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Autore: shjne    07/11/2013    1 recensioni
Non pensò a Leonard per tutta la giornata, o almeno lei credeva di non averlo pensato, ma l’unica cosa che aveva in mente era “Nora, non pensare a Leonard, so che quei occhi, non pensarci, non pensarci, Leonard non esiste, dimenticalo"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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kick





Si svegliò con il collo dolorante e la schiena sudata. Erano già due giorni che non la cercava e lei si era ripromessa di non farlo per prima. Non aveva neppure voglia di svegliarsi e andare a scuola, lo avrebbe visto e lui magari l’avrebbe ignorata o le avrebbe fatto solo un segno dato che Julia occupava tutti i suoi pensieri. Lei era la solita amica con cui passare la serate se nessun altro parlava con lui. Eppure Leonard era un bravo ragazzo e lei era quasi sicura che non lo faceva con cattive intenzioni, insomma non voleva ricordarsi di lei solo quando ne aveva bisogno, eppure faceva sempre così. Leonard le voleva bene, ma non capiva quello che Nora provava per lui e se lei glielo avesse detto il loro rapporto sarebbe finito. Lei ci teneva a lui, anche quando si era fidanzato con la migliore amica di Nora, Magdalene, lei c’era stata per lui, nascondendo il suo amore. Lui doveva solo capirla e non continuare a parlare di Magdalene o Julia. L’avrebbe mai amata? Avrebbe mai fatto caso alla sua amica con i lunghi capelli castani, quasi sempre raccolti in una coda? Quella con la ‘s’ strana, che amava leggere e che odiava la sua vicina Lilly? Probabilmente no. A scuola lo vide baciarsi con Julia dietro l’albero sul quale lui l’aveva aiutata ad incidere il suo nome, una ‘n’ troppo piccola rispetto al ‘ora’ che seguiva. Lo avevano fatto con delle forbici, durante la pausa pranzo che avevano deciso di passare da soli in giardino. Qualcuno ci aveva inciso un cuore accanto, sicuramente Mag o Jaqueline. Ormai ci era abituata, probabilmente ora erano fidanzati, la baciava con tanta passione che per un attimo si incantò fissando le sue labbra e le braccia che circondavano il corpo della ragazza. Entrò nell’edificio e dopo aver preso i suoi libri corse nell’aula di matematica che era ancora vuota. Si sedette all’ultimo banco e iniziò a ripassare, ansiosa per l’interrogazione. Ma non lo stava facendo veramente, stava pensando al suo Leonard e Julia. Per sua fortuna, la ragazza non era nella sua stessa classe, Leonard invece si. Iniziò ad immaginare cosa gli avrebbe detto se se si fosse seduto accanto a lei. Sarebbe stato divertente parlare con lui invece che ascoltare quell’arpia. Prima di lui, il posto vuoto che Nora cercava di mantenere libero, fu occupato da un tizio, Andrew.
Lui e Nora non avevano mai parlato pur essendo in classe insieme. Leonard entrò in classe due minuti prima del suono assordante della campana, talmente arrabbiato che emanava energia nera dappertutto.
Si sedette due file avanti, gettò il suo zaino per terra e si appoggiò allo schienale della sedia blu. Leonard amava il blu. Nora e Andrew parlarono per tutta la noiosissima lezione, la professoressa stava elencando le varie ricerche da fare in coppia.
“Formate voi le coppie.”
Andrew si propose con Nora e lei per buona educazione accettò, ma nessuno poteva capire quanto avrebbe voluto fare coppia con Leonard, che continuava a scarabocchiare qualcosa su un foglio.
La campanella suonò e lui, senza degnarla di uno sguardo uscì dalla classe, dopo aver buttato il foglio accartocciato nella spazzatura, dando spintoni a tutti.
Nora, dopo aver aspettato che tutti uscissero, si chinò per vedere cosa ci fosse scritto e rimase delusa leggendo il nome “Mag” dappertutto.
Uscì dalla classe con un obiettivo.
Non pensò a Leonard per tutta la giornata, o almeno lei credeva di non averlo pensato, ma l’unica cosa che aveva in mente era “Nora, non pensare a Leonard, so che quei occhi, non pensarci, non pensarci, Leonard non esiste, dimenticalo

