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Autore: undisastro    03/11/2013    0 recensioni
Non sono brava con le storie d'amore. Mi cimento per la prima volta a scrivere una di queste che però so già che sarà a capitoli. "Scappare dall'inferno vuol dire innamorarsi". Spero vi piacerà.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martina è una sognatrice. Martina ama la sua stanza, è casalinga. Lei ama come ha decorato il suo spazio: le pareti di un viola molto scuro, tendente al bordeux, tre librerie, le pareti sono fatte dello stesso materiale delle lavagne, così da poter scrivere tutto ciò che le pare con i gessi. Finora le uniche scritte sui muri sono le molte frasi delle canzoni, canzoni moderne, canzoni classiche, canzoni di suo padre. La sua camera non ha nulla di ordinato, l'armadio non è utilizzato per i vestiti, ma per i peluche. Martina ama i peluche, molti glieli ha regalati suo padre e lei ci è molto affezionata. Sulla parete dietro il suo letto tiene una foto di suo padre da giovane, ci tiene molto anche alle fotografie. Martina ama osservare i piccoli dettagli, ama i paesaggi, ama il sole, non si sente partecipe del mondo, invece, quando piove. Per lei tutto è una fotografia. Lei cammina con lo sguardo perso nell'obiettivo. Le persone non la ritengono normale, soprattutto la madre. Ogni scusa è buona per criticarla, per farla sentire in difetto, ma ormai Martina è sicura di non voler far più parte di quella famiglia, lei non li conosce davvero i suoi parenti, lei rivorrebbe suo padre indietro, suo padre che l'ha tanto ferita e che l'ha abbandonata. Lei vorrebbe solo quel poco di affetto che le serve per migliorare le sue giornate. Finchè, però, ha la sua macchina fotografica di bassa qualità, ma con un grande valore affettivo, e i suoi libri, Martina è al sicuro. Finchè ha qualcosa con cui proteggersi, lei non può essere fragile. Martina s'immedesima nelle storie, ha vissuto più nei libri che nella vita reale, continua a rileggere sempre solo quelli che le hanno scalfito l'anima. Martina è sempre sulle nuvole, non ha modo di atterrare tra gli essere umani. Lei ha scelto la sua via, ma senza aver fatto i conti con Gabriele. Gabriele è ribelle, è follia pura, è impulsivo, è tutto ciò che potrebbe esserci di sbagliato nel mondo, ma sotto la sua corazza ha un cuore d'oro, che solo Martina sarà in grado di perforare. Il loro primo incontro avviene sul lungomare, ad una panchina vicino ad un piccolo chiosco, specializzato in granite. Martina fotografa le onde, la schiuma, il cemento, le rocce, si rifugia in tutto ciò che serve a portarla via da quel luogo. Martina fa lunghe passeggiate, anche se è la pigrizia pura durante la settimana. Le piace l'alba e avrebbe sempre voluto vedere il sorgere del sole, ma aveva sempre avuto paura delle conseguenze. Martina ha poche amiche, ma lei crede siano buone. Gabriele è un lupo solitario. Gabriele guida la moto ed è proprio in quei momenti che si sente libero, libero di scappare da se stesso, libero di decidere il suo futuro, libero di essere chi ha scelto di essere. In una soleggiata mattina di novembre, quando il mercato è ancora chiuso, quando non c'è nessuno alla finestra per spiare i movimenti in strada, quando, persino il sole non è intenzionato a sorgere, Martina trova il coraggio di uscire di casa, con un libro sottobraccio, la sua borsa tutta rotta, le cuffie nelle orecchie e i capelli scompigliati. Appena in strada, Martina nota la solitudine dei vicoli, delle strade, a prima mattina. Martina è confusa su quanta possa essere la gente e su quante probabilità aveva di incontrare almeno una persona. Martina non è brava in matematica, nè in fisica, lei è umanista, lei è vita. Odia il latino e il greco, ma cerca in tutti i modi di trovare il lato positivo delle cose; in fondo, lei è un'ottimista, una persona che non si lascia mai scoraggiare, una persona acida, ma nel cuore dolce, che ha bisogno solo un pò di zucchero per reprimere il sapore aspro. Martina ha un casino nella sua testa, crede di essere montata al contrario, crede di essere sbagliata, non è mai a suo agio, vuole essere aggiustata perchè crede di essere rotta. Arrivata in riva al mare, comincia a leggere il suo libro, quello che aveva già letto altre cinque volte: 'Il principe della nebbia'; i suoi capelli indefiniti le ricadono sugli occhi, però va bene così per lei, è un buon modo per nascondersi. I capelli le oscurano tutto il viso, ma lei non si scompone, ogni tanto alza gli occhi al cielo, occhi color nocciola, occhi profondi, occhi sensibili, occhi da perdercisi dentro anche se non sono del colore del mare. Gabriele ci vede la vita in quegli occhi. Mentre sfrecciava a tutta velocità con la sua preziosa moto, nota gli occhi di Martina, nota Martina, nota la sua concentrazione, nota la sua indifferenza nei confronti dell'essere tutta scomposta. Quando legge, Martina entra in un mondo tutto suo, ma Gabriele ne vorrebbe far parte. Gabriele parcheggia nel silenzio dei rumori e si avvicina con calma verso quella ragazza che preferisce la solitudine ad una festa, che preferisce un libro ad un cellulare, che preferisce lei stessa alla società. Martina non si accorge di Gabriele, finchè lui non le rivolge la parola: 

-Cosa fai qui così presto? Cosa stai aspettando?-

Martina non ricambia subito il suo sguardo, ma anzi dirige i suoi occhi verso una nuova, per modo di dire, frase del libro, cercando di ignorare quello stravolgente sconosciuto. Gabriele, però, non si arrende e decide di sedersi sulla panchina accanto alla sua. Martina è timida, è in imbarazzo e Gabriele nota subito la sua chiusura, così cerca di rendere le sue parole in modo da rassicurarla, da farla sentire a suo agio, da farsi notare da quella misteriosa ragazza dell'alba. Martina alza il volume quando non vuole sentire il troppo rumore del mondo, ma quella volta non lo fece, si sentì al sicuro in quel preciso posto con quel preciso sconosciuto. 

  
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