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Autore: Ambros    06/11/2013    10 recensioni
Un ragazzo spezzato, non piegato.
Un ragazzo disilluso, non arreso.
Un amico con cattive idee, buone intenzioni.
Dal testo:
-“Ehi.”
La voce del ragazzo mi fa voltare, e lo osservo con espressione interrogativa.
“Ho bisogno che tu lo aggiusti. Okay? Per favore.” Mi sembra davvero vulnerabile per la prima volta da quando ci siamo incontrati. “Fallo ritornare com’era prima. Aggiustalo.”
Gli rivolgo un sorriso amaro “Io non posso aggiustare nessuno, Sebastian. Con un po’ di fortuna, ci si aggiusta da soli.”
Esco dal locale prima che possa ribattere.
Kurt's POV.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ebbene, signore e signori, eccoci qui.
L'ultimo capitolo.
Eh già.
Non sarò crudele, commenti alla fine ;)


 

Let me love you (Until you learn to love yourself.)
5. Let me love you


 

Cammino verso Central Park a passo svelto.
C’è qualcosa che non va.
Ieri mattina era tutto perfetto; Blaine mi ha portato la colazione a letto, senza chiedermi nulla. Siamo stati semplicemente a casa a parlare, a coccolarci. A fingere che tutto stesse andando bene.
Ma è strano che mi chieda di incontrarci di pomeriggio.
E Sebastian ha smesso di rispondere ai miei messaggi dopo che ho rifiutato definitivamente i suoi soldi, assicurandogli che non avrei potuto lasciare Blaine nemmeno per tutto l’oro del mondo.
La paura mi sta facendo impazzire.
È sulla panchina, ovviamente.
Mi sento improvvisamente più leggero mentre mi avvicino a lui, come succede ogni volta.
Ma mi impietrisco non appena alza lo sguardo per incontrare il mio: ha gli occhi rossi e gonfi, ancora lucidi per delle lacrime che non l’hanno completamente abbandonato.
Lo raggiungo in un lampo, inginocchiandomi accanto a lui “Cosa succede?” Gli chiedo, concitato.
Ma non riconosco più i suoi occhi quando li pianta con durezza nei miei “Cosa succede?” sibila “Davvero mi chiedi ‘cosa succede’?”
Non ho il coraggio di parlare. C’è solo una spiegazione possibile per tutto questo, ma non voglio nemmeno prenderla in considerazione.
“Lo vuoi sapere?” La sua voce è così piena di dolore da farmi male. “Il mio migliore amico mi ha detto di aver pagato un accompagnatore perché fingesse di innamorarsi di me, perché secondo lui avevo bisogno di un’iniezione di autostima, o qualche stronzata del genere; e indovina un po’?  Ha funzionato così bene che mi sono innamorato di lui! Pensa, gli ho raccontato cose che non sa nessuno, gli ho parlato di me … Ah, e non so se ti ho detto che ci sono addirittura andato a letto! E questa gli frutterà un bell’extra! Buffo, no? Perché è questo che dice il sito, giusto Kurt? Se si vuole un servizio completo, bisogna pagare l’extra!”
Per un attimo ho solo la forza di chiudere gli occhi e pregare che sia solo un incubo.
Non può fare davvero così male, le parole non possono ferire davvero così a fondo, Blaine non può essere diventato improvvisamente questo, non per colpa mia.
“Ti prego” mi ritrovo a mormorare, con la voce spezzata “Non è così. Io non volevo …”
Cosa non volevi? Accettare il lavoro? Fingerti innamorato di me per dei fottutissimi soldi, maledizione?!”
Si afferra la testa con le mani, e gli tremano le spalle.
Non posso vederlo in questo stato.
È come se il mio dolore fosse amplificato centinaia di volte.
Allungo una mano verso di lui, quasi istintivamente, perché io lo amo, e se potessi lo libererei da tutti i pesi che gli gravano sulle spalle senza pensarci due volte.
Ma si tira indietro di scatto, lanciandomi uno sguardo pieno di rabbia e di dolore.
“Non toccarmi” mormora, alzandosi e indietreggiando “Non mi toccherai mai più.”
Si gira e se ne va a passo svelto, portandosi via il mio cuore.
Cado a pezzi mentre si allontana.
È rimasta solo una ferita profonda nel mio petto.

