Arrivai al piano superiore ed aprii la porta della mia stanza.
Per poco non mi si gelò il sangue nelle vene: davanti alla finestra aperta c’era una figura in controluce, scura, che proiettava a terra un’ altrettanto grande ombra che arrivava fino ai miei piedi.
Mi dominava in tutto e per tutto: non potevo fare niente. Presa dal panico rimasi immobile, con gli occhi spalancati che guardavano nel vuoto, in attesa.
Il cuore mi batteva all’impazzata, il respiro era frenetico: mi sentivo impotente e terrorizzata.
Ad un certo punto un suono ruppe l’aria.
“Lex”
Sussultai. In quella parola, detta con una voce roca e profonda, riconobbi chi mi era davanti.
Alzai lo sguardo.
Harry.