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Autore: No_H8    05/11/2013    1 recensioni
Louis è inchiostro. Inchiostro che macchia, che cola, che distrugge e poi ripara.
Harry è carta, carta bianca nelle sue mani, strappata e rincollata troppe volte da quell'inchiostro che non basta, non basta mai. Come il suo amore.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart

So we can start it all over again


 

"Dovunque saremo, Harry, dovunque saremo e qualsiasi cosa staremo facendo potremo sempre riniziare da capo" Occhi blu e mani calde, profumo di fresco, labbra screpolate.
"Lo sai questo, Hazza? Lo sai, vero?"
Lui l'aveva detto e l'aveva detto steso sul suo corpo, gli occhi puntati nei suoi e le dita a stringere i ricci soffici, immerso dentro di lui fino all'ultimo centimetro di pelle, fino a sanguinare, fino a scomparire.
Labbra contro labbra, l'amore ad arginare un vuoto che i baci non riuscivano a colmare.
Ed Harry aveva annuito e poi sorriso, la schiena incurvata contro l'erba umida, gli occhi brillanti, troppo.

Troppo.
Questo era Louis Tomlinson, troppo.
Troppo amore che non riusciva ad essere contenuto in un solo cuore, troppo amore che continuava a traboccare, a macchiare tutto come inchiostro su carta immacolata. Come inchiostro sulla sua pelle immacolata.
Ed Harry lo sapeva, lo sapeva che era sempre stato Louis quell'inchiostro.
Lo stesso inchiostro che adesso gli macchiava le spalle, i fianchi, le braccia; lo stesso inchiostro che trapassava il corpo e gli impregnava le vene, lo stesso inchiostro che nonostante la sua pelle non fosse più immacolata come un tempo continuava a non bastare. E non sarebbe mai bastato, perchè Louis era troppo, troppo persino per Harry.

 

"Potremo sempre riniziare da capo " gli aveva promesso.
Ma Louis, Harry lo sa, le promesse non le ha mai sapute mantenere.
"È l'ultima volta, Hazza", "Non metterò più le scarpe in lavatrice", "Niente più sigarette", "Un giorno saremo liberi". Tutte scuse.
Parole su parole, inchiostro a traboccare sui resti di quelle pagine strappate che un tempo erano Harry Styles.
Perchè l'amore, quell'amore immenso ed incontenibile, che macchia tutto e lascia il segno, non era bastato. Non sarebbe mai bastato.

 

Lacrime e pugni contro il muro, graffi sul collo che avrebbero lasciato il segno. Che voleva lasciassero il segno.
Urla e gemiti e ancora lacrime e tutti quei "resta" e "vattene via" e "ti amerò per sempre ma non possiamo".
Perchè tutto si distrugge prima o poi.
Perchè la persone deludono, le ferite si riaprono, i tatuaggi sbiadiscono e l'inchiostro cola, cola e si disperde e non rimangono che fogli accartocciati su se stessi, ricordi che non rivivranno, non rivivranno più.
Perchè l'amore non basta, perchè quell'amore, Harry, non se lo sa far bastare.

Per questo rannicchia le gambe, chiude gli occhi e canticchia un po'.
Nemmeno se ne accorge quando il controllore passa e lo guarda. Lo guarda e sta zitto, e poi se ne va e allora nella cabina tornano a risuonare soltanto il ticchettio dell'orologio; gli 'Haz dove sei?' mai letti di Zayn; le decine di chiamate che probabilmente resteranno senza risposta.
Ed ancora il suo respiro lento, mentre stringe gli occhi e 'Cabina 17' legge a mezza voce. Distrattamente, come a non volerlo scoprire davvero.
Diciassette.
 

17 come il numero di quella maglia che -È dedicata a te- aveva sussurrato per poi baciarlo forte; labbra serrate, occhi raggianti, virgolette vuote sui polsi graffiati e sporchi di loro.
17 come quel tatuaggio e tutte le parole non dette e quel -Diciassette? 17 black... parla di noi- che l'aveva fatto piangere. 17 come gli anni che aveva quando -Puoi baciarmi se vuoi- e poi solo zucchero e caffè in polvere, labbra e pelle, pelle ancora immacolata. Niente inchiostro, solo pagine bianche, pagine da scrivere, pagine dove disegnare una storia che doveva essere solo loro.
17 come il loro amore.

