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Autore: roselline    04/11/2013    2 recensioni
Spoiler ep.58 della prima serie.
Vi siete mai chiesti come sarebbe la trama se... no, non voglio anticiparvi nulla. Al massimo leggete le NdA. Non mi va di spoilerare la trama.
"Diamine, questa ragazza avrà qualcosa che mi sfugge, e che mi attira in un modo impressionante. Forse è il suo modo di fare…"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Impulsività per la Sabbia.

Ormai erano passati diversi giorni da quando Narumi e gli altri avevano combattuto per passare alla fase successiva per le selezioni dei Chounin, eppure la prima era ancora lì, distesa nel suo letto d’ospedale a dormire in tranquillità, come se non esistesse nient’altro che il riposo. Quasi faceva impressione. Fortunatamente, e chissà come, aveva un angelo custode che, seduto accanto al suo letto, vegliava su di lei mentre continuava a giocare a Shoji. Era una tranquilla giornata di sole, lì alla Foglia. Tutto si muoveva con tranquillità e lentezza attorno ai cittadini di quel villaggio… più o meno. Shikamaru continuava a giocare, e ogni tanto si voltava per assicurarsi che Narumi stesse dormendo in tranquillità… a dire il vero si voltava per non essere preso di mira da uno scherzo, quelli che di solito usava fare. Era una ragazzina un po’ problematica per tutti, a dire il vero, ma nell’incontro con Kiba era riuscita a sorprendere tutti, stranieri e non. Fece di nuovo una mossa, scrutando prima i pezzi disposti, e poi si voltò di nuovo, a guardarla: era un vero e proprio maschiaccio. I suoi capelli corti e sempre in disordine avevano sempre messo in discussione il fatto che fosse una ragazza, per non parlare del suo comportamento e il suo bisogno di mettersi sempre in mostra. Ma c’era stato qualcosa in Narumi che aveva sempre affascinato Shikamaru, qualcosa che gli altri non avevano, qualcosa di speciale e di bello. Un qualcosa che il ragazzo ancora non riusciva a capire, ma che aveva il sospetto di scoprire, se avesse continuato ad essere suo amico.
«Accidenti, Narumi non si sveglia più. Spero che non stia troppo male» Il viso rilassato di lei lo faceva preoccupare. Più che altro sperava che non fosse morta, ma era sempre troppo tragico, probabilmente era solo troppo stanca per le due prove consecutive che aveva dovuto affrontare. Sospirò esasperato, chiudendo gli occhi. Aprendoli fissò per un secondo la scacchiera che aveva davanti, pensando che si stesse avvicinando l’ora di pranzo e forse Narumi si sarebbe svegliata con l’odore del cibo, ma notò immediatamente che la clessidra, che aveva messo lì per cronometrare il tempo di gioco, aveva qualcosa che non andava. «Ma… cosa succede? Accidenti… la clessidra si è fermata, ma non capisco come mai» Intanto Narumi iniziò ad aprire gli occhi, passando dalla sfocata alla nitida visione della stanza. Voltò la testa alla sua sinistra, dove trovò uno Shikamaru sorridente, contento che finalmente si fosse svegliata. «Ehilà! Finalmente ti sei svegliata!» Non riusciva a non sorridere ora che i suoi occhi azzurri si erano aperti. Diamine, questa ragazza avrà qualcosa che mi sfugge, e che mi attira in un modo impressionante. Forse è il suo modo di fare…
«Cosa ci fai qui? Dove sono?» Chiese con la voce impastata dal sonno, mentre si guardava attorno.
«Sei in ospedale, mia cara. Hai dormito ininterrottamente per tre giorni e tre notti» Rispose il ragazzo con la testa d’ananas.
Narumi lo guardò, ancora confusa dal sonno e un po’ dalla stanchezza. «Per tre giorni…? – fece una pausa – HO DORMITO PER TRE GIORNI?!» Urlò, togliendosi le lenzuola di dosso e scattando in piedi sul letto. Shikamaru sgranò gli occhi, guardandola.
