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Autore: pIcCoLaKaGoMe92    05/11/2013    1 recensioni
Tutto ciò che Susan desidera è una vita all'insegna della normalità, ma a quanto pare il destino ha in serbo tutt'altro per lei. Dal testo : "«Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio! Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!» «Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»" (Una rivisitazione in stile Narnia della fiaba di Biancaneve). PeterxSusan.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Susan e Lucy correvano a perdifiato, ma purtroppo non erano allenate per corse così lunghe e la resistenza non era proprio il loro forte. Si fermarono a riprendere fiato per la seconda volta.

Ansimando la più piccola riuscì a dire «Siamo così distanti! Di questo passo arriveremo stanche morte …»

Susan guardò in direzione del campo di battaglia. Sapeva che Lucy aveva ragione, ma non c’era altra scelta se non quella di correre.

Poi la terra tremò, e sentirono un forte ruggito prima che qualcosa le afferrasse e tirasse su.

* * *

Peter era completamente immerso nella battaglia. Con movimenti veloci scansava e affondava i nemici, niente e nessuno sembrava poterlo fermare.

Si permise un attimo di riposo salendo su un carro rovesciato per osservare la situazione. Vide Edmund poco distante destreggiarsi abilmente con le spade contro un minotauro; da tutt’altra parte Caspian faceva strage di nemici mentre Trumpkin guidava gli arcieri.

I suoi uomini stavano dimostrando forte coraggio resistendo all’esercito della strega, ma se non fosse arrivato presto un aiuto non avrebbero resistito a lungo, i nemici erano troppo numerosi.

Mentre faceva le sue considerazioni il principe Rabadash, che anche partecipava alla guerra, si avvicinò di soppiatto vedendolo distratto e lo attaccò alle spalle. Non riuscì nella sua impresa però, perché Peter con l’esperienza di molte battaglie sulle spalle nonostante la sua giovane età, sapeva bene di dover tenere i sensi sempre allerta. Parò facilmente il colpo di spada con lo scudo e spinse il principe calormeniano indietro. Questo ringhiando per la frustrazione disse «Maledetto! Morirai per aver rapito mia moglie!»

Peter sentì la rabbia montargli dentro e con un balzo fu subito sul principe. Rabadash che non si era aspettato tutto quel vigore indietreggio impaurito. Dopo aver parato con difficoltà i colpi continuando ad arretrare il calormeniano inciampò in un corpo cadendo steso a terra sulla schiena.

Il Re Supremo alzò la spada pronto a dare il colpo di grazia, ma Rabadash urlò terrorizzato «No ti prego! Lasciami ti prego! Scusa, scusa!» Peter rimase interdetto con la spada ancora sollevata mentre lui arrancava nella sua preziosissima armatura d’oro scappando a gambe levate.

Incredulo rimase a fissarlo strabuzzando gli occhi mentre scappava, ma un colpo d'ascia lo costrinse a girarsi. Davanti a lui stava un possente minotauro che caricò un altro colpo dritto alla sua testa.

Velocemente si calò indietro per evitare l’ascia ma inciampò nel corpo in cui anche Rabadash era incappato, e cadde rovinosamente a terra.

Con uno zoccolo il minotauro calciò via la spada dalle sue mani, mentre posava l’altro sul suo petto per tenerlo fermo.

Alzò l’ascia sorridendo malignamente «Adesso stai fermo, così che io possa prendere la tua testa e consegnarla alla nostra amata signora Jadis.»

Provò a ribellarsi ma la presa era troppo forte. Chiuse gli occhi pronto all’impatto e tutto ciò che vide fu il viso di Susan. Non si aspettava di sopravvivere a questa guerra, lo sapeva dal primo istante in cui Lilliandil e Ramandu li avevano avvisati del piano della Strega Bianca di attaccare, ma sperava almeno di vendicare Susan, suo padre e tutti quelli che erano morti per mano della Regina.

