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Autore: demilennon    07/11/2013    1 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stand by me.



John ci fissò sconvolto, senza sapere cosa pensare.

“John, posso spiegarti tutto.” Dissi io.

Mi fulminò con lo sguardo. Sapevo come si sentiva. Tradito, abbandonato. Io e lui non stavamo insieme, ma eravamo migliori amici. Mi raccontava sempre tutto e si aspettava che io facessi lo stesso. Invece no, quella volta non gli avevo detto niente.

“Non sprecarti, vilascio ai vostri… incontri.” Disse dando enfasi all’ultima parola.

Senza pensarci due volte afferrai la mia giacca ed uscii di corsa, senza neppure salutare Paul.

“John! John fermati!” gli urlai dalla strada.

Con mia grandissima sorpresa si fermò e venne verso di me.

“Ti costava tanto dirmelo?” Mi chiese.

“Scusami, io… me ne sono completamente dimenticata. E poi che senso avrebbe avuto? Non è una cosa seria.”

“Wow, ora Stella è anche una.. puttana!”

Di getto gli diedi uno schiaffo “Come ti permetti? Proprio tu non sei proprio nella condizione di giudicarmi, cambi più ragazze che mutande! Paul mi ha chiesto di provare a stare insieme e  io mi sono buttata, vuoi per caso insultarmi perché ho fatto ciò che tu mi hai insegnato? E poi… non sono affari tuoi! Questa è la mia vita, tu non hai nessun diritto di trattarmi come se ti appartenessi.”

Le ultime frasi forse sarebbe stato meglio non dirle. Lo vidi diventare rosso di rabbia dopo averle ascoltate. Ora lo avevo davvero ferito, in maniera irreversibile. Allo stesso tempo però non mi sarei mai scusata per ciò che avevo detto perché ero troppo orgogliosa.

“Ok, allora vaffanculo Harvey. Se è questo che vuoi dimentica di avermi conosciuto. Tu per me non esisti più.” Detto ciò scomparve nella nebbia di Liverpool, lasciandomi sola e sconsolata.
 
            

                   Era finita un’altra giornata ed io avevo perso sia John che Paul. Tutto per colpa della mia stupidità e della mia superficialità. Io e McCartney non eravamo fatti per stare insieme; troppo diversi, troppo distanti. Me ne ero accorta quella sera stessa, o forse l’avevo sempre saputo. Ciò che c’era stato con Paul non aveva avuto alcun senso, me ne rendevo conto solo ora. Inoltre avevo fatto soffrire il povero John senza un buon motivo. Non solo gli avevo nascosto una cosa che lui poteva ritenere importante, ma lo avevo anche trattato male. Malissimo. Non sapevo se le cose si sarebbero mai sistemate, in ogni caso ciò non sarebbe successo a breve.
 


Liverpool; 10-12-1958


Erano passati più di 2 mesi, durante i quali avevo visto di rado John, e in quei momenti ci eravamo ignorati. Di solito incontravo Paul o George e chiacchieravamo un po’, ma mai di Lennon. Quell’argomento era assolutamente vietato nelle nostre conversazioni.

Quel pomeriggio ero seduta sul mio letto coperta da una plaid ricco di disegnini natalizi intenta a sorseggiare una cioccolata calda quando improvvisamente sentii qualcuno che mi chiamava dalla
strada. Incuriosita decisi di affacciarmi e vidi George.

“Geo! Vieni su dai!” gli dissi.

Lui seguì il mio consiglio e in meno di 10 secondi me lo trovai in camera infreddolito. Gli diedi una coperta e una cioccolata calda e lui si posizionò di fronte a me.

“E’ piuttosto imbarazzante questa posizione…” mi disse arrossendo.

“Suvvia George, cosa sarà mai! Se proprio ti infastidisce possiamo andare in cucina o in salone…”

“No dai, meglio così, stiamo più comodi.”

“In ogni caso, a cosa devo la tua improvvisa visita?” Gli chiesi incuriosita.

“beh stella… abbiamo evitato questo argomento come la peste per 2 lunghi mesi, ma ora dobbiamo affrontarlo. E’ davvero necessario.” Mi rispose

“Ti ascolto…”

“da quando tu e John avete litigato la situazione è diventata insostenibile. E’ ubriaco 24 ore su 24 e va in giro a fare a botte senza motivo. Davvero, tu  non puoi capire come sta. Se continua di questo passo potrebbe compromettere la sua stessa vita e quella del gruppo.”

George era serio, lo si poteva capire dal tono inconsolabile della sua voce.

“Mi dispiace, ma io non posso fare nulla per aiutarlo.”

“Ascolta, lui… lui ti vuole davvero bene. Tu sei letteralmente la sua vita. Io ora non so di preciso cosa sia successo, in ogni caso siete entrambi troppo testardi, se qualcuno non fa il primo passo le cose non cambieranno. E tu lo conosci meglio di me, lui non si scuserà mai, piuttosto si farà uccidere. Ti prego, scusati tu, anche se non hai colpa.” Disse George supplicandomi.

“Sai george, sono stati davvero dei bruttissimi mesi. Mi sono sentita come se avessi perso una parte del mio cuore, e sapere che per lui è stato lo stesso mi fa sentire ancora peggio. Io non volevo ferirlo, davvero. Le parole che ho detto non le pensavo davvero. Però anche la sua reazione è stata esagerata.”

“Se davvero ci tieni a lui parlaci e tornate amici come prima. Fallo per il bene pubblico.” Disse george

“Ci penserò, non ti assicuro nulla ma ci penserò..” risposi.
  
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