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Autore: Atypical Lama    05/11/2013    3 recensioni
Jimmy pianse. Pianse, pianse e ancora pianse, quella notte. Si disperò, fino a che le lacrime non divennero sangue bruciante. Perchè ancora una volta, lei aveva trovato qualcuno che non fosse lui. Perchè? Semplicemente, perchè? Chissà, forse la sua anima d'angelo dannato non andava bene? Doveva essere qualcun altro? Doveva cambiare, non essere più il punto d'appoggio della ragazza? Non guardarla più dormire, non vegliare più sui suoi sogni? Jimmy non capiva. Cosa c'era di sbagliato in lui?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, St. Jimmy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo

 

 

 

Jimmy, spaventato, si ritrasse, andando a sbattere contro l'armadio di Kyle.

La ragazza si tirò su a sedere, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

-Ma che diav... Oh mio dio.- Esclamò appena vide l'angelo.

Jimmy si lanciò verso la portafinestra. La spalancò e si appollaiò sul parapetto della piccola terrazza.

-Jimmy... Aspetta!

-Come fai a conoscere il mio nome?-

-L'ho saputo dal primo momento che ti ho visto. Sei tu, vero?

-Forse... Sì, forse sono io.

-Perchè te ne stai andando?

Saint Jimmy non rispose.

Semplicemente, spalancò le possenti ali e volò via.

 

 

Okay.

Allora, Jimmy, penso che abbiamo bisogno entrambi di chiarire qualcosa. Eri tu, eri tu l'angelo nero che mi ha svegliata nel bel mezzo della notte?

Ti prego, rispondimi.

Non rimarrò sveglia per cercare di vederti.

Ti chiedo solo una risposta, fallo per me.

Ti prego.

Kyle.

Jimmy sorrise a stento, una pesante lacrima che gli rigava il viso. Con un gesto veloce, si strappò una penna dall'ala destra. Gemette per il dolore e chinò la testa sul foglio. Gocce di sangue cadevano lente sul foglio di pergamena poggiato sul tavolo. Il santo sospirò e cominciò a scrivere...

 

Kyle,

forse è meglio che io ti racconti tutto. Sì, sicuramente sarebbe meglio così,. Non credi anche tu? Farei proprio bene a dirti la verità, a raccontarti la mia vera, triste storia.

Ma io non sono capace di fare del bene, sai?

Ed è per questo che non scriverò nulla di vero in questa lettera – o meglio, non scriverò proprio niente.

Ti dirò solo una cosa. Ti conosco bene, e so che riuscirai a comprenderla. Ho fiducia in te.

 

Sono solo il figlio di un'altra guerra,

e il maniero vicino al fiume è la mia sola casa.

C'è sempre una finestra aperta, lì,

ti aspetterò, con gli occhi rivolti all'orizzonte.

 

Saint Jimmy.

 

 

-Oh, merda! Non ci credo!- Sbraitò Kyle.

-Che è successo, tesoro?- Chiese sua madre dalla cucina.

-Eh... Niente, mamma, niente...

-Okay, ma vedi di uscire! Sei in ritardo!

-Sì, sì, ora vado...

Kyle uscì velocemente dalla porta. Scese le scale e si ritrovò all'aria aperta. Inspirò profondamente e prese in mano il cellulare. Compose il numero di Nicholas e si accostò il telefono all'orecchio. La voce profonda del ragazzo rispose, tranquilla:

-Hey, ciao, cucciola!

-Senti Nic, oggi non mi aspettare, non vengo a scuola.

-Ma piccola, che ti è successo?

-No no, niente, faccio forca.

-Che c'è, non hai voglia di vedermi?

-Scherzi? No, ho solo bisogno di... fare forca. Sì, ho decisamente bisogno di saltare un maledetto giorno di scuola.

-Se lo dici tu... Va bene, ciao. A domani.

-A domani, Nic.

La ragazza sospirò e premette il tasto di chiusura. Ripose il cellulare nello zaino e prese due vecchi e sdruciti fogli di pergamena.

Afferrò il primo e cominciò a leggerlo febbrilmente.

