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Autore: Fanelia    04/11/2013    3 recensioni
Storia introspettiva. Viaggio attraverso le emozioni del protagonista.Una leggera ascesa prima di una caduta a picco nella valle della disperazione. Riuscirà a riprendersi e andare avanti?
Perdetevi con lui sulle vie del suo inferno personale.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Amare è mettere la nostra felicità
nella felicità di un altro."
Leibniz

 
Scusami, ieri ho interrotto il racconto senza avvisarti, è sopraggiunto un impegno improvviso.
Cercherò di farmi perdonare!
Ero sul punto di raccontarti di quando ci recammo da Albert, giusto?
Credo che non potrò mai dimenticare lo sguardo di Candy quella mattina. Nei suoi occhi brillava una nuova certezza, vi potevo leggere il suo essere diventata donna, c’era un qualcosa di diverso in lei. Non potei evitare di chiedermi se lo notassi solo io perché sapevo, o se il cambiamento fosse davvero evidente.
Quella mattinata fu così surreale!
Mi ritrovai ad abbracciare un vecchio amico che non vedevo da anni e a chiedergli la mia Candy in sposa. Temevo che potesse negarmela, del resto ero rimasto “vedovo” da poco, ma il periodo da osservare per il lutto era giunto quasi agli sgoccioli, per cui ci sarebbe bastato essere discreti per qualche mese per poi poter vivere il nostro amore alla luce del giorno. Se fosse stato solo per me l’avrei sposata anche subito, non mi importava di ciò che la stampa avrebbe detto a mio riguardo, ma non volevo assolutamente che infangassero Candy ed il suo nome.
Albert ci diede la sua benedizione, non restava che discutere i dettagli.
Candy doveva tornare a La Porte, aveva bisogno di sistemare alcune cose e voleva venire a vivere a New York. Mi sorpresi della sua decisione, sapevo quanto ci tenesse al suo lavoro, eppure aveva scelto di mettere me, noi, al primo posto. Del resto, come mi disse, avrebbe potuto lavorare anche a New York o in qualsiasi altro luogo avessimo deciso di vivere. Ero io quello legato a quella città a causa del lavoro.
Il giorno successivo lei ed Albert sarebbero partiti e si sarebbe recata alla Casa di Pony, per comunicare la lieta notizia a Miss Pony  e Suor Maria. Avrei tanto voluto accompagnarla ma io avevo gli spettacoli e non potevo lasciare Robert così all’improvviso … o forse sì.
Le chiesi di lasciarmi il tempo di parlare con lui perché volevo andare con lei a La Porte, volevo essere presente quando avrebbe messo al corrente le sue due madri raccontando loro di noi.
Volevo anche vedere la Collina di Pony con lei, ce lo eravamo promessi così tanto tempo prima …
Lei fu felice della mia decisione, credo che in cuor suo ci sperasse; inoltre, ad essere sincero, non avevo alcuna intenzione di separarmi da lei.
Quel pomeriggio le chiesi di accompagnarmi in teatro, quella stessa sera avrei interpretato Otello e poi mi sarei assentato per qualche giorno.
Le presentai il mio maestro ma poi le chiesi di lasciarci da soli, avevo una cosa di cui discutere con Robert  che  si dimostrò comprensivo, rimase solo stupito quando gli accennai che pensavo di non rinnovare il contratto con la compagnia.
Gli ero grato per la possibilità che mi aveva dato e per avermi permesso di diventare chi ero, ma …
Si offrì di consigliarmi alcune compagnie a cui rivolgermi e mi garantì che avrei potuto contare su di lui.  Era dispiaciuto di perdere un attore del mio calibro ma soprattutto un “figlio”, sì mi chiamò così, e io corsi il rischio di commuovermi fino alle lacrime.
Gli volevo bene e gli sarei sempre stato riconoscente per essermi stato accanto e avermi dato fiducia.
Certo avrei prima dovuto discutere di tutto ciò con la mia futura moglie ma, se lei avesse accettato,una volta tornati da La Porte avrei terminato la stagione teatrale e solo alla fine di essa avrei, avremmo annunciato la mia, la nostra, decisione alla stampa.
Mi chiedi se fissammo una data per il nostro matrimonio? Oh sì certo, ci saremmo sposati d’estate il 15 Luglio, a La Porte.
Cosa?
Eh certo amico mio, è ovvio che ora tu possa trovare una valida spiegazione per tutte le volte che ho  interrotto il mio racconto e per quella  nota stonata nella mia infelicità che non ti è mai potuta sembrare completa.
