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Autore: Caillean    01/11/2004    2 recensioni
Esperimento sulle Quattro Terre della Saga di Shannara. Gli eventi si svolgono nell'arco di tempo tra le ultime due trilogie: "Il viaggio della Jerle Shannara" e "Il Druido Supremo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4

 

Capitolo  4

 

 

Il Distruttore dei sogni

 

 

    

      “ Atterriamo sulla radura ” gridò una delle figure, per superare l’ostacolo rappresentato dalle correnti di aria gelida.

“ Sì, ” rispose il suo compagno di viaggio, “ è meglio. ”

Le due averle descrissero ampi cerchi nell’aria temporalesca, scendendo sempre più di quota. Imposero ai loro passeggeri una serie di scossoni, quando con le zampe cominciarono a saggiare le asperità del terreno.

Grianne Ohmsford era tornata a casa.

Non si era allontanata che per pochi giorni, in realtà.

Appena dopo il suo arrivo a Paranor insieme ad Ahren Elessedil, era ripartita alla volta della costa con Kermadec.

Prendere gli accordi per la costruzione della nave volante era stato relativamente facile. Meno semplice si sarebbe rivelato il progetto di tenerla nascosta alla Federazione. Era stato necessario affidarsi ai costruttori di March Brume, percorrere le vie scelte da Walker, quando era ancora sua nemica.

Grianne aveva cercato il migliore tra i genieri più discreti di tutte le Quattro Terre…ma non si illudeva che Sen Dunsidan potesse rimanerne all’oscuro ancora per molto. Aveva informatori ovunque. Era solo questione di tempo, e avrebbe saputo. E visto che Grianne non aveva pensato alla Galaphile come ad un gigante di legno, vele e cristalli di Parse da commissionare per poi tenere in un forziere, le loro navi si sarebbero presto divise i cieli. Non era un pensiero piacevole, quando si aveva a che fare con una viscida serpe come Dunsidan.

Durante le ore della contrattazione, Kermadec era rimasto in disparte, apparentemente indifferente ai discorsi tra Grianne e i nani costruttori. Lei lo aveva tenuto costantemente informato degli accordi che prendevano corpo. E non lo aveva fatto solo perché il troll potesse gestire il progetto, nel caso in cui lei fosse morta. Certo, aveva pensato anche a questa possibilità: la Federazione ti spingeva a calcolare ogni eventualità, ma nella sua mente questi calcoli non avevano più il sopravvento…

A volte le sembrava di sentirsi schernire dalla voce del suo antico maestro e padrone, il Morgawr. Proprio la notte scorsa - ricordò ora, mentre atterravano su un’erba fresca e soffice – le aveva parlato con lo stesso disprezzo sputato nelle rovine di Castle Rock.

“ Quanto tempo credi che passerà, prima che il tuo passato cominci a distruggere i tuoi sogni? ”

 Grianne mise piede a terra, il corpo percorso da quei lunghi brividi che la voce del Morgawr le aveva sempre portato, anche se lei aveva imparato a nasconderli. Come Strega di Ilse, aveva imparato a nascondere gran parte di se stessa. Era un processo divenuto ormai così automatico, che non faticava a capire quanto dovesse apparire ermetica e gelida agli occhi di Ahren Elessedil, o di elfi ancora più giovani e trasparenti di lui.

Cosa vedevano in lei gli studenti, i futuri Druidi? Cosa pensavano veramente di lei Kermadec e Tagwen?  

Tentò di dissipare il potere di quegli interrogativi, assolutamente inutili, o forse addirittura pericolosi.

Per molte delle sue scelte ‘discutibili’, Grianne sapeva che avrebbe perso gran parte delle sue fragili alleanze. In poche parole, le sue scelte facevano il gioco dei suoi nemici.

