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Autore: Lisa_stell    04/11/2013    2 recensioni
Wanda è una ragazza estroversa di 15 anni che ha una famiglia, e anche se non ha molti amici conduce una una vita normale. Un giorno quando sta per tornare a casa da scuola comincia la sua avventura, qualcosa che la cambierà dentro, e le farà capire l'importanza del coraggio e dell'amore entrando nel Regno del Buio che è pieno di segreti che nemmeno lei, all'inizio, riesce a spiegarsi.
Wanda non poteva capire che cosa le stava per succedere perchè mai, mai e poi mai, avrebbe potuto immaginare che tra poco avrebbe incontrato la Regina Nera.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 - L'INIZIO

 

 

Wanda camminava strascicando le sue vecchie scarpe da ginnastica logore sulla ghiaia del parco dove si trovava la sua scuola: la prestigiosa Sheakspeare Academy, che però di prestigioso aveva solo il nome. Cosa che si poteva facilmente capire dall’insegna del logo in metallo collocata davanti all’entrata tutta coperta di ruggine, e con una “y” che poteva benissimo passare per del semplice metallo fuso. Una scuola abbastanza piccola considerando la grandezza della città in cui stava: lei abitava nella città di Windcity, nell’Arkansas.

Wanda aveva quindici anni ed era carina, non era una bellissima ragazza dalla figura slanciata, alta e con un fisico atletico, ma carina: aveva lunghi capelli neri leggermente mossi che teneva spesso legati in una coda o in una treccia (una coda in questo momento) e un paio di occhi azzurro ghiaccio -che lei però non riusciva ad apprezzare- che quasi mai rivelavano le sue emozioni, restavano freddi e spenti, nonostante loro ne avessero di cose da dire. 

I suoi genitori, entrambi segretari di una rivista di moda importante, per onorare l’iniziale della città la chiamarono Wanda. Aveva anche una sorellina di quattro anni di nome Ella che adorava. Con quei suoi occhioni blu, quelle guanciotte morbide e quel suo carattere così maturo e dolce nonostante la sua età come si faceva a resisterle? Wanda era invece una ragazza molto estroversa: non capiva come le sue coetanee potessero pensare solo a cose egoiste, frivole e stupide e per questo col passare del tempo si era sempre più chiusa in se stessa, anche perché i suoi genitori non c'erano mai. Non aveva molti amici e i pochi che aveva non si potevano considerare esattamente “amici”. Erano un ragazzo e una ragazza: Liam e Vera. Loro due erano gli unici che ogni tanto parlavano con lei a scuola, erano quelli con cui si metteva se c’erano dei progetti di classe, se si doveva discutere dell’ultimo capito in classe o al massimo per vedersi qualche volta dopo la scuola; ma la loro amicizia più o meno finiva lì. Liam -capelli bronzei e occhi scuri- era un ragazzo molto conteso tra le ragazze e anche discretamente popolare per questo Wanda si stupiva quando rifiutava gli inviti alle tipiche feste mondane liceali che servivano solo per ubriacarsi; questo gliel’aveva fatto simpatico subito. Vera era una ragazza dal fisico statuario nonostante la sua età. Aveva sedici anni, un anno in più di Wanda, nonostante fossero nella stessa classe perché aveva traslocato molte volte dato che il padre aveva divorziato dalla madre di Vera e aveva avuto almeno altri due matrimoni. Appena arrivata alla Sheakspeare, Vera aveva subito rifiutato le attenzioni dei ragazzi che le sbavavano dietro per via del suo aspetto e -strano ma vero- aveva iniziato a parlare con Wanda, la ragazza solitaria e “strana”.