Con un sorriso triste pensò al loro ultimo bacio. Non aveva avuto nemmeno l’occasione di sentirsi dire che lo amava, ma almeno lei sapeva quello che lui provava, ed era felice sapendola al sicuro. Fino a quel momento non era stato del tutto certo della scelta fatta, ma ora era deciso: tenerla chiusa nella diga dei castori era stata la cosa migliore da fare.

Riaprì gli occhi pregando Aslan che non fosse troppo doloroso, ma il colpo non arrivò. Una freccia conosciuta, dal piumaggio rosso era conficcata tra i due occhi del minotauro, che cadde senza vita sul ragazzo.

«Peter!»

Si tolse di dosso la bestia e si voltò indietro, terrorizzato al suono di quella voce che aveva riempito i suoi pensieri. Susan con ancora l’arco in mano lo guardava preoccupata dall’alto di un albero. Accanto a lei, Lucy saltò giù dal ramo, lanciandosi in battaglia con la spada sguainata.

Aslan atterrò due soldati nemici e il suo ruggito si diffuse in tutta la valle. I soldati della Strega tremarono di paura, gli alberi erano arrivati ed ora avevano qualche possibilità in più di vittoria.

Ma l’attenzione di Peter ora era tutta rivolta a Susan, che lo guardava preoccupatissima. Si alzò di scatto correndole incontro atterrando due nani neri nella furia, mentre Susan si lanciava dall’albero correndogli incontro.

Lo abbracciò forte, le mani ancora tremanti, ma lui la scostò subito tenendole il volto con presa ferma «Susan! Che diavolo ci fate qua? È pericoloso!»

Lei non lo ascoltò nemmeno e balbettò «Peter! Come stai? Ho visto quel minotauro … non sei ferito vero?»

«No io non …. Perché sei venuta? Dovevi rimanere al sicuro!»

Susan si accigliò «Questa è anche la mia battaglia Peter! È il mio regno che stiamo liberando!»

Era determinata e fiera come non l’aveva mai vista prima. Sorrise un po’, carezzandole la guancia che teneva con il pollice, quando si ricordò di essere nel bel mezzo di una battaglia.

Si guardò intorno preoccupato e quasi rassegnato disse «Va bene, però sali sull’albero! E stai al sicuro!»

Ancora un po’ rossa per il gesto precedente Susan si riscosse e annuì, mentre si aggrappava a un ramo per essere tirata su dall’albero.

Peter diede una pacca sul tronco sussurrando «Occupati di lei.» poi si diedero un ultimo sguardo denso di significati. Amore, preoccupazione, speranza.

«Buona fortuna, Peter» sussurrò prima che lui si voltasse lanciandosi in un duello.

* * *

In cima all’ albero Susan poteva avere una situazione chiara di tutto il campo di battaglia. Con lo sguardo cercò la regina, ma senza risultati.

Vide delle aquile volare vicino a lei. Peter le aveva detto di rimanere sull’albero e stare al sicuro, ma le guerre non si vincono stando al sicuro. Prendendo un profondo respiro e senza mai staccare gli occhi da una di loro cominciò a contare «Uno …» l’aquila si avvicinava sempre di più «Due …» era a pochissimi metri e Susan cominciò a dondolarsi avanti e indietro per la spinta «Tre!» urlò lanciandosi nel vuoto.

La sua caduta libera fu fermata dopo poco dalle zampe dell’aquila a cui si aggrappò saldamente. «Emh, scusa per l’improvvisata! Mi daresti un passaggio fin laggiù?» chiese indicando la parte di campo di Jadis.

L’aquila la scrutò con i suoi occhi indagatori poi la sistemò meglio tenendola per la vita in modo che avesse le mani libere di lanciare e disse con voce fiera «Ovviamente, Vostra Maestà.»

Nel suo volo Susan si assicurò che tutti i suoi amici fossero sani e salvi. Vide Lucy combattere con una furia ed una bravura che non si sarebbe mai immaginata. Come in una danza vorticosa affondava ed evitava i nemici. Un Troll enorme però la bloccò da dietro con un braccio intorno alla vita.

