Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Liberty89    07/11/2013    8 recensioni
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?
Dal capitolo I
Tsuna si scambia con il se stesso del futuro a causa del Bazooka di Lambo e il venticinquenne porta con sé notizie sulla nuova difficoltà che i Vongola dovranno affrontare. Che esperienza si cela dietro lo scioglimento del sigillo sulla Fiamma del Cielo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti! :3 Perdonatemi la sparizione, pensavo di fare in tempo a postare prima di trasferirmi da mia nonna per la settimana universitaria (che mi ha letteralmente fatta a pezzi -dannate sedioline del cacchio <.<), invece, non sono riuscita e quindi vi ho fatto aspettare nonotante il capitolo fosse già lì da settimane a guardarmi. Parlando di tempistiche e postaggi (?), vi avviso fin da subito che non so quando posterò l'aggiornamento. Nel week-end sarò via per un congresso e la settimana prossima avrò lezione tutti i giorni fino a pomeriggio tardi, quindi il tempo e le energie per scrivere saranno pari allo zero assoluto ç__ç Ma basta perderci in chiacchiere tristi ù.ù Vi lascio al capitolo quattro, buona lettura!!!


Capitolo IV - Presa di coscienza


Doveva trovare un modo per andarsene. Non poteva restare un minuto di più.
Si guardò attorno disperato, mentre la Fiamma dell’Ultimo Desiderio che avvolgeva il suo corpo continuava a ingrandirsi, minacciando di ferire i suoi Guardiani. I suoi amici, ostinati fino al midollo, che non volevano assolutamente lasciarlo solo in quel frangente. Volevano aiutarlo, ma lui sapeva che non avrebbe potuto trattenere ancora la Fiamma e che ben presto avrebbe ripreso il controllo su di lui.
Sentì la voce del Guardiano del Sole e a seguire quella della Pioggia, insieme alla Tempesta tutte troppo vicine. Lo circondarono, spingendolo in un angolo, proprio come una belva feroce.
-State lontani!-

Tsunayoshi scattò a sedere, prendendo a respirare come se fino all’attimo prima fosse stato sott’acqua. Strinse le coperte e si concentrò per calmare il battito del proprio cuore che pareva impazzito e pronto a fuggire dalla cassa toracica da un momento all’altro. Quando poi riacquistò coscienza di sé si passò una mano sul viso, sentendolo bagnato di sudore gelido. Osservò l’ambiente che lo circondava e solo dopo un minuto abbondante ricordò dove si trovava. Sospirò e scosse il capo per scacciare dalla mente quel ricordo tramutatosi in un orrendo incubo che lo fece rabbrividire ancora una volta, prima di inabissarsi nel luogo da cui era uscito. Dopodiché, Vongola Decimo si mosse per alzarsi e l’occhio gli cadde sulla bacinella piena d’acqua posata sul comodino e la pezza che si trovava sul cuscino, ma che doveva essergli scivolata via dalla fronte durante il sonno. Trattenne un’imprecazione e si mise in piedi, stiracchiandosi per bene, poi si avviò verso l’altra stanza, preparandosi psicologicamente alle domande che Gokudera aveva sicuramente in serbo per lui.
Quando fece capolino dalla soglia, trovò l’italiano comodamente seduto sul divano e concentrato sul giornale, ma lo abbandonò nell’istante in cui si accorse della sua presenza. Sollevò lo sguardo coperto dagli occhiali da lettura e gli rivolse un sorriso smagliante proprio come avrebbe fatto con la sua versione quindicenne.
-Buongiorno Decimo!- lo accolse, levandosi gli occhiali e riponendoli accanto a sé insieme al quotidiano, per poi alzarsi.
-Buongiorno Hayato.- replicò sorridendogli con gentilezza, prima di sbirciare l’orario, sentendosi sollevato nel costatare che erano solamente le nove del mattino.
