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Autore: theybecomewehappy    04/11/2013    6 recensioni
Al cuor non si comanda, e quando questo inizia a battere forte non si può costringerlo a fermarlo. Il mio iniziò a battere quando le sue labbra fine e morbide si posarono sulle mie. Il loro sapore di melograno si impadronì del mio palato e mi costrinsi a ricordarlo per sempre. Il suo odore di colonia mi inebriò le narici.
Il cuore mi uscì dal petto e lui si impossessò di esso.
Non voleva ridarmelo, e forse lui non voleva essere restituito.
***
Lui era bello, ed il suo problema era che sapeva di esserlo.
E se io cambiassi per lui, riuscirei a sopportare la nuova me?
***
E se per una volta fosse il "lui" ad essere difficile da conquistare?
●Sospesa●
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  Out of the town, girl.



Mio padre mi fissava da sopra la montatura degli occhiali. Io aspettavo speranzosa quel sì, che tardava ad arrivare. «Ci sarà anche Summer.»
Lui, al suono del nome della mia migliore amica, si illuminò. Certo, lei era la ragazza perfetta, ottimi voti a scuola, figlia affidabile, e tutte queste cose aggiunte al suo stile da perfettina erano la chiave per essere l'esempio modello di ogni teenager.
Io e Summer, eccetto per l'età diciasettenne, eravamo i due poli. Lei è una ragazza affidabile, premurosa, dolce, curata, semplice e ricca.  Io ero disordinata, pigra, eccentrica, lunatica e avevo la delicatezza pari a quella di un camionista.
Sono cresciuta con mio padre e mia sorella in un puntolino invisibile della mappa geografica, chiamatosi anche Stratford, fino all'età di sei anni. Ci siamo trasferiti per problemi economici ma quando siamo arrivati in questa cittadina dell' Inghilterra abbiamo avuto una grande svolta. Ringrazierò per sempre la terra del thè per l'aiuto che ci ha dato. Se non fosse per questo paese io sarei su un alce, vestita da Babbo Natale, a chiedere l'elemosina. 
Mia madre è morta quando io avevo poco più di quattro anni a causa di un incidente. 
Mia sorella, invece, è il mio contrario. Non è come Summer. Mia sorella è la perfetta troia, è odiosa, acida, finta e si crede la regina del mondo, o meglio della scuola. Ma non lo sarebbe se non stesse con quel coglione di Styles.. Harry Styles. Quel bastardo patentato, niente meno che la fotocopia al maschile di mia sorella. 
Nonostante l'illuminazione di mio padre gli unici suoni che si udivano erano i guaiti di cani e qualche raro motore di macchina. Lo fissavo, lui ricambiava lo sguardo. Era come se mi stesse sfidando, ma io tenevo troppo a questa festa per mollare.

«Eh va bene» disse in uno sbuffo. Lo ringrazia più volte abbracciandolo. «Prego» disse ricambiando l'abbraccio.
«Ora vai, prima che cambi idea.»
Io annuii e mi ritirai nella mia camera. Scrissi un veloce messaggio a Summer.

A: Silly
Risposta positiva. Domani sera si va alla festa. 
-Rò x


Dopo poco un trillo mi avvisò dell'arrivo di un messaggio. 

Da: Silly
Puoi contarci, baby. Vado a fare i compiti, a dopo. 
Sum.


Ovvio, va a fare i compiti.

Poso il cellulare. Quando sento lo sbattere di una porta capisco che mia sorella è tornata a casa. «Anna, hai qualcosa da mangiare?» 
Era una voce roca, maschile a parlare. Ovviamente si era portata appresso quella sottospecie di scimmia poco evoluta. 
«Certo, vado giu a prenderlo» dice, stavolta la voce squillante di mia sorella. Sento poi dei passi leggeri scendere le scale.
Ero immersa nel libro, o meglio nella conversazione che si era svolta fuori dalla mia camera, quando sento la porta della mia stanza aprirsi e una figura alta e muscolosa entrarvi. «Ciao piccola Roxanne» dice Harry, sedendos
i sul mio letto e accarezzandomi una gamba. Mi scosto, provocando una risatina da parte del ragazzo. 
«Harold!» dice poi al mio gatto nero che era appena entrato. 
Lui, al contario di me, si lascia coccolare e gli fa anche le fusa. 
Il suo nome non era di certo ispirato all'essere riccio che aveva fatto intrusione nella mia stanza. 
«Tesoro, andiamo?» chiede poi mia sorella,che si era appena appoggiata allo stipite della porta, in modo sexy. 
Annabelle Parks è la persona più odiosa che io abbia mai conosciuto, ma anche la più bella. Aveva preso tutti i pregi dei miei genitori. I capelli lisci e dorati di mia madre e gli occhi verde oliva e la carnagione abbronzata di mio padre. Io invece avevo ereditato gli occhi blu e la carnagione chiara di mia madre e i capelli ricci e biondi di mio padre. Non si può dire che era una bella coppia, almeno per me dato che odiavo essere bionda con gli occhi blu.
Harry si alza. «A dopo piccola Roxanne» dice girandosi per un attimo verso il letto su cui ero comodamente sdraiata. 
Odiavo essere chiamata col mio nome intero e, cosa che odiavo di più era essere chiamata piccola. Soprattutto da lui. L'essere più spregievole e menefreghista che potesse poltrire sul pianeta Terra. 
Il riccio appoggia Harold a terra e poi esce dalla mia camera, elegantemente.
Non ce l'avrei fatta a sopportare tutta la serata quei due, così inviai un veloce messaggio al mio migliore amico. L'essere più dolce, simpatico, divertente e mangione di tutti i tempi. Niall Horan.   