Susan preparò il colpo, calibrando la forza ed il vento per poi rilasciare la freccia, che come immaginato si conficcò dritta nell’occhio del nemico.

Lucy alzò gli occhi per vedere chi fosse il suo salvatore e quando riconobbe la sorella volante urlò «Susan! Dove diavolo stai andando?»

«A riprendermi ciò che è nostro!» non sentì la risposta di Lucy, e non avrebbe voluto sentirla comunque. Sapeva che stava facendo una cosa da pazzi, che quella parte logica e razionale di sé urlava descrivendole in pieno tutti i pericoli che avrebbe corso, ma per una volta non voleva dargli ascolto. Per una volta voleva essere coraggiosa ed impavida come aveva sempre desiderato essere, l’eroina della sua fiaba.

Finalmente la vide. Sul suo carro da guerra trainato da orsi polari, temibile come non mai. C’era qualcosa di strano in lei, con quegli occhi rossi con le pupille estremamente dilatate ed un ghigno sinistro mentre lanciava incantesimi a tutti pietrificandoli.

«Io scendo qui, grazie!» disse all’aquila che annuendo planò e si abbassò pian piano. Susan lanciò una freccia tagliando le redini con cui teneva gli orsi.

Il carro si fermò mentre gli animali continuavano la loro corsa. Furiosa la regina si voltò per vedere Susan che atterrava proprio davanti a lei.

Jadis sorrise malignamente e scese con calma dal carro mentre Susan seguiva ogni suo movimento con l’arco pronto . «Biancaneve … non sai che gioia averti qui! Pensavo che il tuo principino ti avrebbe rinchiuso in qualche tana pur di tenerti al sicuro ed invece eccoti qui! Ti ringrazio per avermi evitato la fatica di stanarti cara! Sarebbe stata proprio una brutta gatta da pelare …»

«Il mio nome è Susan.» disse decisa. La regina sorrise ancora di più.

«Oh, abbiamo messo su coraggio, eh? Credi forse di poter vincere? Guardati intorno, non hai nemmeno la metà dei miei uomini e ormai sono esausti. Ed Aslan non è che un gattino con la voce grossa.»

Susan ringhiò «Io e te , Jadis. Risolviamo questa faccenda una volta per tutte.»

«No chiedevo altro.» La Strega Bianca alzò la bacchetta pronta a scagliare il suo incantesimo pietrificante ma velocemente Susan fece una capriola verso destra evitandolo e lanciò la freccia dritta nella sua spalla colpendola.

«Maledetta!» urlò rabbiosa. Si staccò la freccia come niente fosse mantenendo lo sguardo di pietra dritto sulla ragazza che la guardava sconvolta. Lentamente avanzò scagliando colpi con la bacchetta e sfoderando con l’altra la sua spada, mentre Susan arrancava per evitarli tutti.

Riuscì anch’essa a sfoderare la spada e con la lama rifletté un incantesimo dritto alla strega, che alzò una mano davanti la faccia assorbendolo. Appena la spostò rivelando la faccia Susan tremò inconsciamente. Sembrava che vi bruciasse l’inferno dentro gli occhi. E non sapeva quanto ci era andata vicina.

«Mi hai stufato, Susan . Ora basta giocare.» disse scattando in avanti e poi scomparendo. Susan si guardò intorno spaesata, mentre teneva la spada pronta. Jadis cominciò a materializzarsi e smaterializzarsi velocemente intorno a lei provocandole grande confusione, quando all’improvviso apparve dietro di lei dandole un forte calcio che la spinse lontano di parecchi metri.

Con fatica Susan provò a rialzarsi, ma con un colpo di bacchetta venne spedita indietro altri due metri.

Fece per rialzarsi altre due volte, ma entrambe la regina la atterrò, scavando nel terreno per la forza dell’incantesimo.

Esausta si appoggiò con la schiena nella sua buca, guardando ansimante la figura di Jadis sfocata avvicinarsi a lei.

