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Autore: Rain e Ren    03/11/2013    5 recensioni
“ … Ci siamo aggrappati alla vita con le unghie e con i denti, fino a quando il rosso e ferroso sangue non ha riempito la nostra bocca e macchiato le nostre mani.
Ci siamo aggrappati ad una Speranza la cui immagine era quella di una tremula fiammella di candela che, senza più ossigeno, lambisce morente l’aria.
Ci hanno detto che saremmo stati una Generazione d’Eroi – queste parole sono tutt’ora un eco nella mia mente gravida di ricordi. Ci abbiamo creduto, ubriachi di sogni; eravamo ragazzi e credere era facile allora. Ora c’è solo la disillusione nei nostri occhi di ventenni.
Io non vedo Eroi: siamo solo persone comuni che hanno preso la strada più difficile. Nient’altro. E uno dopo l’altro siamo destinati a cadere. Inevitabilmente!
Non siamo una Generazione d’Eroi. Siamo la Generazione Caduta.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, Mary MacDonald, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Generazione Caduta

 

“ … Ci siamo aggrappati alla vita con le unghie e con i denti, fino a quando il rosso e ferroso sangue non ha riempito la nostra bocca e macchiato le nostre mani.

Ci siamo aggrappati ad una Speranza la cui immagine era quella di una tremula fiammella di candela che, senza più ossigeno, lambisce morente l’aria.

Ci hanno detto che saremmo stati una Generazione d’Eroi – queste parole sono tutt’ora un eco nella mia mente gravida di ricordi. Ci abbiamo creduto, ubriachi di sogni; eravamo ragazzi e credere era facile allora. Ora c’è solo la disillusione nei nostri occhi di ventenni.

Io non vedo Eroi: siamo solo persone comuni che hanno preso la strada più difficile. Nient’altro. E uno dopo l’altro siamo destinati a cadere. Inevitabilmente!

Non siamo una Generazione d’Eroi. Siamo la Generazione Caduta.”

 

 

 

 

Le implicazioni di queste poche, semplici righe sono enormi. Enormi e incomprensibili ai più. E Sirius, questo, lo sa bene.

È appena arrivata la notizia che Harry e gli altri sono corsi al Ministero, ingannati dall’abilità di Voldemort. E Sirius è cosciente del fatto che dovrebbe correre là, per fare tutto il possibile per salvare quei benedetti ragazzi che una volta ancora si sono messi in guai più grandi di loro. Eppure rimane immobile, a fissare quelle parole. Sono state scritte da Lily, dietro alla foto del loro diploma. L’ultima foto scattata a Hogwarts tutti insieme.

James, Lily, Remus, Emmeline, Mary, Peter, Alice, Frank, Marlene…

Non manca nessuno all’appello. Non chi è morto, non chi è vivo, non chi ha tradito, non chi è diventato pazzo. No, ci sono tutti, dal primo all’ultimo.

“ Sirius!” La voce di Remus, proveniente dall’ingresso, lo fa trasalire per un istante.

Ha perso per un attimo la concezione del tempo; si è perso negli occhi dei suoi amici, negli occhi della donna che amava – della donna che nonostante sia morta da molti anni continua ad amare!

Marlene…

Presto la raggiungerà, n’è certo. E così potrà ricongiungersi anche al suo migliore amico di una vita, e a quella ch’è diventata la sua migliore amica, la sua confidente, dopo infinite tribolazioni.

“ Marlene… James… Lily…” Pronuncia piano i loro nomi, saggiandone una volta ancora il gusto sulla punta della lingua. È rimasto dolceamaro così come lo ricordava.

“ Sirius! Muoviti!”

L’ennesimo urlo di Moony lo riporta alla realtà. È ora di andare. Ha temporeggiato anche troppo.

Sigilla la foto in una busta e la consegna ad un gufo. Sul retro una sola parola: per Emmeline! Poi esce dalla stanza.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

Ha il sentore che a breve succederà qualcosa. Non sa spiegarlo, Emmeline Vance, ma è qualcosa che le preme nel petto, fin quasi a soffocarla. E la foto che stringe fra le mani non fa che aumentare quel senso d’inquietudine.