«Calmati! Ma… cosa ti prende?»
«Shikamaru! Quando comincia la prova finale?» Chiese, chiudendo i pugni e guardandolo, sgranando i suoi grandi occhi cerulei.
«Beh… comincia domani» Disse, non mettendo in conto la sua possibile reazione, che non tardò ad arrivare..
«DOMANI?!» Afferrò Shikamaru per la maglietta e lo avvicinò al suo viso. I suoi occhi si riempirono di sangue per la disperazione. «ACCIDENTI! MI VUOI SPIEGARE PERCHE’ NON MI HAI SVEGLIATO PRIMA?!» Gli urlò in viso. «NON POSSO MICA PERDERE TEMPO A DORMIRE IN VISTA DI UN AVVENIMENTO COSI’ IMPORTANTE!» Iniziò anche a sputacchiare. «DOV’E’ L’EREMITA DEI ROSPI? DOV’E’ JIRAIYA?! E’ LUI IL RESPONSABILE DEL MIO ADDESTRAMENTO!» Shikamaru passò dall’espressione sbigottita per la sua reazione a quella di “adesso la devi smettere perché posso anche picchiarti, ma non lo faccio perché sei una ragazza”.
«Narumi… guarda che tu sei ancora convalescente. Ti sembra il caso di agitarti così?» Parlò a mala pena, perché la ragazza lo stava soffocando, ma immediatamente lo lasciò per precipitarsi a cercare i suoi vestiti, che non riusciva a trovare.
«Dove sono i miei vestiti? Dove sono?!» Gettò all’aria un cuscino che Shikamaru schivò senza difficoltà. Continuò ad agitarsi fin quando il ragazzo non arrivò all’esasperazione e, grattandosi la testa, cercò di capire come fare per calmarla.
«Incredibile. Ha dormito per tre giorni come se fosse in fin di vita e adesso guarda che combina…» La vena sulla fronte si era ingrossata e, capendo che era l’unica cosa che avrebbe potuto fare, si abbandonò all’impulsione. «TI VUOI CALMARE, PER FAVORE?!» Urlò, facendo fermare immediatamente Narumi. «La sai una cosa? E’ del tutto inutile ai fini della prova che tu ti affanni in questo modo. E poi non sai che il riposo è utile?» Alla fine mi preoccupo solo per lei… Narumi si sedette sul letto dandogli le spalle, a gambe incrociate e con la testa bassa. «Oh mamma… Narumi? Ti senti male per caso?» L’espressione che aveva ora Shikamaru era indecifrabile. Era tra il “cosa succede ora?” e il “perché ne ha sempre una nuova?”. Narumi voltò piano il viso, manco fosse un film horror , con le lacrime che percorrevano le sue guance.
«Ecco… ho una fame pazzesca…» Finì col dire, mentre le sue mani finirono sulla sua pancia piatta.
A Shikamaru, quella sua espressione, faceva troppo tenerezza. Così inclinò la testa di lato e alzò un sopracciglio, assumendo un’espressione sconfitta. «Va bene, ci penso io. Basta che la smetti di fare la pazza, chiaro?» Si abbassò per prendere qualcosa che aveva messo ai piedi del letto, mentre continuava a parlare, sperando che così facendo non riprendesse a fare l’isterica. «Ah, dimenticavo» Narumi aprì i suoi occhi azzurri, con ancora le lacrime che le solcavano il viso, mentre osservava Shikamaru che si accingeva a prendere qualcosa: un cestino pieno di frutta che posò con delicatezza sul letto, ai piedi dell’amica. «Tieni, povera affamata.» Disse, con tono divertito. «Avevo comprato questa frutta come regalo per Choji, ma il dottore ha detto che non può mangiarla. Quindi possiamo approfittarne noi» Sorrise.
«Choji? Perché? Che cos’ha? E’ qualcosa di grave?!» Lo guardò con aria un po’ preoccupata. Alla fine era fatta così: anche se non aveva molti amici, si preoccupava sempre per tutti.