La regina la raggiunse lenta, assaporando il profumo della vittoria, poi si calò su di lei inerme e le prese il collo con una mano alzandola dal terreno con forza.

Susan cominciò a boccheggiare mentre sentiva la morsa stringersi sempre di più.

«Mi sono divertita abbastanza con te. Il gioco è bello quando dura poco.»

Ma prima che potesse stringere completamente una freccia si conficcò nella sua mano, facendole perdere la presa su Susan, che cadde a terra respirando forte per immagazzinare aria, guardando Lucy, la sua salvatrice, che fronteggiava la Regina ancora con l’arco teso ed una freccia già pronta.

Jadis fece una smorfia frustrata e disse «Oh, non mi aspettavo questa simpatica riunione familiare! » poi scomparve per ricomparire subito a pochissima distanza dal volto di Lucy, che spalancò la bocca sorpresa.

La regina sorrise, per poi colpirla con forza e spedirla lontanissimo.

Si girò nuovamente verso Susan raggiungendola, mentre con la sua magia spingeva sempre Lucy a terra ogni qual volta quella facesse per rialzarsi.

«Io e te, Susan. Finiamo questo gioco una volta per tutte.» e scomparve per riapparire nella foresta proibita alla spalle della ragazza.

Susan sapeva benissimo che era una trappola. Senza che se ne accorgesse mentre combattevano l’aveva spinta intenzionalmente verso la foresta. Anche Lucy le stava urlando di non andare, e tutto il suo essere le sbraitava di girarsi e tornare indietro, ma quando la regina urlò «Oh, cara, coraggio! Non vuoi vendicare il tuo caro paparino?» qualcosa in lei si accese, raccolse la spada finita poco lontano e corse dritta nella foresta al suo inseguimento.

Lucy finalmente libera dall’incantesimo fece per inseguirla, ma poi ritornò sulla sua decisione. Sicuramente se fossero andate da sole sarebbero morte. Aveva bisogno di aiuto, e sapeva benissimo a chi rivolgersi.

Fece per girarsi e correre come un fulmine, ma si trovò davanti un cavallo in corsa che impennò per non schiacciarla. Terrorizzata cadde a terra con gli occhi spalancati trattenendo il respiro.

Fu solo quando il cavallo parlò e si avvicinò al suo viso leccandolo che si riscosse «Lucy?»

Sbatté le palpebre confusa, poi lo riconobbe «Philip!»

Gli occhi di Lucy si riempirono di lacrime ed il cavallo la guardò preoccupato «C’è qualche problema piccola Lucy? Non volevo spaventarti …»

Cacciò indietro le lacrime e si alzò «No non è questo, è che ho bisogno di aiuto! Si tratta di Susan, e poi Jadis … devo trovare Edmund!»

Philip si abbassò per permetterle di salire e una volta assicuratosi che lei si stesse mantenendo partì veloce come un fulmine. «Forza mi racconterai tutto strada facendo!»

E Lucy gli raccontò tutto, spingendolo ad andare ancora più veloce. Trovarono presto Edmund, impegnato con due troll ed il volto estremamente affaticato.

«Edmund!»

Al suono della sua voce lui si girò confuso «Lucy? Philip?» si abbassò mentre i due troll stavano per colpirlo facendo in modo che si colpissero a vicenda e corse incontro ai due.

Lucy smontò da cavallo con un salto e si aggrappò al braccio di Edmund disperata «Ed! aiutami ti prego Su-»

Ma lui la interruppe subito «Che diavolo ci fai qui? Come ci sei arrivata? Sei ferita?»

Philip fortunatamente bloccò le mille domande del suo compagno nitrendo nervosamente così che Lucy potesse parlare.

«Edmund devi aiutarmi! Susan sta combattendo contro la Strega bianca, nella Foresta Proibita!»