No, non è inquietudine., si dice Emmeline sbugiardandosi da sola. Non mentire a te stessa. È attesa quello che senti in questo momento.

Sì, attesa. Attesa per quella fine che brama da tanto, tanto tempo. Forse dalla morte di Lily e James, o forse da quella precedente di Marlene. Non ha più importanza ormai.

“ Em! Il Ministero è sotto attacco! I Mangiamorte!” Le urla una collega, entrando nel suo ufficio, trafelata e terrorizzata come non mai.

Emmeline non sente niente invece. Non sente più nulla da molto tempo ormai – da quando lui li ha traditi!

Il tempo continua a scorrere. Lei non si muove. Fissa le parole scritte da Lily tanti anni prima, con quella sua scrittura elegante e precisa; non ha bisogno di leggere nuovamente quelle poche frasi: le conosce a memoria ormai!

Gira la foto e i volti dei suoi amici la fanno tremare. Sono tutti così giovani su quel pezzo di carta ingiallito, così giovani e con gli occhi carichi di sogni e speranze. E quei sogni, nonostante la morte e il tradimento, vivono ancora.

C’è confusione fuori dall’ufficio, una confusione assordante. Ma Emmeline non ci fa caso. Un tempo, a quel disastro, c’era abituata, essendo stata un Auror e un membro dell’Ordine. Ora non riuscirebbe a tener testa a un ragazzino del quinto anno.

“ Peter, perché ci hai tradito?” Chiede la donna in un sussurro amareggiato. “ E voi, Lily, James, Marlene e Sirius, perché siate morti? Volevate forse stare ancora tutti insieme?”

Sì, è certa che sia così. E quella foto di tempi ormai troppo lontani sembra un segnale. Sirius gliel’ha spedita il giorno in cui è morto, e ora lei sente che la clessidra sta esaurendo i granelli di sabbia. Non è più tempo di fissare quei volti e quelle parole, toccherà a qualcun altro farlo.

Inconsciamente ripete le stesse azioni di Sirius, solo il destinatario è diverso: per Peter.

Ormai il rumore della battaglia è atroce. La porta si spalanca con un’esplosione; un Mangiamorte le punta la bacchetta al petto.

“ Vienimi a prendere…” Un ultimo sussurro e poi un lampo di luce verde.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

 

Harry e Ron sono imprigionati pochi metri sotto di lui. Hermione è nell’altra stanza sotto le folli mani di Bellatrix.

Peter si tiene in disparte da tutto questo, chiuso e solitario almeno per il momento, in una stanza adiacente a quella in cui la Lastrange sta facendo quello che meglio le riesce: torturare!

Ha le mani che tremano, gli occhi lucidi. Solo ora, finalmente, comprende. Solo ora riesce a vedere il quadro generale, l’opera d’arte nel suo completo. E si accorge, forse troppo tardi, che non è stato il carnefice, ma solo una delle tante vittime. È vero, lui ha tradito, ha venduto James e Lily al Signore Oscuro, ma invece che burattinaio è stato burattino nelle mani di qualcosa di più grande. Forse tutto era destinato ad andare così fin dall’inizio.

E ora non può altro che fissare gli occhi di quelli che sono stati i suoi amici, gli occhi di quella dolce ragazza che aveva imparato ad amare, gli occhi di quel se stesso che solo ora, dopo anni, ha scoperto di essere sempre stato.

“ Emmeline…” Sussurra che la voce roca per il troppo trattenere il pianto. “ Mi dispiace… E anche tutti voi… Scusatemi…”

Sono le scuse di chi ha distrutto tutto ciò che amava con le sue mani, e ora se ne pente.

Il richiamo di Bellatrix è violento come non mai, e mentre si accorge di dover andare comprende anche che quello è l’ultimo atto. Chissà come Emmeline è riuscita a mandargli quella foto, a trovarlo nel buco nel quale si era rintano, proprio nel giorno in cui è morta. Ora è il suo turno.

E mentre scende quelle scale, mentre una volta ancora si appresta ad eseguire degli ordini, è felice di ciò che ha appena fatto. Quel “per Remus” è forse la prima cosa giusta che ha fatto da molto tempo. E non sente più paura. Non la sente nemmeno quando la mano donatagli da Voldemort si stringe sulla sua gola, quando guarda Harry e Ron cercare di liberarlo, quando si accorge che ormai è al capolinea. Quella è la sua fermata.