«Nah, figurati, stai tranquilla. Quello ha la pellaccia troppo dura per ammalarsi. Ha semplicemente avuto un’indigestione.» Sorrise, mentre lo raccontava. Pensare che Choji si ammalasse per qualcosa era impossibile: per finire all’ospedale doveva solo aver mangiato troppo. Narumi si portò le mani sulla pancia, gettando la testa indietro e allargando le gambe, iniziando a ridere.
«Non cambierà mai!»
«Visto che entrambi non siete tipi da ricevere visite da ragazze, o comunque da persone che si prendano cura di voi, ho pensato io al cibo» Prese e lanciò una mela, che Narumi acchiappò al volo, regalando a Shikamaru uno dei suoi enormi sorrisi.
«Ah, che bella mela! E deve’essere anche buona!» Se la strofinò sulla maglietta, per poi avvicinarla alla bocca, decisa a dargli un gran bel morso, ma si fermò immediatamente a bocca aperta. Il ragazzo con la testa d’ananas la guardò, assumendo un’espressione corrucciata.
«Beh? Che cosa c’è ora?» Narumi iniziò a sghignazzare con la sua espressione da “facciamo qualche guaio”, e Narumi Uzumaki ne aveva sempre fatti di guai, e quella sua espressione non lo eccitava per niente.
«Visto che Choji è a dieta, andiamo ad abbuffarci davanti a lui» Aveva ancora il suo sorriso malefico stampato sulla faccia. Shikamaru sorrise, scuotendo la testa.
«Sei davvero tremenda»

Non appena Narumi trovò le sue scarpe, si catapultarono fuori per andare da Choji e torturarlo, solo che la situazione a loro non quadrava. Di solito in un ospedale c’erano le infermiere che si prendevano cura dei pazienti, ma in quel momento pareva deserto, come se in quella struttura ci fossero solo Shikamaru e Narumi; mentre continuavano a camminare e guardarsi attorno, notarono immediatamente un’ombra entrare in una stanza.
«Quella se non sbaglio è la stanza di Rock Lee…» Disse sotto voce il ragazzo con la testa d’ananas. Narumi lo guardò per un istante, poi decise di muovere i primi passi per capire se la loro fosse stata solo pura immaginazione. Non appena arrivarono fuori dalla porta, si sporsero dalla piccola finestrella di essa e videro immediatamente Gaara, il tizio strano del Villaggio della Sabbia, che era particolarmente pericoloso. Narumi sgranò gli occhi e immediatamente afferrò la maniglia della porta per entrare e scaraventare fuori quell’essere assurdo, ma Shikamaru le prese la mano per fermarla.
«Che stai facendo?! Dobbiamo entrare immed-» Shikamaru le tappò la bocca e l’allontanò dalla porta, facendola poggiare le spalle al muro. Iniziava a sudare freddo: quel Gaara non gli piaceva per niente, si trascinava un’aura minacciosa dietro, e avrebbe scommesso la testa che, anche avendo la loro età, fosse una persona davvero pericolosa, con il quale procedere con cautela.
«Zitta un po’, Narumi. Se entrassimo immediatamente nella stanza, lo faremmo solo arrabbiare. Fammi prima pensare» Sussurrò, mentre inchiodava lo sguardo sulla porta della stanza in cui Rock Lee riposava. Era per colpa sua se l’allievo di Gai era in quel letto. Ci era andato giù pesante, senza pensarci due volte. Un ragazzino della loro età dovrebbe avere dei sentimenti, eppure quello lì aveva più l’aspetto di una macchina che di un essere umano. Un mostro. Sotto le sue mani Narumi iniziò ad agitarsi troppo, fin quando non morse la mano a Shikamaru, che la ritrasse immediatamente e, prendendo un po’ di fiato, lo aggredì.
«Ma cosa fai?? Non credo che quel Gaara sia entrato per dargli dei fiori!» Sussurrò, arrabbiata. Si stava domandando perché Shikamaru l’avesse inchiodata lì quando era palese che avrebbero dovuto entrare immediatamente nella stanza per impedire a quello lì di fare del male a Lee. Shikamaru fissò per un attimo gli occhi di Narumi: aveva uno sguardo determinato, probabilmente la rabbia che sprizzavano era più riservata a lui che a quello che Gaara poteva fare a Rock Lee. La sua mente iniziò a lavorare, fin quando non trovò una soluzione più che appropriata.