La faccia del Re Giusto perse tutto il colore in un colpo solo, poi velocemente ma sempre mantenendo la sua calma pragmatica disse «Ok, io vado verso la foresta Proibita, tu cerca Peter e poi fallo venire. »

Lei provò a contestare ma le mise una mano sulla spalla «Non ti preoccupare, non le permetterò di farle del male. » poi la avvicinò a sé e le pose un bacio sulla fronte «Sii prudente, Lucy.» e corse diretto alla foresta.

La ragazza, che era rimasta un po’ interdetta dal gesto di Edmund e anche piacevolmente sorpresa si svegliò grazie ad un colpetto sulla spalla dal muso del cavallo, così veloce gli salì in groppa e partì alla ricerca di Peter.

Non dovette cercare molto, il ragazzo combatteva non molto distante al fianco di Caspian e di Oreius. Lucy urlò il suo nome per attirare la sua attenzione , ma un soldato calormeniano si mise in mezzo. Lucy aveva constatato che non erano molti, probabilmente si trattava solo della scorta che aveva accompagnato il principe Rabadash a Ettinsmoor dal momento che la guerra era stata una decisione di un giorno solo e sarebbe stato impossibile chiamare rinforzi da Calormen. Comunque quei pochi che combattevano erano stranamente tenaci e estremamente vistosi nelle loro armature riccamente decorate.

Sguainando la spada ancora a cavallo Lucy urlò «Non ho tempo per te adesso!» e con un colpo solo gli tranciò la testa.

Peter e Caspian che l’avevano vista arrivare da lontano e le stavano correndo incontro per aiutarla,ma alla scena rimasero scioccati. Continuarono a guardare Lucy a bocca spalancata anche quando si avvicinò rimanendo sempre su Philip che continuava a muoversi nervosamente sul posto.

«Peter! Si tratta di Susan!» quando sentì queste parole il Re Supremo cambiò subito espressione e chiese oltremodo apprensivo «Cosa ha fatto?»

«Ha inseguito la Strega Bianca nella Foresta Proibita! Edmund è già andato in suo soccorso ma-»

«Va bene così Lucy, grazie. Caspian occupati di lei, da adesso in poi passo il comando a te ed Oreius.» poi guardò la ragazza aspettando ansiosamente che scendesse da cavallo, ma quando questa disse «Io non rimarrò immobile mentre mia sorella rischia di venire uccisa! Voglio venire anche io e non me lo impedirai!»

Sbuffando salì rassegnato su Philip dietro di lei. «Quale diavolo è il problema con te e tua sorella?»

Ma Lucy lo ignorò spingendo i tacchi nei fianchi del cavallo per farlo partire.

* * *

Susan correva per la Foresta cercando di non rimanere impigliata con la gonna nei rovi. La regina continuava a chiamarla da ogni dove della foresta ridendo smisuratamente nel vederla così sperduta.

Quando i richiami di Jadis cessarono fermò la sua corsa e si ritrovò in una parte della foresta che le ricordava molto la parte preferita del bosco in cui era cresciuta vicino al cottage di Trumpkin.

Una parte circolare di terreno non molto grande era completamente libera da ogni albero o rovo, tranne che per un tronco poggiato a terra che le ricordava quello che lei utilizzava per sedersi e ammirare il cielo.

Alzò gli occhi e lo vide tinto di rosso sangue. Era già arrivato il tramonto, stavano combattendo da quasi due ore. Ma la voce di Jadis interruppe presto i suoi pensieri «Eccoti qui finalmente, ti vedo un po’ affaticata cara.» Susan si girò di colpo verso di lei, ansimante mentre si scostava i capelli scappati alla treccia che le erano finiti in bocca e davanti agli occhi durante la corsa.

La regina le sorrise «Cosa ne dici se cominciamo a fare sul serio adesso, eh?»

Non sapendo cosa dire Susan si mosse nervosa sul posto, una mano con la spada l’altra pronta a prendere una freccia dalla faretra.

Sorridendo ancora aprì le braccia, ma non accadde niente. Susan la guardò senza capire con un sopracciglio alzato scetticamente e quasi le scappò un risolino.

