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Autore: enemyarrives    04/11/2013    3 recensioni
Fino a che punto un vuoto può essere riempito, o una ferita rimarginata? E un cuore spezzato può essere riparato tanto facilmente? I ricordi torneranno sempre a tormentarci ed i protagonisti di questa storia lo sanno bene.
“E’ possibile sentirsi soli, in un posto pieno di gente? Credo proprio di sì, perché era così che mi sentivo costantemente. Non avevo più nessuno, nemmeno una famiglia. Avevo persino dimenticato cosa volesse dire averne una ed era tutta colpa mia, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro." (Dal capitolo 8.)
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Claire.
Quel pomeriggio, quando tornai a casa, trovai Jared ad aspettarmi. Quel giorno non era venuto a scuola, aveva detto di avere una cosa importante da fare, ma non aveva voluto dirmi cosa fosse. Appena entrai in salone, balzò in piedi sorridendo e mi venne incontro.
“Claire, ho una cosa da proporti, ma voglio aspettare anche mamma e Shannon, almeno la dico a tutti e tre.”
Sorrise entusiasta ed io feci una faccia confusa e curiosa, sedendomi sul divano.
“E’ questo che dovevi fare oggi?”
“Beh sì, ho organizzato tutto.”
Sembrava davvero contento e questo non faceva altro che aumentare la mia curiosità.
“Oh, ti ho preparato anche il pranzo” mi porse un sacchetto con dentro un sandwich al prosciutto “scusa, ma non so cucinare.”
Fece una smorfia ed io sorrisi, iniziando a mangiare quel che mi aveva dato.
“Non preoccuparti, va bene. In realtà non ho molta fame.”
“Come mai?”
Si sedette accanto a me, facendosi un po’ preoccupato.
“Non so, forse i pensieri..”
Farfugliai, con la bocca piena.
In quel momento la porta dell’ingresso si aprì e Shannon entrò in casa. Era bellissimo; aveva alcune gocce di pioggia nei capelli, il giacchetto di pelle nera aperto sulla maglietta grigia, i jeans strappati sul ginocchio e gli anfibi neri slacciati. E poi quegli occhi profondi, quasi grigi e marroni per la pioggia, sembravano scavarti dentro, nel profondo, mettendoti completamente a nudo. Avvampai, sentendomi improvvisamente imbarazzata, e mi sbrigai a finire il panino.
“Sta piovendo tantissimo, nemmeno avevo l’ombrello” fece una smorfia di disappunto “vado a mettermi dei vestiti asciutti.”
Detto questo salì le scale e Jared sbuffò.
“Speriamo che domani faccia bel tempo allora, altrimenti non possiamo fare nulla.”
“Mi dici cosa? Mi stai facendo incuriosire.”
Chiesi, sempre più impaziente, ma lui scosse il capo.
“Tieniti la tua curiosità, non lo dirò prima dell’arrivo di mamma.”
Appena finì di dirlo, la porta d’ingresso si aprì nuovamente e mamma fece capolino nella stanza, sorridendo.
“Eccomi qui.”
“Oh, ora ci siamo tutti e posso dirvelo!”
Balzò in piedi e sorrise come un bambino, mettendosi davanti a noi. Shannon scese subito dopo e si poggiò al divano.
“Cos’è tutto questo entusiasmo, bro?”
“Allora. Dato che mancano solo tre giorni alla partenza di Shannon, avevo pensato che potevamo andare tutti insieme al parco divertimenti che hanno aperto da poco.” Si mise una mano in tasca e tirò fuori quattro biglietti, mostrandoceli. “Li ho avuti gratis da un mio conoscente. Ditemi se vi va.”
Mamma sorrise subito entusiasta.
“Mi sembra una bell’idea, bravo Jared. Tu che ne pensi, Shan?”
Shannon annuì, ma sembrava assente.
“Sarebbe carino.”
Lo guardai di sottecchi. A che stava pensando? Forse non vedeva l’ora di partire o l’idea di dover stare con me tutto il giorno non lo faceva felice più di tanto. Volevo solo capire perché lo infastidivo così tanto, dato che mi aveva detto di aver scherzato solamente, quindi non provava nulla per me. Era tutta una bugia? Non sapevo più a quale Shannon credere, a quello che scherzava sempre o a quello di adesso, freddo e schivo. Ma ormai non riconoscevo nemmeno più me stessa.
“Claire, tu che ne pensi? E’ una bell’idea, no?”
Mi chiese Jared, sorridendo.
Spostai lo sguardo su di lui e mi strinsi nelle spalle.
“Sì..è fantastica, Jared.”
Risposi, dopo un po’, senza troppo entusiasmo.
 
