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Autore: HooliganStory    07/11/2013    1 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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In quel preciso istante la campanella suonò, inizio di una nuova ora. I due furono scossi dallo scambio di sguardi che stava intercorrendo e furono costretti a correre nelle proprie aule. Raccolte le borse entrambi corsero fuori dal teatro, dividendosi in diversi corridoi e dileguandosi solo con un veloce saluto. Da lontano Peter si voltò -"All'uscita ti accompagno io a casa!"-  urlò, aspettando la risposta di lei.
Non si voltò, ma rispose comunque "Okay" con annesso segno, quasi scivolando sul lucido pavimento.
Peter sorrise, poi continuò a correre.

******

Come promesso, all'uscita Destiny si fece trovare accanto all'insegna della scuola, aspettandolo.
Poco dopo lo vide uscire con Ryan e Ginny, così si avvicinò per salutarli. Ginny la prese da un braccio e la fece allontanare per un secondo, scusandosi. Sembrava che ultimamente avesse questo dannatissimo vizio di prenderla e dirle le cose di nascosto, risultava alquanto buffo.
La guardò con occhi pieni di ipotesi creati dalla sua testolina fantasiosa, chiedendole se tra lei e Peter ci fosse qualcosa.
Destiny scosse la testa con un risolino, dandole della pazza.
Erano soltanto amici, lei stava cominciando ad apprezzare un lato nascosto di lui e soprattutto aveva dei bei capelli, quello non lo avrebbe potuto negare. Scoppiarono a ridere, tornando verso di loro e continuando a parlarne a bassa voce.
I due ragazzi allargarono le braccia come per dire
"Beh, che facciamo?".
Ginny stampò un bacio in guancia all'amica, poi guardò Peter e puntò due dita ai suoi occhi e poi a quelli del ragazzo, come per avvertirlo e dirgli di stare attento a ciò che faceva. Rimase perplesso ma non ci fece caso, entrambe le ragazze erano assurdamente strane.
Destiny però lo era in modo carino a suo avviso; Era una finta goffa, nascondeva un qualcosa che lui sosteneva lo "accendesse", come una sorta di fuoco interiore che aspettava di uscire.
Era più dinamica di quello che voleva lasciare vedere, sapeva essere più pungente di quello che si ostinava a far sentire.
Cominciarono entrambi ad avviarsi dopo aver notato gli altri allontanarsi, così a parlare.
Per tutta la strada non fecero altro che ridere e scherzare come due amici d'infanzia, come due in perfetta sintonia.
Gli saltò sulle spalle ad un certo punto, soltanto per giocherellare con i ricci in superficie e fingere di guidarlo.
Attraversarono in quel modo le strade, incuranti della gente che li osservava.
Si divertivano insieme, che motivo avrebbero dovuto avere di preoccuparsi di ciò che gli altri pensavano di loro? Era assurdo pensare che fino a qualche settimana prima, proprio su quel vialetto dove adesso si trovavano per salutarsi prima che lei entrasse in casa, stavano intraprendendo una sfida di sarcasmo arrivando ad insultarsi silenziosamente. Peter la fece scendere dalle sue spalle, lamentandosi scherzosamente di quanto fosse pesante e tirandosi indietro con la schiena per raddrizzarla.
Destiny scoppiò a ridere, ponendosi di fronte a lui, aspettando che la guardasse e dicesse qualcosa.


-"Allora.. Oggi vai con Shane alla serata?"
-"Beh si, me lo ha chiesto due giorni fa. Non capisco esattamente perché e sinceramente ho paura delle sue intenzioni."
-"Allora perché hai accettato?"
-"E' Shane... Lo sai.."

Scosse la testa in segno di disapprovazione ed incrociò le braccia, spostando la lingua su una guancia e mordendola con i molari. Le raccomandò di stare attenta e di non farsi prendere troppo dalle cazzate di Shane, non avrebbe esitato a prendersi nuovamente gioco di lei, conoscendo ogni suo punto debole. Lui sapeva come prenderla e come lasciarla senza farla scappare, come tenerla in pugno.
Sapeva essere il cacciatore di una preda troppo semplice da prendere. La prese poi dalle spalle, accarezzandole delicatamente e rimanendo in silenzio.
In quel momento, tra quei due, qualcosa divenne improvvisamente forte, incontrollabile.
Si fissarono senza dire una parola, solamente con l'enorme voglia di abbracciarsi e sentire i corpi abbastanza vicini da poter parlare senza emettere suoni.
Destiny, d'un tratto, lo abbracciò forte senza dire una parola.
Peter esitò, confuso, poi allacciò le sue braccia dietro la sua schiena e posò la testa sulla sua spalla, inebriandosi del suo profumo. Si staccarono, sospirando.


-"Grazie Peter.. Sei davvero meraviglioso."

Disse, allontanandosi poi verso la porta di casa.
Lui rimase lì fermo a fissarla, per poi abbassare lo sguardo e andarsene, con un accenno di un sorriso malinconico sul volto.

