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Autore: AryaPotter    06/11/2013    1 recensioni
Un'occasione irripetibile porta Alice nella città che sogna da mesi: Seoul, Corea del Sud.
La passione per il canto la farà entrare nel club di musica dell'Università e un amico squattrinato le darà la possibilità di esibirsi nelle piazze davanti a vere persone. Ma non si può mai sapere chi si nasconde tra la folla...
Sette ragazzi in cerca di qualcosa di sorprendente per il loro prossimo progetto; una ragazza qualsiasi che all'improvviso si ritrova catapultata in un mondo che aveva osato sfiorare solo con l'immaginazione. Cosa li aspetta?
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Certe decisioni cambiano la vita - Capitolo 1
 
Un mese passò velocemente e Ottobre l’accolse ormai completamente abituata alla routine di Seul. La mattina andava a lezione in Università, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo: la concezione coreana dell’educazione era decisamente diversa da quella italiana, più precisa e rigida. Le piaceva, la costringeva a concentrarsi come non aveva mai fatto prima con il risultato che stava ottenendo le migliori prestazioni della sua carriera scolastica. Si era fatta già qualche amico ed era entrata nel club di canto del campus. Il giorno che probabilmente segnò la svolta fu il 4 di Ottobre quando con il club decisero che sarebbero andati nelle piazze della città a esibirsi.
-Ho bisogno di soldi…- disse Jun lasciandosi andare sulla poltroncina dell’aula canto – qualcuno sa di qualche offerta di lavoro part time?- li guardò ad uno ad uno ma tutti scossero il capo.
-Potremmo provare a cantare per strada- la voce cristallina di Yong-ja provenne da dietro il pianoforte. Si girarono a guardarla, perplessi, allora lei, al loro silenzio carico di aspettative, si sollevò dal sedile su cui era semi sdraiata e spiegò – Non guardatemi con quelle facce, non saremmo di certo i primi – accavallò le lunghe gambe con un gesto sinuoso e riprese – ho qualche conoscenza anche in alcuni club ma penso che prima ci serva una buona dose di impatto col pubblico di strada –
Dopo qualche istante di silenzio, Alice scivolò giù dal banco su cui era rannicchiata e annuì – L’idea mi piace- raggiunse l’amica e le si sedette affianco – abbiamo un buon repertorio di cover e la giusta dose di pazzia per provare un’esperienza simile- Yong-ja le strinse il braccio grata per il supporto. Fissarono gli altri due ragazzi, Jun e Gwan Suk, finché questi non si arresero.
-Mi fido delle mie nuna- rispose Gwan Suk ammiccando a Yong-ja che sollevò gli occhi al cielo esasperata.
-La metà dei soldi che facciamo è mia però- Jun sorrise.
-Andata- disse Yong-ja.
-Andata- confermò Alice.
Il giorno dopo si diedero appuntamento in una piazza del popolare quartiere di Gangnam. Alice e Yong-ja si erano vestite come due idol (un’idea di Yong-ja) e dovettero aspettare sotto lo sguardo lascivo di molti ragazzi i loro due amici, ritardatari come al solito.
-Scusate!- arrivarono di corsa – Jun non trovava il plettro fortunato-
-Come al solito…- Alice si avvicinò proprio a quest’ultimo e gli sfilò dalle mani la custodia della chitarra. L’aprì ed estrasse lo strumento consegnandolo al suo proprietario per poter posare per terra l’involucro aperto come raccogli offerte.
-Ok…- disse un’improvvisamente seria Yong-ja – siete pronti?-
Gli altri tre annuirono, un po’ tesi. Alice si guardò intorno, già conscia che la gente iniziava a guardarli con curiosità e scetticismo, probabilmente chiedendosi che cosa stessero per fare quei quattro ragazzi al posto di essere a casa a studiare. Poi la musica partì e, semplicemente, tutto svanì. Le facce intorno a lei si fecero sfuocate e il rumore della strada scomparve, completamente sovrastato dalle note della chitarra di Jun che accompagnavano la sua voce nella cover di “Just Give Me a Reason” di P!nk. Terminò la sua prima strofa allargando le braccia al mondo, provando un lungo brivido lungo la schiena quando la voce alta e cristallina di Yong-ja si allacciò alla sua ultima nota, attaccando quella che doveva essere la parte di Nate dei Fun. Riaprì gli occhi e si ritrovò a guardare quelli grandi ed emozionati dell’amica; tese la mano verso di lei e prese la sua, attaccarono il ritornello guardandosi negli occhi giocando l’una con la voce dell’altra, perfettamente seguite dalla chitarra di Jun e dal coro di Gwan Suk. Sulle note finali, finalmente si rese nuovamente conto di trovarsi per strada e si guardò intorno imbarazzata e un po’ affiatata. La gente sorrideva e applaudiva, la custodia della chitarra era già piena di won. Sempre tenendo la mano di Yong-ja si inchinarono ai passanti, ringraziando.
Andarono avanti così fino a che il sole non sparì dietro i grandi grattacieli e la gente, col pensiero della cena, non iniziò a scemare sempre di più. Verso le sette, quando ormai stavano iniziando a morire di fame, raccattarono le loro cose e si diressero verso un ristorante che conoscevano. Lungo la strada chiacchieravano del più e del meno, intervallando momenti di silenzio, in cui ognuno si perdeva nei propri pensieri e nella città, a momenti di confusione totale. Durante la cena furono chiassosi al punto che il proprietario, vecchia conoscenza di Jun, per punirli li costrinse ad esibirsi per i clienti. Ovviamente sapeva che per loro non era una vera e propria punizione.  Alle undici, con lo stomaco pieno e l’umore alle stelle, si separarono. Alice prese un taxi e tornò a casa da sola, nonostante le pressioni di Jun.
Aveva cantato davanti ad un vero pubblico, senza mai essere presa dal nervosismo e riuscendo anche in certe note più alte che solitamente le sfuggivano. Era decisamente orgogliosa di sé e soprattutto al settimo cielo. Non appena varcata la porta si tolse i tacchi e si avviò verso il computer. Era troppo tardi per chiamare a casa, avrebbe mandato loro una mail così che la leggessero il mattino dopo. Descrisse la giornata in ogni minimo dettaglio, senza tralasciare nulla, nemmeno la mestolata che Gwan Suk si era preso in testa da Yong-ja dopo che ci aveva provato per l’ennesima volta. Concluse con le solite frasi di rito e inviò; aprì quindi Itunes e fece partire la riproduzione casuale delle canzoni dei Block B. La voce di Taeil-oppa, come la prima sera che era arrivata e molte altre durante quel mese, si diffuse nei vari locali della casa, il volume basso per non disturbare i vicini. La ragazza iniziò a vagare per le stanze preparandosi per la notte cantando insieme al main vocalist del gruppo, non sazia nemmeno dopo il pomeriggio appena passato. Aveva ascoltato e cantato quella canzone talmente tante volte da quando l’aveva scoperta che non si sentiva nemmeno più l’accento straniero: lei e la musica erano un tutt’uno. Troppo eccitata per andare a dormire, nonostante fosse ormai l’una passata, si mise a guardare qualcosa al pc. Verso le due e mezzo, finalmente, spense tutto e si mise sotto le coperte. 
  
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