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Autore: Lunatica14    04/11/2013    0 recensioni
"Mi siedo lentamente e rimango in silenzio. Alina è a testa china, lo sguardo vuoto. Gli occhi spalancati nel tentativo di non piangere. Inutile. In pochi istanti, le lacrime iniziano a rigarle il viso, diventando nere a causa del trucco. Piange senza un lamento, in un silenzio pieno di urla mute.
E io sono afflitta dai sensi di colpa.
Gran bel modo di iniziare una giornata."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fuori piove lentamente. Sono sotto le coperte a fissare le gocce che scendono  lievi. Sento bussare  alla porta. La voce calda di mia madre mi riscuote dolcemente:  <>.
<> mugolo dalla mia tana. La porta si richiude piano. Sposto le coperte e un freddo gelido mi assale. Ho giusto il tempo di  stropicciarmi gli occhi che una furia invade la mia camera.
<>  urla all’ improvviso Clara.
<> rispondo un po’ intontita. Senza accorgermene mi sono riaddormentata.
<>.
Non ne ho voglia, perciò mi giro dall’altra parte e inizio a sonnecchiare.
Allora Clara mi prende per un braccio e mi tira giù dal letto.
Scatto in piedi furente. <>.
Clara mi guarda come se fossi un marziano. So che sta per mettersi a gridare e mi preparo al colpo. Inspiro profondamente e chiudo gli occhi. Passa qualche secondo. Riapro gli occhi e vedo Clara immobile e Alina che ci guarda sconvolta.
<>  sbotta nervosa. <>. Sto per protestare ma qualcosa nello sguardo di Alina mi intima di starmene zitta. Le mie due amiche escono dalla mia stanza e io apro l’armadio.
Vediamo… Cosa mi metto? Mi chiedo perché mi sono posta questa domanda. Prendo un paio di jeans strappati, una felpa grigia e le mie converse nere. Vado in bagno e mi lavo la faccia e i denti. Guardo il mio riflesso allo specchio: i capelli castano chiaro sono tutti in disordine. Decido di farmi una coda. Ecco: ora è molto meglio. Non so perché mi viene istintivo pensare di risaltare gli occhi celesti con un ombretto scuro. Naaaaah! I trucchi non fanno per me.
Scendo le scale e trovo mio fratello in cucina che divora un toast. Alza appena gli occhi dal tavolo e poi torna a concentrarsi sulla colazione: è il suo modo di salutarmi.
<<’Giorno Marco>> gli rispondo. Mi preparo un thè mentre mia madre mi serve dei dolci appena sfornati. E’ stranamente di buonumore stamattina. Non oso chiedermi il perché e, dopo aver finito la colazione, raggiungo Clara e Alina in salotto.
<> chiedo allegra.
<> propone timidamente Alina. Io e Clara ci scambiamo un’ occhiata fugace e scoppiamo a ridere.
<> borbotta piano.
<> diciamo in coro.
Alina arrossisce e per tutta risposta mette il broncio. Io e Clara ci asciughiamo le lacrime dagli occhi e decidiamo di accontentarla. Prendo il cellulare e compongo il numero di Fabio.
<> Mi risponde una voce rilassata.
<Val? Che razza di soprannome è ‘’Val’’ ?? <>.
<>. Ammicco in direzione di Alina. Lei mi sorride.
<Delice per un caffè. Ci vediamo là fra mezz’ora>> risponde.
<> e spengo il telefono.
<> mi chiede Alina preoccupata. La sua ansia mi innervosisce. <Delice tra mezz’ora>>.
C’è ancora tempo, così decidiamo di fare un giro in centro. Io e Clara usciamo fuori e recuperiamo le nostre moto: due Vespe fiammanti, una nera e una bianca. Ammetto che facciamo un figurone tutte le volte che le usiamo.
Giriamo per il centro, Alina dietro di me. Ci fermiamo in un negozio sportivo in cerca di un pallone da pallavolo decente. Niente da fare. Scegliamo, allora, di sederci al parco.
<> mi domanda Alina all’improvviso.
<> chiedo confusa.
<> risponde come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
<> azzardo. Alina mi guarda sbigottita. Credo stia riflettendo sulla possibilità che io sia completamente impazzita. Poi lancia uno sguardo d’intesa a Clara e lei capisce al volo. Sorridono compiaciute. Non voglio sapere cosa hanno in mente: non mi importa. Lancio uno sguardo alla schermata del telefono e leggo un nuovo messaggio ricevuto: è di Fabio. Mi chiede dove siamo finite e dice che loro sono già tutti al bar. Bar? IL BAR!
Mi alzo di scatto e raccolgo le mie cose. Clara mi fissa per un instante soltanto e capisce. Fa un cenno a Alina; anche lei ha capito. Saltiamo sulle moto e partiamo sgommando. In dieci minuti arriviamo al Delice.
