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Autore: Ele28    06/11/2013    3 recensioni
"Non è mica colpa mia se il mio ragazzo ha i piedi di una fatina, che porti il 35?"
Louis si accigliò fintamente offeso per poi lagnarsi come un bambino "Hei! Io non porto il 35 e poi sei tu che hai degli sci al posto dei piedi, anzi hai delle barche puzzolenti!".
Harry fece un'espressione davvero comica ed esagerata da finto oltraggiato sotto shock con tanto di bocca spalancata e mano sul cuore.
"Che cosa hai detto? Ripeti se hai il coraggio!"
-Harry/Louis - 15.5kb-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pantofole



 
 
Un timido raggio di luce, di un sole ancora un po' assopito nei sogni della notte, sgusciò dispettoso tra le serrande della finestra, andando a colpire il viso di Louis, illuminandone i tratti delicati affondati nel cuscino morbido, facendo brillare qualche rara lentiggine, infiltrandosi tra le ciglia posate sulle gote e bussando alle palpebre abbassate facendole schiudere.

Le dita della mano destra di Louis strisciarono piano verso l'altro lato del letto, le lenzuola ancora tiepide, scaldate da un corpo che però non c'èra.

Louis aprì meglio i suoi occhi, che alla luce del sole erano chiari come un cielo di primavera, e constatò che in effetti Harry non c'èra, ma l'odore di caffè che proveniva dal piano di sotto suggeriva che stava preparando la colazione.

Si stiracchiò piano come un gatto e si lasciò sfuggire dalle labbra un piccolo sbadiglio per poi mettersi seduto al centro del letto.

Ruotò le gambe fino al bordo del materasso, solo i piccoli piedi che ne fuoriuscivano e che sfregava uno contro l'altro. Le mani a stringere le lenzuola che profumavano di loro, la t-shirt nera dei Rolling Stones di Harry, con la lingua dipinta dei colori della bandiera americana, che lasciava il dolce profumo del bagnoschiuma del ragazzo ad invadergli le narici.

Allungò il collo e cercò con lo sguardo le sue pantofole blu, ma non c'èrano.

Era sicuro di averle messe accanto al letto la sera prima.

Alzò un sopracciglio curioso. Scivolò più in basso, le gambe penzoloni che dondolavano piano.  Nessuna ombra delle sue pantofole.

Toccò solo con la punta dell'alluce del piede destro il pavimento. Era freddo.

Lo ritirò subito e riportò le gambe sopra il letto. Si distese poi orizzontalmente lungo di esso a pancia in giù, fece scivolare la testa sotto le lenzuola che alzò, e con lo visuale sottosopra cercò le ciabatte.

Spostò qua e in là lo sguardo sotto il letto, finché non vide quelle color panna di Harry sul fondo, messe in modo disordinato. Allungò il braccio destro, lo tese al massimo fino a sfiorare con la punta delle dita il tessuto morbido, riuscendo poi a catturarle, prima una e poi un'altra. Si inginocchiò sopra il bordo del letto e poi lasciò cadere le ciabatte contemporaneamente con un sonoro schiocco.

Infilò i piedi infreddoliti al loro interno e si alzò.

Un sorriso divertito si fece largo sul suo volto. C'èrano circa cinque centimetri di pantofola in più dietro i sui talloni. Harry ed i suoi piedi da gigante.

Scese piano al piano di sotto, attento a camminare lentamente sulle scale per non rischiare di inciampare, arricciando le dita dei piedi ad ogni gradino che faceva per non farsi scappare le pantofole.

Quando arrivò in cucina, accolto da un profumo intenso di buono, vide il suo ragazzo di spalle, il quale non si era ancora accorto di lui, che stava preparando pancakes con solo dei boxer neri addosso. Fece scivolare il suo sguardo dalle sue spalle larghe e delineate che gli piacevano tanto, lungo le sue gambe affusolate, fino ad arrivare ai suoi piedi. Trattenne un risata con la mano sinistra e sorrise con le labbra premuto contro il suo palmo.

I talloni di Harry erano completamente poggiati sulle mattonelle del pavimento, le dita a premere con forza dentro le pantofole blu che contenevano  a malapena quei piedoni che sembravano scoppiare lì dentro.

"Ecco dove erano le mie pantofole"

Harry si girò all'improvviso, riscosso dal lavoro che stava compiendo. Senza dire una parola abbassò gli occhi verso i suoi piedi e Louis vide che agitò le dita giocandoci sotto il tessuto blu.

Poi rialzò lo sguardo puntandolo su di lui, il quale stava indossando solo dei boxer bianchi e la sua maglietta per la cronaca. Alzò un sopracciglio e fece scendere i suoi smeraldi verso i suoi piedi corti.

"Ecco dove erano le mie invece"

"A proposito ma dove erano finite?"

"Sotto al letto" rispose con un sorriso.

