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Autore: Niniane_88    04/11/2013    4 recensioni
Prendete una palazzina un po' vecchio stile, composta di sei appartamenti e situata in un ridente paesino dell'Italia centrale. Metteteci dentro gli inquilini, sei personaggi molto diversi tra loro, ma con una caratteristica in comune: nomi divertenti e strampalati, tanto che se un estraneo entrasse in quella casa, si chiederebbe se non è finito in un mondo parallelo. Mescolate il tutto e otterrete un buon numero di intrighi... e tante risate!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo VII

Tutti pazzi per Isabella
 

Isabella Fiore chiuse a chiave la porta del proprio appartamento e iniziò lentamente a scendere le scale. Non aveva nessuna voglia di andare al lavoro e il motivo principale era che avrebbe avuto a che fare tutto il giorno con Salvatore. 
A causa sua, quella notte non aveva praticamente chiuso occhio: infatti, il caro signor Della Mela si era portato a letto una delle sue trombamiche (si dice così?) storiche e Isabella era riuscita a sentire praticamente ogni parola che si dicevano oltre a tutti gli altri suoni che potesse accadere di udire in una circostanza del genere. Indubbiamente, la signorina che aveva avuto l’onore di passare la notte con quel gran seduttore di Della Mela (e che Isabella era quasi sicura si chiamasse Angelica) doveva essere stata parecchio soddisfatta della prestazione, visto che ad un certo punto aveva strillato a più non posso, tanto che la povera segretaria era sobbalzata credendo quasi che la donna si trovasse nella sua stanza e non un piano più su.
In quel momento non aveva potuto fare a meno di sorridere immaginando quali insulti stesse indirizzando nel frattempo Lindoro all’appassionata coppia.
Il suo sorriso si era però spento quasi subito, lasciando il posto a una gran malinconia: nelle ultime tre settimane aveva visto l’amico solo di sfuggita.
In effetti, era anche per questo che si sentiva così tetra. Lindoro non aveva preso per niente bene la faccenda del suo rifiuto: le aveva detto senza mezzi termini che la riteneva una sciocca perché perdeva tempo con quel pallone gonfiato di Salvatore, che oltre ad essere un idiota dotato di un cervello delle dimensioni di un fagiolo, non la considerava neppure.
Isabella si era indignata e aveva cercato di difendere l’uomo che amava, supplicando nel contempo Lindoro di non negarle la sua amicizia, alla quale teneva moltissimo, ma anche se il giovane le aveva promesso di rimanere in buoni rapporti con lei, nella realtà dei fatti non era stato proprio così. Aveva smesso di chiamarla, di cercarla, a malapena la salutava, se si incontravano per caso. Isabella poteva comprendere la sua delusione, ma le mancava terribilmente. Lindoro era l’unico vero amico che avesse avuto dopo il liceo.
Cominciava a fare molto caldo, anche a quell’ora del mattino, ma Isabella non avrebbe mai abbandonato la sua castigatissima camicetta e la gonna attillata e lunga fino al ginocchio: teneva troppo alla professionalità per arrischiarsi a indossare certi abitini che sfoggiavano le sue colleghe, alcuni dei quali le sembravano davvero esagerati, o troppo corti, o troppo trasparenti, o troppo vistosi. E poi, su di lei avrebbero fatto una pessima figura, ne era certa.
Era in leggero ritardo: doveva sbrigarsi se voleva riuscire a prendere l’autobus. Spiccò quindi una corsa, scapicollandosi giù per le scale e in un lampo fu nell’ingresso.
Proprio mentre stava per aprire il portone udì un piccolo scatto: la porta alla sua sinistra si aprì ed apparve Mr Cooper, vestito di tutto punto e sorridente come sempre.
- Ah, miss Isabel! – la salutò allargando le braccia in un gesto accogliente – Come sta? Va al lavoro? -
- Buongiorno, signor Cooper. – rispose la ragazza – Sì, vado al lavoro. –
Ecco un’altra stranezza: ultimamente le sembrava che il signor Cooper, quell’americano affascinante fosse dappertutto. Se lo ritrovava da tutte le parti e cominciava a dubitare che fosse una coincidenza. E poi… miss Isabel? Ma de che?