                                                                                                        ***
È passata una settimana.
Potrebbe essere passata anche una vita, per quanto mi riguarda.
Il tempo non ha più molto senso.
Scorre, non scorre, che differenza fa?
Che differenza fa per i brandelli di me che sono rimasti, straziati da una stupida bugia?
Nessuna.
Che vada pure avanti o che si fermi tutto quanto. Non mi riguarda più.
Il dolore è davvero l’unica emozione che non abbia tempo.
Volete sapere qual è la cosa divertente della tristezza, quella profonda che quasi non ti fa respirare?
Che non ti guarda in faccia. Non conosce niente di simile al rispetto, o alla pietà.
Ti prende e ti sbatte contro un muro, ti toglie l’aria dai polmoni e poi pretende che ricominci a respirare da solo. Ti costringe ad andare avanti lo stesso.
Perché è questa la cosa divertente della tristezza. L’andare avanti, comunque. Perché il mondo non si è certo fermato per te. E alla fine ti devi rialzare.
Io mi devo rialzare.
Ma non ci riesco.
Ho bisogno di lui. Perché lui mi ha insegnato a respirare.
E l’unica cosa che ho saputo fare, è stata mentirgli e ferirlo. A fondo.
E il dolore si ripercuote ovunque. Perché gli ho fatto del male.

                                                                                                                  ***
Spero solo che questa lettera ti arrivi e che tu non decida di buttarla via –anche se ti capirei.
Voglio solo spiegarti.
Non giustificarmi, solo … Spiegarti. Perché te lo meriti.
Due mesi fa Sebastian mi ha contattato attraverso l’agenzia. Ha detto che aveva un affare interessante da propormi, ma che sarebbe stato diverso dai miei soliti compiti.
Ho accettato di incontrarlo; ero curioso.
Mi ha parlato di te. Ti ha descritto come un ragazzo … Spezzato. Ha detto che se io avessi finto di innamorarmi di te, tu saresti riuscito a … guarire. A ritornare in te.
E io ho detto di sì, quasi senza accorgermene. In parte per i soldi. In parte perché volevo aiutarti, chiunque tu fossi stato. Mi rivedevo in te. Un ragazzino spaventato e ferito, finito in una città troppo grande stringendo dei sogni troppo grandi.
Solo che nessuno ha aiutato me; e guarda come mi sono ridotto. Mi sono detto: perché no? Eri la mia occasione perduta.
Ho pensato che, aiutando te, avrei potuto migliorare il mio passato. Sciocco da parte mia, lo so.
Ma poi ti ho conosciuto. E tu sei … Sei così forte e coraggioso, buono, paziente, bello, simpatico … Non era giusto che tu non sorridessi mai. Mi ripetevo questo, che ti avrei fatto sorridere di nuovo. All’inizio mi dicevo che era solo perché eri un lavoro, ma dopo un po’ non sono riuscito a crederci più nemmeno io. Volevo vederti sorridere perché quando sorridi i tuoi occhi si illuminano, e fanno risplendere tutto quello che ti circonda. Magari un po’ anche me. Perché mi hai reso una persona migliore.
E io mi sono innamorato di te, Blaine. Sei l’unica persona che io abbia mai incontrato che sia degna di essere amata davvero. Non scordarlo mai. Tu ne vali la pena. E se qualche stronzo cerca di convincerti del contrario, non ascoltarlo.
Sei la cosa migliore che mi sia successa, ricordi?
Non stavo mentendo.
Non ho mai mentito.
Non ho mai dovuto fingere, mentre ero con te.
Ti ho amato davvero, dal primo istante.
E non voglio lasciarti andare.
Quindi ti aspetterò. A Central Park. Tutte le mattine, alla nostra panchina.
Finché non arriverai.
Vale la pena aspettarti.

                                                                                             Tuo, Kurt.
P.S.: Sai, non avevo mai capito Catherine fino in fondo. “Se tutto il resto perisse, ed egli rimanesse, io continuerei ad esistere. Ma se tutto il resto rimanesse, ed egli fosse annientato, l’universo diventerebbe per me un enorme luogo estraneo.”
Mi era sembrata solo una frase d’effetto, bella ma falsa.
Adesso lo so.