-Cosa preferisce per colazione?- domandò Smoking Bomb, legandosi i capelli.
-Non affannarti Hayato, una tazza di caffè sarà più che sufficiente.-
L’argenteo lo guardò inebetito per un attimo, sbattendo le palpebre. -Ne è sicuro?-
-Sicurissimo.- rispose, sedendosi allo stesso posto della sera precedente. -Se ti stai chiedendo da chi ho preso quest’abitudine, è stato Reborn. A furia di vederlo sempre con una tazzina in mano mi ha influenzato.-
Il giovane ridacchiò. -Capisco. Basta che non esageri, il caffè potrebbe anche farle male.- disse Gokudera, mentre metteva insieme la moka.
-Lo so, c’è il mio braccio destro che si assicura che non ne beva troppo.- raccontò, godendosi l’ennesimo momento di curiosità mista a imbarazzo dell’altro.
-Davvero…?-
-Sì, mi preleva personalmente dalla mia stanza e mi scorta fino in sala da pranzo per assicurarsi che faccia una colazione decente. Fosse per me, mi limiterei a una tazza di caffè e una fetta di pane tostato. Non ho mai fame al mattino.- spiegò, guardando l’altro che nel frattempo gli si era avvicinato con un’espressione quasi indecifrabile. -Qualcosa non va Hayato?- chiese, poiché neanche con l’intuito dei Vongola riusciva a comprendere cosa avesse il quindicenne.
Si sorprese oltre ogni dire, quando si ritrovò la mano dell’italiano posata con delicatezza sulla propria fronte, come per saggiarne la temperatura.
-È ancora un po’ pallido, ma almeno la febbre è scesa.- disse infatti il ragazzo, puntando le iridi verdi nelle sue marroni. -Si è agitato nel sonno e quando ho provato a svegliarla mi sono accorto che aveva un po’ di febbre.- chiarì per poi tornare a occuparsi della caffettiera.
Il castano sospirò. -Scusami… non volevo svegliarti né causarti tanto disturbo…-
L’altro però scosse la testa. -Nessun disturbo Decimo. Poi nonostante abbia cercato di stare sveglio per controllare la situazione, alla fine mi sono riaddormentato!- rivelò, portandosi una mano sulla nuca mentre ridacchiava imbarazzato, provocando il riso anche nel suo Boss.
Dopo quelle parole, tra i due calò un ovattato silenzio, che sapeva di ringraziamenti impliciti e devozione pura e limpida come le acque di una sorgente. Gli unici rumori che riempirono l’aria furono lo sbuffare della caffettiera e dei movimenti di Gokudera, che dopo aver versato il caffè nella tazza, posò sul tavolo la zuccheriera e il cartone del latte, insieme a una scatola di biscotti, per dare all’uomo la possibilità di fare una colazione un po’ sostanziosa. Infine, si sedette a sua volta sull’unica sedia libera, osservando i movimenti del suo ospite.
Da parte sua, Sawada subì con tranquillità l’esame del Guardiano, poiché era abituato ad avere quello stesso sguardo smeraldino puntato addosso in ogni occasione. Era diventato parte integrante della sua quotidianità, così tanto che se gli veniva tolto, avvertiva la mancanza fisica di qualcosa di importante, che lo faceva sentire ancora più sicuro e protetto di quanto già non fosse. Inoltre, era convinto che presto o tardi, il giovane italiano avrebbe rotto il silenzio per fargli almeno una domanda. Anzi, rifletté che era quasi strano che fino a quel momento non fosse giunto alcun quesito.
Alla fine, con somma soddisfazione dell’argenteo, Vongola Decimo aveva aggiunto un po’ di latte alla bevanda scura e aveva rubacchiato un paio di biscotti, mangiandoli con gusto.
-Mi hai fregato…- ammise il venticinquenne, prendendone un terzo.
La Tempesta ridacchiò, poi aprì la bocca per replicare, ma fu fermato dal trillo del campanello che attirò l’attenzione di entrambi.
