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Autore: Drew Bieber    06/11/2013    1 recensioni
Summer è una ragazza di 12 anni, vive in Canada a Stratford in una grande e lussuosa villa, ha perso la madre quando aveva 5 anni e ora vive col padre che però non c'è mai a causa del lavoro. Frequenta una scuola privata. Ha una grande passione per la musica e un giorno mentre passeggia per strada viene attratta dal suono di una chitarra e la voce di un ragazzo che suona per strada,Justin. Ben presto diventano amici ma Justin è un ragazzo povero e quando la madre muore deve andare in un orfanotrofio, ma Summer non volendo lasciare il suo amico supplica il padre di adottare Justin. Justin è felice ora ma Summer a 15 anni riceve una borsa di studio per andare a studiare in un conservatorio di Londra molto importante ma vuole rifiutare per non lasciare Justin, ma il ragazzo sa che è un occasione da non perdere e convince Summer a partire. Justin diventa famoso un anno dopo. I due non si vedono per molto tempo, ma nel periodo di Natale si incontrano per caso a Stratford.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io: Justin, Justin svegliati forza o facciamo tardi
Justin: dai Sum aspetta tra poco mi sveglio
Io: Justin svegliati
Justin: tra cinque minuti
Io: ora, muoviti
Justin: …..
Io: io non ne posso più, ti rimango qui ok
Justin: grazie
Ultimamente Justin non ha mai voglia di alzarsi per andare a scuola, e arriva sempre in ritardo, Jennifer lo tiene sempre impegnato in uscite, ieri per esempio è tornato a casa quasi alle due del mattino, e quindi passa tutto il giorno a dormire. Sarà meglio che ci dia un taglio a questa storia, poverino non può andare avanti così. Sto per entrare in macchina quando sento un tonfo al piano di sopra, salgo e trovo Justin nel corridoio sommerso dai libri, nel correre gli si è aperto lo zaino ed è caduto tutto. Lo aiuto a raccogliere tutto e gli dico di andare a fare colazione mentre riordino per terra. Prendo l’ultimo quaderno e scendo giù in cucina, invece che mangiare qualcosa, Justin è sul tavolo addormentato, mi fa così tenerezza. Lo sveglio e andiamo a scuola. Neanche entrati e Jennifer gli salta addosso per abbracciarlo forte e inizia a massacrarlo con le sue chiacchiere, povero lui. Oggi siamo usciti prima per un’assemblea importante, quindi alla terza ora siamo tornati a casa. io e Justin siamo andati a piedi. 
Io: allora come ti è andata oggi?
Justin: da schifo, non ne posso più
Io: della scuola o di Jennifer?
Justin: entrambe
Io: senti stasera vogliamo vedere un film?
Justin: non posso, devo andare da Jennifer
Io: per fare cosa?
Justin: niente di importante
Io: ok se lo dici tu
Stranamente oggi mi sembrava più triste del solito, c’era qualcosa che non andava e sapevo con assoluta certezza che era per Jennifer, inizio davvero a stancarmi di questa storia. Tornati a casa neanche il tempo di entrare e ecco che Justin deve correre da Jennifer , e io resto sola ad annoiarmi. Dopo un quarto d’ora squilla il telefono e vado a rispondere.
Io: pronto
Sean: ciao Sum sono Sean
Io: ciao, Justin non è in casa, è uscito
Sean: beh in realtà ho bisogno di te, ti va bene se tra cinque minuti vengo a prenderti per uscire devo dirti una cosa
Io: ehm … si, si penso veda bene, ok, ti aspetto
Sean: ok grazie ciao
Io: ciao
Bene Sean doveva parlarmi ma chissà di cosa, probabilmente riguarderà Justin, anzi sicuramente. Non ne posso più di problemi altrui già non riesco a risolvere i miei, e con “miei” mi riferisco al perché Justin non vuole dirmi chi gli piace, lo so gli ho detto che non mi importava perché mi fidavo di lui ma la curiosità ha sempre la meglio sulle promesse. Meglio se vado a cambiarmi per uscire. Suona il campanello e Amanda fa entrare Sean, perché lui pensa sempre che quando viene c’è di mezzo un appuntamento, cioè non vuol dire che se due amici escono per parlarle abbiano un appuntamento, ma io e Amanda a quanto pare non abbiamo lo stesso modo di pensare. Saliamo in macchina e partiamo verso il centro commerciale. Facciamo un giro per i negozi, Sean mi sembra molto agitato, stranamente il suo comportamento mi causa una grande curiosità, voglio sapere immediatamente cosa sta succedendo e lo voglio sapere subito. Ci sediamo a un bar per parlare e con parlare non intendo parlare come persone normali dato che Sean sia ancora più agitato di prima e per dire anche solo mezza parola ci sta impiegando una vita
Io: senti Sean si può sapere che mi devi dire?