Non ha ucciso Harry. Non ne ha avuta la forza – James e Lily vivono in quel ragazzo, e l’hanno fermato dal fare l’ennesimo errore.

Ormai è finita. Finalmente non sarà più schiavo di niente e di nessuno.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

L’ultima Battaglia per la Liberazione del Mondo dei Maghi sta per iniziare. Il messaggio arrivato da poco è chiaro e conciso. Si è giunti alla fine!

Remus è tranquillo come mai lo si dovrebbe essere quando si sta per andare in Guerra. Ma di battaglie l’uomo ne ha affrontate tante, forse troppe, e ormai l’odore di morte, le grida strozzate e i lampi degli incantesimi non gli fanno più paura. Sa che quello è l’inizio della fine, che ormai si è al punto di arrivo. Ha sognato quel giorno, ma nei suoi sogni di ragazzo loro erano al suo fianco; avrebbero dovuto combatterla tutti insieme quell’ultima battaglia, invece dovrà andare sul campo da solo. Ormai non c’è più nessuno.

Marlene, James, Lily, Sirius, Emmeline e Peter sono morti; Frank e Alice sono inchiodati in un letto d’ospedale senza la coscienza di se stessi; Mary è scomparsa molti anni prima, alla morte dei Potter, e nessuno ha mai più saputo nulla di lei.

“ Mary… Proprio tu…” Sussurra l’uomo, accarezzando con un dito il volto della prima donna che abbia mai amato, impresso su quella foto ingiallita e scolorita dal tempo. Non ha altro che gliela ricordi, solo ciò che vive nella sua memoria e quel pezzo di carta. “ Chissà dove sei ora.”

Ma non gli importa saperlo in realtà. Sa che in questa vita non c’è più nulla per loro. Ciò che doveva essere è stato, e ora rimane solo un ricordo sbiadito di quei tempi d’oro.

Remus sa che dovrebbe alzarsi da quella sedia, salutare Tonks e il piccolo Teddy e lanciarsi fuori, nell’umidità di quella notte di maggio, per porre la parola fine a tutta quella storia. Ma i volti dei suoi amici lo fissano intensamente, e per un momento si perde nei ricordi dei loro anni a Hogwarts, delle sciocchezze fatte, delle regole infrante, dei sentimenti provati e delle avventure vissute. E negli occhi limpidi di quei ragazzi sembra leggere qualcosa.

“ Mi state aspettando, vero?” Domanda a tutti e a nessuno, senza aspettarsi una risposta. Non ce n’è bisogno.

Ha avuto quella foto da Peter, e poi ha scoperto da Harry che il suo vecchio amico era morto proprio il giorno in cui gliel’aveva mandata. Che sia un segno? E da chi Peter l’ha avuta, la foto?

Sono domande inutili al momento. Non hanno più importanza. Ma sembra che quella foto sia una specie di catena, qualcosa da passare di mano in mano. È probabile che sia stata Emmeline a mandarla a Peter. Non sa dire perché, ma qualcosa gli dice che è così. E allora non gli rimane che fare la stessa cosa. La imbusta e poi verga un rapido “per Mary”. Ovunque sia adesso, la riceverà.

Quando se ne va, dopo aver salutato, moglie e figlio, Remus ha lo sguardo placido. Qualunque cosa succeda quella notte, ormai è tutto finito.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

Quando Mary si trova davanti quel gufo con una busta il bocca il suo cuore perde un battito. Come hanno fatto a trovarla? E soprattutto chi l’ha trovata?

Prende rapidamente la lettera dal piccolo animale e poi gli porte una bacinella d’acqua; lui sembra strizzarle l’occhio per ringraziarla. Poi la donna si concentra su quel pezzo di carta. È pergamena, e gliel’ha portata un gufo: proviene dal mondo dei maghi. Poi è la scrittura a colpirla; quella scrittura spigolosa, dove la “a” è più allungata rispetto al resto delle lettere.

“ Remus…” Sussurra terrorizzata. Come ha fatto lui a sapere dove si era nascosta? Si morde il labbro indecisa prima di lacerare con le unghie la busta da cui esce una foto. Quella foto!