Mentre raccontavo lei era qui, vicino a me! Bene ora lo sai, le carte sono scoperte.
Vuoi conoscere il resto?
Oh beh, ti posso dire che furono tutti entusiasti della nostra decisione, anche se non se lo aspettavano; del resto Candy non aveva messo al corrente nessuno del nostro incontro di qualche mese prima, né della mia lettera.
Solo le sue due madri, che avevano visto la mia lettera, pur non conoscendone il contenuto, a causa dell’irrequietezza di Candy avevano intuito che qualcosa bollisse in pentola, eppure non avevano sperato in una tale lieta notizia.
Vuoi sapere che effetto mi fece rivedere la Collina di Pony?
Se ti dicessi che io e Candy ci prendemmo il tempo per un picnic? Ci eravamo dati quell’appuntamento così tanto tempo prima … fu così strano poter rivedere quel luogo incantato con lei, poter passeggiare su quella collina mano nella mano , sentire il calore delle sue dita intrecciate alle mie … Il cielo era limpido, il sole splendeva alto e tiepido, si intravvedevano i primi fiori fra il verde smeraldo dei prati … com’era diversa dall’unica volta che mi ci ero recato. Mi ricordava tanto quel giorno della festa di maggio alla St. Paul.
Le chiesi di danzare con me.
Sì, non c’era nessuna melodia, ma potevamo ballare al ritmo dei battiti dei nostri cuori.
L’attirai a me e la feci volteggiare.
Mi piaceva vederla ridere spensierata, guardarmi senza timore e mi compiaceva la richiesta esplicita del suo sguardo: i suoi occhi mi stavano chiedendo di reclamare le sue labbra, così la strinsi più vicino e la baciai.
Fu un bacio lungo, sensuale e delicato allo stesso tempo, mi presi il tempo per esplorare la sua bocca ed assaporarne ogni angolo e lo stesso fece lei.
 Non so per quanto si protrasse il bacio, ma di lei non ne avrei mai avuto abbastanza.
Avvicinai nuovamente il  mio volto al suo e la guardai fissa negli occhi.
Potevo vedere tutte le sue lentiggini. Le baciai una ad una poi mi fermai e la guardai nuovamente, aveva gli occhi chiusi e si stava lasciando coccolare.
“Ti amo Tutte Lentiggini. E’ stato così fin dalla prima volta che ti ho visto  e così sarà per l’eternità!”
Lei spalancò i suoi fanali e mi fissò con una tale intensità che mi sentii investito dall’amore di cui brillavano i suoi occhi.
“Forse ci ho messo un po’ per prenderne coscienza Terence, ma sono certa di averti amato da sempre, e sarà per sempre!” mi rispose lei prima di baciarmi.
Non mi ero ancora abituato all’idea che lei potesse prendere l’iniziativa, era sempre stata così pudica … ma mi piaceva eccome la mia nuova Tutte Lentiggini.
Fu in quel momento che decisi di comunicarle la mia idea.
“Candy quando ho visto Robert… ecco io gli ho detto che penso di non rinnovare il mio contratto con la Stratford”
“Terence ma perché? “ mi chiese lei perplessa e incuriosita.
“Ci ho riflettuto a lungo e sono giunto alla conclusione che vorrei lasciare l’America dopo il nostro matrimonio!”
“E dove vorresti andare? E Perché?”
“ In America l’unica città dove potrei continuare a recitare presso una compagnia di un certo livello è New York e come sai non ho dei bei ricordi legati a quella città che per me rimane il luogo che ha visto la nostra separazione, dove ho scontato la mia punizione … non potrei mai vivere in tranquillità! Mi capisci?”
“Ecco io … mi dispiacerà lasciare la mia famiglia e i miei amici … “
Quando sentii quelle parole mi preoccupai, forse avevo dato per scontato che avrebbe capito ma poi mi sorprese come era solita fare.
“Il mio futuro sei tu; per tanto,ovunque andrai, verrò con te!”
Quando proferì quelle parole mi resi nuovamente conto di essere un uomo estremamente fortunato. Per stare con me era disposta persino ad allontanarsi dalla sua famiglia, dai suoi amici, cosa potevo chiedere di più alla vita?
Candy mi sembrava emozionata all’idea di partire nonostante fossi sicuro che si sentiva triste a lasciare alcune delle persone che amava; ma lei sapeva che New York mi avrebbe sempre ricordato il mio inferno con Susanna, motivo per cui non ci pensò due volte e appoggiò la mia proposta senza remore. Sapeva che avevo bisogno di dimenticare, di lasciarmi tutto alle spalle e di ricominciare, e lì non sarebbe stato possibile … in fondo credo che anche per lei fosse lo stesso.
