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Autore: CUDDLELOUVIS    05/11/2013    17 recensioni
Restammo in quella posizione per un po’ di tempo perché in effetti noi eravamo quei ragazzi che si baciavano tutta la notte fino a perdere il fiato, perché sapevano che il giorno dopo non potevano più farlo. Questa era la nostra vita e avremo continuato a lottare per cambiarla
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so per quale ragione corsi in bagno. Sapevo soltanto che avevo bisogno di stare da solo, lontano da tutti.
Mi chiusi la porta alle spalle e quando mi assicurai che non c’era nessuno mi sedetti a terra nascondendo la testa fra le gambe. Non piansi quella sera dato che ormai era diventata un’ abitudine farlo quando tutti erano andati a letto. Mi consideravano il ragazzo forte che non si arrendeva davanti a nulla e fargli vedere chi ero realmente mi spezzava il cuore.
Passarono alcuni minuti in assoluto silenzio seduto sul pavimento freddo del bagno prima che i conati di vomito si facessero sentire e l’unica cosa da fare era correre a vomitare. Come sempre. Non ero arrabbiato con me stesso quando succedeva, anzi in un certo senso mi sentivo più libero e per una frazione di secondo dimenticavo il motivo delle mie lacrime e delle mie urla silenziose che nessuno prima di allora aveva sentito. O forse si.
Mi asciugai il contorno della bocca con la manica del pigiama e alzai gli occhi. Sussultai nel vedere il viso pallido e la corporatura esile di Louis. L’ultima persona che volevo vedere in quel momento, la causa dei miei pianti,dei miei falsi sorrisi ma anche la causa per cui lottavo senza una fine. 
“ Che cosa fai? “ disse. La sua voce era fredda e priva di emozioni ma sapevo che dentro di lui si sentiva male almeno quanto me.
” Tranquillo,’’ fu l’unica cosa che riuscii a dire. Non c’era bisogno di spiegargli niente. Lui sapeva già tutto.
Lo spostai delicatamente in modo che mi permettesse il passaggio verso il lavandino dove mi lavai accuratamente il viso sotto il suo sguardo attento. Che cosa ci fa qui? Non doveva dormire?  era l’unica cosa che mi ripetevo mentre il cuore batteva forte dentro il petto non so bene per cosa. Forse amore? Forse paura?.
Non ebbi il coraggio di girarmi a guardarlo negli occhi perché sapevo sarei scoppiato a piangere davanti a lui ma no, non me lo sarei mai permesso. Gli avevo promesso che sarei stato forte, che avrei aspettato e le promesse si mantengono. Sempre e comunque.
E che cosa vuoi fare adesso,Harry? Scappare come un codardo?  Si, lo ammetto, sarebbe stata la cosa migliore da fare ed inoltre era vero. Ero un codardo. Non sapevo affrontare nessuna situazione e certamente questa era una delle peggiori.
“ Harry.” Disse una voce alle mie spalle. La sua. Mi irrigidii al suo tono roco. Forse si era appena svegliato a causa dello sbattere della porta. A causa mia
“ Non andare” continuò lui. Non mi voltai ma obbedì. In fondo solo questo ero capace di fare. Obbedire senza ribellarmi. Come potevano avere stima di me gli altri?
A quel pensiero mi si gonfiarono gli occhi di lacrime e no, non dovevo piangere,non davanti a lui. Era così difficile trattenere quelle lacrime che ti avrebbero fatto sentire meglio,libero ed inoltre non ero nemmeno forte, ero inutile. Come potevo fare qualcosa che volevo quando niente mi era permesso?
Mi strofinai velocemente l’angolo dell’occhio quando mi accorsi che ormai avevo ceduto. Stavo piangendo sotto il suo sguardo.
In un’altra occasione sarei corso tra le sue braccia come quando ad un bambino viene rubata una caramella e la prima cosa che fa è correre dalla mamma a farsi consolare e io non potevo, non ero un bambino. L’impulso di abbracciarlo mi stava divorando ma sorprendentemente caddi a terra sulle ginocchia coprendomi il viso con le mani mentre le lacrime mi rigavano il volto e cominciavo a singhiozzare.
Tutto questo stava diventando troppo assurdo perfino per me. Quando sarebbe finito? Quando avrei smesso di piangere tutte le sere?
“Va via. “ sussurrai. Non so con precisione a chi lo dissi. Forse a lui, forse a me. La verità era che se non ci fosse la sua presenza sarebbe stato tutto più semplice. Avrei pianto e vomitato per tutta la notte e all’alba sarei tornato a dormire svegliandomi come se non fosse successo nulla. Era così che funzionava,no?
“No. Non vado da nessuna parte senza di te” rispose con un tono di voce più dolce di quello che mi sarei aspettato da lui in un momento come questo. Non vado da nessuna parte senza di te. Sapevamo entrambi che si stava riferendo ad un’altra cosa. A quella cosa.