Per fortuna Fabio e gli altri sono ancora lì. Parcheggiamo i motori e ci dirigiamo verso il loro tavolo.
<> nota una voce.
<> rispondo non degnandolo quasi di uno sguardo.
Passo in rassegna i volti delle persone sedute al tavolo: Riccardo, Fabio, Gaia.
Ci sono tutti, manca solo… <> La vocina squillante di Alina mi rimbomba nelle orecchie.
Mi giro verso l’entrata del bar e vedo un ragazzo alto e dai capelli scuri avanzare verso il nostro tavolo. In effetti, non è male. Alina ha sempre avuto degli ottimi gusti. La guardo. Sorride radiosa. Fisso compiaciuta i suoi occhi scuri improvvisamente illuminati, quando il sorriso le scompare dalle labbra e gli occhi lanciano fiamme verso un punto preciso dietro di me.
Mi volto e vedo una ragazza alta, coi capelli biondi ben acconciati, camminare appiccicata a Stefano. Indossa un vestitino blu, che le arriva a metà coscia, e dei tacchi neri altissimi. E’ truccata di tutto punto e la riconosco dal suo atteggiamento di superiorità. Eleonora. E’ la ragazza di Stefano, ma nessuno sa come questa storia vada ancora avanti. I due si siedono dal lato opposto del tavolo rispetto a noi.
<> saluta Stefano <>. Guardo l’orario: sono le undici meno dieci. In effetti, è un po’ in ritardo.
 Ad un tratto mi accorgo dello sguardo di Eleonora. Sta fissando Alina con un misto di maligna felicità e disprezzo. Noto che le sue labbra si muovono lentamente, sputandole insulti silenziosi.
Alina non risponde alla provocazione. Si gira dall’altra parte e inizia a parlare con Gaia.
Sono veramente orgogliosa di lei; ha un autocontrollo eccezionale. Io, al suo posto, le avrei lanciato un cappuccino.
Eleonora si rende conto dell’indifferenza di Alina e fa qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Non davanti a me. Si alza all’improvviso e, con voce smielata, attira l’attenzione di Stefano: <> conclude con occhi dolci.
Trattengo un conato di vomito. Riccardo e Fabio guardano scioccati Stefano, in attesa di una sua risposta. Clara e Gaia, invece, lanciano occhiate di fuoco ad Eleonora, che sorride compiaciuta.
E Alina? Lei ha gli occhi spalancati, velati di lacrime, e fissa implorante Stefano, che sembra abbastanza confuso.
<> ma non ha il tempo di cercare altre scuse che Eleonora ha già assunto l’aria imbronciata.
<> conclude facendo la vittima.
Lo sguardo di Stefano s’indurisce. <> chiede.
La strega ne approfitta. <certe persone non siano felici del nostro fidanzamento e che facciano di tutto per farci litigare>>. Lancia un’ occhiata veloce verso di noi.
Stefano la nota e risponde con voce leggermente irritata. <>
<> inizia Eleonora, ma non le lascio il tempo di continuare. Non le permetterò di rivelare davanti a tutti che Alina ha una cotta per Stefano, perciò prendo in mano la situazione.
<> confesso alzando la mano con noncuranza. Mi guardano tutti a bocca aperta. Tutti tranne Riccardo, che sorride giocherellando con le chiavi.
<> mi chiede Stefano incredulo.
<> confermo con un orgoglio che non dovrei provare. <> non riesco a finire la frase che Stefano si alza infuriato.
<> mi urla contro. I clienti nel bar ci guardano curiosi. Mi rendo conto solo adesso di quanto l’abbia fatto arrabbiare.
<>. Pronuncio le ultime parole molto lentamente. Stefano sembra colpito da questa frase. Era quello che volevo: voglio che ci mediti su. Lancio uno sguardo veloce ad Alina e anche lui fa lo stesso. Lei alza lo sguardo e i loro occhi si incrociano. L’espressione di Stefano fa capire che ha intuito qualcosa. E anche Eleonora. Con rapidità pensa ad un modo per sistemare la cosa. Afferra Stefano per un braccio e senza dire niente lo trascina fuori. Mentre mi passa accanto, lui mi guarda confuso. Forse ha capito, forse no. Mi siedo lentamente e rimango in silenzio. Alina è a testa china, lo sguardo vuoto. Gli occhi spalancati nel tentativo di non piangere. Inutile. In pochi istanti, le lacrime iniziano a rigarle il viso, diventando nere a causa del trucco. Piange senza un lamento, in un silenzio pieno di urla mute.
E io sono afflitta dai sensi di colpa.
Gran bel modo di iniziare una giornata.
  
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