Wanda stava andando a scuola, camminando in modo automatico, un piede dopo l’altro. Quasi non si accorgeva di quello che le succedeva intorno: il vento che le scostava i capelli dalla fronte, il profumo dei fiori delle aiuole piantate dal giardiniere della sua scuola, il signor Hartman, il fatto che facesse davvero freddo per essere solo ottobre… ad un certo punto, scrollò la testa per tornare a concentrarsi, e percepì nelle ossa un presentimento: sentiva di essere osservata. Continuò comunque a camminare senza girarsi, tenendo un passo un po’ più sostenuto, senza accorgersene, anche perché non sentiva nessun rumore di passi, quindi…stava forse diventando pazza? Infine decise di voltarsi indietro per vedere se qualcuno la stesse effettivamente seguendo, ma era tutto deserto visto che era in forte anticipo come tutte le mattine. Rifiutava l’idea di stare in mezzo a persone che nemmeno si avvicinavano a salutarla -per alcune persone le andava bene così, davvero- perciò dopo un periodo aveva deciso categoricamente che arrivare in anticipo era l’idea migliore. 

Rassegnata all'idea di star diventando pazza, Wanda alzò gli occhi al cielo e gettò distrattamente l'occhio un momento per terra: si accorse che c'era un buco della grandezza del palmo di una mano sulla strada ghiaiata, ed era così profondo che Wanda non riusciva a vederne la fine. Si chinò per osservarlo meglio dato che non l’aveva mai visto prima, finché si rese conto che era una cosa stupida: era solo un diamine di buco per terra! Saranno stati dei ragazzini stupidi ad averlo scavato per terra sperando che qualcuno ci inciampasse dentro. Si sentiva così stupida solo per essersi fermata… Dopo pochi minuti Wanda arrivò all’entrata della scuola e si sedette sulla sua solita panchina dove ripassava la lezione o leggeva. Oggi però era troppo pensierosa per ripassare o leggere. Stette per qualche minuto ad osservare le pareti chiare dell’edificio. Si trovava sul portico dell’entrata principale della sua scuola, al primo piano. Alle sue spalle c’era una pianta di rose bianche e spesso le arrivava il loro profumo delicato. Si accorse di essere seduta lì a far niente perciò prese l’iPod dalla tasca interna del suo zaino, si mise le cuffie e fece partire una canzone a caso, una delle prime in ordine alfabetico, comunque. La folla di studenti si stava già radunando così Wanda, per non dare troppo nell’occhio entrò nella sala d’aspetto della sua scuola e fece finta di ripassare l’ultima lezione di matematica. 

Suonò la prima campanella e quando i primi studenti cominciarono ad entrare nelle proprie aule anche Wanda si avviò verso le scale per arrivare alla sua aula al quarto piano, la 402. 

Camminare nella sua scuola spesso dava una sensazione tetra, per via del rumore che sentivi quando camminavi negli atri quando non c’era quasi nessuno. Il pavimento di marmo bianco rilasciava rumori secchi quando qualcuno ci camminava sopra e il tutto era accompagnato spesso da un eco, per via dei soffitti dei corridoi altissimi.

Wanda passò la folla di ragazzi in fila alle macchinette -che tutte le volte le ricordavano degli avvoltoi pronti a fiondarsi su delle carcasse- e andò verso i suoi compagni che ormai non la notavano neanche perché se ne stava sempre per i fatti suoi. Entrò in classe un po' accaldata per le scale, ma pronta per affrontare le quotidiane cinque -o sei- ore di lezione, più o meno. Si sedette vicino alla finestra, come tutti i giorni. Non sapeva perché, ma quando non era vicino alla finestra le sembrava di stare in una prigione, più di quello che si potrebbe pensare dato che si trovava a scuola.

Dopo qualche secondo entrarono in classe anche Liam e Vera, mormorando qualche frase che probabilmente doveva essere stata divertente, perché Vera aveva un sorrisetto accennato sulle labbra rosse, e dopo un: “Ehi”, si sedettero uno a destra e l’altra a sinistra di Wanda.