Lascio scivolare il biglietto sotto la sua porta, e mi sento immediatamente meglio.
Ho fatto quello che potevo.

                                                                                                            ***
Ovviamente sono seduto sulla nostra panchina.
Come gli ho promesso.
Lo so che è sciocco sperare di incontrarlo.
In fondo gli ho fatto avere il biglietto solo ieri, ed è improbabile che mi abbia perdonato.
Ma non posso fare a meno di alzare lo sguardo ad ogni passo che sento; potrebbe essere sempre il suo.
Ma ogni volta lo so prima ancora di alzare lo sguardo: non è lui.
Riconoscerei la cadenza dei suoi passi ovunque.
Eppure continuo ad aspettare, con un libro aperto sulle ginocchia che non ho nemmeno sfiorato.
Gli piacerebbe questo libro, credo. Lui e Coelho sono due sognatori spezzati. Si capirebbero alla perfezione.
Rimango seduto tutta la mattina, e mi rendo conto di star aspettando l’impossibile.
Ma ho sempre pensato che fosse parte dell’amore: aspettare l’impossibile. Magari con il libro di un sognatore spezzato davanti.
Scuoto la testa: Blaine mi ha cambiato davvero più di quanto non pensassi.
Mi ha tolto quel velo di apatia che mi circondava, mi ha costretto ad affrontare la vita.
Ma non ha capito che avrei potuto affrontarla solo se ci fosse stato anche lui, perché ora, senza di lui, fa troppo freddo.
Mi stringo le braccia al petto, cercando di scaldarmi.
Mi accorgo troppo tardi che il gelo viene dalla voragine che si è aperta nel mio petto, che mi impedisce di respirare.
Fisso lo sguardo sulla distesa d’acqua ghiacciata di fronte a me, mentre le lacrime mi rigano il viso.
Le asciugo con una manica in un gesto meccanico.
Non è ancora finita.
Amare è aspettare l’impossibile.