Vedendola abbassare la guardia la regina la guardò già vittoriosa. All’improvviso un’enorme zampa tramortì Susan mandandola a sbattere contro il tronco a terra. Quando alzò gli occhi spalancò la bocca incredula.

Davanti a lei stavano le Bestie. Enormi, alte quasi due metri, la parte superiore era quella di un orso con canini lunghi quasi dieci centimetri, la parte inferiore invece aveva le zampe robuste e scattanti di un lupo.

Quello che però più la inquietava erano gli occhi delle Bestie. Sembravano quasi umani, una li aveva di un colore azzurro molto simile al suo, l’altra di un blu profondo.
Non ebbe molto tempo per le considerazioni però, visto che cominciarono ad attaccarla mentre la regina se la rideva di gusto.

Oltre a ridere però, Jadis stava anche preparando un potente incantesimo con la bacchetta pronta a scagliarlo al momento giusto e farla finita una volta per tutte.

Prendendo bene la mira disse «Addio, mia cara principessina.»

Ma non aveva fatto i conti con Edmund, che saltò improvvisamente dalla boscaglia con la spada alzata e con un solo colpo ruppe la bacchetta.

Furente come non mai digrignò i denti e spinse lo spuntone che le era rimasto in mano nello stomaco del ragazzo che urlò per il dolore.

Susan che aveva visto tutto urlò il suo nome disperata, ma una bestia la bloccò contro un albero non permettendole di andarlo a salvare.

Qualcun altro aveva chiamato il suo nome però. Era Lucy, che velocemente corse al suo fianco dandogli dei leggeri schiaffi per tenerlo sveglio. «Edmund! Edmund mi senti? Rimani cosciente!» velocemente fece per stappare la sua boccetta del cordiale, ma una zampata la fece volare lontano da lei. La ragazza alzò gli occhi per incrociarne due azzurri appartenenti alla bestia che la guardava digrignando i denti.

Alzò la zampa pronto a colpire lei ma con una capriola laterale riuscì ad evitarlo, spostandosi vicina al cordiale.

Contemporaneamente Peter era intervenuto a salvare Susan liberandola dalla Bestia ed adesso cercava faticosamente di tenerlo a bada. Intanto Susan stava gattonando verso Edmund per assicurarsi che stesse bene quando una spada le bloccò la strada.

Alzò gli occhi ed incontrò quelli di fuoco della regina.

«Non so dove tu voglia scappare cara, ma io e te abbiamo appena iniziato. L’ho sempre detto, quando devi fare una cosa fattela da sola!»

Susan indietreggiò e cominciò a scagliarle almeno una decina di frecce, ma nonostante andassero a buon segno sembravano non sortire effetto su di lei.

Peter nel frattempo si trovava in difficoltà con la bestia considerando la sua enorme stazza, ma grazie alla sua agilità riuscì ad eludere le sue difese ed assestarle un colpo mortale.

Guaendo miseramente la bestia si accasciò, ma una strana aurea argentea cominciò ad avvolgerlo, finché accasciato a terra al posto del mostro giaceva un uomo di più o meno una cinquantina di anni, biondo.

Peter non riuscì a credere ai suoi occhi. Davanti a lui, al posto della Bestia stava suo padre, il Re Frank.

«P-papà?» il re guaì di dolore e si mise una mano sul petto all’altezza della ferita che subito si impregnò di sangue. «Papà! Sei tu?» Peter si accasciò al suo fianco tenendogli la mano con gli occhi lucidi. Frank lo guardò con occhi vitrei, che poi pian piano si inumidirono sempre di più «Peter? Figlio mio … sei proprio tu?Quanti anni sono passati? Non sai che gioia rivederti …»

A queste parole il ragazzo non riuscì a trattenere qualche lacrima stringendo forte la mano di suo padre che gli sorrideva felice di averli visto ancora una volta.

Jadis rise sguaiatamente a quella scena e poi spiegò «Sciocchi! Quelle Bestie altri non sono che i vostri padri! Colpendo il mostro hai colpito il tuo stesso padre a morte!»

