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Autore: JCI    04/11/2013    1 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scoperte e Detective













Non c'erano molte cose che rendevano Lauren Tanner gelosa. La relazione di Kaylie con Carter Anderson era stata una, l'incredibilmente fastidioso legame tra Emily e sua madre era un'altra, ma la villetta a schiera di Payson Keeler che si affacciava sul lago, quella poteva essere al primo posto, tanto più che le cose tra lei e Carter erano finite mesi fa e dopo aver conosciuto Chloe Kmetko, era più che felice di lasciare che fosse Emily ad averla. Quindi, in realtà, era per la casa di Payson. Aveva chiesto, piuttosto pregato, suo padre per averne una, ma lui non aveva ceduto.

"Papà, ti prego. Lo prometto, sarò super-responsabile," aveva chiesto durante la cena, una delle poche che, ultimamente, avevano avuto senza gli Kmetko presenti.

"E' fuori questione, Lauren. Hai diciassette anni e non sei nemmeno vicina a poter essere responsabile per una cosa del genere."

"Mark e Kim Keeler l'hanno permesso a Payson. Ha solo pochi mesi più di me."

Suo padre le aveva lanciato un'occhiata consapevole, "Vuoi davvero iniziare un confronto su chi è più responsabile tra te e Payson? Inoltre, Mark e Kim non hanno avuto possibilità di scelta quando si è venuti al dunque. Payson ha diciotto anni e ha usato i suoi soldi per comprare quella casa. E tu, mia cara
figlia, non hai soldi tuoi, almeno non abbastanza per comprare una casa in riva al lago."

"Solo perché non mi lasci assumere MJ per rappresentarmi," Lauren sporse il labbro inferiore e spalancò gli occhi. Era la sua espressione speciale, quella a cui molto raramente suo padre aveva detto di no, forse se non poteva ottenere una delle villette a schiera, le avrebbe concesso di assumere un agente.

"Forse riconsidereremo presto il discorso dell'agente, ma devo sapere che posso fidarmi di te, Lauren, e da quello che ho visto quest'anno, semplicemente non è in discussione in questo momento."

"Perché dobbiamo rinchiuderci di nuovo?" piagnucolò Lauren, mentre stava sdraiata di traverso sul letto di Payson. "Perché non possiamo solo stare qui con te? Sei come un allenatore, Payson, tutta seria e concentrata per tutto il tempo. Sarebbe proprio come essere recluse qui. Niente ragazzi, niente divertimento." Lauren sapeva che era crudele, ma era frustrata e Payson era il bersaglio perfetto. Il loro capitano raramente dava retta alle chiacchiere, infatti Lauren era abbastanza sicura che la metà del tempo a malapena ascoltava.

"Almeno non dobbiamo dormire sulle stuoie questa volta," Payson gridò da dentro l'armadio, prima di emergere con un braccio pieno di abbigliamento da palestra. "Avevo paura che mi sarei presa la tricofizia*."

"E' solo per tre giorni," disse Emily. "Boris vuole solo essere sicuro delle sue scelte prima di presentare la sua rosa di atleti per i mondiali.*" Lauren alzò le sopracciglia a Emily e sorrise. Emily alzò gli occhi, ma sapeva che il suo messaggio era stato recepito forte e chiaro.

Kaylie alzò gli occhi dal libro che stava sfogliando. "Sarà un inferno. Tre giorni intrappolati nella Rock con Boris Beloff, Sasha, Marty, tutti gli altri allenatori di club." Gettò il libro sul letto e Lauren lo raccolse. Cominciò a sfogliare le pagine, parole difficili, evidenziate ordinatamente in giallo, come plasma di catecolamine, saltarono fuori dalla pagina e si affrettò a chiudere il libro.

"Non dimenticate Kelly Parker," aggiunse Lauren, esaminando il titolo. "The American Journal of Applied Physiology? Davvero, Payson?" Lauren alzò gli occhi. "Ma questa roba è scritta almeno in inglese?"

"E' per uno dei corsi che sto frequentando alla UC Boulder," disse Payson, riprendendolo. "In realtà, grazie per avermelo ricordato. Devo portarlo con me."

"Corsi universitari, sei pazza. Come se il carico di lavoro non fosse già abbastanza, dovevi iscriverti all'università. Ci fai fare veramente brutta figura a volte, Pay." replicò Lauren .

Payson guardò nella borsa e aggrottò la fronte. "Mi manca qualcosa." Lauren si chinò ed esaminò il contenuto.