Harry roteo gli occhi al cielo, come a constatare che era una cosa ovvia e che avrebbe dovuto pensarci.

"Beh si, volevo venire a preparare la colazione e avevo visto solo le tue in stanza così le ho prese, volevo coprirmi i piedi altrimenti ci sentivo freddo."

Lou posò di nuovo i suoi occhi cielo sulle fette lunghe di Harry e si lasciò sfuggire una risata.

"Beh, non è che li hai coperti un granché comunque" Poi scoppiò proprio a ridere "Hai il talloni tutti di fuori".

Anche Harry rise. "Non è mica colpa mia se il mio ragazzo ha i piedi di una fatina, che porti il 35?"

Louis si accigliò fintamente offeso per poi lagnarsi come un bambino "Hei! Io non porto il 35 e poi sei tu che hai degli sci al posto dei piedi, anzi hai delle barche puzzolenti!".

Harry fece un'espressione davvero comica ed esagerata da finto oltraggiato sotto shock con tanto di bocca spalancata e mano sul cuore.

"Che cosa hai detto? Ripeti se hai il coraggio!"

Louis sorrise compiaciuto della sua reazione e con calma, assaporando quasi ogni parola sulla punta della lingua disse

"Ho detto... che i tuoi piedi sono delle barche puzzolenti!"

Lou nemmeno se ne rese conto, accadde tutto in un secondo. Harry cominciò a correre verso di lui, per quanto potessero permettergli le sue ciabatte addosso, per cercare di acciuffarlo, e Louis invece cominciò a scappare tra le risa per cercare di sfuggirgli, ma anche le pantofole che aveva lui non lo aiutavano nella corsa.

Si rincorrevano per casa. Louis sentiva un'adrenalina insensata scorrergli nelle vene, ed essa aumentò quando sentì i suoi fianchi arpionati dalle lunghe dita del riccio, il quale lo sollevò caricandoselo in spalla.

"Harry mettimi giù!"

Il minore si diresse verso il divano dove lo depositò e incominciò a fargli il solletico ovunque. Louis si dimenava disperato, le lacrime agli angoli degli occhi per il troppo ridere, le dita frenetiche di Harry a corrergli per tutto il corpo.

"Chi è che ha osato prendermi in giro, fatina?"

Harry ridendo cinse saldamente la caviglia del piede sinistro di Lou tra le dita e con l'altra mano incominciò a solleticargli tutta la pianta del piede.

Il maggiore cominciò a scalciare inutilmente per liberarsi da quella dolce tortura.

"Allora ammetti che sei tu ad avere i piedi piccoli?" Lo sfidò Harry alzando entrambe le sopracciglia.

"Basta, ba-basta"

"Lo ammetti?"

"Lo ammetto, lo ammetto, sono io ad avere i piedi piccoli"

Harry si bloccò immediatamente per andare a finire completamente sopra il corpo di Louis, le mani poggiate ai lati del suo viso arrossato per il troppo ridere, il volto di Harry a pochissimi centimetri dal suo. Gli occhi ridenti incastrati gli uni negli altri. Poi gli soffiò sulle labbra con voce roca e bassa

"E che hai i piedi da fatina?"

"E che ho i piedi da fatina" si arrese Louis sorridendo ancora con il fiato corto, per poi catturare con le mani piccole le guance di Harry e bacargli delicatamente le labbra.

"Buongiorno" gli sussurrò sulla sua bocca al caffè una volta distaccatosi.

"Buongiorno" lo imitò Harry prima di poggiare di nuovo le sue labbra su quelle dell'altro.

"Bene, ora colazione" disse Harry, il quale si diede una piccola spinta con le mani ancora poggiate sul divano e si alzò. Porse i suoi palmi aperti verso Louis, il quale accettò la sua offerta e intrecciò le loro dita facendo forza su di esse per alzarsi.

"Beh, ora puoi anche ridarmi le mie pantofole" disse il maggiore.

"Mai, queste ormai sono le mie, mi piacciono,... fatina!"

Louis roteò gli occhi al cielo con un sorriso sulle labbra, mentre il suo ragazzo si dirigeva di nuovo verso la padella con i pancakes.

Lo avrebbe chiamato con quel nomignolo ancora per parecchio tempo.
 











 
--> CORNER <--
 
 
Salve :P ... allora questa mini OS è nata mentre osservavo con sguardo assente il paesaggio fuori dal finestrino dell' autobus mentre andavo a scuola... e ieri sera l'ho buttata giù. Bene, ora che abbiamo scoperto l'origine della nascita di questa storiella un po' fluff, vi lascio... credo che mi ritroveranno morta per overdose da studio sta notte. Quindi alla prossima!

PS: credo che non smetterò mai di scrivere sulla differenza di grandezza fisica di questi due (che poi iperbolizzo sempre!) ahahaha va beh.
 
Elena.
  
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