Mary la ricorda bene. Se l’erano fatta scattare appena finita la cerimonia di diploma, da un povero studente del primo anno raccattato a caso in mezzo alla folla, con la macchina fotografica di Lily. La rossa aveva sempre detto che ne avrebbe fatta una copia per ciascuno, ma così non era mai stato. Eppure nessuno ci aveva fatto caso all’epoca. In fondo avevano una vita da passare insieme, quindi che se ne facevano di tante copie di una foto? E in caso c’era sempre tempo.

Poveri sciocchi! Il tempo non c’era mai stato, per niente e per nessuno. La Guerra e la Morte li avevano colpiti con una rapidità fulminante, lasciandoli inermi davanti a quanto era successo.

Mary sente gli occhi bruciare pericolosamente, ed è con mani tremanti che volta la foto. Lì, scritte in inchiostro nero, ci sono forse le parole più veritiere che abbia mai letto. E ci sono volute solo poche righe. Ma in fondo Lily era sempre stata brava a sbattere la verità in faccia alla gente, e in una maniera così particolare che nonostante tutto non faceva mai male. Non più di tanto comunque.

“ Avevi ragione, Lily…” Balbetta la donna con le lacrime che ormai scendono libere sul volto pallido. “ Avevi già capito tutto…”

Non riesce più a parlare. I singhiozzi soffocano ogni cosa.

Si sente così meschina. Che diritto ha lei di piangere? Lei che se n’è andata. Lei ch’è scappata via dall’Inghilterra, rifugiandosi in America, sposando un Babbano che non ha mai saputo niente di niente, recidendo ogni legame che aveva con la Magia. Non c’è più nessun baule nella sua soffitta, contenente i libri di scuola e la bacchetta; non c’è più nessun calderone, dimenticato e impolverato, con ancora leggere tracce dell’ultima pozione perché la voglia di pulirlo per bene on c’era; non c’è più nessuna divisa scolastica appesa nel guardaroba, ormai diventata troppo piccola e troppo vecchia.

Mary si piega su se stessa, scossa dai singhiozzi, lamentandosi come un animale ferito.

Ha abbandonato tutto, e nel giorno in cui l’ha fatto ha abbandonato anche loro. E ora loro non ci sono più – lo sa, lo sente nel petto.

Non ha bisogno di leggere alcun giornale magico. Sa che ormai sono rimasti solo lei, Frank e Alice. Lo sa perché benché abbia voluto distruggere per sempre tutto ciò che riguardava il suo mondo il legame con loro è qualcosa che non ha potuto recidere. Un marchio di fuoco sulla pelle, impossibile da lavar via.

Tossisce forte, sputando sangue. La Tubercolosi ormai la spezza da dentro, e lei si rende conto di non aver mai voluto guarire davvero. Non le importava, non aveva senso desiderare di continuare a vivere. Non ha mai voluto figli, ha sposato un uomo – un Babbano! – che non ha mai amato veramente solo per vivere nell’illusione che quella maledetta Guerra e quel mondo fossero inesistenti. Ma lei è una Strega, e questa è una cosa che non potrà mai cambiare.

Si alza dalla sedia, le gambe che tremano. Gli occhi di Remus, imprigionati in quella foto di vent’anni prima, la fissano suggerendole cosa fare. Sono gli occhi dell’unica persona che ha mai amato, e anche quelli dell’unico uomo che l’ha saputa amare in maniera così profonda.

Prende la foto tra le mani ed esce da quella casa – da quella prigione dentro alla quale ha deciso di rinchiudersi. Suo marito è al lavoro, e quando tornerà non la troverà. Lei non tornerà mai più.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

L’odore del San Mugo è sempre lo stesso da anni, forse secoli. Ma Alice e Frank non hanno più la cognizione del tempo, ne la percezione dell’olfatto, e tutto ciò che succede intorno a loro in realtà non esiste. Non hanno più la coscienza di loro stessi, ormai è come se vivessero in un eterno limbo. Eppure qualcosa si è accesso in quella coppia, solo pochi minuti fa. È stato quando una donna è venuta a far loro visita; non ha detto nulla, ha solo appoggiato qualcosa sul comodino di Alice, e poi se n’è andata sorridendo.