Andrew sapeva suonare la chitarra e aveva una bellissima voce, casa sua era una reggia.
“Allora, che ricerca ci ha assegnato? Io non ho voglia di fare nulla, ti va di vedere un film?”
“Andrew, prenderemo un brutto voto e non possiamo. Le leggi ponderali”
“Cosa sono?”
“Andrew, ti prego”
“Okay, ora ci mettiamo al lavoro”
Impiegarono un intero pomeriggio per fare una ricerca di due pagine. La maggior parte del tempo la passarono a ridere e a farsi scherzi.

Chissà che starà facendo ora Leonard, perché questa mattina era così giù?
Tornata a casa, trovò un messaggio del suo Leonard:


Nora devi aiutarmi, sono in crisi, Julia mi ha lasciato, Magdalene non vuole più vedermi, io la amo così tanto, lei mi ha dimenticato, ti rendi conto? La tua amica è un mostro. Chiamami appena puoi.


Non doveva farlo, ma non riuscì a resistere alla tentazione di sentire la sua voce. Non fece altro che lamentarsi e lamentarsi, le diceva che voleva Mag tutta per sé, ma che lei lo aveva dimenticato. Nora lo sapeva, sapeva che a Mag non interessava più nulla di Leonard, perché lui non la dimenticava? Infondo lei per lui c’era sempre stata, perché non provaci con lei? Cosa aveva lei in meno di Julia? Era molto più intelligente e simpatica, quella era buona solo ad indossare vestiti striminziti. Nora era gentile, sempre disponibile, affabile e molto molto carina. Perché non provarci con lei. Si sentiva una merda in quei momenti.
“Ho bisogno di qualcuno che mi ami, capisci? Sono così giù.”


Sono qui, sono invisibile? Mi vedi? Io potrei amarti!


“Leonard, smettila di lamentarti”
“Ma tu non capisci!”
“Sei tu che non capisci, gran pezzo di idiota! Smettila! Magdalene ti ha dimenticato, fai lo stesso anche tu! Non serve a nulla piangerti addosso, sono stanca di sentire le tue lamentele, cazzo! Non sono l’amica che ti consola, okay? Non è che se sei giù mi chiami e se va tutto bene non mi saluti neanche.”
Riattaccò e subito dopo si pentì.
Il giorno dopo gli lasciò un bigliettino di scuse nell’armadietto che vide stracciato per terra.
Andrew la invitò ad uscire il venerdì sera e lei rifiutò, dicendogli che doveva badare a suo fratello, che a dodici anni sapeva benissimo badare a se stesso.
Leonard non la cercava neanche nei momenti di bisogno e lei si malediva in aramaico per questo. Non doveva dirgli quelle cose.

Una mattina, lo vide solo sotto l’albero, andò lì e lo baciò. Lo fece perché voleva farlo. Perché non fargli sapere che a lei interessava? Insomma magari avrebbe cambiato idea, magari no.
Lui la allontanò infastidito e si sistemò le cuffie nelle orecchie.
Nora si arrabbia ora, mio caro Leonard, Nora è stanca ora.

Lei gli tirò un calcio alla coscia che lo fece rannicchiare dal dolore. Indossava anche gli stivali con la punta rinforzata.
Spero che tu stia soffrendo. Se trovi del milk-shake nel tuo zaino, non è colpa mia.
Il giovedì Andrew l’invitò a casa sua per vedere un film.
“Nora, domani sei libera? Insomma, potremo andare al cinema, o al MilkyMilky o non so, potremo uscire… insomma andare in giro”
“Okay, per che ora?”




Hellooo c:
okay, è orribile.
scusa Nora, non voglio che tu rimanga traumatizzata leggendo questo obrobrio, ma davvero, mi dispiace.
nulla, potete farmi causa.
shjne

 
  
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