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Autore: percabeth2000    04/11/2013    1 recensioni
Alis è una figlia di Eris. Ben presto dovrà affrontare un pericolo, lo stesso che sta minacciando anche il Campo, insieme a Nico di Angelo e a qualche altro semideo ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV.ALIS

Mi sveglia che dovevano essere circa le sette e mezza a giudicare dalla debole luce che vedevo tra le tende.
Mi sentivo decisamente meglio, la febbre ormai doveva essermi passata e nel rigirarmi mi accorsi che non ero sola, Nico era esattamente al mio fianco e la situazione non fece che confondermi visibilmente.
Quando?.... Non ricordo, dovevo avere più febbre di quanto immaginassi.
Solo dopo mi ricordai di tutto, ma che diavolo di figura avevo fatto? Neanche fossi pazza, bé, un po’ lo sono.
Non potevo alzarmi o avrei rischiato di svegliare lui e di cadere a faccia a terra io: ora che la febbre si era attenuata e la testa non pulsava più e il dolore della botta alla gamba lo sentivo intenso. Decisi di pensare.
Pessima idea.
Primo problema: se voglio affrontare un esercito di persone con la mente ingarbugliata devo allenarmi di più e ho solo una settimana.
Secondo problema:da quando mi fido di qualcuno che conosco da si e no tre giorni o poco più? Io sto dormendo con lui, o meglio, ho dormito con lui. Che diavolo ho in testa? Tutta colpa della febbre, devo essere impazzita oppure … oppure lui mi piace, nella peggiore delle ipotesi. Peggiore perché l’amore è una medaglia con due facce: altezza o abisso, felicità o tristezza, vincita o sconfitta, gloria o perdita.

“Buongiorno” sentii dire con voce allegra e squillante. Ruel se ne stava a guardarmi con un bel sorriso mentre
Desmond era dietro di lei con un sorriso malizioso.

“Pensavo avessi la febbre” disse Desmond “Non che te la stessi spassando”

“Vai al diavolo Desmond! Comunque credo che la febbre mi sia scesa” dissi arrabbiata e imbarazzata.
Vedi te cosa va a pensare mio fratello.

“Quindi ora stai bene?” chiese Ruel dolcemente.

“Sì, ma mi sa che mi terranno un altro giorno qui per sicurezza” gli risposi un po’ malinconica. Mi manca il mio letto, la mia cabina, i miei fratelli.

“Oh, se ti diverti tanto puoi stare qui ancora un po’ tanto sei in buona compagnia”disse Desmond quasi ridendo.

“Appena torno in forze di atterro, aspetta solo che mi passi il dolore alla gamba e altro che morto” dissi minacciosa.

“La gamba?” chiese Ruel confusa “Non avevi la febbre?”

“Sì, ma sono caduta e ho preso una brutta botta , non preoccuparti, passerà … e tu? Desmond ha fatto il bravo ieri?” chiesi curiosa e ormai del tutto sveglia.


“Sì, quando sono tornata dalla mia lezione con i pegasi c’era anche la sua ragazza, stavano guardando delle foto”

“Vedo che qui quello che se la spassa sei tu, ragazzo mio”dissi a Desmond che avrebbe strozzato Ruel.

“Chi se la spassa?” chiese Nico.

“E tu quando ti sei svegliato?” gli chiesi voltandomi.

“Ora, mi avete svegliato” rispose stirandosi e iniziando a scendere dal letto.

“Scusa” sussurrò Ruel.

“Non ti preoccupare, tanto devo andare comunque da Chirone. Ho già saltato gli allenamenti ieri se non mi faccio vedere mi danno disperso” gli rispose Nico tranquillo.

“Salutamelo” gli chiesi. Si girò di scatto come a verificare che lo avessi detto davvero, gli occhi erano tornati duri, taglienti e belli come l’ossidiana.

“Va bene” mi disse soltanto prima di salutare e andarsene.