A: MyPotato
Aiutami, grosso problema a casa. 
-Rò x

Aspetto l'arrivo della risposta, che non tarda ad arrivare. 

Da: MyPotato
Due minuti e siamo lì. Sono con un amico. 


Amico? Mi inizia a salire l'ansia. Chi porterà? Un nerd, un motociclista, un emo, un coglione o un figo palestrato? Preferirei decisamente l'ultima. 
Inizio a mettere da parte il libro e a rendere la camera presentabile
«Tesoro, io vado a lavoro» mi avverte mio padre e poi sparisce nell'immensità del mondo del lavoro.
Stavo mettendo a posto quando sento qualcuno abbracciarmi da dietro. Mi giro e mi ritrovo davanti a un paio di occhi blu, quelli di Niall. 
Sono così profondi che non lasciano trapelare niente. 
Lo abbraccio. «Mi devi aiutare. Devi farmi passare questa serata, di là ci sono Anna e Harry» dico fingendo di essere in un vero problema.
Lui sospira. «Siamo qui per questo. Zayn è al bagno.» 
Annuisco contenta. «All'inizio pensavo che la tua casa stesse andando a fuoco, ma dovevo immaginarmi che era per tua sorella» mi confessa. Lo ringrazio mentalmente, con lui non mi potrò di certo annoiare.
«Ciao sono Zayn» dice poi un altro ragazzo entrando in camera mia.
Era alto, muscoloso, aveva delle labbra fine che davano l'impressione di essere scolpite a mano, il naso dritto, i capelli corvini alzati in un ciuffo, la pelle olivastra, gli occhi ambrati e ad accompagnarlo c'era un delizioso odore di fumo misto alla vaniglia. Vestiva di una cannottiera grigia, sovrastata da una giacca di pelle, i jeans neri strappati e sotto degli stivaletti del medesimo colore.
«Zayn Malik» ripete, porgendomi la mano e svegliandomi dal mio stato di trance. La afferro. Aveva una stretta forte, ma calorosa.
«Roxanne Parks, ma chiamami Rò. Odio il mio nome per intero» gli sorrido. Un sorriso ebete ma che lui ricambia. 
Le labbra incurvate verso l'alto gli davano l'aria di un bambino giocoso. 
«Vado a prendere qualcosa da mangiare. Niall, vieni con me così scegli. Tu Zayn puoi aspettare qui.» dico autoritaria.
SCendo le scale, con il biondo al mio fianco. Arrivati in cucina accosto la porta delicatamente, come se avessi paura di far rumore.
«Dove l'hai preso quello?» chiedo acutamente. «Non ti piace?» chiede lui, preoccupato. 

«Non mi piace? E' stupendo e sembra anche molto simpatico» continuo, abbassando la voce. «Lo è» commenta lui, sorridente.
Fruga nella dispensa alla ricerca delle patatine, poi mi guarda omicida. «Dove sono le patatine?» chiede scandendo parola per parola. «Penso che le abbia prese mia sorella» dico dirigendomi verso la camera di quest'ultima. Apro violentemente la porta e trovo i due che si baciano sul pavimento.  «Scusate, prendo queste e vado via» dico prendendo il pacco di patatine. «Se vuoi puoi anche rimanere» mi dice Harry, causando la risatina stridula e odiosa di mia sorella. Entra anche il biondo salutandoli freddamente. Gli porgo le patatine, che afferra come se fossero un tesoro prezioso. Usciamo dalla camera, chiudendoci la porta alle spalle. 
Entro nella mia e trovo Zayn a sfogliare un quaderno. 
«Chiudi! Sono disegni stupidi e brutti» dico prendendo il quaderno dalle mani del moro. «Invece sono molto belli» ribatte lui. «Piace molto anche a me disegnare ma non sono bravo come te» confessa.
Lo guardo sorpresa. Mi sarei aspettata una risata da parte sua, tutt'altro che un complimento. 
«Grazie, ma anche un bambino che disegna omini stilizzati è più bravo di me» dico chiudendo il quaderno e riponendolo ordinatamente nella scrivania. 
«Non credo proprio» dice avvicinandosi a me. «Un giorno ti porterò a casa mia e ti farò vedere i miei disegni così mi potrai aiutare a migliorare.»
C'è suono di promessa nelle sue parole.
«Non sembri un tipo da disegno.» Lo guardo con sfida. «Si vede che non mi conosci» risponde avvicinandosi sempre di più a me, con un sorriso malizioso stampato sul volto.
«Ero a prendere da bere» dice Niall entrando in camera e posando la Sprite e le patatine sul pavimento. «Di che parlavate?»
Lo guardo, divertita.
«Niente biondo. Cosa hai in mente per oggi?» chiedo scompigliandogli i capelli.


 
                                                             

                              MACARENAAA!!
                               
   Mi sono finalmente decisa a pubblicare una storia.
            La mia prima, abbiate
pietà. So di essere molto molto negata, ma niente insulti.
                                                     Critiche costruttive.                                                                                                   Sono una persona sensibile.
    Vorrei sapere che cosa ne pensate, se è il caso di continuare
questo obbrobbrio                                                            obbrobbrioso o di eliminarlo. 
                                                          Bene, alla prossima.
                     Me ne vado prima che mi tiriate i pomodorini
in faccia, e io non sono brava                                                               a schivarli.

 
  
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