«Stammi a sentire: entriamo piano e lo fermiamo con la mia Kage Mane no Jutsu. Però, smettila di agitarti e di mordermi le mani, diamine» Sussurrò, mollando la presa che aveva su di lei per farla calmare e si staccò. «Hai capito, allora? Non fare nessun gesto sconsiderato. Mettiti solo dietro di me e lasciami fare». Non avrebbe accettato un “no” come risposta, così si avvicinò alla porta, e quando si accertò che Narumi avesse seguito i suoi ordini, aprì la porta della stanza molto piano, sbirciando prima all’interno. Gaara era in piedi, di fronte al letto di Lee. Lo guardava in modo strano, fin quando dalla giara che si portava sulle spalle uscì la sua sabbia che iniziò a circondare il ragazzo che stava riposando. Shikamaru fece segno a Narumi di seguirlo piano, iniziando a fare i sigilli per attuare la sua tecnica, e non appena Gaara stava per chiudere il pugno in segno che la sua tecnica fosse quasi attuata, Shikamaru attuò la sua e lo fermò per un pelo. Ci mise poco a capire che il suo corpo non rispondeva più.
«Prendi questo!» Narumi si avventò su Gaara e gli diede un bel pugno in pieno viso, ma non aveva messo in conto che, come sempre, il suo gesto poteva essere troppo avventato e impulsivo. «Si può sapere cosa cavolo sta succedendo qui?!»
«Accidenti! Sei la solita! Quando uso la tecnica del controllo dell’ombra, subisco anch’io l’effetto dei colpi! Dovresti saperlo!» Shikamaru aveva cantato vittoria troppo velocemente, sperando che Narumi lo avrebbe ascoltato fino alla fine, ma aveva riposto le proprie speranze in una ragazza che era l’impulsività fatta persona.
«Hai ragione, scusa tanto, Shikamaru» Dopo averlo guardato con uno sguardo di supplica, si affiancò a lui e tornò a guardare lo shinobi della Sabbia. «E tu, Gaara, che cercavi di fare?»
«Semplice: lo volevo eliminare» La voce calma e rilassata di Gaara, fece rizzare i capelli di Narumi, mentre Shikamaru non riusciva a credere alle proprie orecchie. Ma come può restare così calmo e impassivo? Non si rende conto che grazie alla mia Kage Mane no Jutsu è in trappola?
«Spiegaci perché volevi compiere una simile azione. L’hai già battuto nell’incontro, non ti basta? Nutri un tale risentimento nei suoi confronti da volerlo eliminare?» Non riusciva a spiegarsi davvero perché Gaara continuasse a restare lì, immobile, a parlare della sua azione, o del perché volesse togliere di mezzo Rock Lee, parlandone come se fosse la cosa più ovvia e semplice che esistesse sulla faccia della Terra. La sua voglia di fare del male a qualcuno non la concepiva. Era un ragazzo malefico, che se ne fregava di tutti, e benché avesse un quoziente intellettivo con un punteggio davvero alto, continuava a non capire perché Gaara restasse lì, tranquillo, a non preoccuparsi della sua tecnica o della sua azione che tanto normale non era. Guardare Narumi che s’infervorava, come sempre, ad ogni parola insensata e disgustosa che sparava fuori quel ragazzo tanto inquietante, lo metteva in seria difficoltà. Purtroppo sapeva che né lui né la ragazza che lo fiancheggiava erano in grado di tenere testa a un tipo del genere, quindi più lei si sarebbe infervorata, più avrebbe messo in pericolo le loro vite. La osservò di sottecchi un solo secondo, percependo la sua preoccupazione anche a pochi centimetri di distanza. Non ho mai incontrato un ragazzo più inquietante, mi mette i brividi solo a guardarlo. Se cercasse di attaccare e di fare una mossa contro di me o contro Narumi… non so proprio cosa potremmo fare per contrastarlo. E più lo shinobi parlava, più Narumi s’infervorava, e quindi più erano in pericolo.