Sean: io sto provando a dirtelo ma è complicato
Io: non mi interessa voglio sapere cosa hai da dirmi perché so che si tratta di Justin quindi muoviti
 Sean: beh non è che si tratta solo di Justin
Io: e chi altro?
Sean: Jennifer
Io: o no dai adesso che c’entra lei in tutto questo?
Sean: beh c’entra per quello che è successo tra me e lei
Io: che vuoi dire?
Sean: io … c’è lei … insomma lei mi piace
Io: aspetta cos’hai detto?
Bene questa sì che ci voleva, adesso il migliore amico di Justin è innamorato della sua ragazza, la mia vita è un inferno, se Justin lo sa non la prenderebbe molto bene, o almeno credo, Sean ci starà davvero male dopotutto Jennifer è il fedele animaletto di Justin e non lo lascerà per niente al mondo, anzi secondo me ci sta già soffrendo, e alla fine tutti si sfogano con me, non sono mica un centro di accoglienza per poveri adolescenti disperati per amore? Eppure la sottoscritta deve sempre rimboccarsi le maniche e fare l’angelo custode per le povere anime sofferenti. Quindi a lavoro mia cara Sum
Sean: io amo Jennifer
Io: no, nononononononono tu non stai dicendo sul serio, vero, ti prego dimmi che è tutto uno scherzo
Sean: no è la realtà
Io: nooooooo, perché tutte a me? Si può sapere come cavolo è successo?
Sean: ti ricordi quando siamo andati a fare il campeggio e stavamo facendo il gioco obbligo o verità
Io: oh si, come posso dimenticare quel gioco
Sean: mentre tu e Justin stavate di sopra io e Jennifer abbiamo parlato
Io: eeeeeee?
Sean: e tra una battuta e una risata … ci siamo baciati
Io: cheeeeeeeeeeeeeee
Sean: si, ci siamo baciati, in realtà l’ho baciata io
Io: tu … che hai … fatto?
Sean: lo so forse ho sbagliato ma in quel momento mi è venuto spontaneo
Io: nonononononooooooo non è giusto, perché, perché ho una vita così …. Così …. Bah lasciamo stare tanto a che serve arrabbiarsi
Ecco la goccia che fa traboccare il vaso, lo sapevo io che sarebbe andata a finire da schifo, ma questo è proprio in basso ci può essere qualcosa di peggio? Tornata a casa aspettai che Justin tornasse, per tutto il tempo sono stata davanti la televisione a vedere quegli stupidi programmi che trasmettono alle 2 del mattino, alla fine lo aspettai inutilmente e un po’ alla volta cedetti al sonno. Il giorno dopo Justin non era ancora tornato, erano quasi le 10 ormai e iniziavo ad avere dei dubbi. Sapevo dove potesse essere quindi senza perdere tempo andai verso la mia unica direzione la casa di Jennifer. La porta principale era chiusa, ma per fortuna erano le 10.15 di sabato mattina, il giorno in cui la madre di Jennifer esce e rimane la porta sul retro aperta, quindi entrai per di lì. Sul divano del salotto c’era una giacca, quella di Justin, quindi avevo indovinato. Ma se era a casa di Jennifer ora voleva dire che aveva dormito qui. Subito un primo pensiero mi prese e iniziai ad esserne sempre più convinta. Corsi su e arrivai davanti la porta della camera di Jennifer, avevo paura di abbassare quella maniglia. Aprendo vidi che Jennifer stava dormendo tranquillamente, ma non c’era nessuno con lei. Mi ero sbagliata, per fortuna. Tiro un sospiro di sollievo e senza più inutili dubbi per la testa me ne ritorno a casa. E ecco che mi ritrovo Justin sul divano. Mi siedo vicino a lui e cerca di svegliarsi.
