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Autore: Black Spirit    06/11/2013    1 recensioni
Le emozioni sanno essere così effimere sapete?
I nostri amati personaggi lo sanno bene.
L'hanno imparato tutti chi prima e chi dopo.
La domanda è:
"Erano emozioni positive o negative?"
Forza scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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“Chi non sbaglia mai,

perde un sacco di buone occasioni

per imparare qualcosa.”

(T. Edison)

 

La guardai.

La guardai e capii.

Capii perché mi aveva lasciato in diretta nazionale con poche e semplici parole.

Capii cosa le avevo fatto passare comportandomi come un perfetto idiota.

Capii quanto io fossi stato stupido, stupido e idiota con lei, con la donna più importante della mia miserevole vita.

Capii di star per perdere la cosa più bella e più importante del mondo.

Capii di star per perdere l'unica persona che sono mai stato capace di amare veramente.

Capii di star per perdere Gwen.

Capii di dover fare qualsiasi cosa in mio potere per impedirlo...

Per non perderla.

L'unica domanda che mi bruciava il cervello allora era evidente.

Cosa?

Cosa fare per farmi perdonare?
Cosa fare per riaverla indietro?

Cosa fare?

Forse...

Forse sapevo cosa.
Lei stessa ha detto e ripetuto di essere tornata qui per qualcuno...

E che per quel qualcuno mi abbia lasciato.

Bene allora le dimostrerò quanto quel qualcuno sia spregevole.

 

Rileggevo quelle pagine e mi sentivo sempre più stupido.

Cosa le avevo fatto?
Perché lo avevo fatto?
Perché sono un idiota.

Le ho fatto del male.

Di nuovo.

L'ho ferita.

Di nuovo.

Lanciai in acqua quello stupido quaderno.

“Stupido, stupido, stupido!”

Mi mettei le mani fra i capelli e mi sedei sulla sabbia a guardare il cielo stellato che sapevo bene le piaceva tanto.

“Sono d'accordo con te, sai?”

Mi giro di scatto e la vedo illuminata dai raggi di luna.

I capelli che le incorniciano il bel viso.

Gli occhi ancora bagnati dalle lacrime che poco prima le avevo fatto versare.

La bocca incurvata in un mezzo sorriso che non sapevo a cosa attribuire.

Pallida come non mai.

Bella come sempre.

“Gwen...”

Lei non mi risponse e si limitò ad avvicinarsi al punto in cui mi trovavo e sedersi accanto a me senza curarsi dei vestiti come qualsiasi altra ragazza in quel luogo avrebbe fatto.

Restiamo così, seduti l'uno accanto all'altra, per quelle che mi sembrano ore ma forse furono solo pochi ,preziosi secondi.

“Mi dispiace”

Rompo il silenzio che si era venuto a creare fra noi dicendo le due parole che ormai mi frullavano nel cervello già da un po'.

Lei si gira verso di me e mi guarda negli occhi per un paio di minuti prima di rispondere alla ricerca di non so bene cosa.

Forse un motivo per credermi o forse un motivo per non farlo.

Ma poi risponde lo stesso con l'aria di chi ha trovato una risposta alla sua domanda.

“Hai lo sguardo di uno che cammina tra le macerie”

Le regalai un sorriso amaro come il fiele e la guardai negli occhi a mia volta con la sensazione di potermi perdere in quei pozzi scuri che erano sempre stati lì pronti a perdonarmi in un modo o nell'altro.

Ma non questa volta lo sapevo.

Sapevo di averle fatto troppo per sperare nel perdono.

“Infatti cammino tra le macerie della mia vita”

Lei mi si avvicinò e dopo un secondo di esitazione fece l'ultima cosa che mi sarei mai aspettato.

Mi baciò.

Poi si allontanò un po' e appoggiò la testa sulla mia spalla dove sapevo che stava sempre comoda.

“Ti va di camminare insieme?”

Io non rispondo.

Mi limito a metterle un braccio intorno alle spalle e a stringerla a me con tutta la forza di cui sono capace.

Dentro di me c'era qualcosa che stava lentamente sparendo nel nulla.

Il rimorso.

Il rimorso che mi aveva divorato l'anima dal momento in cui avevo visto la prima lacrima correrle per il viso.

Il rimorso che le mie azioni mi avevano regalato.

Il rimorso che stava sparendo perché finalmente sapevo che lei mi aveva perdonato.

Mi avevo perdonato per averle mostrato la vera natura della sua amica.

La vera natura di Courtney.

Natura che l'aveva distrutta perché lei si fidava di Courtney come un tempo avevo fatto anche io ma io ero lì per ridarle il sorriso, per rimediare ai miei errori e ora che sapevo che lei me lo avrebbe permesso non c'era niente che me lo avrebbe impedito.

Perché lei mii aveva perdonato per i tremendi errori che avevo commesso in quelle ultime, fatali ore di show.

Mi aveva perdonato per tutto quello che le avevo fatto passare.

Quindi chissà forse in fin dei conti non c'era bisogno di chiamarti “Il Marcio”...

Non è vero Duncan?

  
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