«Narumi, ti prego, non perdiamo la calma!» Devo provare a spaventarlo bluffando. «So che sei forte, ti ho osservato durante il tuo incontro con Rock Lee, ma noi possiamo contrastarti. Nelle prove preliminari abbiamo sfruttato solo parte del nostro potenziale. Oltretutto siamo due contro uno: sei tu quello in svantaggio, ricordatelo. Come vedi non hai alcuna possibilità di batterci, quindi se hai un minimo di intelligenza, segui il mio consiglio e vattene il più lontano possibile da qui, finché sei in tempo» Concluse, cercando di essere il più convincente possibile, ma ciò, evidentemente non funzionò, perché il “Ve lo ripeto un’ultima volta: se mi intralciate, per voi, è la fine” che pronunciò, fece sudare freddo Shikamaru. Non ha funzionato... Ovviamente Narumi non poteva continuare a starsene zitta, così costrinse il ragazzo con la testa d’ananas a intervenire per farla calmare. Quella era una situazione delicata, un solo passo falso e il tizio inquietante che avevano di fronte li avrebbe ammazzati. Tutti e tre. Le diede una gomitata, continuando a guardarla. «Ma non capisci che se lo fai arrabbiare per noi è peggio?!» Cercò di dire a bassa voce, cercando un modo per farla calmare. Forse se le dessi una botta in testa sarebbe meglio, così riuscirei a ragionare per bene e senza distrazioni. Ma era inutile, più Gaara avrebbe emesso parole, sillabe, lettere, più Narumi si sarebbe arrabbiata, e tremava per trattenersi dal saltargli al collo e strozzarlo, e Shikamaru non sapeva davvero come gestire quella situazione, se prendere di peso Narumi e scappare da quella stanza o prendere di peso Narumi e gettarla da una finestra, in modo da rimanere da solo con Gaara e il suo cervello per trovare una soluzione adeguata. Gaara iniziò a raccontare la sua storia, il perché avesse avuto una pessima educazione, il perché per lui la vita degli altri valesse così poco, il perché avesse un demone dentro di sé, e i due non riuscivano a trovare un significato a tutte le parole che lui stava dicendo loro. Il racconto della sua vita, di quello che aveva passato, aveva fatto venire la pelle d’oca a Shikamaru. Un genitore non poteva comportarsi come aveva fatto quello del ragazzo di fronte a loro, e quindi o quella era la verità, o Gaara era così bravo nella recitazione che quel racconto horror era davvero credibile. L’unica cosa che il ragazzo con la testa d’ananas non aveva notato, era che Narumi aveva cominciato a tremare. Tremare dalla paura. Il ragazzo che lei aveva di fronte era stato etichettato come soggetto pericoloso, e infondo lo capiva perché in parte era come lei, ma la ragazza non si era mai immaginata di eliminare chiunque la guardasse con odio e disprezzo, e allora perché quel Gaara provava così piacere nel distruggere la vita altrui? Questo era quello che non concepiva. Questo era quello che le faceva così paura.
So perfettamente quello che prova. Anch’io sono sempre stata da sola e ho sofferto perché non riuscivo a dare uno scopo alla mia vita, ma il maestro Iruka mi ha compreso fino in fondo e mi ha accettato per quello che ero, aiutandomi a capire qual era il mio posto nel mondo. Questo ragazzo, invece, in pratica è cresciuto in balìa di se stesso, ed è riuscito a dare un senso alla sua vita soltanto distruggendo quella degli altri. Nel suo cuore non c’è spazio per alcun sentimento. Non può provare alcuna pietà. È una macchina da guerra. Non c’è alcun modo di riuscire a batterlo. Fece un passo indietro, tremando ancora, e quando Shikamaru lo notò, si voltò immediatamente.