È sembrato loro di conoscerla, quella figura. Come se qualcosa fosse riemerso dalla fitta nebbia che avvolge le loro menti. Poi tutto è tornato come sempre.

Ma ora Alice è seduta, e tra le mani stringe una foto. È quella che ha portato quella donna.

La fissa intensamente, ne percorre i contorni e i visi con le dita pallide e screpolate. Qualcosa, in tutto quello, le è familiare. La passa con una flemma terrificante a suo marito, e l’infermiera che è appena arrivata per controllarli rimane perplessa: in tanti anni che è là, mai ha visto una scena simile da parte loro.

Frank fissa la foto, poi sua moglie. E improvvisamente accade.

Un flash, una porta che si apre sul passato, e con altrettanta forza si richiude. Un attimo troppo breve per poter essere colto davvero. Qualcosa di inutile in fin dei conti.

Eppure, ora, sulle labbra dei coniugi Paciock aleggia quello che potrebbe sembrare un sorriso. L’infermiera li fissa sconvolta. Poi li vede coricarsi entrambi, e se ne va scuotendo la testa.

 

L’attesa è finita.

Le Catene sono spezzate.

 

 

 

 

 

Che cosa succede una volta morti? Molti dicono che si vada in Paradiso se si è stati buoni, o all’Inferno se si è stati cattivi. In ogni caso, nell’immaginario comune, il Paradiso è qualcosa di inconsistente, fatto di nuvole e di spiriti di persone morte con le tuniche bianche e le ali sulla schiena.

Frank e Alice si ritrovano invece in quella che sembra la carrozza di un treno.

“ Ma dove…”
“ Non è possibile! Questo è l’Hogwarts Express!” Esclama Alice, bloccando suo marito, riconoscendo i sedili sui quali tante volte si era seduta da ragazza, insieme a Lily, Marlene, Mary ed Emmeline.

“ Cosa?” Ma per quanto gli sembri assurdo anche Frank deve ammettere che non può che essere così.

Delle risate, improvvisamente, li risvegliano dallo stupore, ed entrambi scattano. Sono risate che conoscono bene.

Si alzano immediatamente e percorrono un metro o forse due prima di aprire la porta di uno degli scompartimenti. E lì li vedono. Ci sono proprio tutti. Marlene. James. Lily. Sirius. Emmeline. Peter. Remus. Mary. E sorridono loro, felici come non mai. E hanno l’aspetto di ragazzi, appena diciasettenni.

Poi tutto esplode. Abbracci, baci, risate, saluti, lacrime. Tutto si unisce e si confonde. Sono lì, e sono tutti insieme.

Alice porge a Lily ciò che dall’inizio ha tenuto in mano. È quella foto, la loro foto.

“ Avevi ragione, Lily. Siamo la Generazione Caduta.” Sussurra la mora, con le lacrime traditrici che premono per uscire.

“ Sì, lo siamo. Ma siamo qui ora, e abbiamo sempre lottato per ciò in cui credevamo, che fosse giusto o sbagliato.” Annuisce la ragazza, di quel sorriso che è sempre stato suo.

“ Ora non ha più importanza.” Dice James, lo sguardo caldo e la risata spigliata.

“ Ehi! Guardate lì!” Li richiama Mary, indicando fuori dal finestrino.

C’è Hogwarts, davanti a loro. Bella e seducente come la ricordavano.

 

Siamo a casa!

 

 

 

 

“ Sì, siamo la Generazione Caduta.

Ma non importa, non più.

Siamo caduti combattendo, riconoscendo i nostri sbagli e dando alle Nuove Generazioni la Speranza di un Futuro migliore.

Va bene così.

Siamo solo noi stessi ora!”

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, va bene… (No, forse non va troppo bene!!!!)

Non chiedetemi da dove sia uscita questa… “cosa”… In realtà ci stavo lavorando già da un po’ a quest’idea, ma quello che ne è venuto fuori mi sconvolge. Qualcosa mi dice che l’università fa male ai miei neuroni…

Vabbè dai!

Mi lasciate un commentino per farmi sapere che ne pensate???

ByeBye Rain!

   
 
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