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Autore: Scath Panther    06/11/2013    0 recensioni
- Dal primo capitolo -
Si prese un secondo a osservare quel dettaglio, la sua pettinatura, e così non vide che il ragazzo si era girato e aveva fatto qualche passo fino ad arrivare ad un taglia erba, si era chinato e aveva iniziato a tirare una cordicella per mettere in moto il motore.
Si accorse solo dopo diversi secondi che stava fissando oltre ai morbidi capelli (gli sembravano terribilmente morbidi da doversi proprio affondare le mani) anche il suo fondoschiena tornito!
“Che mi prende?!” si chiese rabbrividendo, sembrava quasi il suo sogno!
Anzi quel tizio era nel suo sogno! Stava per chiedergli “come hai fatto a entrare nel mio sogno” quando il gatto indispettito dalla lontananza da casa, lo graffiò per bene riportandolo alla realtà...
- Aspettatevi molto di più, non i soliti angeli, demoni, vampiri o licantropi! -
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Come sarebbe dovuta finire dall'inizio

Tredicesimo capitolo: penultimo capitolo. Per questo capitolo o meglio per tutto il finale ho ascoltato così tante canzoni che è difficile dire quale mi abbia davvero ispirato, sicuramente gli Avanged Sevenfold mi hanno dato la giusta direzione per l'ambientazione e le sensazioni generali, quindi vi direi prendete la discografia degli Ax7 e mettetela su a random!  Per quanto riguarda i contenuti non penso servano, se avete domande chiedete pure! 


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The Little Things Give You Away - Linkin Park
Far away - Nickelback
 


 

Ti sei sacrificato per me e io ho gettato tutto all’ortica. Loro mi hanno catturato eh… 

 

Il moro si lasciò cadere in ginocchio iniziando a piangere, ma il biondo lo seguì subito avvolgendolo con le fiamme e le braccia. Non voleva sentirlo triste, quello era il loro luogo, lì non sarebbero arrivati, non più, ora che era tornato, più forte che mai! Tutta la loro passata eistenza era era piombata su di loro travolgendoli. Nat aveva ricordato, Chuck aveva riaquistato tutte le sue conoscienze.

 

Zitto NAT! Ascoltami bene, hai agito per amore degli umani e… per il mio

 

Disse asciugando le lacrime dell’altro con lievi baci. Era tutto così strano, perché ora sentiva tutte le esistenze vissute perfettamente incastrate tra loro, collocate nella sua anima come se trovassero finalmente la loro giusta dimora. I suoi passati si fusero e tutti i ricordi vennero a galla.

Continuò a stringere il moro beandosi del suo calore che rinvigoriva ancora di più i suoi immensi poteri, perchè ora li sentiva. Aveva di nuovo i poteri da semidio.

 

Chuck! Chuck ascolta! Io, io non ricordo altro. Che cosa è successo dopo che... che mi hanno rapito!Ti scongiuro… tu conosci la verità, non è così? 

 

Tremava, scuotendosi con violenza, ricordare per lui era stato più difficile. Aveva affrontato molti anni da solo, aveva coltivato i sentimenti e aveva amato l'umanità, ma senza la presenza del biondo aveva conosciuto cose che la sua anima all'epoca non sapeva elaborare. In quel momento ogni minima sensazione, immagine, suono. Ogni cosa esplodeva nella sua mente mandandolo ancor più in confusione. La mancanza di quei particolari poi, quella era la cosa peggiore. Non sapeva cosa fosse avvenuto... dopo. Com'erano giunti fino a tutto quello?
Il biondo annui, ma volle tenerlo ben stretto a se prima di parlargli. Era complicato, difficile e doloroso. Aveva subito molte sofferenze e non avrebbe voluto far sentir in colpa Nat per tutto quel dolore, perchè non aveva alcuna colpa lui, nonostante tutto. Chuck non avrebbe dato alcuna responsabilità al moretto. Iniziò a parlare a voce bassissima.