«Narumi, cosa ti prende? Stai tremando!» Ma non dovevano distrarsi, perché Gaara iniziò a far roteare la sua sabbia attorno a loro, più minacciosa che mai. «Attenta Narumi!» Inutile. Era immobilizzata dalla paura. «Narumi, presto, fa qualcosa! Ti sembra il momento di rimanere lì impalata?! Muoviti!» Nessuna risposta. Nessun movimento. Solo paura. La sabbia si diresse veloce verso di loro, ma evidentemente il cielo era dalla loro parte, perché il maestro Gai entrò nella stanza, fermando Gaara e la sua terribile sabbia che puzzava di sangue. Il ragazzo dai capelli rossi si prese la testa fra le mani, invaso evidentemente da qualcosa di doloroso che non poteva controllare, e una volta calmato, si diresse piano verso l’uscita della stanza.
«Presto o tardi vi distruggerò. Vi distruggerò tutti. E’ solo questione di tempo» E con quelle parole, uscì da lì, lasciando un Gai più che tranquillo, uno Shikamaru che sudava freddo , e una Narumi con gli occhi sgranati che ancora non riusciva a muoversi.







NdA: Signori e Signore! Ladies and Gentleman! Bonjour Madame e Bonjour... vabbè, avete capito. Tra l'altro chi mi "segue" sa che con le lingue sono negata, benchè le adori. Beh, allora, innanzitutto questo è stato un parto plurigemellare (come mi è stato ben suggerito). Dico davvero. Secoli per recuperare alcuni episodi di Naruto, secoli per decidere due titoli. Dio mio, perchè ti sei accanito su di me? ç-ç Comunque, ciance alle bando, è una storia perversa. No, non si vedranno/leggeranno scene di sesso, nel senso che è un'idea davvero macabra. E' tutta colpa di Kishi! LO GIURO! Perchè è lui che ha creato il manga! E' lui che ha creato i personaggi! Non è per niente colpa mia se mi vengono idee balzane in mente! No, comunque, seriamente: avevo quest'idea nella mente da un casino di tempo, solo che non sapevo come attuarla, visto e considerato che non avevo nessuno con cui confrontarmi. E poi, d'un tratto, BAM! Conosco LauraDreamer per puro caso su Twitter e mi aiuta a mettere su carta (si fa per dire) quest'idea balzana. Tra l'altro è a lei che dedico l'intera FF (assieme ad un'altra amica di Twitter che, se la leggerà, qui ci saranno i miei saluti: CIAO MARTINAAAAA *-*). E niente, colpa di Kishi che ogni volta osanna Naruto tramite Shikamaru, e a me non resta altro che immaginarmi una ragazza al posto di Naruto quando il ragazzo con la testa d'ananas lo prega come un Dio dell'Olimpo. IO NON C'ENTRO. GIURO!
Spero solo che non mi tiriate i pomodori per quest'idea. Il realizzarla ha realizzato anche me, ed essendo la prima volta che scrivo del mondo di Naruto, è un vero e proprio traguardo, considerando il fatto che, fino ad adesso, non ho fatto altro che scrivere di HP. Scrivere di qualcosa di diverso da quel contesto (non fraintendetemi, io adoro HP) mi ha realizzata davvero. Sarò sincera: non so quando scriverò il prossimo capitolo. Ho già la long in corso e sono ipersupermegaarci impegnata con l'università, quindi se riesco posterò presto il prossimo capitolo e poi mi scervellerò per il capitolo della long. Vedrò cosa posso... anzi, possiamo fare, dato che è come se la scrivessi a quattro mani con Laura xDDD Ringraziate lei per l'idea, i titoli e la rottura di scatole. Prendetevela con lei, se fino ad adesso avete pensato "CHE BELLO! ROSELLINE NON POSTA NULLA. CE LA SIAMO LEVATI DI TORNO! YUHU!" No.
ADDIO, INGRATI.
-M

P.S.: Dialoghi e alcuni pensieri sono presi pari pari dall'episodio. Quindi, tranne il sesso della ragazzetta, è tutto sotto copyright di Kishimoto.

   
 
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