Ma non era mai stata così certa di una propria decisione, come per quella di chiedere ai Troll delle Rocce di assumersi il ruolo di Corpo di Guardia del suo ordine. I troll avevano combattuto per secoli le altre razze, e da esse avevano vissuto isolati, spesso come nemici di tutti.

In questo, la storia doveva cambiare.

I troll meritavano la sua stima, e Kermadec in particolare era molto più di un’abile ed esperta guardia, alla quale affidare la sicurezza propria e degli altri Druidi, anche di quelli che mal ne tolleravano la presenza a Paranor. Kermadec stava soprattutto diventando uno dei pochi amici che le restavano: amici il cui numero si contava sulla punta delle dita.

Scesa definitivamente dal dorso di Cacciatore, Grianne alzò lo sguardo al cielo plumbeo.

Pioveva da giorni, ormai. Le guglie della Fortezza, che potevano ancora vedersi solo in lontananza, fendevano un grigio soffitto di nubi. Non le piaceva l’idea di fare atterrare Cacciatore proprio sotto le mura, sia perché detestava fare entrate trionfali, sia perché l’averla aveva il diritto di riposare in un luogo ben più tranquillo, lontano da occhi che l’avrebbero sempre guardata con paura e sospetto.

“ Sembra quasi che siamo stati noi a portare questi temporali ” mormorò, mentre liberava Cacciatore dal peso del suo bagaglio. 

Kermadec sorrise. “ Sicuramente ci sarà qualcuno che lo dirà, quando rientrerai a Paranor. ”

 

Compresero già dai primi passi, che li portarono nel grande cortile interno alle mura, che quel qualcuno aveva fatto molto di più, che ironizzare sul maltempo e sulla loro capacità di esserselo portato dietro dalla costa.

I due studenti che incontrarono per primi salutarono Grianne e il capitano con cordialità, ma da lontano l’Ard Rhys vide avvicinarsi Traunt Rowan, uno degli ultimi arrivati, e la sua espressione non era affatto amichevole.

Facendo mente locale, Grianne ricordò di aver cancellato – con la partenza di due giorni prima –una sua esercitazione che avrebbe dovuto seguire personalmente. La stessa sorte era toccata ad una prova di Ahren, con la differenza che quest’ultimo avrebbe certamente capito…o almeno così sperava Grianne. Non se lo aspettava, invece, da una personalità rigida come quella di Traunt, che non aveva mai fatto mistero di tollerarla a fatica, più che rispettarla.

“ Ti chiedo scusa per la mia partenza improvvisata, ” gli disse Grianne, quando furono a portata di voce, “ ma è stata necessaria. ”

     “ Non mi metterò certo a contestare una tua decisione, Ard-Rhys ” insinuò gelidamente Rowan. “ Sono venuto qui per informarti che un drappello di uomini della Federazione ti attende nello studio. ”

     E chi ha dato loro questo permesso, se posso chiedertelo? ”

     Quando se ne saranno andati, potrai riunirci tutti quanti nella mensa per interrogarci. Nel frattempo, ti suggerisco di ascoltare quello che hanno da dirti. Sono piuttosto…impazienti. ”

     Grianne annuì e si avviò affiancata da Kermadec.

     “ Tutto questo non mi piace, Ard-Rhys ” le sibilò, quando Rowan fu abbastanza lontano.

     “ Nemmeno a me, amico mio. Nemmeno a me. ”

     Dieci minuti dopo, si trovava nel proprio studio, a fissare gli uomini della guardia personale di Sen Dunsidan che si aggiravano senza ritegno tra gli scaffali e il suo tavolo da lavoro. Si prese un attimo di tempo, prima di annunciarsi con qualsiasi rumore.

     “ Signori…” disse infine.

     Un uomo sulla cinquantina appoggiò l’elmo sulla una delle poltrone, senza troppi complimenti.

     Quello era l’incontro che Grianne si era aspettata di dover affrontare quando aveva visto quella nave della Federazione solcare il cielo sopra a Paranor. Ma quel giorno nessuno era sceso, e la nave era ripartita dopo qualche ora di immobilità, lasciandosi alle spalle le torri della Fortezza.