Tutto le andò bene quel giorno, era brava a scuola (o nella media, comunque) avendo molto tempo libero, e anche se in ginnastica -che fortunatamente quel giorno non aveva!- aveva qualche problema di coordinazione, la sua pagella e il suo comportamento erano per tutti rispettabili. Certo, i compagni le davano spesso della “secchiona” ma lei ormai non ci faceva tanto caso, anche perché lei non la pensava così. Le ore passarono stranamente veloci, con Wanda assorta nei suoi soliti pensieri sognanti, quasi dimenticandosi l’accaduto di quella mattina, e in men che non si dica per lei era giunto il momento di andare a casa. Ma al suono della campanella che scoccava la fine dell’ultima ora di lezione la sua professoressa di arte, Mrs. Lawrence (che tutti pensavano che fosse un po' eccentrica) le disse: “Tu, Wanda, hai molta immaginazione, non perderla mai”, Wanda borbottò un “S-si prof..” imbarazzata e se ne andò con passo veloce. 

Arrivata alle scale dell’entrata principale vide Vera e Liam che la aspettavano per salutarla e intanto parlavano. 

“Che cosa assurda!” stava dicendo Liam.

“Lo so! Non posso credere che i biglietti per il concerto costino così tanto!” disse Vera con la voce accesa da una lieve rabbia.

“Quale concerto?” disse Wanda, intromettendosi nella conversazione

“Quello di Jamie Tyler” che era il loro cantante preferito.

“Ah! Nemmeno con un mio intero stipendio estivo da “J Jones” riuscirei mai a permettermene uno!” Vera -che lavorava come cameriera al ristorante “J Jones” in estate- era spesso la più pessimista tra i tre compagni.

“In qualche modo ce la faremo” la rassicurò lui.

Detto questo si salutarono. Wanda restò indietro però, e rassicurò con uno sguardo Liam, che andandosene con Vera le aveva rivolto uno sguardo un po’ preoccupato, come a dire “Tutto bene?”.

Osservò gli altri studenti, ormai abbastanza lontani, che stavano camminando alzando nuvoloni di polvere sulla strada, pronti e impazienti -e lo si vedeva bene dall’andatura di ognuno- per andare a casa. 

Wanda spesso rimaneva incantata a fissare scene del genere di “normalità”, non sapeva bene neanche lei il perché. Scosse impercettibilmente la testa come faceva sempre per liberarsi dai pensieri e fece il primo passo verso il percorso di ritorno quando, all’improvviso, davanti a lei si formò un buco come quello che aveva visto quella mattina, così dal nulla. Wanda non ebbe nemmeno il tempo di rimanerne scioccata che dopo un secondo se ne formarono tantissimi altri, tutti ammucchiati, finché neanche un pezzo di terra di dove stava lei fosse rimasto intatto.

Con suo grandissimo stupore precipitava sempre più giù nell’oscurità sconosciuta. 

Da quanti metri stava cadendo?

Data l’adrenalina in circolo, riuscì a percepire più cose contemporaneamente e chiaramente. Era in una specie di cavità sotterranea, lunghissima e stretta. Ad un certo punto Wanda riuscì a vedere che sotto di lei, in fondo all’enorme cavità in cui stava cadendo, c’era una cosa che altri non poteva essere che acqua, dal movimento fluido. Wanda aveva gli occhi spalancati dalla paura, mai le era capitato di avere così paura dell’ignoto in vita sua. Si preparò mentalmente alla caduta in acqua, trattenendo il respiro, con chissà quale coraggio interiore. Pochi metri e… “Ah!” urlò Wanda di dolore. Era caduta su una superficie dura e si era fatta parecchio male. Sarebbe dovuta cadere dentro l’acqua, ma mentre cadeva non si era accorta di un'enorme lastra di materiale trasparente, probabilmente vetro, che non gliela face neanche sfiorare. Si guardò intorno frastornata e di certo non tirò un sospiro di sollievo.

  
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