*******

Il buio calò su Honolulu, il venerdì cominciò a mettere in scena le luci dei diversi locali notturni accessibili a chiunque, le auto si fecero numerose per le strade che conducevano ad essi.
Musica a tutto volume in grado di far tremare tutti i passanti ed i numerosi ospiti delle discoteche.
Il Neshville Waikiki pullulante di ragazzi della Roosvelt, chi già ubriaco e chi ancora all'entrata a cercare di corrompere il buttafuori se non fornito di un pass per entrare prima.
Peter, seduto su uno dei divanetti a lato del locale, si guardava in giro, accecato dalle migliaia di luci colorate ed intermittenti che gli contornavano il viso e disegnavano su esso degli strani giochi di colori.
Ryan accanto a lui cercava di distoglierlo dalla costante ricerca di Destiny e di Shane, riuscendoci solo per pochi minuti, poiché successivamente tornava a ballare con Ginny. D'un tratto, eccoli.
Strizzò gli occhi, poi li spalancò, assicurandosi che fossero davvero loro. I lunghi capelli neri mossi di Destiny le cadevano direttamente sulla schiena lasciata scoperta dal vestito lungo fino a poco prima delle ginocchia.
I suoi fianchi erano avvolti dal braccio destro di Shane, che camminava con lei stringendola come se stesse stringendo un trofeo da mostrare a tutti.
Le sussurrava a tratti qualcosa all'orecchio, che le causavano dei piccoli sorrisetti. Peter si ritirò, lasciandosi cadere in maniera sciatta sul divanetto e poi afferrando la bottiglia di vodka di fronte a se, versandosene un po' nel bicchiere.
Lo buttò giù in pochissimo tempo, guardandola ballare con Shane.
La osservava come si osserva qualcosa che non vedi l'ora di osservare da sempre, che ti rende debole solo a pensarci. Destiny nel frattempo, nonostante fosse accanto a Shane che le stava riservando particolari attenzioni, non perdeva l'occasione per guardarsi in giro e cercare il tipo dai capelli afro. Quando lo notò, probabilmente lui aveva già raggiunto i tre bicchieri pieni. Si staccò dal suo accompagnatore, scusandosi e raggiungendo velocemente i divanetti dove lui era seduto.
Lo salutò urlando e sorridendo.
Lo incoraggiò ad alzarsi, tirandolo verso di se. In quel preciso istante entrambi rimasero nuovamente senza parole. Come la stessa mattina, ma quella sensazione si fece ancora più forte.
Peter posò le sue mani sui suoi fianchi, mentre lei teneva le sue sopra il suo petto a pochi centimetri di distanza.
I corpi di entrambi stavano cominciando ad aumentare di temperatura, sfioravano i cento gradi solamente attraverso un misero tocco ed un misero sguardo confuso in mezzo alle luci.
Destiny lo guardò in maniera decisa, afferrò la bottiglia di vodka e lo condusse con se verso il parcheggio, evitando di farsi vedere da Shane che probabilmente l'avrebbe seguita.
Peter era sempre più preso dal suo dannatissimo fuoco interiore che accendeva anche lui. 

*****

Si nascosero accanto alla macchina di Peter, posando le spalle su essa e cominciando ad imboccare la bottiglia a turno, bevendo e parlando tra di loro. Lui gli chiese come stesse andando con Shane, poco prima di posare le labbra sul collo della bottiglia sporco del rossetto rosso scuro di lei. Rispose che non le importava, che in quel momento avrebbe potuto farsi chiunque e che lei era assolutamente indifferente.
Destiny, però, dopo pochi sorsi era visibilmente alterata, non riusciva più a distinguere ciò che accadeva.
Lo stesso valeva per lui, già assuefatto ai primi due bicchieri pieni.


-"Baciami."

Disse lei dal nulla, guardandolo con sguardo perso e alzandosi di scatto, pur barcollando. Si alzò anche lui, confuso e senza la minima idea di cosa dovesse realmente fare, poiché ancora cosciente per metà.

-"Cosa?"
-"Baciami, vieni qui e baciami, porca puttana! Che c'è, non capisci cosa dico?"

Peter scoppiò a ridere sotto l'effetto dell'alcohol, proprio come lei, ma comunque non rinunciò all'ordine.
La spinse contro l'auto, posando una mano su di essa e bloccandole un'uscita. Lasciò scivolare l'altra sul suo fianco, per poi stringerlo forte e tirare il suo corpo verso di lui. Stampò le sue labbra su di lei, schiudendole poco dopo in un bacio tutt'altro che delicato e romantico.
Lasciò poi camminare la sua mano lungo la gamba poco a poco, scendendo e baciandole il corpo fino allo stomaco per poi risalire.
Lei gli afferrò il viso, facendolo di nuovo salire verso la sua bocca.
Subito dopo aprì la portiera dell'auto, lasciandosi cadere sui sedili posteriori con lui addosso, che chiuse successivamente lo sportello.


-"Che stiamo facendo?"

Disse lui, non staccandosi dal suo corpo e continuando ad abbassare prima una spallina del vestito e poi cominciando ad accarezzare la parte interna di una coscia. 

-"Non staccarti da me e basta."

Disse lei con un filo di voce, respirando faticosamente.
Non potevano fare a meno di volersi, volersi in ogni modo possibile quella sera.
Volere l'uno la carne dell'altra, il sudore, la saliva.
E quella sera, fu quella in cui iniziò davvero tutto.
Fu quella che avrebbe dato vita a qualcosa di sporco, di così dannatamente sporco da non fargli desiderare altro che averne sempre di più, che avrebbe dato vita alla caccia nella giungla. 


 
  
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