Solo una grandissima stronzata.

***

Harry, lo sanno tutti, ama viaggiare.
Tra i sedili impregnati di vita e sudore c'è profumo di abbracci, sapore di addii, parole non dette, baci troppo brevi per poter colmare i vuoti che l'amore lascia dietro di sè.
Si, Harry ama decisamente viaggiare, ma più di tutto ama osservare la gente salire in treno, attendere in aeroporto o semplicemente alla fermata dell'autobus.
Cogliere quei piccoli gesti e informazioni che gli comunicano chi sono quelle persone, da dove vengono, cosa stanno aspettando. Perchè in fondo ognuno di loro, come lui, aspetta qualcosa. Cosa di preciso Harry non lo sa.

Mille volti e mille sguardi, occhi, labbra e grida mute che nessuno sarà mai pronto ad ascoltare.

Alcuni tornano. Da un'amico da una moglie, da una madre, da un fratello; da chi fa poca differenza.
Tornano e torneranno sempre, perché tornare significa casa, vita, quotidianità.
Tornare significa sicurezza e tutti in un modo o nell'altro cercano sicurezza.

Altri partono; bramando già di tornare o forse di restare lontano per sempre.
Partono per amore, per lavoro, per passione; partono senza una meta solo per il brivido di farlo.
E ci sono mille chance ed opzioni, mille volti e lingue e ricordi che sfociano in lacrime e cuffiette nelle orecchie che gridano musica che Harry vorrebbe ascoltare, ma non puo'.
E allora appoggia la testa al finestrino, tamburella con le dita sulle ginocchia, poi allunga le gambe sotto lo schienale; l'inchiostro che gli scorre nelle vene a bruciare sotto la pelle troppo chiara, troppo. Una domanda scritta a caratteri indelebili sul foglio sporco e accartocciato della sua vita, una domanda a cui vorrebbe trovare risposta, ma non puo'.
Quanti di loro, come lui, stanno scappando?
 

Ma forse Harry non sta proprio scappando, non nell'accezione standard del termine almeno.
Ha solo voglia di non pensare, di andare lontano, lí dove il foglio finisce e ne inizia un altro, lí dove l'inchiostro cola e rimane intrappolato nel solco tra le due pagine, lì dove Louis non puo' raggiungerlo.
E tenta invano di fuggire, aggrappandosi con le unghie e con i denti a un presente che non esiste, ad un "tranquillo, mi inventerò io una scusa" di Liam, ad un "qui sei sempre il benvenuto" di sua mamma.
E continua a graffiare e a lottare anche quando il cellulare vibra e 'ti prego, torna' recita il messaggio di Niall che Harry non aprirà; e continua a tirare fendenti a vuoto, contro un muro di mattoni che puo' resistere per sempre o semplicemente cadergli addosso.
E quando sua madre bussa alla porta, per poi aprire come sempre, senza permesso, Harry sta semplicemente piangendo e vorrebbe gridarle contro che l'amore ti distrugge; perchè l'amore, il suo amore, non poteva bastare.

 

Dopo una settimana passata ad Holmes Chapel, Harry Styles é sicuro di una sola cosa: l'inchiostro non si cancella.
Lo si puo' aggirare, camminare in punta di piedi intorno agli schizzi, certe volte pure calpestare senza inciampare, ma l'inchiostro, no, l'inchiostro non si cancella.
Ed Harry ne è consapevole quando appoggia la valigia sul marmo freddo della stazione di Clapham North e 'Zio Harry' urla Lux a voce alta, troppo alta.

E poi solo lunghi capelli biondi e ciglia troppo folte, capelli di un lilla sbiadito che incorniciano il viso magro. Lou lo abbraccia ed Harry lo sa, lo sa che in quel momento é a casa, che con loro sarà sempre a casa.
E lo sa anche quando Zayn gli da un pugno sulla spalla e "non farlo mai più" lo minaccia, ma intanto ha gli occhi lucidi ed Harry vorrebbe dirgli che é a casa adesso, che si sente a casa; ma forse non é vero, non del tutto.
Perchè l'inchiosto che gli scorre nelle vene e gli macchia il corpo, l'inchiostro che continua a colare e a sbiadire tutto, adesso brucia. Brucia e gli ricorda che non è casa, che non c'è casa. Non senza di lui.