 

 

Ti hanno portato via e quando ti ho sentito in pericolo sono semplicemente tornato, non chiedere come possa esser stato possibile. I tuoi superiori erano più sorpresi di me.
Il mio cuore ha ripreso a battere e le forze sono tornate in me… ma non tutte, anzi pochissime.
Ne avevo a malapena per qualche sortilegio. Dovetti chiamare i tuoi capi per farmi portare sulla terra e da te, ma non c'era modo di percepirti.
"Loro" infatti erano riusciti a creare strane dimensioni in cui nasconderti.
E’ stato così che ho del tutto esaurito i miei poteri. Ho creato il primo mondo. Intrecciandolo con quello che stavano creando i mostri. Ho dato fondo a tutta la mia energia per quell'unico portale che mi avrebbe portato da te.
Era un frammento, non avevano neanche pensato di darti un passato, era una specie di fotografia.
Quella chiesa, l'’ho creata io perché tu ricordassi l’altare… e me. "Loro" invece incasinarono il tuo aspetto e i tuoi sentimenti.
Io ti ho fatto rivivere la guerra e ho provato a darti qualche ricordo. Il problema è che nell’infondere tanta magia ho sbagliato qualcosa, io stesso ho perso la memoria e anzi mi sono dato falsi ricordi.
È per questo che ricordiamo quei 20 anni insieme, ma non sono mai esistiti… quelli, per tutti i Cieli è così complicato! Avevo poca forza e la mente confusa. Feci un casino immagine... visto?

 

Spiegò con tono pacato e dispiaciuto. Nat annuì ma non riusciva ancora a smetter di piangere. Anche se si sentiva al sicuro e rinvigorito sapere di aver provocato tutto quel dolore al biondo non lo faceva respirare bene e poi si sentiva male nel sapere che il suo semidio s'incolpava di quelle inezie, aveva sbagliato, e allora? Era riuscito a farli incontrare... ancora e ancora, aveva fatto cose che nessuno in alcun Universo era stato mai capace di fare.

 

La vita successiva era abbastanza incasinata, priva di nota, anche la terza. Poi c’è stata la… “nostra”.
Ad ogni nuova vita però dovevo farmi aiutare dai tuoi simili, ma non c’erano portali in grado di portare sia il mio corpo “umano” che l’anima quindi dovevo morire.
Dovevo pagare questo scotto e in più, di volte in volta la mia anima si consumava.
Sarei dovuto tornare qui per rigenerami, ma non c’era tempo.
Ogni volta che loro ti facevano credere ad una vita, era come se ti rubassero un pezzo d’anima. E io dovevo impedirlo!
Potemmo vivere… quella lunghissima vita insieme solo perché io aveva riacquistato qualcuno dei miei poteri e li confondevo, solo che allo stesso tempo confondevo anche me e così non capivo più chi ero e cosa dovevo fare. Insomma avevo fatto si che noi potessimo vivere una vita fantastica, peccato che ho scordato di “svegliarmi” prima della fine per portarti via.

 

 

Ammise infine il biondo scostando piano da se il moro che rimase a bocca aperta, non per le ultime frase, piuttosto per ciò che aveva detto all’inizio. Lui doveva morire ogni volta e perdeva un pezzetto d’anima? Era sconvolto e ferito, più il suo signore parlava e più svelava angoli tenebrosi del suo, del loro, passato e questo non gli piaceva affatto. Era stato un mostro!

Nel pronunciare nella propria testa quel nome capì il perché delle sue mani, di quei sentimenti, era il veleno che gli era penetrato dentro.

 

Le cose più o meno poi le conosci, loro hanno sempre avuto bisogno di te, io mi sono nascosto, un po’ sono stato aiutato, ma loro non potevano interferire granchè, non erano abbastanza forti da farmi rimanere fuori e una volta dentro rischiavano solo di poter accrescere i poteri. Vedi, i portali… erano un modo per riprenderti la tua anima e la tua coscienza. E infatti siamo arrivati qui grazie a te. Io non l’avrei potuto fare.

 

Continuò a raccontare assorto, perdutamente innamorato. Quando era solo un semidio aveva provato elettricità e affetto per il moro, dopo tutte quelle vite doveva meramente ammettere che si era innamorato. Forse era impossibile, contro Natura, e inspiegabile. Eppure era così. Nell'Afterlife, oltre la sua prima vita, lui aveva trovato l'Amore.
 
