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Autore: reve99    04/11/2013    0 recensioni
due giovani ragazzi: Andrea e Giacomo, verranno introdotti nell'età matrimoniale, i complessi rapporti che ne scaturiscono faranno capire ad entrambi il vero significato dell'amore che spesso si cela dietro il dialogo. un piccolo brano complesso per contemplare i pensieri dell'uomo di fronte all'amore
dal testo:
Giacomo non cercarmi, sono scappata, scappata da questa prigione che il nostro rapporto è diventato
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche tempo fa, vicino alla Svizzera, in un paesino a nord dell’Italia, due giovani amici, che erano cresciuti insieme fin dall’infanzia si sposarono, uno si chiamava Andrea, l’altro Giacomo, erano due coppie indubbiamente felici, la moglie di Andrea, Elisa, diceva più volte che non avrebbe mai cambiato l’uomo che aveva sposato, lo stesso pensava Anna, la moglie di Giacomo. Qualche mese dopo Giacomo fu costretto a trasferirsi per il lavoro che svolgeva, e salutando tristemente l’amico andò a vivere insieme a sua moglie nel sud dell’Italia, vicino a Catania. Nonostante i due amici fossero cresciuti insieme avevano caratteri molto diversi, Andrea era riflessivo, calmo e pacato, e nascondeva spesso i suoi sentimenti elaborandoli nel suo cuore, Giacomo al contrario era molto impulsivo, amava rivelare vistosamente ciò che provava, fosse rabbia oppure amore. Questi caratteri rispecchiarono anche il loro legame di coppia. Giacomo era solito comportarsi con la moglie in modo esplicito, amava toccarla vistosamente in giro, la riempiva di complimenti appiccicosi e languidi baci. Tuttavia quando c’era bisogna di parlare di cose importanti, magari di problemi familiari o riflessioni personali, Giacomo cercava di cambiare discorso, prendeva tutto allo scherzo e svalutava tutte le cose importanti con un bacio, magari o con un complimento già registrato molte volte, che perdeva ogni volta, sempre più il suo sapore. Al punto che anche la loro vita di coppia divenne insipida. Poiché tutte le cose importanti e serie, venivano rimandate e sostituite con rapporti corporei. Ben diverso era invece il legame di coppia di Andrea. Lui amava parlare con sua moglie, anche quando tornava stanco dal lavoro, limitava i rapporti fisici con lei, tuttavia, quelle poche volte erano sinceri e tutte le parole di gentilezza che uscivano dalle sue labbra erano vere. Anna sembrava felice, non v’era nulla d’oscuro tra di loro e tutti i pesi del loro cuore venivano confidati e detti. Al contrario Elisa sembrava sempre più triste, come se un peso sempre più grande gli invadesse il cuore e gli opprimesse l’anima. Non parlavano più, lasciavano il loro rapporto soltanto ai “gesti concreti”, come li chiamava Giacomo. Dopo qualche mese dal trasferimento di Andrea, Giacomo, tornato a casa da lavoro, trovò sul tavolo della cucina un biglietto che diceva: Giacomo non cercarmi, sono scappata, scappata da questa prigione che il nostro rapporto è diventato, una prigione morbosa di sofferenza, la vita mi sta sempre più schiacciando senza che tu faccia nulla per alleviarne il dolore, anzi, tu per primo diventi un peso che io devo sopportare. Addio!” Giacomo non capì molto bene il senso di questa lettera, tuttavia non ci mise molto a dimenticare la sua compagna, tutti quei complimenti non erano altro che viscide parole che ora scivolavano nel tempo e scomparivano. Andrea, dall’altra parte continuava il rapporto sempre più fiorente di affetto. Avevano avuto due figli, un maschio e una femmina e il loro rapporto non era morboso e puramente sessuale, si limitava soltanto a poche volte e per di più comunicavano con dolci carezze, baci incantati, lieti sorrisi e soprattutto con le parole. Anna aveva tante sofferenze e lutti nel cuore, tuttavia con l’aiuto di Andrea sembrava superarle almeno in parte, si sentiva confortata dal sostegno del suo sposo, al quale rivelava ogni cosa. Lo stesso anche per Andrea. Passarono molti anni e Giacomo, ormai vecchio e solo, dopo aver speso la sua vita alla ricerca della mondanità, per caso dovette ritornare al nord, ma aveva dimenticato già da molto tempo il suo amico. Una volta stabilitosi là dopo qualche mese che si trovava in quel luogo, vide una coppia di anziani signori, un maschio ed una femmina, camminavano a tentoni e si sostenevano l’un l’altro, erano abbracciati e visti da lontano, sembravano un'unica persona. In quello sguardo Giacomo riconobbe l’amico da cui tanto tempo fa s’era staccato. Lo vide, pieno di meraviglia, lo abbracciò e gli disse: “Questa è Anna?” gli rispose l’amico: “Sì. Dov’è tua moglie?” “Ci siamo lasciati qualche mese dopo che mi sono trasferito, dice che l’ho incatenata.” Qui diede una smorfia di menefreghismo, poi riprese: “Voi invece, come avete fatto a stare insieme per tutti questi anni?” rispose saldamente Andrea: “Lasciavamo parlare soltanto l’anima, non il corpo."
Giacomo ebbe un ispirazione e forse quella lettera misteriosa, ora aveva un senso per lui…
 
  
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