone da riportare alle loro case, sostituendo le loro espressioni tristi in un sorriso…

La miseria e lo scetticismo erano due nemici parecchio ardui.

Ma le sue parole di incoraggiamento la rincuorarono: la speranza e la determinazione sarebbero state le sue compagne eterne. Gliel’aveva insegnato lui.

<< Mantieni la tua promessa, piccola Vivi… >>

The End

E’ stata una delle one-shot più difficili che abbia mai scritto.

Ero arrivata in un punto in cui mi ero messa nei guai da sola e non sapevo davvero come uscirci, senza appesantire la storia, ma alla fine sono riuscita a sbrogliarmi, anche se la conclusione di questo racconto mi suona troppo artificiosa…Oh vi prego, inviatemi qualunque recensione costruttiva che potete spedirmi perché ne necessito urgentemente!!!

Devo ammettere che è stata una sfida molto faticosa: Zoro IC è una delle cose più difficili di questo mondo ed infatti, l’ho perso a metà strada…Maledizione!

In compenso, Vivi credo che mi sia riuscita piuttosto bene: una ragazza sedicenne che ha sempre dovuto pensare al suo regno e con l’unico obbiettivo di ridare al suo popolo la libertà, avrà qualche piccolo problema con le vicende sentimentali, no? E sarà anche un po’ insicura, spero.

Oh be’, in fin dei conti era un piccolo esercizio di stile per future fan’s fictions

Spero di rivedervi alla mia prossima storia!

Arrivederci cari lettori!

Vocalista91

  
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