-Aspettavi qualcuno?- domandò il Boss incuriosito, voltandosi verso l’ingresso della stanza mentre Hayato si alzava per andare a ricevere il visitatore, senza degnarlo di una risposta.
La cosa gli parve ancora più strana del non aver ricevuto domande in merito ai suoi malesseri notturni. C’era qualcosa che bolliva in pentola, ne era più che certo.
-Buongiorno Reborn-san.- disse il ragazzo, salutando anche con un cenno del capo.
-Salve Gokudera.- ricambiò l’Arcobaleno, entrando tranquillamente in casa. -Tsuna dov’è?-
-Il Decimo è in cucina, vada pure avanti.- rispose l’argenteo, muovendosi per chiudere la porta, che però lo colpì violentemente sul naso.
-Aspetta Stupidera, ci sono anch’io!- gridò il Guardiano del Fulmine, fiondandosi all’interno dell’appartamento e correndo dietro al killer.
-…dannata Scemucca…- borbottò l’altro, massaggiandosi la parte lesa mentre sbatteva la porta e faceva un giro di chiave.
-Ciaossu Tsuna!- esclamò l’insegnante, saltando sulla sedia rimasta libera. -Ho pensato di venire a trovarti, come va?-
-Buongiorno Reborn. Tutto bene grazie, stamattina ho dormito molto più del solito e Hayato mi vizia, meglio di così?- rispose divertito Sawada, allargando le braccia per ricevere il giovane Bovino, che gli saltò addosso con una risata.
-Ciao Tsuna! Lambo-san vuole giocare con te!- affermò il bambino, puntando gli occhi verdi in quelli castani dell’uomo che gli sorrise con affetto.
-Va bene, dammi solo il tempo di cambiarmi, ok?- disse alzandosi in piedi.
-Lambo-san ti accompagna!- sentenziò il moro, arrampicandosi sull’altro per sedersi dietro il suo collo. -Andiamo!-
-D’accordo, d’accordo…- rise il castano. -Scusa Hayato, ho lasciato il tavolo in disordine…- proseguì, guardando l’italiano che scosse il capo.
-Non ci pensi neppure, me ne occupo io. Ehi, Scemucca! Vedi di non infastidire il Decimo e di non demolirmi l’appartamento, chiaro?!- avvertì, guadagnandosi una pernacchia, mentre lo vedeva svanire nel corridoio sulle spalle del Boss.
Il killer osservò la coppia e attese di sentire le loro voci ovattate prima di rivolgersi alla Tempesta. -Mi sembra tutto tranquillo, certo è un po’ pallido rispetto a ieri, ma non credo ci sia da preoccuparsi.- esordì, incrociando gli occhi neri con quelli verdi del ragazzo. -Bianchi mi ha detto che la questione era seria.-
Il Guardiano annuì. -Quasi per tutta la notte, il Decimo ha avuto la febbre e incubi… delirava e credo che stesse sognando il giorno in cui il sigillo è stato rimosso.-

Per primi furono i movimenti del suo ospite a svegliarlo, poiché non era abituato a dividere il letto con qualcuno, ma a convincerlo ad alzarsi a sedere furono i mormorii sconnessi che giunsero poco dopo. Il ragazzo accese l’abatjour che teneva sul comodino, quindi si voltò verso l’uomo, trovandolo girato su un fianco che gli dava la schiena.
-…Decimo?- chiamò, posandogli una mano sulla spalla e scuotendolo leggermente.
-Indietro…- sussurrò il castano con gli occhi stretti. -Dovete… indietro… lontani…- pregò poi, rivolto a chissà chi nell’incubo che stava vivendo nel sonno.
Il tono disperato e l’affanno che avevano accompagnato quelle parole destarono completamente l’argenteo che si sporse sul venticinquenne, accendendo la lampada dal suo lato e vedendo finalmente quanto fosse sudato e pallido.