Susan e Lucy la fissarono incredule, mentre Peter non poté fare altro che piangere. Aveva appena ritrovato il suo amato padre e adesso stava per morire, colpito da lui. E come se non bastasse Edmund poco lontano giaceva in una pozza di sangue inerme.

«Dov’è Edmund, Peter? Vorrei vederlo un ultima volta prima di andarmene …» il Re Supremo strizzò gli occhi per focalizzarlo. «No padre! Ti prego non lasciarci un'altra volta!»

Intanto Lucy continuava ad evitare e respingere gli attacchi della Bestia. «Se quello è il padre di Peter ed Edmund questo vuol dire che lui ….»

La regina si voltò a fissarla sorridente come una pasqua «Esattamente. Lui è vostro padre. Ma non ti affannare cara, non vi riconoscerà mai è sotto incantesimo.»

Alla piccola scappò un singhiozzo guardando la Bestia in quegli occhi così simili ai suoi e a quelli di Susan. Non voleva fargli male, infondo era suo padre, ma non poteva continuare così per molto.

Se solo fosse riuscita a raggiungere il cordiale avrebbe potuto salvarli tutti quanti, Edmund, il Re Frank e suo padre.

Velocemente raccolse la spada e si gettò sulla boccetta, ma con le dita ad un centimetro dal tappo rimase bloccata con la gamba in una radice rialzata dal terreno. Intano la bestia con una zampata lanciò via la spada e la bloccò a terra tenendola ferma per le spalle.

Aprì gli occhi e si ritrovò faccia a faccia con gli occhi di suo padre ed il ringhio famelico della bestia che era diventato.

Susan era stata a fissare quello che le accadeva intorno tremante ed impotente, ma sentiva una rabbia immensa salirle dentro. Lanciò l’arco lontano e si gettò sulla Strega di corpo tirandole un pugno in pieno viso rompendo quel bel ghigno soddisfatto che aveva.

Cominciarono così una guerra corpo a corpo fatta di pugni e schiaffi rotolandosi per terra, mentre Lucy lottava per non essere sbranata dalla Bestia.
* * *

Caspian intanto si ritrovava immerso nella battaglia fino al collo, cercando di mantenere alti gli spiriti dei guerrieri che dopo ore di combattimenti erano stremati e senza speranze.

L'esercito nemico non se la cavava meglio, la Regina era scomparsa chissà dove e la mancanza di un punto di riferimento che li incoraggiasse si faceva sentire sull'umore dei soldati.

Il principe Telmarino aveva notato la mancanza dei suoi amici già da tempo ormai, ma sapeva di non poter lasciare il campo di battaglia o quel poco di speranza che riusciva a infondere con la sua sola presenza sarebbe presto scemata.

«Stai facendo un ottimo lavoro Principe Caspian.» Non appena la voce profonda e calma di Aslan raggiunse le sue orecchie un senso di leggerezza e speranza riscaldò il suo corpo afflitto e stanco.

«Tu credi Aslan? Il nostro esercito è comunque stremato... i nemici sono più numerosi di quanto pensassimo e hanno ormai sfondato tutte le nostre file... e Peter ed Edmund... e Lilliandil... dove diavolo è? Ormai sono passate ore... pensavo che le stelle avessero il dono del teletraporto!»

Quasi come a leggerlo nella mente un luccichio si balenò davanti a loro «Mi hai chiamato, Tesoro?»
* * *

«Papà! Ti prego sono io! Tua figlia!» Lucy lo fissò intensamente negli occhi piangendo impaurita.

Inizialmente non sembrava aver fatto nessun effetto sulla bestia, ma pian piano il suo ringhio si calmò e divenne quasi perplesso, e poi con un ringhio disse «Luce?»

Un sorriso la invase e disse sempre tra le lacrime «Sì! Sì! Sono io papà!»

La sua faccia perplessa divenne un espressione d’amore, ma di colpo si trasformò in una di dolore.