Erano pronti a stringersi e baciarsi sospirando di sollievo, ma rombi, tuoni, tremori e macchie oscure che infestavano i Cieli e le Terre dell’Afterlife. Erano loro… stavano arrivando! D'altronde Nat era ancora macchiato…
 
Si sarebbe di nuovo sacrificato per lui, ma il moro intuì i suoi pensieri saltò in piedi e si allontanò dal suo corpo.
No, questa volta non sarebbe successo! Avrebbe fatto ciò che sarebbe dovuto essere in grado di fare molto tempo prima. Sorrise al suo bellissimo semidio e prese uno dei pugnali, che nascondeva nei vestiti, si trafisse il cuore proprio come aveva fatto molto tempo prima il suo unico signore. Gli esseri comparsi per metà, giubilanti e completamente convinti di aver già vinto... un paio di attimi dopo svanirono, così come tutti i terribili segni della loro venuta.Tutto venne avvolto da un bianco lucente e il mondo dell’Afterlife ripulito da ogni impurità tornò alla sua antica vita.
 
L’urlo disperato del biondo lasciò presto spazio al piano sommesso. Quando quelli della sua specie erano arrivati era ormai tardi.
Nat non era un semidio, il suo corpo una volta debilitato era semplicemente diventato un involucro privo di senso. La sua anima chissà dov’era fuggita…
I suoi superiori non avevano potuto far altro che creare un altare tutto per lui, ma il biondo aveva voluto che usassero proprio quello che gli era appartenuto molto tempo prima. Si sarebbe preso lui cura, di quel corpo fino a che non avrebbe trovato il modo di riportarlo da se.
E in qualche modo ci sarebbe riuscito, lo sapeva!
La sofferenza era stata atroce i primi tempi, poi grazie all’aiuto di altri esseri di quel mondo aveva ripreso a respirare, forse era stato un angioletto o spiritello che dir si voglia, proprio di nome Juri a farlo sorridere la prima volta.
Forse invece era stato il poter correre di nuovo tra prati e spiagge, tanto amata dal suo Nat.
 
Non sapeva come, ma si trovò colmo d’amore e speranza, incapace di pensare a qualcosa di negativo. Il tempo passava e lui escogitava modi per riportare da se quell’anima, preservava costantemente il suo corpicino, lo curava e si fermava ore a parlare a quel volto amato.
La vita trascorreva, un po’ lenta, ma il biondo non si sarebbe mai arreso. Un giorno uno strano brillare lo fece riscuotere e fissare il cielo in attesa, successe esattamente come secoli e secoli prima quando il suo Nat era comparso per la prima volta al suo cospetto. Quasi trattenne il fiato, che la sua anima fosse tornata? Quando la luce fu abbastanza vicina notò il colore, non era il suo Nat. Ghiaccio brillante, qualche vena grigia. Quella non era l'anima del suo moretto.
Infatti davanti ai suoi occhi non comparve Nat, bensì quello strano ragazzo dai lunghi capelli neri.
Gli mostrò le mani con la propria anima fra di esse e un sorriso vacuo.
 
Vorrebbero che tu tornassi, sai Chuck? Io però penso che tu debba rimanere qui, accanto a Nat. Hai fatto così tanto… come vedi anche per me

Disse indicando con lo sguardo la sua anima. Dunque era anche lui qualcuno che era stato avvelenato, forse lui era stato soggiogato un tempo e aveva pagato i suoi peccati. Forse aiutando loro due aveva potuto riottenere il perdono e si era purificato. Insomma qualcosa doveva esser successo. Mentre si arrovellava allungò una mano per sentire il calore dell’anima, ma il bruno, proprio come aveva fatto il suo moretto, molto tempo prima aveva scostato le mani.
 
Lo sa vero che non può altrimenti la mia anima le apparterrebbe per… sempre

Sorrise, stavolta lo fece davvero. Sorrise e fissò negli occhi il semi dio. Qualche attimo, un lampo... e tutto fu chiaro. Il biondo sorrise a sua volta e lo salutò, il bruno sparì in pochi secondi. La sua missione era compiuta e la sua ricompensa era la grazia.

 

 

 

FINE (?!)

 


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In teoria il racconto è davvero terminato qui, cioè quando l'ho progettato questa sarebbe dovuta essere la fine. Però avevo promesso qualcosa di molto "dolce" e "infinito" alla destinataria del regalo quindi... c'è un ultimissimo capitolo.

   
 
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