Di certo non mi ero rallegrato e di certo non mi ero alzato per gettargli le braccia al collo, no. Avevo continuato a piangere forse più di prima pensando  alla falsità delle sue parole.
Probabilmente Louis aveva capito che non era stato d’aiuto così si inginocchio di fronte a me e con quella dolcezza che avevo sempre amato, mi scostò le mani dal viso. Rabbrividì al suo tocco ma non mi ritrassi, lo lasciai accarezzarmi il viso asciugando le lacrime agli angoli degli occhi e lo vidi sorridere. Sorrideva a me. Sorrideva per me.
Non so come ma smisi di piangere e puntai i miei occhi smeraldo lucidi e più chiari che mai sui suoi, bellissimi, azzurri come il cielo, celesti come il mare. Gli occhi più belli che avessi mai visto. Quelli che mi hanno fatto innamorare di lui. Si, ero innamorato di lui,Louis Tomlinson.
Per un istante ci guardammo negli occhi e pensai di non sapere più cosa significasse avere la terra sotto i piedi, pensai che era bellissimo anche appena sveglio e pensai che non poteva essere mio. Non adesso almeno
Eravamo divisi, come da un muro ma non indistruttibile. Se avessimo unito le nostre forze saremo riusciti a distruggerlo ma il problema era che nessuno dei due aveva il coraggio di avvicinarsi, di fare la prima mossa così che l’altro l’avrebbe seguito a ruota. Sapevo che anche lui era spaventato ma al contrario di me non lo dava a vedere, eravamo distrutti entrambi.
“ Ti prego, Harry” la sua voce era dolce, leggera e maledettamente calma. Come faceva ad essere calmo? Come faceva a pregarmi? Perché no, non sarei riuscito a smettere di soffrire. Ero distrutto, faceva tutto troppo male.
Avevo un groppo in gola, non riuscivo a parlare ma non so come ebbi il coraggio di stringergli la mano e “Ho paura” sussurrare talmente piano che pensai l’avessi immaginato. Ma non era così. Louis aveva sentito, forse meglio di me e ora mi fissava. Incastrai la testa tra le gambe mentre riuscivo a sentire i suoi bellissimi occhi celesti e dannatamente bellissimi puntati su di me in quello che si poteva definire uno sguardo carico di compassione. A volte dimenticavo che Louis era strano, aveva un modo di fare tutto suo, non piangeva quasi mai ed era forte, come nessuna persona mai conosciuta. Era strano perché era diverso da me. Io ero debole, cedevo alla tentazione di piangere, avevo bisogno che qualcuno mi stringesse tra le proprie braccia e cosa più importante, non ero affatto forte. Nemmeno la metà di quanto lo era lui. Mi facevo schifo anche perché avevo bisogno di lui ogni momento della mia vita. Non guardai Louis negli occhi proprio per questo, ero debole ma mi conoscevo, sapevo che mi sarei facilmente incantato in quel mare che aveva al posto degli occhi permettendolo di comandarmi, come sotto incantesimo. Paura. Era quello il sentimento che avevo appena dichiarato riempiendolo di odio e disprezzo in quanto a causa di esso ora ero rinchiuso in una gabbia dentro di me. Non era una di quelle gabbie in cui sei costretto a restarci perché quello è il tuo destino e a cambiarlo proprio non ci pensavi, no. La gabbia era dentro di me, costruita da me perché all’inizio pensavo sarei riuscito a liberarmene ma ancora oggi non ne sono capace. Tutte le mattine mi sveglio con il desiderio di voler completare il puzzle della mia vita mettendomi a cercare il pezzo mancante, quello che nonostante tutti i miei sforzi non riesco a trovare. Quello che mi permetta di vedere finalmente il puzzle completo ed avere la soddisfazione di essere riuscito a farcela. Non conoscevo quella sensazione e avevo paura di viverla. Come sarebbe stato? Sapevo solo una cosa, quel puzzle eravamo noi due. Io e lui. Harry e Louis. Louis e Harry.
Ingoiai a fatica per la seconda volte aspettandomi una risposta brusca o anche un semplice abbandono ma non successe. Mi abbracciò per un tempo che parve infinito dove finalmente mi sentivo felice, completo e maledettamente debole.
“ Prendi la mia mano e tutto andrà bene” mi sussurrò talmente vicino all’orecchio che mi fece rabbrividire, ancora.
Era bellissimo sapere che lui c’era. Che mi amava come io amavo lui. Ed era altrettanto stupendo stringergli la mano e sorridergli come se al mondo fossimo solo io e lui. Ma cosa dico? Per me non esiste il mondo, per primo c’è lui.
