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Autore: kassandra_Black    06/11/2013    3 recensioni
Blair sobbalzò leggermente dalla sedia, si guardò nuovamente intorno, ma niente, se era uno scherzo era di pessimo gusto. Diede un’altra occhiata in giro e fu in quel momento che la vide, poco distante da lei, c’era una mano lunga e affusolata, una mano che apparteneva a una ragazza pallida quanto lei, con i capelli a caschetto neri e un curioso vestito verde decisamente anni venti.
Chi era quella ragazza e perché nessun altro sembrava vederla a parte lei?
[Ispirato al romanzo la Ragazza Fantasma di Sophie Kinsella, ma con protagonisti i nostri Chuck e Blair]
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Georgina Sparks, Nate Archibald, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Capitolo 14

“Amori e disastri”


 
Dalla sera della cena di gala, Blair aveva passato nella camera di Chuck non solo la mattina dopo, ma anche le due notti seguenti, quella mattina avevano persino fatto colazione insieme nella sala del Palace prima di andare a scuola e ora si stavano baciando davanti casa Sparks. E a Blair non importava affatto che si trovassero in pubblico e qualcuno potesse vederli, anche se, in realtà, in giro non c'era un'anima viva.

Quando si staccarono, Chuck scoccò un'occhiata dubbiosa al cancello “riepiloghiamo ancora il piano Waldorf”

“Io ora suono e mi metto a parlare col portiere distraendolo, tu entri di soppiatto dall'ingresso sul retro che è aperto, cerchi di non fare rumore e di non farti vedere dalla cameriera e vai nell'ultima stanza al secondo piano, trovi la collana e ce ne andiamo”

“Perché devo essere io quello a fare il lavoro sporco? “ borbottò mentre si sistemava la sciarpa patchwork

“Mica posso fare tutto io!”

“E come sai che la porta sul retro è aperta?”

“Bass, smettila di fare domande lo so e basta!” Blair roteò gli occhi, non poteva dirgli che aveva mandato Cornelia ad urlare nelle orecchie della cameriera per farle aprire la porta. Chuck stava per replicare, ma lei citofonò prima che potesse proferire parola costringendolo a dirigersi verso la porta sul retro.

“Salve sono Claire, cercavo Georgina è in casa?” disse Blair all'uomo che le si era presentato davanti mettendo su la sua migliore espressione da ragazzina innocente.

“Mi dispiace, la signorina è uscita”

“Non sa dirmi quando torna? E' davvero importante, devo parlarle.”

“No, mi dispiace” il portiere stava per chiudere la porta quando si accorse che la ragazza aveva iniziato a piangere. “Si sente bene signorina?”

“Sì,sì” Blair prese il fazzoletto e iniziò ad asciugarsi le lacrime, “anzi no” e immerse il viso nel fazzoletto facendo finta di singhiozzare “ non so che cosa devo fare!”

“Vuole che le prenda un bicchiere d'acqua?”

“No!” quasi gridò, se rientrava in casa avrebbe sicuramente visto Chuck “non si preoccupi, ora mi passa, magari finché Georgina non torna potrebbe darmi un consiglio, sono molto confusa, non so che fare, uscivo con questo ragazzo bellissimo il perfetto principe azzurro, stavamo insieme dalle elementari e poi ho scoperto che mi ha tradito con la mia migliore amica, ha presente la classica ragazza bionda, alta, che tutti si girano a guardare non appena entra in una stanza. Può immaginare il mio shock quando l'ho scoperto?”

L'uomo annuiva non sapendo che altro fare per calmare Blair, che ormai era lanciatissima nel racconto.

Chuck nel frattempo era entrato in casa senza troppe difficoltà, finendo nella cucina di casa Sparks, il primo problema che gli si presentò davanti aveva le vesti di un piccolo bulldog dall'aria non troppo amichevole.

“Sta buono bello”

“Wofff...”

Il cane si avvicinava pericolosamente.

“Andiamo, non facciamo scherzi amico”

“Woff..Woff” Il bulldog aveva iniziato a mordicchiare una delle scarpe del ragazzo.

“Hey sono nuove!” protestò mentre cercava di individuare qualcosa per distrarlo, finalmente scorse un appetitoso pezzo di pancetta e si sporse lentamente per prenderlo, mentre il cane aveva iniziato ad assaggiare anche il suo pantalone.

“Fantastico!” alzò gli occhi al cielo, poi si abbassò per leggere la targhetta che riportava il nome “Benito, guarda qui che ti do”. Lanciò il pezzo di pancetta e per sua fortuna il cane corse a recuperarla.

Uscì velocemente dalla cucina e si ritrovò nel corridoio, per arrivare alle scale del piano superiore doveva passare dall'ingresso, da dove si trovava poteva vedere Blair che parlava con il portiere. E anche lei lo doveva aver visto perché si era appena lanciata su quel povero uomo fingendo di piangere disperatamente, approfittò dell'attimo di distrazione per salire correndo le scale.

