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due donuts ed un caffè, zuccherato come
piaceva a lui.
Magnus si concedeva spesso momenti di tenerezza con
Alec, sebbene questo non sempre se ne rendesse conto. Erano istanti nascosti
nelle piccole cose: quando lo Stregone cercava di stare sveglio fino a tardi ad
aspettare che l’altro tornasse dal giro di ronda, quando gli faceva comparire la colazione a letto quei giorni
in cui si svegliava prima del Nephilim, quando
decidevano di guardare un film assieme e gli passava un braccio attorno alle
spalle, appoggiando la tempia contro i suoi capelli umidi e profumati della
doccia appena fatta e si lasciava cullare dal calore di quel corpo che tanto
amava – e che avrebbe sempre amato.
Erano cose piccole,
apparentemente insignificanti che avrebbero fatto di lui, il Sommo Stregone di
Brooklyn, un sentimentalista, e non
più «un Nascosto con carattere» come erano soliti dire i suoi clienti più
frequenti.
Quel lunedì mattina –
quando il Nascosto si svegliò prima di Alec dopo la domenica passata
interamente a sonnecchiare – si era premurato di fargli trovare una calda
vestaglia grigio scuro e il riscaldamento acceso, sul tavolo della cucina un
paio di donuts
colorati e una tazza di caffè ancora fumante.
Magnus si consumava
la sua sigaretta seduto all’altro capotavola, grattandosi il petto mentre
accompagnava con lo sguardo la figura ancora semi-dormiente di Alec.
«Si festeggia
qualcosa?» domandò il Nephilim (domanda che faceva di
frequente, tral’altro), passandosi una mano tra i
capelli prima di afferrare la tazza e soffiarci sopra, bevendo poi un sorso del
liquido: zuccherato come piaceva a lui.
«Non è la prima
volta che ti faccio trovare la colazione, pasticcino» ridacchiò l’altro,
spegnendo la sigaretta e fissando il compagno con lo sguardo brillante per la
luce del mattino, il colore assomigliava ad oro liquido striato di verde, le
pupille erano ridotte a due fessure.
Magnus si alzò,
avvicinandosi ad Alec per dargli un bacio sulla fronte, ritrovandosi la mano
del Cacciatore che attirava verso il basso la vestaglia viola dello Stregone alla
richiesta di un bacio, il primo della
giornata. E il Nascosto glielo concesse, unendo le proprie labbra alle sue,
beandosi del sapore di caffè che contornava quello solito di Alec, sebbene l’alito di prima mattina non fosse
il massimo.
Una volta staccatosi
dall’altro, gli scompigliò i capelli come se fosse un bimbo, sorridendo nel
vederlo scuotere la testa per rimettere la sua acconciatura nella solita
condizione di “chioma ribelle data dal vento che non ha mai conosciuto un
pettine”. «Comunque no, non si festeggia niente» mentì, in realtà, qualcosa si
festeggiava: un altro momento di
tenerezza con Alec, il suo Alec.
NOTE
D’AUTRICE ◊ «viviamo e
respiriamo parole»
Ho
deciso di riprovarci, non chiedetemi perché, nel fandom
di Shadowhunters con l’ennesima, sdolcinata,
inconsistente Malec senza capo né coda. Ma volevo
farlo e, insomma, eccomi qui.
Spero
che questa semplice flash-fic sia riuscita a
strappare un sorriso a qualcuno che shippa questi due
quanto li shippo
io – eheh. ♥
Come
sempre, commenti di qualsiasi natura fanno molto piacere, soprattutto se si
tratta di flash-fic scritte da una che non sa
accorciare niente, ahw!~
Alla
prossima!
radioactive,
• a n
g o l o s p a m •
a.
Die on the
front page, just like the stars. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 72nd edizione } radioactive
b.
I’m frozen to the
bones. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 73rd edizione
} yingsu
c.
When the moon
fell in love with the sun, all was golden in the sky. { THE INFERNAL
DEVICES – long – Shakira Espinosa } yingsu
d.
Blur. {
HUNGER GAMES – long – nuovi personaggi
} Ivola
e.
Kaleidoscope.
{ THE INFERNAL DEVICES – raccolta di
drabble – Shakira/James } radioactive