"La tua borsa da bagno," disse, rimbalzando dal letto e marciando nel bagno di Payson, dove la borsa era appoggiata sul piano. Esaminò il bagno con attenzione, sbirciando in silenzio nell'armadietto dei medicinali*. Era una cosa che faceva anche se sapeva che era una invasione totale della privacy. Non sai mai cosa ci potresti trovare. Quello di Payson era piuttosto normale, niente degno di nota, nemmeno una prescrizione imbarazzante.

"Lauren, sei andata a prendere la mia borsa a Guam? " gridò Payson.

Lauren saltò al suono della sua voce e si voltò di scatto, facendo cadere la borsa dal bancone. "Sto solo ammirando il tuo bagno. La doccia è enorme," gridò in risposta, chinandosi per raccogliere la borsa. Fu allora che vide, luminoso come un faro, l'unico contenuto della spazzatura del secchio di Payson, un preservativo usato. La mente di Lauren vacillò. Payson "Non farò sesso fino a quando non avrò una medaglia olimpica e forse neanche allora" Keeler faceva sesso. Si guardò di nuovo intorno e improvvisamente tutto sembrava diverso. Non c'era uno, ma due spazzolini da denti nel supporto integrato nel muro. Ricontrollò in l'armadietto dei medicinali e esaminò più attentamente il suo contenuto. C'erano due bottiglie di profumo sul piano di fondo e sorrise, quando si rese conto che quello non era un profumo, era Lacoste Essentials, acqua di colonia per uomini, una colonia per uomini facoltosi. Era sicuramente un ragazzo con buon gusto, o denaro, probabilmente entrambi. Uno spazzolino da denti e acqua di colonia, se aveva le sue cose lì, beh, allora, si era praticamente trasferito per quanto riguardava Lauren. Tutto questo dalla piccola signorina responsabilità. Non sta solo facendo sesso, convive con un ragazzo.

Arrivata a tale conclusione, proseguì oltre. Con chi conviveva? Doveva essere Austin Tucker. Non c'era nessun altro, anche se Payson insisteva che lei e Austin non si stessero vedendo. Ma lui era sempre in giro, erano così affettuosi e Austin aveva praticamente smesso di parlare di Kaylie tutto insieme, che era il dodo dei ragazzi per dire, "Vedi, zucchero, l'altra ragazza che mi interessava, ora non le presto più attenzione." Naturalmente, Austin era stato fotografato con MJ a Los Angeles e Payson non fatto nemmeno una piega. Ne era sembrata quasi divertita. Una relazione aperta? No, quello non era lo stile di Payson, anche se poteva essere quello di Austin. Ma ancora, Lauren non aveva mai etichettato Payson come una che convive segretamente con un ragazzo. La mente di Lauren si surriscaldò cercando di capirci qualcosa. Immagino che dovrò fare qualche accenno questo fine settimana e vedere come reagisce.

Prese la borsa e tornò in camera da letto, consegnandola a Payson che la mise nella sua sacca da viaggio. "Tutto fatto," disse Lauren e la fissò mentre sollevava la borsa sulla spalla. "Stai bene, Lauren ?" le chiese
Payson, e Lauren annuì, anche se non spostò il suo sguardo, come se fissarla avesse potuto in qualche modo far comparire il nome del ragazzo sulla fronte di Payson. "Che c'è?"

"Niente" disse Lauren, scuotendo la testa e guardando l'enorme letto di Payson. Improvvisamente, tutto aveva senso, in particolare la dimensione ridicola del letto. "Siamo pronte ad andare?"

Arrivate alla Rock trovarono gli altri membri della Squadra nazionale che girovagavano. Lauren e il resto delle ragazze della Rock si allontanarono dal gruppo verso la stanza sul retro dove avevano aiutato a sistemare i letti con le rotelle il giorno prima.

"Proprio come un grande pigiama party," disse Kelly Parker, anche se il suo sarcasmo era meno pungente del solito, mentre si muoveva nella stanza dietro di loro, il volto l'immagine della rassegnazione.

"Sai cosa si dice, Parker, non essere il primo ad andare a dormire, non si sa mai cosa potrebbe succedere," la rimbeccò Lauren.

Payson si mise tra di loro, "Niente del genere. Si tratta di tre giorni interi insieme, in un piccolo spazio chiuso, possiamo mantenere i battibecchi e le frecciate al minimo. Sarà già abbastanza dura."

"Sì, sì, capitano," disse Kelly, annuendo a Payson prima di superare Lauren, urtandola con la spalla mentre lo faceva. Quello era qualcosa che Lauren non capiva. Payson e Kelly Parker erano giunte a una sorta di
tregua "Siamo fantastiche e lo sappiamo" l'ultima volta che la Nazionale si era riunita. Lauren guardò la sua amica. Cosa c'era di sbagliato in lei?