Aveva appena fatto in tempo a riprendere fiato che vide la porta di una delle stanze aprirsi, prontamente si appiattì al muro e scivolò nella prima stanza che trovò davanti, nascondendosi dietro la tenda della doccia. Maledisse Blair per averlo convinto e se stesso per essersi fatto convincere e quando sentì il rumore di un'altra porta che si chiudeva uscì dal suo nascondiglio.

Molto lentamente aprì la porta da dove era appena uscita quella che doveva essere la cameriera e per sua fortuna si ritrovò immediatamente in camera di Georgina, si diresse subito verso la scrivania iniziando a cercare la collana, mentre apriva velocemente uno dei cassetti se ne ritrovò uno in mano, facendo cadere buona parte del contenuto. Imprecò mentalmente e pregò che la cameriera non tornasse a controllare, non ci sarebbe stata nessuna scusa che avrebbe potuto usare per giustificare la sua presenza lì. Le uniche alternative sembravano essere sotto il letto o buttarsi dalla finestra rischiando di rompersi l'osso del collo.

Blair intanto aveva continuato a raccontare all'uomo tutta la storia della sua vita, sperò che Chuck si sbrigasse perché era quasi arrivata alla loro notte al Victrola e non sapeva più che altro raccontare “E poi sono salita su quel palco e ho ballato, riesce a crederci?”

L'uomo borbottò un no in risposta, mentre lei continuava “nemmeno io, eppure ero davvero io quella, era la me che c'è sotto tutte le insicurezze e le preoccupazioni, era...”

Il cellulare di Blair squillò, la ragazza controllò il nome sul display, era suo padre, decise di rispondere.

“Scusi torno subito”

Andò dall'altro lato della strada per rispondere, poi si allontanò un po' perché il cellulare non prendeva bene. Dieci minuti dopo ritornò a suonare al campanello di casa Sparks, il portiere andò nuovamente ad aprire e la informò con un certo sollievo che Georgina era appena tornata a casa e che poteva andare a parlare con lei. Blair non se lo fece ripetere due volte e scavalcò il portiere, dirigendosi verso la camera di Georgina sperando di riuscire ad arrivare in tempo per impedire l'inevitabile. Chissà se Chuck era riuscito a non farsi scoprire?

Aprì la porta della stanza senza nemmeno bussare “Georgina!”, le ci volle un attimo per riprendersi dalla visione che le apparve davanti, Chuck e Georgina stesi sul letto di lei che si baciavano, mentre lei sbottonava la camicia del ragazzo.

“Blair!” Chuck si passò una mano tra i capelli, cercando di ricomporsi. L'espressione colpevole sul suo viso.

“Biancaneve, che ci fai in camera mia? Chi ti ha fatta entrare?”

Blair cercò di reprimere l'improvvisa voglia che le era venuta di scappare in bagno e mettersi a vomitare e si costrinse a rispondere “Mi ha fatta entrare George, ero venuta per sapere se avevi ritrovato la collana di Serena e offrirti il mio aiuto per cercarla, ma vedo che sei impegnata, quindi vado.”

Si girò ed uscì velocemente dalla stanza e ancor più velocemente dalla casa, si maledisse per aver dato fiducia a Chuck, per aver anche solo pensato che magari tra loro potesse essere diverso, stupida lei e le sue fantasticherie con cui partiva ogni volta in quarta. Si sentiva male. Si accorse che Chuck le era corso dietro e la stava chiamando solo quando si sentì afferrare il braccio.

“Waldorf, dannazione aspetta!” aveva la camicia ancora mezza sbottonata.

Si svincolò dalla presa “Che vuoi Charles?”

“Non chiamarmi così” lo sapeva che gli avrebbe dato fastidio, lo aveva fatto apposta, era il modo in cui lo chiamava Bart quando era deluso da lui. E lei si sentiva proprio così in quel momento.

Continuò glaciale “vuoi lamentarti perché ho interrotto la tua sveltina?”

“Che c'è sei gelosa? Non sapevo avessimo l'esclusiva!” Non voleva davvero dire quello che aveva detto, ma era così che reagiva, era così che facevano tutti e due, colpire per primi per non essere feriti.

“Infatti non ce l'abbiamo, non abbiamo un bel niente” rispose prima di andarsene.



Free Talk: Ciao a tutti, scusate se la storia non è ripresa subito dopo l'estete come avevo promesso, ma ci son stati dei contrattempi. Spero che vogliate ancora continuare a seguire la storia e che vogliate farmi sapere che ne pensate di questo capitolo. Dal prossimo capitolo gli aggiornamenti dovrebbero riprendere con cadenza settimanale ^.^
   
 
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