Io: ciao
Justin: ehi
Io: dov’eri?
Justin: da Jennifer
Io: hai dormito da lei?
Justin: si
Io: perché non sei rimasto?
Justin: non volevo
Io: Justin, hai qualcosa da dirmi?
Justin: no no niente
Io: sicuro?
Justin: si non c’è nulla che devo dirti
Io: ok
Mi alzo per andare in cucina e rimango come freddata da ciò che mi dice: IO E JENNIFER LO ABBIAMO FATTO. Tengo lo sguardo basso e resto di spalle: bene, sono felice per voi; dicendolo quasi in lacrime me ne andai fingendo che mi facesse piacere, ma se ne accorse che il mio comportamento era una falsa, e mi faceva male che non faceva niente, come se lo tollerasse. Passai per la cucina uscendo in giardino. Non ero più sicura delle mie emozioni, non sapevo cosa avesse la mia testa, provava mille sentimenti e aveva mille pensieri, sentivo che stava per scoppiare, e il mio cuore stava peggio. Dopo appena cinque minuti mi accorsi che era ritornata Amanda, capii che era lei perché le sentii chiedere a Justin dov’ero, lui le disse che ero fuori in giardino, lo disse con una leggera tristezza sfumata alla freddezza, Amanda mi diede un’occhiata dalla portafinestra della cucina e dalla sua espressione posso dire che aveva già intuito che qualcosa non andava, e di sicuro non era una sciocchezza, quindi mi raggiunse.
Amanda: ehy Sum tutto ok?
Io: si, si certo
Amanda: allora perché hai quella faccia?
Io: io non ho nessuna faccia, sto benissimo ok
Amanda: ma quelle lacrime mi dicono qualcos’altro
Io: ………
Amanda: dai dimmi la verità, che è successo?
Io: ………
Amanda: è per Justin vero?
Nonostante avessi negato tutto e non le avessi detto niente aveva capito subito qual’era il problema, ma io non volevo dirle la verità, volevo solo soffrire in pace e da sola, ma con lei sapevo che il silenzio non era il rimedio giusto, l’unica cosa che potevo fare e restare lì ed essere sincera. A quella domanda non ebbi neanche il coraggio di dirgli “sì” quindi le accennai semplicemente un leggero accenno.
Amanda: sapevo era per lui, i ragazzi c’entrano sempre e vediamo, ti dà fastidio che Jennifer se lo tenga tutto per se
Io: già, non sopporto che passino tutto il tempo insieme, mi sento esclusa
Amanda: è normale, ma ho il presentimento che ci sia qualcos’altro
Io: no, non c’è niente davvero
Amanda: invece lo so che c’è qualcosa di ancora più grave che ti preoccupa
Io: no, non è così, ti sbagli
Amanda: Sum hai bisogno di sfogarti non puoi tenerti tutto dentro
Io: no, ti ho detto che è solo questo, tra me e Justin non sta succedendo niente, io non sono triste e ora finiamola qui chiaro
Completamente arrabbiata e quasi con le lacrime agli occhi ritornai dentro per andare in camera mia, ero così irritata dalle parole di Amanda, anche se erano la verità, che mentre salivo le scale ho urtato Justin, lasciandogli capire che c’era un problema abbastanza grave ed era stato a causarlo in parte. Appena misi piede in camera mia mi buttai sul letto nascondendo la faccia nel cuscino non potendo più trattenere la tristezza. Mi sentivo malissimo, ce l’avevo con Justin, con Jennifer, con Amanda, con me, non sapevo più con chi prendermela se non col mondo intero. Volevo solo scomparire, per non poter più soffrire, per non sentirmi più sola. Ero arrabbiata, triste, sola, abbattuta, infuriata, disperata, rassegnata, nel mio cuore avevo più di cento emozioni che non riuscivano a farsi posto e che quindi si davano libero sfogo con le lacrime. Speravo che qualcuno venisse e mi consolasse, che mi spiegasse perché avevo avuto quella reazione, volevo che qualcuno non mi facesse sentire abbandonata e volevo che quel qualcuno fosse Justin. Sfortunatamente desiderai invano quella fantasia.  
  
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