"Wow, Pay, bel modo di spalleggiare una tua compagna di squadra," sparò alla bionda Campionessa Mondiale.

"Siete entrambe mie compagne di squadra," disse Payson, con un fermo sguardo duro. "Non possiamo più lavorare come un club, Lauren. Dobbiamo lavorare come una squadra Nazionale. Tutto quest'anno è per i Mondiali, le Olimpiadi e per battere le cinesi, non per decidere chi primeggia sull'altro, Denver Elite o Rock. Cresci."

Lauren strinse le labbra, "Come vuoi."

***

L'allenamento era intenso. Boris li allenava duramente, davvero duramente. Emily aveva ragione, stava
ovviamente cercando di essere sicuro di aver fatto le giuste scelte su chi avrebbe gareggiato ai Campionati del Mondo e, finora , avevano per lo più dimostrato che aveva torto. Payson aggrottò la fronte quando Emily uscì dal tappeto alla fine della sua diagonale* per la terza volta consecutiva. Guardò Boris che fissava torvo nella direzione generale della pedana del suolo. Lei era in piedi accanto a Sasha e si girò verso di lui, preoccupata. "Emily si sta compromettendo?" chiese sottovoce, mentre si metteva il gesso sulle mani.

"Sono più preoccupato per Kaylie," rispose, mentre guardavano l'ex Campionessa Nazionale correre verso il volteggio e atterrare tremante. Non ispirava esattamente fiducia. Sasha sospirò e mise una mano sulla spalla di Payson. "Non preoccuparti, fai una serie alle parallele e poi distendi
completamente il ginocchio per il volteggio. Vengo ad aiutarti tra un minuto," disse, spostandosi verso il padre .

Payson sospirò e poi si avvicinò alle sbarre, eseguendo la sua routine senza problemi. "Eccellente, Payson," sentì echeggiare la voce di Boris. Sasha stava lavorando con Emily sulla diagonale che le stava dando problemi. Payson sorrise al Beloff più vecchio prima di allontanarsi dalle parallele per stendere il ginocchio. Fece in modo di essere di fronte alla pedana del suolo mentre guardava Emily eseguire i suoi esercizi e qualcosa catturò la sua ttenzione. Una leggera esitazione poco prima del doppio salto era la causa del passo di troppo. Il piede di Emily finì di nuovo oltre la linea bianca.

Payson si alzò, scuotendo il ginocchio e si mosse verso Sasha con decisione. Teneva gli occhi puntati su Emily mentre parlava, "E' il doppio salto. Sta esitando solo una frazione di secondo, ma è quello che la lancia in avanti." Appena finì di parlare, Emily lo fece di nuovo. Sasha annuì, si allontanò da lei per andare da Emily e Payson sorrise soddisfatta.

Tornò allo stretching e Lauren unì a lei. "Kaylie ti ha detto che Nicky non le parla?" Chiese Lauren, piuttosto bruscamente.

Payson annuì,"Sì, me l'ha accennato, stanno avendo un momento difficile."

Lauren sorrise, "Ti ha detto perché?"

Payson sospirò. Suppose che fosse meglio fare la finta tonta, "No, non l'ha fatto. Non è proprio affar mio."

Lauren si strinse nelle spalle, "Penso che sia una classica mossa alla Nicky Russo, il robot ha bisogno di concentrarsi prima dei Campionati del Mondo se vuole qualche speranza di battere Austin." Mise uno strano accento sul nome di Austin che fece Payson verso di lei.

"Credo di sì. Austin mi è sembrato piuttosto in forma ultimamente, ma tutto può succedere."

Lauren sorrise, " Austin
ti è sembrato piuttosto in forma ultimamente, più che in forma, è dannatamente sexy."

Payson arricciò il naso, "E' un bel ragazzo, ma io in realtà non penso a lui in quel modo. Lui è solo Austin."

"Oh, andiamo, non è possibile che tu non ci abbia mai pensato. Lui è tipo il ragazzo più attraente alla Rock e tutti dicono sempre che siete una coppia. Non mi dirai che non ci sia almeno un po' di verità."

Payson si mise a ridere, "E' per questo che sei comportata in modo strano per tutto il giorno, Lauren? Pensi che io ed Austin stiamo nascondendo una relazione?" Lo sguardo di Lauren si accigliò e Payson scosse la testa e rise più forte.