 

Sono solo il figlio di un'altra guerra,

e il maniero vicino al fiume è la mia sola casa.

C'è sempre una finestra aperta, lì,

ti aspetterò, con gli occhi rivolti all'orizzonte.

 

Chiuse gli occhi e si passò una mano fra i capelli. Prese il secondo foglio e lo scrutò attentamente.

 

Sono come un mago.

Non avere paura di me.

Sono il tuo piccolo diario,

fra le pagine della tua vita.

Crescerò con te, stai tranquilla,

Per me, tu una stella che brilla.

Ho grandi ali e un dolce cuore,

non temere, sarò sempre al tuo fianco.

Non chiamarmi angelo, non chiamarmi demone,

Sono solo Jimmy, Jimmy il Santo.

 

Le prime parole. Le prime dannatissime parole che quel misterioso ragazzo le aveva scritto.

Kyle si sedette sul marciapiede a riflettere.

Allora... Maniero... Fiume... Cazzo! Non riesco a capirci un accidente...”

I minuti passavano, e l'alba lasciò il posto al calore del mattino.

All'improvviso, Kyle si ricordò di un dettaglio. Un piccolo, minuscolo e indefinito dettaglio, uno di quelli che si dimenticano facilmente, ma che prima o poi tornano utili.

 

Una bambina cammina, sola nella forte luce del pomeriggio, verso le rive di un antico fiume. Si ferma sui ciottoli della piccola spiaggia, lo sguardo risoluto puntato all'orizzonte. Improvvisamente, la piccola si gira di scatto, e con un paio di passi veloci si dirige verso destra.

È una bambina alta per la sua età, ma il viso ancora infantile e gli occhi dolci e brillanti suggeriscono pochi anni, circa nove. I capelli sono corti e riccioluti, color castano scuro, e scivolano leggermente al vento, ripiegandosi in migliaia di piccoli boccoli.

La piccolina continua a camminare, sempre con quel passo deciso. Lo zainetto rosso le rimbalza sulla schiena, semivuoto. Ad un certo punto i suoi piedi, racchiusi in delle All Stars rosse come lo zaino, la portano davanti al portone di un vecchio castello. Il maniero è scuro, grigio e triste. Le imponenti mura sono ricoperte di cicatrici provocate dalle intemperie, i merli sono per metà distrutti, portati via dal vento.

La bambina bussa al portone, e per la prima volta una scintilla di timore passa nei suoi occhi. Ma è solo un attimo, e la scintilla se n'è andata, e ha lasciato spazio alla luce del coraggio.

Il portone si apre lentamente, e una figura si fa spazio nella luce pomeridiana. È la shilouette di un ragazzo, che, spaventato dal sole, si ritrae immediatamente nell'ingresso, prendendo per mano la bambina. Finalmente nella penombra, il giovane spalanca le sue forti, nere ali. La bambina osserva, attenta ed estasiata allo stesso tempo, quel maestoso insieme di ossa, piume e muscoli. Il ragazzo sorride all'espressione della piccolina, e la tira a sè, stringendola in un caldo abbraccio.

-Come sei cresciuta, piccola mia... Mi sei mancata, Kyle.

Una lacrima scende lenta sulla guancia di entrambe.

 

-Ma sì... Ecco! Il maniero! Il castello medioevale vicino al fiume! Ecco dove devo andare!

La ragazza esultò e corse via, verso il fiume.

 

 

** ** **

Okay, non dirò che mi sento una merda. Perchè, in effetti, io sono una merda. E puzzo anche parecchio. Su, urlate: Sei un merdaaa! Non hai aggiornato per tre mesi, cogliona! Buuu! Muori! Con una lenta agonia e senza amici!

Okay, meglio di no, eh?

Vabò, chiedo UMILMENTE perdono a tutti coloro che si cagavano un minimo la fiction e ringrazio in anticipo tutti quei cari angioletti che continueranno a cagarsela (tipo RECENSENDO, miei cari c:)

Scaracchi negli occhi e altre cose dolci e belle,

Ker Vacuum (che appenà le funzionerà la connessione,

sarà nientepopodimeno che Kleiner Vacuum!)

  
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