                                                                                                         ***
È passato un mese da quando gli ho scritto quella lettera.
Perché il tempo ha ricominciato a scorrere, purtroppo. Anche per me.
Ma non mi importa; ho trovato lavoro come cameriere in un piccolo bar, e sono piuttosto sereno. Ho il turno di pomeriggio, ovviamente, perché la mattina sono impegnato.
Ho un appuntamento con la sincerità.
Ho incontrato Sebastian un paio di volte; non riesco ad avercela con lui. In fondo, non è stata colpa sua. Stava solo cercando di proteggere il proprio migliore amico, e ne ha pagato anche lui le conseguenze. Gli ho restituito tutti i soldi, comunque.
So anche che Blaine ha ricominciato a parlargli solo da pochi giorni, e che gli è parso quasi fortificato, più sicuro, più tranquillo; per un attimo, un pensiero folle mi ha attraversato la mente: forse era questo che stavamo aspettando entrambi, qualcuno che ci distruggesse e che ci facesse a pezzi la vita, che ci costringesse a tornare noi stessi; qualcuno che volesse rompere la maschera d’argilla che avevamo imposto ai nostri volti. E sarebbe andato bene, perché sarebbe stato qualcuno pronto anche a raccogliere i nostri cocci, quando alla fine ci saremmo resi conto che avevamo finto tutto il tempo. Sarebbe andato bene. Perché lui ci sarebbe stato, e io ci sarei stato. Avremmo rimesso insieme i pezzi. Se solo non avessi rovinato tutto.
Sospiro, accomodandomi meglio sulla panchina; in fondo non mi dispiace: sedermi qui e leggere, senza pensare a niente, semplicemente in attesa.
Tu sei stato la speranza dei miei giorni di solitudine, l'angoscia dei miei momenti di dubbio, la certezza dei miei istanti di fede.” *
Mi sembra di non essere più in grado di respirare.
Eppure quella voce la riconoscerei ovunque.
Alzo lentamente lo sguardo; ho quasi paura di crederci davvero, di sperare.
Non potrei mai sbagliarmi; non davanti a quegli occhi dorati.
“Blaine …” mormoro, senza avere il coraggio di muovermi, di afferrarlo per non farlo più andare via.
Mi rivolge un piccolo sorriso, e lo trovo più bello che mai. “Hai aspettato davvero.” Dice, con un tono leggermente sorpreso e incredulo.
“Certo che ho aspettato” sussurro “Te l’ho detto. Vale la pena aspettarti.”
“Non ci ho creduto” risponde, con un altro sorriso quasi colpevole.
“Devi crederci” ribatto con forza “È la verità.”
Rimaniamo in silenzio per qualche istante.
“Mi hai perdonato?” non so dove ho trovato la forza di bisbigliare queste tre parole. Forse perché la risposta è l’unica cosa che mi permetterà di andare avanti. In un modo o nell’altro.
Sembra combattuto, si morde il labbro.
Mi alzo istintivamente, e mi avvicino a lui piano, cercando i suoi occhi.
“Sebastian ha detto che non hai voluto nemmeno un centesimo.” Finalmente mi guarda.
“No” mormoro “Pensavo che averti conosciuto fosse stato abbastanza, come pagamento.”
Arrossisce “Non esagerare …”
“Non sto esagerando” ribatto con calma “Forse potrai non crederci, ma mi hai cambiato la vita. Mi hai fatto ritrovare me stesso. Mi hai fatto diventare qualcuno di cui posso essere fiero. Alla fine, sei stato tu a ricucire me.” Le ultime parole mi escono in un sussurro spezzato.
Alza il viso di scatto, piantando i propri occhi nei miei “No” afferma convinto “No, sei stato tu ad aiutarmi. Forse è iniziata per i motivi sbagliati ma …” abbassa un attimo lo sguardo “Io mi sono innamorato di te. Mi hai fatto sentire di nuovo vivo, e felice. E non pensavo che sarebbe mai successo. È solo che …”
“Lo so” le lacrime mi intaccano leggermente la voce, mentre mi avvicino a lui ancora un po’; non si ritrae. “Ti ho ferito. Avrei dovuto dirti la verità quando ho capito che non era più soltanto uno stupido lavoro, avrei dovuto fare le cose per bene. Ma ti prometto, ti giuro, non farei mai niente che potrebbe ferirti di nuovo. Preferirei tagliarmi un braccio, dico davvero” riesco a strappargli un sorriso acquoso “Io … Ti amo, Blaine. Sei l’unico che abbia mai amato. Ti aspetterò un altro mese, altri sei mesi, non mi interessa. Io voglio stare con te. A costo di aspettarti tutta la vita.”
Siamo ad un passo di distanza, ormai.
Mi avvicino ancora.
Non ce la faccio. Non posso resistere.
Mi aggrappo a lui prima che possa sfuggirmi dalle mani come fumo, lo stringo come se fosse l’ultima volta.
E forse lo è.
“Non ti azzardare” mi sussurra in un orecchio, con un tono di voce sollevato nonostante i singhiozzi che lo scuotono “Non ti azzardare a prenderti di nuovo gioco di me o a mentirmi, perché se lo fai … Io ti … Ti …”
“Non lo farò” sorrido, lasciando finalmente che le lacrime mi bagnino le guance. Lo stringo ancora di più al mio petto, e sento che si rilassa completamente tra le mie braccia.
Solleva il volto dalla mia spalla, e mi guarda coi suoi occhi dorati che conosco meglio dei miei; quando mi bacia, posso pensare solo una cosa.
Che è tutto perfetto. Perché lui è di nuovo con me.
I pezzi cominciano a tornare al loro posto.
Posso ricominciare a respirare.


                                                                                   The end.

*Da Brida, di Paolo Coelho



*tira brevemente su col naso*
Dunque, io spero vivamente di non avervi deluso troppo e di aver spiegato per bene tutto.
Nel caso, potete sempre insultarmi/fare domande nelle recensioni, per messaggio, come volete.
I ringraziamenti sono assolutamente doverosi, per tutte le meravigliose persone che hanno recensito/messo tra le preferite/seguite/e quant'altro, sappiate che vi vorrò tanto bene anche quando mi offenderete pesantemente per come l'ho fatta finire.
E' stato un piacere dare di matto con voi **
Alla prossima! :*



 
  
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