Infatti la regina e Susan continuavano a rotolarsi e colpirsi, ma Jadis riuscì ad atterrare la ragazza tenendola ancorata al pavimento con tutto il suo peso.

Nonostante la lotta però riuscirono a vedere il cambiamento nel padre delle due ragazze, e Jadis sbuffante e rabbiosa prese la sua spada e la lanciò dritta nella schiena della bestia che si accasciò su Lucy mentre si trasformava in un umano riempiendola del suo sangue.

«Papà! No! » urlarono le due ragazze. Lucy cercò di raggiungere la boccetta ma la gamba non voleva saperne di liberarsi.

Gli occhi di Susan si riempirono di lacrime ed ormai stremata da tutto quel dolore e quella fatica li alzò al cielo, che era ormai diventato scuro. Nella luce del crepuscolo poteva già vedere qualche stella.

Mentre la regina rideva e considerava il miglior modo per ucciderla però l’attenzione di Susan si rivolse completamente alle stelle, che cadevano numerosissime lasciando una scia luminosa dietro di sé in un gioco di colori spettacolare. Poi finalmente capì: non erano stelle cadenti qualsiasi, erano le stelle che venivano in loro aiuto, le stelle che Lilliandil e Ramandu avevano convinto a combattere.

Loro non avevano rinunciato, e probabilmente al campo il suo popolo stava combattendo ancora nonostante tutto.

Guardò Lucy disperata cercare di rianimare il padre ed allungarsi per il cordiale; Edmund steso a terra incosciente; e Peter in lacrime disperato aggrappato alla mano del padre come se questo servisse a trasmettergli la propria forza vitale.

Lei non avrebbe rinunciato. Non avrebbe rinunciato per il popolo di Ettinsmoor e per tutte le persone che amava; le avrebbe protette fino alla morte.

Un luccichio le balenò davanti agli occhi, e finalmente seppe come sconfiggere la Strega Bianca.

«Mi dispiace per te Jadis, ma questa vittoria sarà mia.» con un gesto fulmineo le strappò lo specchio dal collo e facendo leva con le gambe lanciò la Strega lontano.

Quest’ultima urlò disperata con forza mentre cominciavano a spuntarle altre due braccia e dei grossi artigli. Furiosa fece per lanciarsi verso Susan che adesso stava inginocchiata calata sulla collana, ma Aslan spuntò veloce balzandole addosso e bloccandola a terra.

«Forza Susan! Distruggila!» ringhiò forte il Leone con lo sguardo fissò su Jadis.

Con le urla strazianti della donna che mutava forma continuamente e dolorosamente, si guardò intorno ancora una volta catturando lo sguardo di Lucy e Peter.

Poi la sua mano volò alla sua faretra, dove si trovava la sua ultima freccia. La prese e la alzò sicura dicendo

«Questo è per il mio popolo!» e colpì lo specchio.

«Questo è per la mia famiglia!» un altro colpo. Grida acute di dolore e preghiere invasero le sue orecchie.

«Questo è per Peter e la sua famiglia!» un altro colpo.

«E questo … - si preparò al colpo finale – questo è per te! Addio, Jadis! » nel momento in cui la punta della freccia ruppe definitivamente in mille pezzi lo specchio anche la Strega Bianca fece lo stesso, rivelando quel che rimaneva di un Tash ormai senza forze e senza corpo di cui si occupò Aslan.

Susan sorrise. Era finita.






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… Lo so... mi sto vergognando troppo, dopo 6 mesi esatti sono finalmente tornata. Non ho scuse lo so, però ora sono qui e non ho nessuna intenzione di abbandonare questa storia >:)

Quindi gente preparatevi per il gran finale tra uno/due capitoli (ancora da definire ma sono orientata verso i due) e se state ancora leggendo questa storia sappiate che vi ringrazio da profondo del cuore :)

Rubarubina, se ci sei ancora (batti un colpo xD) sappi che I luv you!
  
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