Mi chiese di lasciare che fosse lei ad informare Albert e il resto della sua famiglia.
“Pensavo all’In…”
“Inghilterra!” disse lei precedendomi.
“Sì, mi sembra un buon compromesso, lì io potrei svolgere il mio lavoro e tu riprendere il tuo se lo desideri.”
Lei mi saltò al collo e mi baciò.
“Grazie!” mi disse.
In realtà ero io a dover ringraziare lei. Non solo accettava di passare con me tutta la vita, ma anche di allontanarsi da tutti i suoi affetti pur di stare con me. In quel momento realizzai ancora di più quanto il suo amore nei miei confronti dovesse essere forte. Ne fui felice e le sorrisi. Era bello poter scoprire ogni giorno qualcosa del sentimento che ci legava.
Fu una settimana intensa e strana. Non ero abituato a poter passare tutto quel tempo con Candy e la mattina quando mi svegliavo da solo nella stanza che mi avevano preparato alla Casa di Pony, temevo che fosse un sogno e di essersi immaginato tutto.
Mi assaliva spesso l’ansia di ritrovarmi accanto Susanna e non la mia Tutte Lentiggini.
Ci sarebbe voluto molto ma molto tempo prima che riuscissi a tranquillizzarmi e a cominciare a dimenticare.
Fu strano dover dormire senza di lei. Il desiderio di stringerla a me e tenerla fra le mie braccia mentre riposava era prepotente ma dovevo contenermi e credimi se ti dico che non fu facile.
Riuscii a baciarla raramente anche se la furtività di quei baci rese la situazione divertente!
Mi sembrava di essere tornato ai tempi della St. Paul quando dovevamo stare attenti a non farci scoprire insieme.
In certi momenti mi sentivo quasi felice e spensierato come avrei dovuto sentirmi da adolescente, senza quel bagaglio che mi portavo sempre sulle spalle e che appesantiva la mia esistenza a quel tempo.
Ma torniamo a noi.
Albert permise a Candy di venire con me a New York ma George ci accompagnò, non poteva certo permettere che passassimo del tempo da soli, non ancora.
Avrebbe alloggiato all’Astoria per tutto il periodo della sua permanenza nella Grande Mela.
Certo che furono tre mesi intensi. La nostra frequentazione assidua mi pareva così irreale, poterla vedere tutti i giorni, parlarle, abbracciarla, baciarla … ma anche semplicemente poter passare del tempo con lei mi sembrava un sogno e, se era tale, avrei voluto che nessuno mi svegliasse.
L’ultimo giorno della stagione teatrale fu dei più impegnativi.
Quella stessa mattina rilasciai un’intervista nella quale annunciavo il mio abbandono di Broadway e soprattutto annunciavo al mondo il mio imminente matrimonio.
Mi tempestarono di domande sulla mia futura moglie, mentre il mio temporaneo addio al teatro, sembrò quasi passare in sordina.
Come concordato con Albert e Candy svelai ai giornalisti il nome della mia futura sposa anche se temevo per la caccia alle foto che si sarebbe sicuramente scatenata.  Fortunatamente saremmo partiti la mattina seguente per La Porte e nel giro di poche settimane saremmo convolati a nozze.
Ci restava ancora da affrontare la sua famiglia a cui avremmo dovuto comunicare loro la nostra decisione di partire.
Albert era l’unico ad esserne al corrente e,  per quanto addolorato, ci dimostrò il suo appoggio incondizionato.
Ma vogliamo passare all’ultima mia sera su un palco di Broadway?
Come mi sentii?
Ero emozionato come la prima volta! Quando lo spettacolo terminò ed il pubblico mi reclamò nuovamente sul palco se devo essere sincero fui commosso da tanto calore.
Non pensavo che il mio temporaneo saluto al mondo del teatro Newyorkese avrebbe causato così tanto scalpore; peraltro avrei abbandonato New York ma avevo tutte le intenzioni di riprendere a recitare in Inghilterra.
Fui felice di incontrare lo sguardo di Candy mentre raccoglievo quella standing ovation con cui il pubblico mi stava omaggiando.
Quando raggiunsi il mio camerino fui sollevato di trovarla già lì, avevo bisogno di abbracciarla forte.
Mi sentivo prosciugato, svuotato, ma anche pronto per la nostra nuova vita.
Una sorpresa mi attendeva in camerino: mia madre.
La trovai che cercava di asciugarsi le lacrime e ricomporsi.