“Andiamo anche noi sorellina, anch’io ho degli allenamenti  e anche Ruel” disse Desmond.

“Mi mancherai” mi disse invece Ruel abbracciandomi e provocando una fitta di risentimento allo stomaco.

“Anche tu” gli risposi soltanto.

“ Ciao” salutarono insieme.

Passai tutta la mattina stando sdraiata a fissare il soffitto bianco con mille pensieri che mi vorticavano per la testa in cui il principale era Nico.
Faccio fatica a fidarmi di tutti, di tutti, ma con lui è stato diverso e non so bene se sia un bene o un male, mi capisce e non mi succede spesso che qualcuno mi capisca a fondo invece con lui certe volte sembra quasi che non ci sia bisogno di parole come se mi capisse senza parlare. Solo con un’espressione, un gesto, una smorfia o il tono mi capisce e mi sento vulnerabile, forse intimorita? No, non è la parola giusta. Io sono curiosa, curiosa di sapere come mai mi capisce, curiosa di sapere quello che pensa lui. Curiosa e basta.

Verso le quattro qualcuno entrò dalla porta e pensavo di vedere Desmond o Chirone o magari Ruel e invece entrò Chiara con un bel sorriso stampato in faccia.

“Come sta la malaticcia?” mi chiese sedendosi sul bordo del letto.

“Abbastanza bene da capire che è successo qualcosa che ti rende particolarmente felice” gli risposi.

“Io sono sempre felice, lo sai, mi conosci” disse lei mantenendo sempre il sorriso.

“Sì, ma oggi più del solito …”

“In effetti, due eventi mi hanno sconvolto la giornata” confessò.

“Allora …”

“Allora cosa?” chiese facendo la finta tonta.

“Allora racconta. E’ tutta la mattinata che sono qui a girarmi i  pollici, se non hai niente da darmi puoi anche andare”

“Bé, motivo uno, Mattia è molto simpatico e meno male, ci sono già abbastanza deficent …”

“Sì, ho capito” la bloccai.

“Motivo due, ho parlato con Nico”

“Ti piace Nico?” chiesi sconcertata mentre mi montava dentro una strana rabbia.

“No, assolutamente, dovresti conoscermi Alis! E poi preferisco i biondi. Perché? Sei gelosa?” mi chiese divertita.

“No” risposi anche se sentivo le guance arrossarsi.

“Ok …”

“Ma se non ti piace, perché sei contenta di aver parlato con lui?” chiesi stranita.

“Due motivi” rispose.

“Sempre due motivi in ogni domanda che ti faccio è? Mai una risposta semplice …”  mi rassegnai.

“allora, il primo è che non ci avevo mai parlato …” disse mentre nel mio cervello mi chiedevo: che razza di motivo è questo? “e il secondo è quello che mi ha detto e no, non te lo dico”

“Non ti ho neanche chiesto niente” dissi io sulla difensiva.

“Lo avresti fatto” mi disse.

“Che cosa avrebbe fatto Alis?” chiese Nico guardando Chiara in modo strano. Quei due nascondono qualcosa.

“Mi avrebbe fatto una domanda se non l’avessi bloccata prima” spiegò Chiara.

“In verità non puoi saperlo visto che non è avvenuto” gli dissi io.

“Ok, non litigate. Tra un’ora circa c’è la cena e visto che tu sei in convalescenza Chirone ci ha dato il permesso di farla qui se non ti da fastidio” propose Nico.

“No, figuratevi, non date fastidio” dissi.

Restarono lì fino al coprifuoco e per tutto il tempo non facemmo che parlare del più e del meno senza troppe preoccupazioni finché quando lasciarono la mia stanza non mi accucciai nel letto, e anche senza il calore del corpo di Nico mi addormentai.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Spero il capitolo vi sia piaciuto, a me personalmente non fa impazzire però un pochino mi diverte. A presto.
percabeth2000

 
  
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