     “ Conosco maniere più educate con le quali annunciarsi, Signor…? ” osservò, richiudendosi la porta alle spalle.

     L’uomo non mostrò di aver colto il rimprovero. “ Grendale, Signora, e non le farò perdere più tempo del necessario. Vede che è di ritorno da un viaggio, immagino vorrà riposare. ”

     “ Non finché avrò degli ospiti inattesi e maleducati nelle mie stanze. Avete permesso almeno a Tagwen di accogliervi in vece mia, o siete entrati stando ben attenti a non farvi vedere neanche da lui? ”

     “ Oh, il vostro servitore nano? ”

     “ Non servitore, collega. Ma prego…” calcò il tono ironico, mentre gli altri tre uomini si accomodavano, “ sedetevi pure. ”

     “ Dove vi ha portato il vostro recente viaggio, Signora? ”

     “ Ritengo siano affari miei, se non vi dispiace. ”

     “ Non più solo affari vostri, temo. Siete a conoscenza della morte di Khylen Elessedil? ”

     Grianne sperò che il soldato che la fronteggiava non cogliesse in pieno la sua sorpresa. “ Mi trovavo all’est, ma sulla costa. Arborlorn non rientrava tra le mie tappe. ”

     “ Certo…Allora tocca a me informarla di tutto. E’ accaduto due giorni fa, Signora, nel Prekkendor. Sono morte cinque guardie della sua milizia personale. In seguito, è toccato a due elfi codardi che lo stavano accompagnando provvisoriamente e che hanno cercato di sfuggire. Dovrebbe conoscerli molto bene, durante l’anno studiavano qui a Paranor…”

     La gola di Grianne si inaridì all’improvviso.

     “…Tress Patrinell e Oseen Elericoncluse il capitano.

     Tress e Oseen

      “ Come si permette di dar loro dei codardi? ”

      Che male può fare loro una parola, ormai? ”

      “ Se ne vada. ” Grianne era furiosa.

      “ Non prima di aver terminato il mio rapporto, Ard-Rhys. Non è interessata a sapere chi si è preso la vita del sovrano degli elfi? ”

      Grianne si alzò e aprì nuovamente l’uscio, sperando che il drappello di soldati cogliesse al volo il significato di quel gesto.

      Si alzarono tutti, ma il capitano Grendale non perse quel suo odioso sorriso. “ E’ stato un branco di caulli, Signora, molto ben addestrati, come quelli dei quali amava servirsi la Strega di Ilse

      “ Il mio superiore, Sen Dunsidan, vorrà vederla al più presto. Temo le sarà davvero difficile provare la sua estraneità a questi fatti. ”

      “ Andatevene. ”

      “ Con vero piacere. Nei prossimi mesi non saranno molte le persone che vorranno trovarsi tra queste mura. Potremo dire di esser stati tra gli ultimi a uscirne illesi. ”

      Grianne Ohmsford li guardò uscire nel corridoio, percorrerlo senza voltarsi indietro, e poi scendere dopo una decina di minuti nel cortile, diretti alle stalle dove erano stati abbeverati i loro cavalli.

      Attese qualche attimo, prima di recarsi nella biblioteca, dove sapeva di poter incontrare a quell’ora Tagwen e Ahren. Loro le avrebbero detto la verità, di loro si poteva fidare.  

    

      Continua…

 

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     Ringrazio con tutto il cuore Shian Tieus per il sostegno a questa storia.

     Un bacio virtuale anche a tutti gli altri lettori e recensori. Sono costretta a rallentare un po’ il ritmo di aggiornamento, ma l’impegno e la passione non sono calati! Ci mancherebbe, questo è il mio mondo fantasy preferito!

    Caillie vi strizza tutti tutti in un abbraccio!

   
 
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