"Cosa c'è di così divertente da farvi ridere quando invece dovreste allungarvi? "
chiese Sasha mentre si avvicinava da dietro. "Allora?" chiese quando entrambe rimasero in silenzio, anche se gli occhi di Payson ancora brillavano di divertimento. "Lauren, vai al volteggio," disse, accennando a suo padre in piedi, che non aspettava altro che Lauren iniziasse a correre. "Payson, occupiamoci di questo tuo ginocchio."

Lauren si alzò e si allontanò da loro. Corse verso il cavallo prima di lanciarsi nel volteggio, atterrando con solo un piccolo salto e poi alzando le braccia sopra la testa. "Buono, Lauren. Lavorare di più per fermarti," sentì Boris urlare dall'altra parte della palestra. "Ogni decimo è necessario."

Lei annuì e si spostò di nuovo dove Sasha stava ancora aiutando Payson a fare stretching. Alzò le sopracciglia al quadro interessante che presentavano, Sasha in ginocchio tra le gambe aperte di Payson, gli occhi di Payson chiusi ermeticamente, il labbro inferiore stretto tra i denti mentre Sasha spingeva contro il suo ginocchio. Ah, da questa angolazione sembra che stiano...questo sì che farebbe notizia. La Campionessa del Mondo e il suo allenatore. Peccato che non ci sia un'accidenti di possilità che accada. Sarebbe proprio un classico. Si diresse verso il distributore d'acqua per bere prima di cominciare la trave. Payson aveva negato di stare con Austin senza mezzi termini. Quindi forse non era qualcuno della palestra? Forse era un ragazzo dal suo quartiere o una cosa così. Lauren sorrise a se stessa. La stava uccidendo, non sapere. Auspicabilmente non avrebbe dovuto sopportarlo per molto tempo.

"Di che si trattava?"
mormorò Sasha, mentre Payson stendeva la gamba verso di lui.

"Pensa che io stia uscendo con Austin Tucker," gli disse roteando gli occhi.

"Vuoi dire che non sa di tutto il casino con..." si interruppe mentre Andrea Conway passava davanti a loro verso le sbarre.

"No," disse Payson con un sorriso, "E' un po' fuori dal giro, il che non è una brutta cosa."

Sasha annuì prima di premere in avanti con il suo peso per distenderle ginocchio. Payson emise un gemito involontario. Era una posizione innaturale, ma era l'unico aiutava a riscaldare l'articolazione. "Allora, lo so che sono uscito presto questa mattina," disse piano, grato che non ci fosse nessuno intorno a loro. "Ho avuto alcune cose dell'ultimo minuto di cui occuparmi qui."

"Ho letto il tuo biglietto," disse, la sua voce non più di un sussurro. "E' stato dolce. E avevi ragione, sai, la notte scorsa. Suppongo di non averti ringraziato per esserti fermato quando l'hai fatto."

Sasha scosse la testa, "Non ringraziarmi. Sto castigando me stesso da allora per lo stop. Non hai idea di quanto sia stato duro."

Gli sorrise, "Oh, penso di averne un'idea. Se ricordo bene, era molto duro."

"Era una battuta sporca?" chiese, il lato della bocca che si alzava in un piccolo sorriso prima di applicare un po' più di pressione sul ginocchio.

"Ahi, sì," disse, prima di scivolare via e rimettersi piedi. "Penso sia a posto." Flettè il ginocchio e annuì.

Boris si avvicinò e la accompagnò all'inizio del tappeto. "Come va il ginocchio?" chiese, con un'
espressione sia interessata che calcolatrice.

"Bene, non c'è nessun danno, solo delle fitte ogni tanto," rispose.

"E mio figlio, come sta?" chiese, rompendo il contatto visivo, fissando un punto cieco verso il resto della palestra. Per la prima volta da quando aveva incontrato Boris Beloff, la sua voce era tranquilla e riservata.

Payson non mutò espressione, ma interiormente sorrise. "Sta bene. E' emozionato per Mondiali. Era tutto quello di cui riusciva a parlare l'altra sera, qualcosa su una squadra di calcio e Istanbul," disse vagamente, anche se sapeva che Boris avrebbe capito.

"Sì, Istanbul," disse Boris. "Siamo andati
insieme a una partita di calcio a Istanbul anni fa, appena dopo aver lasciato la Romania, ma prima di andare in California."