Si alzò in piedi e mi tese la mano aiutandomi ad alzare e poi sorrise come solo lui sapeva fare. E’ davvero bellissimo  pensavo ogni volta che lo vedevo sorridere o fare qualunque altra cosa rivolta a me. Solo ed unicamente a me, il ragazzo che amava e che forse avrebbe amato per sempre.
Lo guardai ancora una volta cercando forse di imitare la sua dolcezza ma non ci riuscì nel momento stesso in cui mi accorsi che anche lui era in lacrime. Mi si spezzò il cuore e senza accorgermene smisi di respirare. A volte dimenticavo la sua paura di vedere qualcosa di distrutto a causa sua ed ora quel qualcosa ero io,Harry Styles.
Spalancai gli occhi come sorpreso nel vederlo sorridere e allo stesso tempo piangere. Era la prima volta e non avevo la minima idea di come reagire. Mi avvicinai con estrema lentezza sempre più vicino a lui e con il palmo della mano gli asciugai le lacrime. Lui sorride ancora una volta chiudendo gli occhi e mi si strinse il cuore vederlo star male. Era terribile vedere la persona che amavi soffrire e piangere. Avrei decisamente preferito morire. Di solito era Louis che rassicurava me e mai il contrario, per questo non sapevo gestire quella situazione.
“ Ti amo” fu l’unica cosa che riuscì a dire. Era stato detto in modo forzato come se avessi lottato per pronunciare quelle semplici parole che però significavano molto per me. Non era quel ti amo detto al migliore amico e neanche quello detto alla mamma, era un ti amo sincero dichiarato ancora una volta a lui. La persona che ormai da tempo era diventata la mia speranza. Si, quella piccola luce dentro di me si trovava lì per il ragazzo che amavo davvero, Louis Tomlinson.
“ Anche io” rispose lui. Era freddo e allo stesso tempo distante ma il mio cuore fece ugualmente le capriole. Anche se non era un ti amo carico di amore come il mio, mi accontentai liberando il passaggio ai mille brividi che mi percorrevano il corpo. Non era la prima volta che diceva di amarmi anzi, erano state tante e tutte diverse le occasioni che gli avevano permesso di esprimere i suoi sentimenti. L’aveva detto mentre facevamo l’amore tentando in tutti i modi di non farmi del male, l’aveva detto in silenzio con gli occhi o davanti a tutti cingendomi i fianchi e baciandomi. In ogni caso aveva provocato lo stesso effetto di adesso: brividi per il corpo e battito a mille.
“ Lo so, Boo” dissi. In realtà l’avevo semplicemente pensato e non avevo alcuna intenzione di condividere il mio pensiero ad alta voce.
“ Boo? “. Louis alzò un sopracciglio e si sforzò di sorridere ancora asciugandosi meglio alcune lacrime agli angoli degli occhi. Lo guardai falsamente confuso con la testa piegata di lato con lo scopo di farlo ridere. Lui adorava quando facevo così. Fortunatamente il mio piano riuscì alla perfezione gettandosi ridendo contro il mio petto mentre si alzava sulle punte dei piedi per appoggiare la testa sulla mia spalla
Era così piccolo e dannatamente adorabile pensai. Questa volta tenni il mio pensiero per me limitandomi a stringerlo più forte del dovuto. Non volevo che quell’abbraccio finisse, era stato il primo sincero dopo non so quanto. Chiusi gli occhi per godere della stretta che ci raffigurava come un’unica persona dato che davanti a tutti non potevamo farlo. Per questo nessuno sapeva di noi. Non sapevano dei baci, dei ti amo pronunciati in silenzio e di quell’amore che aveva portato alla nostra distruzione. Sapevo che l’amore verso Louis mi avrebbe fatto a pezzi, ma questa non era una scusa valida per smettere di amare il bambino che tenevo stretto tra le mie braccia proteggendolo da chiunque avrebbe desiderato strapparlo via da me. Quando stavamo insieme era come se il mondo attorno a noi ci rendesse le cose più semplici di quello che mostrava la realtà, e a noi piaceva. Nonostante tutto continuavo a lottare e anche se faceva davvero molto male alla fine il premio saremo stati noi due felici. Volevo che quell’abbraccio durasse perché entrambi sapevamo che tutte le parole del mondo non sarebbero bastate per spiegare il nostro dolore mentre quell’abbraccio ci era riuscito alla grande. Questa era la cosa peggiore: non poter urlare il mio amore per Louis.Lui sapeva che avrei fatto di tutto pur di renderlo felice e mi faceva star male pensare che solo noi due ne eravamo a conoscenza.
Cominciava a pizzicarmi il naso e la vista si faceva sempre più offuscata quando Louis parlò impedendomi di ricominciare a piangere. Si staccò dalle mie braccia con estrema delicatezza e quasi sussurrò “ Andiamo a dormire”.
“ Che cosa?” Balbettai. Non ero affatto confuso, forse un po’ sorpreso ma avevo capito benissimo: mi aveva chiesto di andare nel suo letto.