***

'Cosa che posso', 'cose che non posso'
Harry non puo' fare tante cose nella vita, così tante che è sicuro di aver perso il conto.
Non puo' fumare in sala registrazione perchè è vietato, non puo' ubriacarsi il sabato sera come un normale ventenne perché "Hai una reputazione da mantenere". E ancora: non puo' fare quello che vuole sul palco, non puo' dire quello che vuole nelle interviste. Non puo' amare liberamente.
Ma forse non puo' amare e basta, perchè l'amore non basta, il suo amore non basta.

Tutto ciò che puo' fare, invece, é dipingersi la pelle con altro inchiostro, così tanto da non esserci più spazio neppure per respirare, per vivere, per immaginare.
E forse nessuno se l'è mai chiesto perchè il braccio delle cose che puo' fare é sempre così vuoto e spoglio.
Ma Harry lo sa ed anche gli altri ragazzi lo sanno e Louis, Louis lo sa; e lo sa perchè, che lo voglia o meno, è lui stesso quell'inchiostro.

***

Harry lo vede adesso. Vede l'inchiostro e lo sente, mentre gli scivola addosso e sporca tutto; non più bellissimo e puro come il solco di una stilografica, ma incontenibile ed appiccicoso, mentre si spande a macchia d'olio e cola sulle pagine, sommerge le foto, sporca i ricordi e i pensieri.
Per questo su quel palco, davanti a Melbourne e al mondo intero che lo acclamano e battono le mani per lui, per loro, Harry Styles vorrebbe solo piangere. Piangere e baciare Louis.
Ma sa che una delle due cose non puo' farla, perciò semplicemente "And I will give you all my heart" canta e intanto piange. Piange forte e neanche finge di non dedicare la canzone a Louis.
Si volta verso di lui e canta, canta con tutta l'aria che ha nei polmoni, con tutta la rabbia che ha in petto, come a voler vomitare tutto quell'inchiostro, quell'amore che lo riempie e non lo lascia più vivere. Quell'amore che non basta mai. Microfono stretto tra due dita, occhi lucidi, sguardo attento, parole mai dette che vanno a completare quelle virgolette rimaste vuote per troppo tempo.
"So we can start it all over again"

 

"Possiamo riniziare da capo"

 

Malburne è in delirio, gli occhi lucidi di Harry fanno scalpore, Niall ha le guance più rosse del solito e Liam dice "wow", ma poi ci ripensa e "Lou" sospira.
Ed Harry non puo' saperlo, non puo' vederlo, ma Louis ha gli occhi lucidi e le labbra serrate, l'inchiostro che gli macchia il corpo che brucia. Brucia di verità mancate, promesse infrante e virgolette mai riempite da parole che non è permesso dire. Harry non lo sa, ma "Dovresti parlargli" dice Liam e ha l'aria mortalmente seria di chi non accetterà un no come risposta "Non potete continuare così".
Louis esce dalla stanza ad occhi bassi, le mani strette sui fianchi, gli occhi vacui di chi si è appena svegliato dal miglior sogno della sua vita e non riesce a realizzare che tutto ciò non sia reale. Ma tutto questo, Harry, ovviamente, non lo sa.

Eppure dovrebbe intuirlo quando "Ciao" dice Louis, entrando nella stanza con una tazza di the in mano e quell'accenno di barba che harry ama, ma non gliel'ha mai detto.
Gli occhi lucidi e il viso scavato, una maglietta di Superman stropicciata a coprire a malapena i fianchi e degli stupidi occhialini quadrati sul naso delicato, quelli che "ti stanno bene" gli aveva detto lui stesso tre anni prima, quando pensava ancora che il suo amore potesse bastare, che non sarebbe mai finita, "sai, ho un debole per i secchioni".
Ma adesso "Ciao" dice Louis e "Oops" vorrebbe rispondere Harry, ma è così stupido, così infantile.
Cosí "Ciao" gli fa eco; l'inchiostro a ribollire sotto la pelle, in un fiume di nero e parole, parole e nero, che macchia tutto e non lascia scelta; che lo riempie fino a sentirsi scoppiare, fino a sanguinare.
"Puoi baciarmi, se vuoi" dice allora Louis, come se il tempo non fosse mai passato, come se il suo amore, il loro amore, bastasse ancora.
Ed Harry non è sicuro, non è sicuro di aver sentito bene, ma in compenso adesso ha le labbra di Louis premute contro le sue e l'inchiostro appiccicoso che gli cola tra i ricci, nello spazio tra le scapole, nelle fossette di Venere, e continua a scendere, per poi percorrere di nuovo a ritroso tutto il suo corpo, appiccicoso e possessivo come le mani di Louis, mentre "Ciao" ripete un'ultima volta.
E allora "Oops" si lascia scappare Harry, questa volta ad alta voce.
Ed ha di nuovo i ricci grossi a ricadergli sulla fronte e gli occhi verdi da cerbiatto, le fossette che gli incorniciano le labbra piene, le mani grandi contro i suoi fianchi.
 