Il suo sguardo mi anticipò che mi sarei preso una sonora lavata di capo.
Non avevo ancora avvertito né lei né mio padre di essermi riconciliato con Candy e che intendevamo sposarci.
Se devo dirti la verità ricordo solo la sua gioia immensa quando ci porse le sue congratulazioni. Sapevo che  mia madre avrebbe compreso, chi meglio di lei?
Anche Candy mi sembrò visibilmente commossa.
Eleanor la ringraziò innumerevoli volte per averci dato la possibilità di riavvicinarci e ricordo che ammise che lei aveva sempre continuato a sperare in cuor suo che saremmo tornati insieme un giorno.
Le comunicai la data delle nozze;  la informai che avevamo optato per una cerimonia semplice e senza fronzoli e che nei giorni seguenti avrei contattato il Duca per invitarlo.
Il matrimonio?
Mi perdonerai se non ti racconterò per filo  e per segno come si svolse, ma consentimi di dirti che fu il secondo giorno più bello della mia vita.
Il primo? Vediamo se indovini, ti fornisco un  paio di indizi … mare … fuochi d’artificio …
Bravissimo! 31/12/1912 esattamente! Vedo che ormai ricordi anche tu quella data, eh?
Mi chiedi se ero emozionato? Oh, certamente! Finalmente sarebbe diventata mia moglie e non puoi immaginare come la sua bellezza eterea ben si sposasse con il suo bellissimo, seppur semplice, abito da sposa. Mi parve di vedere una dea quando varcò la soglia della chiesa. Se non ci fosse stato mio padre a sorreggermi caro mio credo che sarei caduto in terra; le gambe mi tremavano per l’emozione quando la vidi incamminarsi verso di me e sorridermi. Solo in quel momento realizzai che stava accadendo per davvero. Finalmente la vita tornava a sorridermi, a sorriderci. Finalmente un lieto fine anche per noi.
Mi ricordo che dopo la funzione mia madre si avvicinò e mi ripeté quelle stesse parole che aveva utilizzato in Scozia tanti anni addietro: “Spero che le cose con la ragazza con le Lentiggini filino lisce in futuro!”
E lo speravo anche io.
Fu nel momento in cui il prete ci dichiarò marito e moglie che cominciò la nostra nuova vita.
Mi lasciai l’inferno alle spalle e liberato dalla mia colpa di cui ormai avevo terminato la espiazione, lasciai che la mia Beatrice mi prendesse per mano e mi conducesse per le vie del Paradiso.
Perché è questo che era per me, un paradiso, il mio piccolo mondo perfetto.
Tutto ciò di cui avevo bisogno per essere un uomo migliore ed essere felice erano lei ed il suo amore.
L’Inghilterra?
La nostra nuova casa ci accolse a braccia aperte, nessuno di noi aveva pensato di potersi trovare così bene lì ed ambientare con una tale facilità.
Vuoi sapere dove decidemmo di piantare radici? Mmm… dai vediamo se indovini anche questo … ti dico che la città si trova su di un fiume, e  … Shakespeare.
Eh sì, proprio Stratford! A quei tempi pullulava di compagnie teatrali di un certo livello e non mi ci volle molto per ottenere un ruolo di rilievo, la mia fama, perdonami l’immodestia, mi precedeva anche nell’antico continente.
Anche Candy trovò lavoro nell’ospedale locale.
Ero così felice di vedere la mia Tutte Lentiggini realizzata e felice, certo le mancavano i suoi cari, ma sarebbero venuti a trovarci per le vacanze di Natale.
Finalmente ero felice. Davvero.



Nda: perdonatemi il ritardo, in questo periodo vado di fretta. Domani posto l'ultimo, credo di fare un post unico per ultimo cap ed epilogo... o forse li separo ma li posto entrambi domani, sono talmente brevi.
E siamo arrivati alla conclusione della I delle mie avventure... anche se in realtà è l'ultima FF che ho scritto e sarà l'ultima che scriverò su questa splendida coppia. Le altre, tra cui riconoscimi, sono state scritte prima ma sono pigra e non ho avuto voglia di corrggerle prima. NAHHH, in realtà stavo correggendo altro e non riesco a concentrarmi su troppe cose.
Vi anticipo che, finita riconoscimi, correggerò Tappeto di Fragole. È lunghina ma mi prenderò i miei tempi, andrò di 1 cap. alla settimana. Spero di trovarvi anche li, per quanto silenziosi... meglio presenti e silenziosi che assenti!
Grazie e a domani!
   
 
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