-Decimo!- esclamò impaurito, portando il palmo sulla fronte dell’altro e sentendola rovente.
-G-Gokudera-kun…- pronunciò con un singhiozzo Tsunayoshi. -Hayato… fermala… fermala prima che…-
Al sentire quelle parole deliranti, ma piene di una verità che avrebbe voluto rinnegare con tutto se stesso, il Guardiano della Tempesta comprese che non poteva tirarsi indietro e che avrebbe dovuto fare ciò che non avrebbe mai voluto. Girò il Boss sulla schiena e gli tirò le coperte fino al collo, quindi si alzò e andò a recuperare il necessario per occuparsi di lui.

Reborn inarcò un sopracciglio. -Cosa stai cercando di dirmi, Gokudera?-
Smoking Bomb deglutì a vuoto, ripensando a quanto aveva sentito quella notte. -Dobbiamo prepararci, sia per il nostro bene sia per quello del Decimo.-
-Hai già in mente qualcosa?- domandò, ringraziando il dinamitardo con un cenno, mentre gli posava davanti una tazza di caffè.
-Quando tornerà il nostro Decimo, mi metterò al lavoro per potenziare il sistema C.A.I., poi…- l’argenteo si zittì, sentendo le voci del Fulmine e del Cielo spostarsi dalla camera da letto al bagno. -Volevo fare una domanda al Decimo, ma non me la sento…- concluse in un sussurro, sedendosi al tavolo e incrociando le dita posate sulle gambe.
-Di quello non devi preoccuparti.- replicò l’Arcobaleno del Sole, attirando lo sguardo del giovane. -Sarei venuto comunque a farti visita oggi, proprio perché ho una domanda da fare a Tsuna. E credo che sia la stessa a cui sei giunto tu.- rivelò, bevendo un sorso del liquido scuro e forte, esattamente come piaceva a lui. -O mi sbaglio?-
-Non so Reborn-san… nel delirio c’erano più frasi sconnesse che veri e propri discorsi e il Decimo dice di ricordare poco o niente di quel giorno, però…- Hayato prese un profondo respiro. -…però credo di aver capito cosa volesse dire ieri il Decimo, quando diceva che nonostante il sopravvento della Fiamma dell’Ultimo Desiderio ci aveva riconosciuti.-

-Allora, volete dirmi cosa state complottando o devo scoprirlo da solo?- esordì Tsunayoshi, rivolto all’Arcobaleno e alla Tempesta, mentre temperava una matita colorata per il piccolo Lambo che all’improvviso aveva espresso il desiderio di potersi dedicare al disegno.
Il killer e il Guardiano, seduti sul divano, si scambiarono un’occhiata veloce, prima di tornare a fissare il giapponese che, al contrario, non si era nemmeno voltato. Sawada infatti, era totalmente concentrato su ciò che stava facendo e permise a un silenzio quasi spinoso di insinuarsi tra lui e i due amici. Soddisfatto della punta ottenuta, passò il pastello al giovane Bovino che lo ringraziò e proseguì serenamente con la sua attività.
-Sto aspettando.- aggiunse poco dopo, puntando finalmente gli occhi su di loro.
Le iridi marroni erano tranquille e calde come sempre, ma mostravano anche un velo di severità che per un istante fece rabbrividire Gokudera. Reborn, invece, sostenne quello sguardo e cercò di scorgervi i pensieri dell’uomo con pessimi risultati. Impenetrabile e illeggibile, come ci si aspetta da un vero Boss.
Il bambino ghignò. -Ci hai scoperti, ma tranquillo non stavamo complottando niente. Volevamo farti un paio di domande, aspettavamo solo il momento giusto per porle.-
-Non è da te. L’argomento in questione ti preoccupa così tanto?-
-Ieri hai detto che ImbranaTsuna riconoscerà i suoi Guardiani, ma che proprio questo sarà il problema principale. Cosa volevi dire?- buttò l’Arcobaleno, fissando con serietà il castano che sorrise amaramente.