Annuì, "Lo so, mi ha detto del vostro viaggio." In realtà, Sasha aveva un DVD della partita, che apparentemente era stato necessario guardare, completo di pause per il suo commento e lunghe spiegazioni del motivo per cui la squadra rossa dall'Inghilterra era di gran lunga superiore alla squadra bianca in Italia*, fatto su cui Payson era stata dubbiosa all'inizio, visto che la squadra bianca aveva fatto tre gol molto rapidamente. Aveva avuto poco da dire su suo padre, se non che avevano assistito alla partita insieme, ma non c'era bisogno di informare l'uomo più anziano di quello. Payson seguì lo sguardo di Boris mentre finiva direttamente su Sasha, cha stava lavorando con Kaylie al suolo.

"E anche voi state bene, insieme?" chiese, la voce persino più bassa di prima. Payson trovò che la sua voce era piuttosto piacevole quando non stava gridando a pieni polmoni.

Sorrise. "Abbiamo litigato la notte scorsa," rispose, anche se non aveva idea che stesse per dirlo fino a quando le parole non le uscirono dalla bocca.

Lui la guardò, la bocca stretta in una linea ferma, "Litigato? Su che cosa?"

Payson si strinse nelle spalle, "Niente di importante, era una cosa molto stupida," disse mentre un cipiglio le compariva sul viso.

"Rebecca e io litigavamo spesso di cose molto stupide e di alcune cose molto importanti. Il mio condiglio per te, Noră, non andate a letto arrabbiati. Non troverete sonno e nessuno dei due vuole..." si interruppe, apparentemente ricerca la parola giusta.

"Scusarsi?" suggerì, chiedendosi cosa significasse il modo in cui la chiamava. 
Noră, era un modo in cui Sasha non l'aveva mai chiamata. Glielo avrebbe chiesto più tardi.

"Sì, scusarsi," confermò, con un fermo cenno del capo. "Nessuno vuole scusarsi perché si è arrabbiati e non si dorme."

"Non l'abbiamo fatto," disse, anche se poteva sentire il suo viso avvamapre, sentì il bisogno di rassicurarlo che il suo rapporto con il figlio era forte. "Non siamo andati a letto arrabbiatì."

Le mise una mano sulla spalla e la strinse dolcemente, "Ha chiesto scusa?" domandò.

"Ci siamo scusati entrambi," disse e la cosa fece a comparire
un sorriso sul viso di Boris.

"Forse allora non assomigli poi molto alla mia Rebecca come pensavo," disse e sorrise gioviale.

Payson non sapeva cosa fare, ma fece di rimando un sorriso tremulo. "Grazie?" replicò, anche se era una domanda.

"E' un bene, entrambi litigate e entrambi, come hai detto, vi scusate. Sei un bene per mio figlio, Payson. Sono molto contento che ti abbia trovata."

Payson sospirò e per un attimo dovette combattere le lacrime che le pizzicavano occhi. Sapeva che, nonostante tutto, la tensione e la
fredda distanza tra di loro, Sasha voleva ancora molto l'amore e il rispetto di suo padre e li voleva anche lei, per tutti e due. Le parole di approvazione le diedero unan stretta al cuore e distolse lo sguardo, sperando di ricomporsi in fretta. "Grazie," disse e sentì la sua grande mano stringerle di nuovo la spalla.

"Bene," disse, come se la loro chiacchierata fosse qualcosa che era segnato sulla sua lista delle attività del giorno. Avrebbe voluto dare una sbirciatina al suo appunti, non che potesse capire le zampe di galline rumene che usava per scrivere. "Bene, volteggio adesso. Vorrei vedere il tuo Produnova."

Payson scosse la testa, sorridendo. Tale padre, tale figlio.













Note:
*la tricofizia è una dermatosi. Se proprio siete curiose, qui.
*
la sua rosa di atleti, in inglese roster. A quanto pare è un termine che si usa anche in italiano in ambito giornalistico, ma io personalmente non l'avevo mai sentito. Ho preferito usare una traduzione. Questa è la definizione.
*in America l'armadietto dei medicinali è un armadietto con specchio proprio sopra il lavandino del bagno. Qui da noi non è in uso, ma negli USA è praticamente la norma.
*la diagonale è una serie di esercizi fatti per l'appunto lungo la diagonale della pedana degli esercizi al suolo. Credo di averlo scritto in qualche altro capitolo, ma ripetersi non uccide. Vi metto questo bellissimo video.
*la partita è la finale di Champion League del 2005.
Non ho volutamente scritto la traduzione di
Noră qui, nelle note. Payson ne scoprirà il significato più avanti, potete aspettare con lei o togliervi la curiosità con internet.

Grazie a tutte per la pazienza infinita e per non aver abbandonato questa storia :)
  
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