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Autore: Kokky    21/04/2008    5 recensioni
"Sasuke guardava la Luna e non riusciva a capire cosa ci trovassero di tanto bello. Davvero, in fondo era solo una palla bianca in cielo. E quando diventava rossa era solo un altro incubo frapposto ai suoi sogni, radi come la pioggia d'estate."
[Itachi e Sasuke]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Scritta di getto. Spero che vi possa piacere, commentate in tanti, please!


Insane Blood

Je t'ame, petite.

 

C'era una bambola rotta

senza né braccia né gambe,

dopo aver fatto la lotta

eran cadute a terra entrambe.

 

Sasuke guardava la Luna e non riusciva a capire cosa ci trovassero di tanto bello. Davvero, in fondo era solo una palla bianca in cielo. E quando diventava rossa era solo un altro incubo frapposto ai suoi sogni, radi come la pioggia d'estate.

Così aveva deciso che la Luna era da declassare, e ormai non la guardava più da tanto tempo, nemmeno prima di iniziare una missione. Lui osservava la terra, marroncina con qualche zolla erbosa qua e la, e le sue mani. Le immaginava così piene di sangue da non poter più vedere la carne rosa, e allora ghignava.

Ghignava e non sapeva fare altro.

 

Vi era stato un tempo che la Luna era una costante.

La mamma non gli dava delle carezze quando erano fuori, in giardino, la sera e osservavano il satellite bianco?

E suo padre non l'aveva preso in braccio per fagli vedere il cielo trapunto di stelle?

E Itachi... non era Itachi l'ombra che si stagliava contro la Luna?

Sempre e solo Itachi, aveva pensato una volta. Sempre e solo lui, ovunque, come un'erba parassita che è dura a morire.

Sasuke avrebbe voluto avere una pala, così avrebbe potuto togliere anche le radici, fino a che la terra sarebbe rimasta vuota. Vuota e nient'altro.

Solo Sasuke, mai più Itachi.

 

 

Sangue colava da tutte le parti, ricoprendo il bianco del marmo di quel bagno fatto di mattonelle pregiate, di un hotel ricco e di successo. Anche lui era sangue, tagliuzzato su tutto il corpo.

Rosso rosso rosso. Carminio, scarlatto. Ferro e sale.

Sangue, sangue ... sangue!

E malsano piacere nel leccarglielo dal corpo, da tutte le parti, salendo e poi scendendo. Le mani vagavano sul suo petto rosso, accarezzando la carne e gustando il sapore dolce. Itachi voleva possederlo, assaporarlo e poi ucciderlo in un lago [di sangue, rosso, scarlatto sangue!].

Era buono.

Leccò il collo, martoriato poco primo dai suoi coltelli, mordendo con forza la pelle e facendo gemere l'uomo.

« Voglio sentirlo, idiota. Fammi sentire tutto! Urla, lamentati, muori! Fammi godere. » ordinò il mukenin duro, tirando all'indietro la testa dell'uomo prendendolo dai capelli, mentre l'altro urlava di dolore.

Oh, si.

Voleva sangue dappertutto. E una Luna rossa come sfondo.

Ghignava davanti a quello spettacolo. Ghignava e non sapeva fare altro.

 

Itachi si pulì le mani, cercando di cancellare macchie di sangue che non sarebbero mai potute scomparire. Guardò il suo capolavoro, specchiandosi in un pozza rossa e sollevando le labbra a mo di sorriso. Com'era bello, quel fiore malsano che ora lasciava piccole goccioline sul pavimento.

Avrebbe dovuto sbarazzarsene poco dopo, se non voleva rischiare e avere problemi.

Ma la porta della camera cigolò e si aprì, quasi come se non fosse mai stata chiusa a chiave. Itachi si voltò leggermente stupito e si vide riflesso.

Non era lui, un po' più giovane?

Ah, no. Era suo fratello, colui che si sarebbe vendicato.

Sasuke vide il lago di sangue e lo guardò carico di schifo, cos'era quel cadavere? Un'altra missione dell'Akatsuki?

« Sera, fratellino. Sarebbe educato salutarmi. » disse Itachi, posando l'asciugamano su un mobile e sedendosi sul letto.

« Fratello, stasera sono venuto per ucciderti, non per essere educato e cortese. » ghignò Sasuke, sedendosi accanto a Itachi.

« Ah, ma questo lo sapevo già. Dovresti provare a stupirmi di più. » ironizzò il più grande, voltandosi a guardare il volto del fratello.

 

C'era del sangue sul collo d'Itachi. Non doveva essersi ancora accorto che gli era rimasto attaccato, indelebile come il suo peccato.

 

« Dimmi, fratellino, cosa aspetti? » chiese Itachi dopo un minuto di silenzio, passato a guardare il sangue che arrivava dal bagno, scivolando silenzioso. Sasuke lo guardò, senza sapere cosa rispondere, chiedendosi se era stato quel liquido a bloccare il suo odio.

« Su. » ordinò l'altro, prendendo con veemenza il braccio destro di Sasuke e appoggiandoglielo sul suo petto, toccando il cuore.

« E rinunci così? Sei davvero tu, Itachi? » sputò Sasuke, avvicinando il volto a quello del fratello.

Sangue, sangue, sangu... -gue!  Sul suo collo, marroncino e asciutto, sul collo di Lui.

 

Lo sentiva, lo percepiva. Era malsano, malsano e folle, proprio come Sasuke.

In fondo erano fratelli, no?

 

Sasuke, impulsivamente, si sporse e poggiò le labbra su quella macchia [  i n d e l e b i l e  ] che spiccava sulla pelle candida. Mosse furtivo la bocca, assaporando quel gusto insolito, che di sentiva solo quando si faceva male e non aveva nulla con cui disinfettarsi. Leccò leggermente la patina secca, scostandosi poi – scosso da sé stesso.

« Ah... » mormorò, mentre Itachi sfilava dai suoi pantaloni uno shuriken.

Sasuke si sentì abbracciare, stretto forte dalle braccia possenti del fratello. Fremette, e Itachi gli infilò in mano lo shuriken, puntando poi verso sé stesso.

Lo baciò, vorace, e Sasuke si accorse dopo un poco che Itachi si era spinto troppo oltre, ferendosi irrimediabilmente con lo shuriken.

Sangue colava ora, scendendo copioso, ma Itachi non lo lasciava andare dal suo bacio.

E poi Sasuke sentì il gusto dolce del sangue nella bocca del fratello.

Rosso rosso rosso.

Ferro e sale.

Morte.

 

Sasuke oramai lo aveva accoltellato, e ora continuava, colpendolo sempre di più.

Ancora e ancora.

E la Luna brillava rossa in cielo, fremente e assetata di nuovo sangue.

 

C'era una bambola rotta

senza né braccia né gambe,

dopo aver fatto la lotta

eran cadute a terra entrambe.

E il fiore malsano

lo circondò con fronde

risalendo piano piano

e coprendo ogni donde.

Sangue brillava negli occhi

della bambola spezzata

e se ora tu la tocchi

essa la tua anima prenderà

                            [di volata]

 

   
 
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