-Ora ti riconosco, e finalmente capisco perché Hayato questa mattina non mi ha chiesto niente sul mio malessere notturno.- rispose Vongola Decimo, proseguendo subito dopo per frenare le scuse di Smoking Bomb. -Non è la prima volta che mi capita di avere questo genere di incubi e sicuramente avrò farfugliato qualcosa nel sonno che ti ha fatto preoccupare, giusto?- chiese, ottenendo un assenso.
-Quindi?- riprese il tutor. -Puoi spiegarci meglio questa faccenda?-
Il venticinquenne sospirò, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la portafinestra per guardare fuori. Intrecciò le mani dietro la schiena e si perse un momento a osservare la tranquillità di Namimori, poi sollevò lo sguardo e si gettò nel cielo azzurro, incredibilmente limpido che preannunciava una giornata all’insegna del bel tempo.
-Reborn, dimmi la verità, la mia velocità di miglioramento durante tutti gli allenamenti a cui mi sono sottoposto, non ti è mai sembrata strana o quantomeno insolita?- domandò senza girarsi.
L’Arcobaleno del Sole inarcò un sopracciglio. -Sì, lo ammetto. Più di una volta l’ho pensato, ma non ho mai creduto che fosse qualcosa di male. Dove vuoi andare a parare?-
-La Fiamma del Cielo è avida, Reborn.- asserì gravemente, osservando il proprio riflesso nel vetro. -Più cresce, maggiore è la voglia di avere ancora più potere. Non ci avevo mai fatto troppo caso fino al giorno in cui il sigillo è stato rimosso… In tutti gli anni che è rimasta confinata, la Fiamma del Cielo ha assunto una volontà indipendente e quando è stata liberata mi sono reso conto troppo tardi che non ero più me stesso…- spiegò, fissando lo sguardo calmo che gli restituiva la finestra.
Per un attimo, uno soltanto, gli sembrò di vederlo tingersi di un freddo e malvagio arancio, che lo fece sussultare. Il Guardiano e l’insegnante rimasero a guardarlo in silenzio, pronti a soccorrerlo se l’avessero visto barcollare, perché il suo viso s’era fatto talmente pallido da far credere che sarebbe crollato a terra da un momento all’altro.
-Tutti gli altri elementi: Tempesta, Fulmine, Pioggia, Nuvola, Sole e Nebbia, compongono il Cielo che a loro volta li racchiude in sé…- riprese Tsunayoshi dopo aver deglutito a vuoto, usando le stesse parole che aveva pronunciato il giorno prima per rispondere a Gokudera. -Questo è il motivo che ha spinto la Fiamma del Cielo a voler fare sue le Fiamme dei Guardiani, anche a costo di distruggerli.-
Quelle parole congelarono sul posto i due, che sgranarono gli occhi e rivolsero a Vongola Decimo uno sguardo incredulo misto a paura. L’argenteo soprattutto non voleva credere alla realtà che gli era stata messa davanti, ma si arrese quando scorse la sofferenza sul viso del castano, che continuava a guardare avanti a sé.
-Per questo i Guardiani dovranno affrontare Tsuna, per sopravvivere. Dovranno sopravvivere, finché Tsuna non riuscirà ad avere la meglio sulla Fiamma del Cielo, ma dovranno fare attenzione ai suoi momenti di lucidità.-
-Perché?- domandò il killer.
-Perché tenterà di fuggire per proteggerli.- disse il giapponese, voltandosi verso gli amici, mentre sentiva la spirale di quei ricordi dolorosi farsi strada nella sua mente.
Non aveva memoria reale e precisa di quel giorno né degli avvenimenti che si erano susseguiti dopo lo scioglimento del sigillo, di tanto in tanto però, gli capitava di rivivere in sogno parti di quel combattimento. In dieci anni, aveva accumulato molti pezzi e il puzzle dei ricordi aveva acquisito un minimo senso. Stessa cosa però non valeva per il suo cuore, che era rimasto profondamente ferito e segnato e non aveva mai dimenticato né rimosso il dolore che l’aveva stretto fin quasi a fermarlo.