Per contro, la signora Maria sembrava praticamente sparita dalla circolazione. Probabilmente riteneva che fosse peccato incontrare i suoi depravati coinquilini e quindi preferiva starsene rintanata nel suo appartamento. Se in passato l’unica pecorella smarrita era stato Salvatore, adesso quella donna assurda tendeva a considerare inaffidabili un po’ tutti, in modo particolare Lindoro, ancora per la storia dei film erotici. Perfino Bianca non le piaceva più come prima, ma il primato spettava ai Cooper, tutti e due, ovviamente.
Isabella, naturalmente, trovava ridicole le sue idee, però doveva ammettere che quella coppia di americani non la convinceva, dalla sera della festa a casa di Salvatore. In modo particolare, non le piaceva granché lui, Mr Cooper.
Com’è possibile che con una moglie bella e gentile come la sua, abbia voglia di guardare le altre? si chiedeva, perplessa. La signora Cooper era sempre stata carina con tutti, anche se la si vedeva molto poco, visto che per gran parte della giornata lavorava sul set, apparentemente quasi più del marito. Era senz’altro il genere di donna di cui il compagno poteva essere fiero.
Forse dopotutto si stava sbagliando, decise: magari il signor Cooper era solo un tipo molto, molto gentile e non aveva alcun secondo fine nei suoi riguardi.
Fece per andarsene, ma la voce del regista la trattenne:
- Se permette, miss, mi farebbe molto piacere darle un passaggio. -
Un passaggio? Ma… intendeva… sulla limousine?
No, non mi fa per niente piacere! fu sul punto di rispondere, scocciata. Che figura avrebbe fatto ad arrivare in ditta a bordo di una macchina del genere? L’avrebbero presa in giro per i dieci anni successivi!
- Grazie, Mr Cooper… - cominciò. 
- Leslie. – 
- Va bene… Leslie. Non si disturbi, prenderò l’autobus, davvero, non c’è alcun problema. –
Sì, certo, brava Isabella. Adesso però devi fare un’altra corsetta se vuoi prenderlo, quel benedetto autobus!
- Ma cara, non è per me un disturbo accompagnarla! Come si dice…. Sono di strada! -
Esasperata, Isabella cercò qualcosa di gentile da dire: non voleva essere maleducata, ma l’istinto le suggeriva di non accettare l’offerta di quel tipo. Non che ci fosse un motivo valido, a parte la certezza di fare una figuraccia con i colleghi: semplicemente, non le andava di salire in macchina con lui.
In quel momento si udirono passi frettolosi scendere le scale e una ben nota voce allegra che canticchiava.
- Crudelia De Mon, Crudelia De Mon, farebbe paura perfino a un leooooooon…! -
Salvatore!
Maledizione, e adesso? Si sarebbe arrabbiato nel vederla ancora lì e l’autobus era ormai perso. Che fare?
L’alta figura del suo capo apparve un attimo dopo e l’ambiente dell’ingresso parve riempirsi fin troppo, a causa della sua prorompente vitalità.
- Oh, Isabella, proprio te cercavo! – disse, a mo’ di saluto – Ci sono un sacco di cose di cui devo parlarti! Ah, Mr Cooper, non l’avevo vista! Buongiorno! -
Che non avesse visto Mr Cooper era assai improbabile, dato che era più alto di almeno una spanna, rifletté Isabella. Che diavolo stava combinando, pure lui? 
- Devo prendere l’autobus! – brontolò per l’ennesima volta.
- Ma miss, la prego, accetti un passaggio, arriveremo in un lampo. – insistette cortesemente Leslie Cooper.
- Ma quale autobus!? – proruppe nello stesso istante Salvatore – Tu vieni in macchina con me, dobbiamo parlare prima di arrivare in ditta, non posso farlo mentre quelle galline delle tue colleghe s’intromettono in continuazione! –
- Non sono galline! – protestò Isabella, indignata. Mr Cooper scoppiò a ridere, per ragioni note solo a lui.
Salvatore, da parte sua, lo incenerì con lo sguardo.
- Accompagno io la mia segretaria, grazie ancora Mr Cooper. –
Detto ciò, aprì risoluto il portone. Isabella decise che, considerate le alternative (andare a piedi, o salire sulla limousine di Cooper) tutto sommato era meglio andare con Salvatore: rivolse quindi un tenue sorriso allo sconcertato regista e sgusciò all’esterno prima che potesse succedere qualcos’altro.