Ed è di nuovo tutto come tre anni prima, quando la loro pelle era ancora immacolata e l'amore sembrava renderli infiniti.
Per questo quando "Ovunque andremo, Harry", sussurra Louis baciandolo con forza, le lacrime a sgorgare dagli occhi azzurri come il cielo, a rigare come inchiostro le guance piccole e scavate; "Potremo sempre riniziare da capo" dice Harry e lo sa da come Louis lo sta guardando che è vero, che il suo amore, che il loro amore non basta, ma non importa. Non importa più.

 

Occhi blu e mani calde, profumo di fresco, labbra screpolate. Ed inchiostro.
Inchiostro dovunque. Inchiostro nero che macchia tutto e scorre tra i loro corpi; inchiostro nero che disegna gli addominali scolpiti di Harry, le dita piccole di Louis, le loro gambe intrecciate e i loro corpi che affondano uno nell'altro con prepotenza, fino a fondersi, fino a che non resta altro che carta straccia e inchiostro.
"Ti amo" dice Louis mentre lo bacia, le lacrime che non hanno ancora smesso di scendere e tutti quei "vattene via" e "non possiamo" cancellati dai gemiti e dai sospiri; "Ti amo" ripete più e più volte mentre si spinge dentro di lui sempre più forte, quasi a voler colmare con tutto se stesso il vuoto che il suo amore ha lasciato nell'altro.
E tutti quei "ti amo" e i "resta", "adesso possiamo", "mi sei mancato" sono solo puntini di inchiostro su quel foglio bianco che da sempre é Harry Styles.
Carta bianca contro inchiostro, distrutta mille volte e poi rincollata dalle stesse mani che continuano a macchiarla e ricordargli che quella vita è sua, è nelle sue mani e lo sarà per sempre.
Brandelli di carta e parole e lacrime salate e inchiostro ad impastare tutto e risaldare i cocci rotti della sua vita.
Perchè Harry lo sapeva, lo sapeva fin dall'inizio che l'amore li avrebbe distrutti, che l'amore non basta a tenere insieme due persone così diverse, che l'amore non basta ad evitare che la carta e l'inchiostro si distruggano a vicenda.
Eppure "Ti amo" sta dicendo Louis sulle sue labbra, mentre continua a scrivere su di lui una nuova storia, che Harry non conosce, ma che già ama.

 

Carta bianca contro inchiostro nero, baci e graffi e ricordi che rivivono nello spazio di un gemito, sguardi, carezze.
L'amore, il loro amore, non basta. Continua a non bastare, ma non importa più.
Perchè l'inchiostro che gli scorre nelle vene adesso ha smesso di bruciare e gli ricorda che, dovunque saranno e qualsiasi cosa staranno facendo, potranno sempre ricominciare da capo.




Here I am: Buonasera a tutti c:
Allora, questa merdina è nata dalla fusione di due os diverse che ho in mente da tempo:
-La prima ispirata al video in cui Harry piange durante Over Again.
-La seconda nata durante un viaggio in treno, mentre tornavo a casa dopo quattro giorni indimenticabili con la mia ragazza.
Mi dispiace se è un po' troppo sentimentale, ma ci ho messo molto, forse troppo, di me e io sono la malinconia per antoomasia ç___ç
Quindi bhe, che altro dire? nada. Spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate :D

Buona lettura e: 'Grazie amore mio, questa os è dedicata a te, come sempre. Ti amo' c:
 

  
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