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Autore: ielma    05/11/2013    1 recensioni
«Stammi bene a sentire, io sono venuto qui per leggere in pace quel maledetto libro. Vuoi sapere perché sono venuto con te alla festa di Lumacorno? Mi divertiva il modo con cui mi guardavi e sicuramente speravi che ti guardassi allo stesso modo. Purtroppo, non è così. A me non importa nulla di te, vattene»
«Ma cosa ho fatto di sbagliato?»
«Nulla, anzi apprezzo quello che provi per me. Io sento tutto, sai? Il tuo battito che accelera quando mi avvicino; il tuo respiro che si affanna. Le tue mani che fremono per stringere le mie e le tue labbra, oh be' le tue labbra tremano. Anche in questo momento stanno tremando, lo vedo. Vuoi che ti baci, Narcissa?»
Lei annuì, con il cuore in gola. Riddle rise amaramente.
«L'amore è per i deboli. E tu sei una stupida, Narcissa Black»
Quindi si voltò e scomparve nella notte. Narcissa rimase senza fiato, si accasciò a terra e bagnò il pavimento delle sue lacrime.
«TOM!» gridò al vento.
Strinse i pugni e li batté contro il muro.
«Amami, Tom» sussurrò debolmente «torna indietro, ti prego. Torna indietro ad amarmi. Io sono qui... Amami»
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Mangiamorte, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Tom O. Riddle | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Premessa dell'autrice: Ciao a tutti, nella storia ho sconvolto un po' le date di nascita di alcuni personaggi comunque nel racconto sono stata molto chiara e coincisa quindi non dovreste avere problemi a collocarli nel tempo.
Questa è Narcissa: http://xtremewalls.com/hollywoodf/emiliederavin/emilie-de-ravin-105-01.jpg
Questo è Regulus Black: http://blog.allanellenberger.com/wp-content/uploads/ledger-heath.jpg (esatto, è joker)
Questo è Lucius Malfoy:
http://images5.fanpop.com/image/photos/30900000/Jamie-3-jamie-campbell-bower-30991042-500-500.jpg 
Questa, ovviamente, è Bellatrix: http://www.allthetests.com/quiz25/picture/pic_1203532794_15.jpg



 

loveless

A Claudia, capace di donare amore incondizionatamente, a cui è ispirato il personaggio di Narcissa Black.

 

1.Vertebre


Era una mattina eccessivamente calda per essere il primo di settembre, il sole era alto nel cielo e il vento fermo non soffiava da giorni. Sulla stazione di Kings Cross aleggiava la malinconia dei genitori e l'emozione degli studenti, soprattutto dei più piccoli. Era tutto un vociare di raccomandazioni e arrivederci.
«Ma io voglio venire subito!»
«Ti manca solo un anno, coraggio»
«Ma non è giusto!»
«Certo che è giusto, ora sei ancora troppo piccola per venire ad Hogwarts» ribatté Narcissa con un tono che non ammetteva repliche. Andromeda le gettò le braccia intorno alla vita e la strinse forte a sé.
«Mi mancherai»
Narcissa le prese il viso tra le mani e le baciò la fronte.
«Comportati bene in mia assenza e non far arrabbiare il papà, d'accordo?»
Andromeda annuì con poca convinzione e gli occhi bagnati di lacrime.
«Ti voglio bene»
«Anche io te ne voglio, 'Dromeda»
Narcissa sorrise poi si voltò e si incamminò verso la barriera che portava al binario cercando di allontanare dall'udito i singhiozzi della sorella minore. Raggiunse Bellatrix e salirono insieme sul treno, la sorella l'aiutò ad issare il proprio bagaglio sulla retina poi fece per andarsene. Narcissa la bloccò.
«Dove vai?»
«Da un'altra parte»
«Perché non possiamo sederci assieme?»
Bellatrix strinse le labbra in una linea rigida poi la guardò e le sorrise sprezzante.
«Fa' buon viaggio, ci vediamo ad Hogwarts»
E se ne andò verso un altro scompartimento, Narcissa si sedette accanto al finestrino e poggiò la fronte contro il vetro freddo. Il treno era appena partito quando una voce la fece sobbalzare.
«Cissy!» gridò una ragazza buttandosi sul sedile difronte al suo.
«Ciao, Sophie»
«Quest'estate non ho ricevuto nemmeno uno straccio di lettera da parte tua»
«Scusami, sono dovuta stare accanto a mia madre»
«Sta meglio?»
«No, anzi, sta peggiorando»
«Mi dispiace tanto»
Narcissa si sforzò di sorridere per rassicurare l'amica, ci riuscì malamente. Poco dopo le due vennero raggiunte da un'altra Serpeverde che frequentava, come loro, il quarto anno.
«Ciao ragazze, passato una bella estate?» chiese.
«E tu trascorrere tre mesi ad assistere una madre malata » le fece Narcissa «la consideri una bella estate?»
Livia le prese la mano e gliela accarezzò dolcemente, lanciò un'occhiata preoccupata a Sophie.
«Stai tranquilla, sono sicura che si rimetterà» le mormorò sorridendo. Narcissa annuì distrattamente.
Passarono le ore e il treno giunse a destinazione, gli studenti scesero al binario disordinatamente e si incamminarono in massa verso la scuola attraverso il tortuoso sentiero sterrato che la collegava al villaggio di Hogsmeade. Lei puntò il suo sguardo verso l'imponente figura del castello che cominciava ad intravedersi tra la fitta boscaglia, immersa nei suoi pensieri perse di vista il terreno ed inciampò sulle radici di un albero. Due braccia possenti la rimisero in piedi e ripulirono la sua divisa dal terriccio.
«Tutto bene?» le chiese una voce maschile.
«Sì, grazie Regulus»
Il cugino le passò il braccio attorno alle spalle.
«Sei pronta per il tuo quarto anno, Cissy?»
«Be' sicuramente non sarà mai duro quanto lo sarà il quinto l'anno prossimo»
«Cosa cosa? Non dirmi che ti spaventano i G.U.F.O.»
«Giusto un po'» arrossì e gli sorrise.
«Scherzi? Sei una Black, non devi aver paura di nulla. Prendi esempio da tua sorella maggiore, l'anno scorso non ha studiato fino ad una settimana prima dei G.U.F.O. ed ha conseguito ottimi risultati»
«Bellatrix è un caso a parte, Regulus»
«Sì» lui rise «Forse hai ragione»
«La odio, quest'estate mi ha lasciata da sola ad occuparmi di Andromeda e di nostra madre, a volte non si degnava nemmeno di rincasare per cena»
Lui la tranquillizzò dandole un buffetto sulla guancia.
«Sono sicuro che avrà avuto le sue buone ragioni»
Lei alzò gli occhi al cielo sbuffando.
«E tu, Regulus, pronto per il tuo sesto anno?» chiese poi.
«Certo, certo» rispose ma Narcissa non fece a meno di notare un lieve accenno di preoccupazione nella sua voce.
Giunsero al castello e si accomodarono in Sala Grande, il preside Dippet richiamò l'attenzione di tutti gli studenti poi lasciò la scena al vecchio Cappello Parlante che, poggiato su uno sgabello, intonò la canzone della scuola dando il via alla cerimonia dello Smistamento:

 

«Hogwarts Hogwarts, Hoggy Warty Hogwarts,
per favore insegnaci qualcosa,
a noi anziani, calvi e tutti storti,
a noi, ragazzi dai calzoni corti,
le nostre teste devono riempirsi
di cose interessanti da non dirsi,
per ora sono vuote e piene d'aria,
di mosche morte e roba secondaria,
insegna a noi che cosa va imparato,
ripeti ciò che abbiam dimenticato,
fa' del tuo meglio e noi faremo il resto,
finché il cervello non ci andrà in dissesto»



Esplose un boato ricco di applausi e fischi poi iniziarono ad entrare gli studenti del primo anno che camminavano guardandosi attorno meravigliati. Il primo a salire sullo sgabello fu un ragazzo biondo dall'aria particolarmente spaventata.
«Edward Jenkins» fece il Preside.
Lui montò sullo sgabello traballante ed indossò il cappello con mani tremanti.
«..Corvonero!» esclamò il consunto copricapo.
Lui sorrise e si diresse verso il tavolo dei Corvonero, che lo acclamavano a perdifiato. Narcissa osservava annoiata quella scena che aveva già vissuto per quattro anni, le parole del Cappello Parlante arrivavano alle sue orecchie senza essere ascoltate.
«Jane Owen.. Tassorosso!» riuscì a sentire distrattamente.
Si guardò attorno per cercare quelli che da quel momento sarebbero stati i nuovi prefetti della sua casa, erano seduti l'uno accanto all'altro a pochi posti di distanza dal suo. Erano Rabastan Lestrange e Lucius Malfoy, due del quinto anno, le stelle d'argento brillavano attaccate ai loro petti gonfiati con fierezza. Poi il suo sguardo venne richiamato da un altro distintivo indossato al petto da un altro ragazzo sempre poco distante da lei, il simbolo dei Serpeverde in una cornice dorata, il distintivo del Caposcuola. Fece scorrere lo sguardo sul suo corpo, il primo bottone della sua camicia era slacciato e la pelle che lasciava scoperta sembrava risplendere alla luce. La sua gola si muoveva lentamente mentre masticava, dopo che prese un sorso d'acqua si passò la punta della lingua sui canini. Mento appena pronunciato, labbra carnose, sorriso malizioso, sguardo penetrante, cappelli sparsi distrattamente sulla fronte..
«Narcissa, è troppo grande per te»
La voce di Regulus la distolse dalle sue fantasticherie sul corpo del nuovo Caposcuola e la riportò alla realtà.
«C-cosa?»
«Tom Riddle, intendo. E' decisamente troppo grande per te»
Lei arrossì vagamente.
«M-ma che dici? Stavo solo notando che porta il distintivo da Caposcuola»
Regulus rise di scherno.
«Te lo stavi mangiando con gli occhi»

 

 
  
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