- E così, il caro Mr Cooper voleva darti un passaggio, eh? -
Isabella sussultò. Erano ormai vicini all’azienda, Salvatore aveva appena esaurito l’argomento nuovi-clienti-importanti-voglio-le-pratiche-pronte-in-mattinata e di sicuro lei non si aspettava che parlasse d’altro.
- Non devi assolutamente fidarti di quel tipo. – continuò invece il suo capo – Non mi piace come ti guarda. -
Isabella arrossì di piacere, suo malgrado, come sempre succedeva quando Salvatore le dimostrava di tenere a lei.
- Allora non me lo sono immaginato… - commentò.
- Proprio no! – rispose lui, serio – Ma dico io, è sposato con una gnocca spaziale e guarda te! –
- Grazie, eh… - fece Isabella, improvvisamente mesta. Va bene, lei non era bella come Leslie Richardson, ma non era il caso di farglielo notare con tanta nonchalance.
Salvatore si voltò verso di lei, sorridendo:
- Oh dai, non volevo offenderti! Non fare quella faccia! -
- Io non sono offesa. –
- Sì, che lo sei. – Salvatore alzò una mano e le sfiorò appena la guancia – ma non ne hai alcun motivo. Sai che ti voglio bene. –
Per un lungo istante Isabella si perse negli occhi azzurri di lui, mentre il suo cuore esultava per la carezza appena ricevuta. All’improvviso però accadde qualcosa di molto strano e l’incanto si ruppe: le parole di Lindoro a proposito di Salvatore parvero rimbombare nell’abitacolo.

Ma non ti rendi conto che ti prende solo in giro? Tu gli fai comodo perché sei giovane, inesperta, ti accontenti delle briciole, così quando non ha niente di meglio per le mani ti fa le moine! E tu ti fai bastare qualche parolina dolce! Sei una stupida, se credi che un giorno ti amerà!

Isabella si scostò da Salvatore, inquieta.

Va’ via, Lindoro! pensò, irritata. Non hai alcun diritto di giudicarmi.

- Siamo arrivati, tesoro. – disse nel frattempo Salvatore. – Vai in ufficio e mi raccomando, le pratiche le voglio pronte in mattinata! -

Ma sentilo, come ti parla! E’ un gran coglione, non vedi?

Di nuovo Lindoro le parlava nella testa.
Isabella uscì dall’auto e si diresse risoluta verso la porta a vetri.
- Vattene, idiota. – disse a denti stretti – Ti odio. -
L’insulto non parve smontare il fantasma di Lindoro o quello che era.

Ah, mi odi? Brava Isabella, continua così. Ama quel demente di Salvatore che manco ti vuole, la prossima volta magari sali sulla limousine di Cooper, ma attenta che potrebbe anche succedere qualcosa, lì dentro… intanto però, odiami. Me lo merito proprio tanto, vero?

Smettila, stronzo!

No, non la smetto. Io ti amo, e se tu mi lasci andare sei una cretina colossale!



Quel dialogo immaginario durò tutta la mattina, mentre Isabella sbrigava diligentemente le famose pratiche. Lindoro continuò a scimmiottarla tutto il tempo, senza darle tregua, ironizzando sulla sua mania di far contento il capo e sull’inutilità dei suoi sforzi.
Il ciclo. si disse la ragazza, esasperata. E’ il ciclo a farmi questo scherzi.
All’ora di pranzo riapparve Salvatore, più allegro che mai.
- Brava Isabella! – esclamò – Sei stata favolosa, stamattina. Ti meriti un pranzo speciale, vista tutta la fatica che hai fatto a causa della mia fretta. -
La segretaria lo fissò senza capire: pranzo speciale?
- Dai vieni, - continuò Salvatore – ti porto in un posto molto carino. -
Cioè, la stava invitando a pranzo?!
- D’accordo, signor Della Mela, grazie infinite. – rispose, con un sorriso smagliante.
Quindi si rivolse a Lindoro, che li guardava piuttosto torvo.

Vuoi andartene sì o no? Lo vedi che a me ci tiene? Hai rotto le balle tutta la mattina, ora vedi di sparire prima di subito!

Stavolta le sue minacce funzionarono e mentre lasciava l’azienda in compagnia del suo capo, Isabella constatò con soddisfazione che la sua mente era sgombra e leggera come un palloncino.




Buongiorno a tutti e ben trovati!!
Spero che il nuovo capitolo via sia piaciuto. Non è proprio comico, lo so, è più... agrodolce. Del resto Isabella è un caso disperato... si sveglierà mai? Il Lindoro immaginario per ora non è sufficiente a scuoterla, vediamo cosa farà quello vero, prossimamente.
Ci rivediamo con il prossimo capitolo sicuramente prima di Natale! Fatemi sapere, intanto se la storia vi piace!
Un bacione a tutti e grazie a chi legge.

Nini


   
 
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