L’entrata del parco era stracolma di gente, dato che era Domenica. C’erano gruppi di ragazzi, famiglie con i bambini e coppiette. Noi eravamo in mezzo a tutta questa gente. Stavamo aspettando da mezz’ora e l’impazienza iniziava a farsi sentire. Jared sorrideva pimpante, mentre mamma si guardava intorno curiosa. Shannon era accanto a me, in silenzio. Lo guardai di sottecchi; avevo la stessa sensazione del giorno prima, come se sembrasse assente o lontano. Avrei voluto davvero sapere a cosa stava pensando.
“Finalmente, hanno aperto!”
Disse mamma, porgendo subito i biglietti all’uomo lì davanti.
Jared entrò per primo, seguito da tutti noi.
Il parco era nuovo ed enorme. Era pieno di giochi acquatici, montagne russe e trenini che portavano da una parte all’altra.
Mi precipitai immediatamente sotto le montagne russe.
“Proviamo queste!”
Jared rise raggiungendomi, seguito da Shannon, che mi guardò scettico.
“Claire, tu odi le montagne russe.”
“Ma non saranno così male, voglio solo divertirmi per oggi.”
Sorrisi e mi sedetti su un sedile. Jared si mise accanto a me, mamma e Shannon dietro.
Strinsi l’appoggio davanti a me, sentendomi agitata. Non ci ero mai salita, ma quel giorno volevo solo svagarmi e non pensare a nulla. Appena partì, sentii il vuoto sotto i piedi. Inizialmente stava andando piano, ma, all’improvviso, accelerò e fu come se mi avessero risucchiato l’aria dai polmoni. Mi ressi più forte alla sbarra del sedile, ma il senso di vuoto e, nello stesso tempo, di oppressione non mi dava pace. Tutti urlavano, io chiusi gli occhi, avvertendo una morsa allo stomaco appena fece il primo giro, poi il secondo ed un altro ancora. A quel punto non sentii più nulla, mi abbandonai sul sedile, con la vertigini e i brividi in tutto il corpo, pregando che finisse presto.
 
“Claire, ehi?”
Sentivo schiaffeggiarmi il viso da una mano, ma mi sentivo debole, con le orecchie che fischiavano e un senso di nausea che mi pervadeva. Aprii gli occhi lentamente, trovando il viso di Shannon sopra di me. Aveva un’espressione preoccupata, che si tranquillizzò appena vide che avevo ripreso i sensi.
“Sono svenuta..vero?”
Sussurrai, stordita e mi misi una mano sulla fronte.
“Sì, sulle montagne russe.”
Si tirò su, sedendosi su una panchina dietro di me. Mi aiutò a mettermi vicino a lui, ma gli cadetti addosso di peso. Pensai che stesse per scansarmi, invece mi avvolse con le braccia.
“Ci hai fatti preoccupare, lo sai? Eri bianchissima.”
Sospirò, stringendomi forte a se.
Non m’importava nulla in quel momento, né di essere svenuta né del parco divertimenti. Volevo solo rimanere così, tra le sue braccia e poggiata al suo petto.
“Scusami.”
Sussurrai, nascondendo il viso tra la sua spalla ed il suo collo.
Lui non rispose, ma mi tirò di più contro di lui. Mi stringeva talmente forte che potevo sentire il battito del suo cuore. E rimanemmo così, stretti, finché Jared e mamma non arrivarono e lui mi prese in braccio, portandomi così fino a casa. Mi beai della sua stretta attorno a me, del calore che emanava e del suo profumo e mi addormentai, con un lieve sorriso sulle labbra.



Sì, stavolta ho voluto essere taaanto sdolcinata, perché ci vuole, dopo tutto quel che hanno passato. PERO' Shannon dovrà partire e ci sarà altro dolore. Lo so, sono crudele. Spero di aver reso bene l'idea con la descrizione dell'abbraccio di Shannon, perché l'ho provato proprio Sabato. E bene sì, ho abbracciato Shannon Leto ed è stata la cosa più bella della mia vita, già mi manca da morire cwc
Al prossimo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate della storia c:

                                                                                                                           Martina.
   
 
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