-È per questo che ci hai detto di assicurarci che non abbia gli anelli con sé.- ricollegò l’Arcobaleno, ottenendo un assenso. -Ed è tutto questo che ti ha cambiato così tanto? Che ti ha spinto ad accettare il ruolo di Boss?-
Questa volta, Reborn non ebbe alcuna risposta dall’uomo, che diede definitivamente le spalle alla finestra e tornò accanto al tavolo, chinandosi sul bambino ancora preso nel suo lavoro.
-Allora Lambo, come sta venendo il disegno?- domandò, attirando le luminose iridi verdi del giovane Bovino.
-Lambo-san ha finito!- dichiarò, posando il pastello che aveva in mano e alzando il foglio per mostrare il risultato del suo impegno.
Il disegno mostrava un grande gruppo di persone, che nonostante i tratti poco definiti, il venticinquenne riconobbe senza fatica. La decima generazione della Famiglia Vongola era tutta in riga a formare una catena con le mani strette l’una all’altra e nel mezzo c’era il Sawada Tsunayoshi di quel tempo, sorridente come gli amici -persino Hibari si era guadagnato un viso allegro al posto del solito broncio arrabbiato- e sulla sua testa l’autore aveva riprodotto se stesso.
-Neh Tsuna, ti piace?- chiese ansioso il Bovino.
Il Boss sorrise e annuì. -È un bellissimo disegno.- rispose, trovandosi con le dita sul foglio l’attimo seguente.
-È per te! Tsuna sembra tanto triste, quindi Lambo-san ti ha fatto un regalo! Tsuna non è solo, non deve essere triste!- spiegò tutto contento il moro, saltando tra le braccia dell’adulto.
-Grazie Lambo.- pronunciò Vongola Decimo con voce leggermente incrinata dalla commozione, stringendo a sé il Guardiano del Fulmine e donando uno sguardo dolce a quell’infantile ritratto che l’avrebbe seguito quando sarebbe tornato al suo tempo.





Dulcis in fundo ù.ù
Chiarimenti sui dettagli tecnici, quali i paragrafi in corsivo sulla destra.
Ultimanente il mio stile è cambiato tanto e con lui l'impostazione del testo, quindi ho preso "l'abitudine" di mettere sulla destra ricordi/flashback per dargli uno stacco più elegante e meno meccanico/tagliente rispetto alla separazione data da qualsivoglia segno grafico. Spero che per voi non sia un fastidio o un problema :3
Oh, vedete che qualcosa l'avevo dimenticata due capitoli fa?
Il rapporto arci-fluff tra Tsuna e Lambo ù.ù
Oltre alla convinzione -da voi lettori condivisa- della trascuratezza riservata alla figaggine di Tsuna, ci aggungo il pallino del ben poco riguardo -almeno a mio parere- che è stato dato al legame tra lui e il piccolo Lambo. Secondo me, il Guardiano del Fulmine stravede per Tsuna e lo considera un fratello maggiore, magari un po' sbadatello, cosa che gli dà il diritto di prenderlo in giro, dargli fastidio e farsi due risate, ma a cui vuole un mondo di bene. E in questa fic cercherò di dare un certo peso a questo dettaglio. Ditemi un po' che ne pensate ù.ù
Detto questo, passo ai ringraziamenti!
Dunque dunque, un grazie immenso a Jollyna, musa07 e Yuki Kushinada per aver messo la fic tra le preferite; e un grazie enorme a Rock_Black per averla messa tra le seguite. Infine, grazie millissime a chi recensisce e a chi legge soltanto. Siete sempre tantissimi e io gongolo *^*
Ci risentiamo al prossimo capitolo!
See ya!
  
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