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Autore: Morghana86    21/04/2008    4 recensioni
Cosa succederà ai nostri protagonisti, dopo un'estate passata a Lava Spring? Nuove amicizie nasceranno, altre si fortificheranno e nuovi amori nasceranno. Tutto questo è HIGH SCHOOL MUSICAL 3!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Chad Danforth/Taylor McKessie, Gabriella Montez/Troy Bolton, Kelsi Nielsen/Ryan Evans
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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“Questo dovrebbe andar bene per Troy” disse la ragazza, riemergendo dalla tenda di perline con in mano una scatola rettangolare di cartone

“Questo dovrebbe andar bene per Troy” disse la ragazza, riemergendo dalla tenda di perline con in mano una scatola rettangolare di cartone.

Taylor fissò il contenitore incuriosita, appoggiando una mano sul bancone, sfiorando inavvertitamente il braccio di Chad, che si voltò verso di lei.

Si scostò velocemente una ciocca dal volto, sfuggita alla capigliatura sotto il cappellino, voltandosi verso il ragazzo, sentendosi osservata.

Chad distolse immediatamente lo sguardo, concentrandosi sulla commessa, non riuscendo però a impedire al suo viso di imporporarsi e al suo cervello di darsi del cretino..

“E’ un articolo che mi è arrivato da poco, ma sono quasi sicura gli piacerà” continuò, aprendo la scatola, rivelandone il contenuto: una cornice rossa e bianca con un pallone da basket in angolo a destra, in basso.

“Non mi convince” fu la reazione di Taylor, che si scostò dal bancone, guardandosi intorno “Potrei dare un’occhiata in giro?” chiese, appoggiando la borsa sul bancone, sorridendo verso la ragazza.

“Ma certo, fai pure..rispose la commessa, da dietro il bancone, fissando Chad per qualche secondo, prima di sollevare la tavola di legno che separava il retro banco dal locale, affiancando Taylor “Hai già in mente qualcosa?” chiese.

Taylor salì i tre scalini che separavano l’ingresso dal resto del locale, dov’era esposta la merce. Studiò con cura la maggior parte degli articoli, per poi illuminarsi quando prese in mano un oggetto alquanto particolare.

 

“Forse dovresti darle una mano..bisbigliò Ketty rivolta a Chad, dandogli una spinta verso gli scalini. Inciampando sui suoi passi, il ragazzo affiancò Taylor, cercando di vedere cosa potesse averla incuriosita così tanto.

“Trovato qualcosa?” chiese.

“Questa ti piace?” chiede lei, voltandosi verso il ragazzo con una lampada da scrivania di forma sferica, bianca con delle striscioline rosse.

“Sembra un pallone da basket bianco..notò Chad, sorridendo.

“Con una lampadina colorata magari..ipotizzò lei, alzando un sopraciglio.

Ketty, hai lampadine arancioni?” chiese Chad alla commessa.

Ma certo, vado a prenderle subito!” rispose lei, scomparendo dietro alla solita tendina di perline, riemergendo dopo pochi secondi con la scatoletta.

“Possiamo provarla?” chiese Taylor, titubante.

“Naturalmente..” sorrise la ragazza, allungando la mano per inserire la lucina nella lampada.

La commessa spense le luci del locale, facendo sobbalzare Taylor, che si aggrappò alla manica di Chad, il quale inconsciamente mise una mano sulla sua, facendola arrossire.

Una tiepida luce arancio, rotante, si diffuse nel locale, facendo sorridere i due ragazzi.

“Allora, ti piace?” chiese Taylor, riprendendo il suo self-control, lasciando la manica.

E me lo chiedi?” rispose Chad, entusiasta.

“Ce la può incartare per favore?” chiese Taylor diretta alla commessa.

Ketty annuì, scomparendo per l’ennesima volta nel retro bottega.

Pochi minuti, e la lampada fu imballata in un groviglio di carta rossa con un elegante fiocco bianco.

Fai gli auguri a Troy anche da parte mia” li salutò la commessa, pulendo il bancone.

“Come sempre” le sorrise ChadTaylor, puoi aspettarmi fuori solo un attimo? Arrivo subito”

La ragazza, dopo averlo guardato sbieco, gli rivolse uno sguardo che Chad interpretò come un se proprio devo..’.

 

Pochi attimi e Chad uscì con un sorriso dal negozio.

“Tutto a posto?” chiese lei, affiancandolo nella passeggiata.

“Ma certo” rispose Chad, fermandosi di botto “Senti, stavo pensando.. la giornata è ancora lunga, ti va un caffè?”

“Veramente dovrei tornare a casa..rispose lei, dispiaciuta.

“Oh..” l’entusiasmo nella voce di Chad si spense

Però un gelato lo possiamo prendere, strada facendo, se ti va!” si corresse subito lei, notando l’espressione del ragazzo. Ed il sorriso ritornò.

 

Nel frattempo, in una piccola casa fuori città, le note di un pianoforte, stavano cercando di ricreare la melodia scomparsa.

Kelsi sei un idiota! Ma come diavolo hai fatto a perdere lo spartito! Peggio.. peggio di una principiante! Ecco cosa sei..

La voce della coscienza.

“Non riuscirò più a ricomporre la stessa musica..disse disperata, scarabocchiando il pentagramma ed appallottolando per l’ennesima volta lo spartito, gettandolo alle sue spalle, dove già giacevano una montagnola di scartoffie.

“Quanti alberi vuoi che vengano sacrificati ancora, prima che il mondo sappia che la canzone era scritta per lui?” la voce bassa e profonda del fratello, riscosse Kelsi dal suo vaneggio.

Kevin, sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo..disse la compositrice, prima di tornare a scrivere in modo frenetico sul foglio verticale di fronte a sé.

“Spiegami una cosa” disse il ragazzo che dimostrava sì e no trent’anni, facendo voltare nuovamente la sorellina “Se nessuno ha ascoltato quel pezzo, perché non puoi scriverne uno nuovo? Non sarebbe più semplice?” disse, addentando la mela che teneva tra le mani.

“Non sarebbe la stessa cosa! E tu dovresti saperlo! Che razza di maestro d’orchestra sei?!” rise lei.

“Cos’avrà questo Ryan più di Jason, un giorno me lo spiegherai..  disse, accarezzandole la testa.

“Non sono nemmeno paragoni da fare Kevin..lo rimproverò Kelsi, fintamente arrabbiata.

“Beh, qualcosa di speciale l’avrà: hai lasciato Jason quest’estate per lui no?”

Kelsi non rispose, arrossendo semplicemente.

“Si dice non essere compatibili Kevin. Ryan non c’entra nulla”

E la canzone? Quella era per lui no?” la stuzzicò, addentando nuovamente la mela.

“Per il musical” rispose lei, imperterrita.

Piantala

“Sto lavorando”

“Ammettilo..”

“Mi stai disturbando!”

“Confessa..”

Kevin, quanti anni hai?”

“Non sono io quello seduto al piano da quattro ore sorellina”

Colpita e affondata.

Fuoriiiiii” sbraitò Kelsi, spingendo il fratello fuori dal salone, chiudendo la porta a chiave ed appoggiandovisi.

L’ultimo rumore che si udì, fu la voce del fratello che gridava:

“Se non lo ammetti nemmeno a te stessa, come pretendi di farglielo sapere?!” seguito da una risata roca, che riempì l’abitazione.

 

 

 

 

 

 Uno scusa enorme per il ritardo, ma l’infortunio al braccio mi permetteva di leggere, senza poter però purtroppo scrivere. Grazie mille a chi ha recensito o solamente letto.

 

  
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