“Hai capito bene, riccio” disse ridendo come se mi avesse appena letto nel pensiero. Era una risata bellissima e silenziosa provocata dalla mia reazione leggermente stupita.
Mi prese la mano e camminò lentamente a piedi scalzi lungo il corridoio trasportandomi sempre più avanti con uno stupendo sorriso non di malizia o divertimento come chi non ci conosceva avrebbe potuto pensare no, era amore. Il nostro amore.
Passammò verso la stanza di Niall in punta di piedi allungando il collo per sbirciare dentro. Era ricoperto da carte di cioccolata probabilmente rimaste lì da chissà quanto e abbracciava un cuscino per sentirsi più protetto mentre dormiva. Era stupendo anche quando non faceva vedere i suoi bellissimo occhi celesti più chiari di quelli di Louis e con i capelli sparsi sul volto. Risi mentre il biondo arricciava il naso infastidito prima che Louis mi trascinasse nella camera di Liam. Il letto era ancora accuratamente rifatto nonostante il tardo orario e non mi sorpresi nel vederlo nella camera successiva accoccolato al petto di Zayn mentre quest’ultimo gli accarezzava con dolcezza i capelli e lo osservava sorridendo. Sorrisi anche io quando li vidi così sereni e senza problemi ma cercai di non farmi vedere per evitare quel bellissimo momento. Ammetto però che restai un po’ a guardarli in silenzio immaginando me e Louis nella stessa posizione, felici come non lo eravamo stati da molto tempo perché in fondo mi piaceva sognare rendendo la realtà meno orribile.
“Hazza?” rabbrividì nel sentirmi chiamare in quel modo risvegliandomi all’istante dal mio sogno e mi girai di scatto verso il volto sorridente di Louis che mi incoraggiava a percorrere il resto del corridoio per raggiungere la sua stanza. Non me lo feci ripetere una seconda volta e lo seguì come un cuccio lo intrecciando le mie mani con le sue. Le camere erano tutte molto vicine e quando arrivammo in quella di Louis restai a guardarla sbalordito. Da tanto tempo non ero stato lì e l’odore pungente del suo profumo mi invase le narici. Era rimasta la camera che ricordavo, non aveva cambiato nulla, c’erano ancora i vestiti sporchi ai piedi del letto, le lattine di coca sparse qua e là e i DVD dei film che amava e che un tempo avevamo visto abbracciati sotto le coperte.
“ Dovresti fare ordine” suggerì mentre lo osservavo sedersi sulla piccola scrivania celeste stranamente ordinata.
“ Vieni qui” tagliò corto lui ridendo. Ovviamente non aveva intenzione di parlare ancora a lungo e quando capì cosa voleva fare arrossì violentemente. Camminai verso di lui con le mani nelle tasche del pigiama senza staccare gli occhi dai suoi e quando finalmente fummo davvero  molto vicini da poter sentire il battito del nostro cuore, senza dire nulla mi baciò. Circondò il mio collo con le sue magra braccia e strinse le gambe sui miei fianchi. In un primo momento sussultai anche se l’avevo già immaginato dato che Louis era solito a passare direttamente ai fatti. Sorrisi tra le sue labbra prima di cominciare a baciarlo sempre con più desiderio. Volevo restare così per sempre, volevo dimenticare tutto e cosa più importante volevo lui insieme con me. Lo alzai dalla scrivania sempre tenendo le nostre labbra incollate e lo poggiai delicatamente sul letto di fronte. Mi misi a cavalcioni su di lui mentre le sue mani si incastravano con i miei ricci. Amavo quando faceva così, lui lo sapeva e rise vedendo la mia espressione di compiacimento sul volto. La sua risata vibrò tra i nostri corpi facendoci sentire davvero come un'unica persona. Restammo in quella posizione per un po’ di tempo perché in effetti noi eravamo quei ragazzi che si baciavano tutta la notte fino a perdere il fiato, perché sapevano che il giorno dopo non potevano più farlo. Questa era la nostra vita e avremo continuato a lottare per cambiarla
 
-Harry Styles.



CIAO!
Sono Sabrina e questa è la mia seconda OS Larry. So che dentro c'è un po' di Ziam ma come potevo non metterlo? Sono la docezza insieme sia come amici che come fidanzati.
Ho scritto questo per diciamo distrarmi da un po' tutto e mi piacerebbe che anche le non Larry Shipper leggessero questo perchè è come vediamo la realtà noi.
Ovviamente non l'ho scritto perfettamente ma stavo pensando a questo da un po' di tempo e scriverlo mi è servito molto.
Comunque vi consiglio di leggerla con una canzone lenta e rilassante come sottofondo.
Non so più che dire,  spero vi piaccia e mi scuso per la lunghezza :')

Ciaoo!
  
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