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Autore: xLostinaHurricane    07/11/2013    3 recensioni
- Niente da fare biondo, - disse Zayn scompigliando i capelli dell’ amico. - Lei è mia. –
Le loro fragorose risate furono avvertite anche dagli infermieri che stavano nel corridoio ma nonostante il clima scherzoso che c’era nella stanza, Zayn non era mai stato più serio di così.
Genere: Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Allora amico, pronto per un mese di vacanza? – Ridacchiò Harry dando a Zayn una pacca sulla spalla. 
- Si dai, prendila come una vacanza – aggiunse Niall mentre mangiucchiava uno snack al caramello.
- Ora vi butto fuori di qui a calci in culo, stronzi. – disse Zayn abbozzando un sorriso ebete, ancora stordito dall’ anestesia.
Cercò di tirarsi su a sedere ma sentì una fitta al ginocchio appena operato, e decise di rimanere sdraiato, reclinando appena la testa, tanto per vedere i volti dei suoi compagni, che lo guardavano divertiti.
- Ahi - si lamentò toccandosi il ginocchio - fa male – disse massaggiandosi la parte dolente.
- E’ solo un ginocchio..su, tra un mese sarai fuori di qui – cercò di rassicurarlo Liam.
- Un mese in una clinica di riabilitazione motoria. Il sogno di qualsiasi ventenne, Liam, davvero! – rispose Zayn stizzito.
Non ne poteva già più di stare sdraiato, immobilizzato a letto, per lui era una tortura. Si guardava intorno, squadrando quella che, per un mese intero, sarebbe stata la sua casa: Per un mese non avrebbe visto altro che quelle pareti colorate di un verde sbiadito, l’armadietto bianco, con dentro i suo effetti personali, e il televisore, in alto, sulla parete di fronte al letto.
- Perché piazzare la TV così in alto? – pensò Zayn mentre prendeva il telecomando sul comodino alla sua destra. – mi verrà il torcicollo a forza di tenere gli occhi puntati la. -
- Dai, magari trovi qualche infermiera carina, e riesci a concludere qualcosa, nonostante il ginocchio – suggerì Niall.
- Per favore, sono un ragazzo malato, fate un po’ di carità ad un povero paziente – disse Zayn, sfoderando uno sguardo da cucciolo che avrebbe impietosito chiunque.
– Non mi resta che sperare nelle infermiere sexy e disponibili. – sospirò Zayn.
- In fondo il direttore della clinica non aveva forse detto che il personale era a tua completa disposizione e che sarebbe stato ben felice di darti..una mano? Potresti sempre prendere alla lettera quello che ti hanno detto – sogghignò Liam, prendendosi uno scappellotto da Louis.
- Una mano? E che me ne faccio di una mano stando un mese qui dentro? – bofonchiò Zayn – Ho bisogno di ben altro per sopravvivere! –
- Speriamo almeno che le infermiere siano gentili – disse Louis ingenuamente.
- E carine! – intervenne Niall.
- E soprattutto disponibili, - concluse Harry.
Scoppiarono a ridere, e per un attimo Zayn si dimenticò di essere rinchiuso in quelle quattro mura che lo facevano sentire oppresso come un uccellino chiuso in gabbia. Lui, sempre così attivo, frenetico, si sentiva morire al pensiero di dover restare chiuso li dentro, in una clinica.
- Sarà anche tra le cliniche private migliori di Londra, - si ripeteva – ma rimane comunque una clinica. -
Era così abituato alla vita da star, che proprio non riusciva a sopportare l’idea di dover rimanere inchiodato al letto: niente concerti, niente uscite, niente discoteche, niente ragazze.. Solo minestrine e fisioterapia, ecco cosa l’aspettava. Non sarebbe mai sopravvissuto un mese la dentro. Era li da un paio di giorni e già non ne poteva più. Mentre i ragazzi continuavano a ridacchiare tra di loro, qualcuno aprì la porta della stanza numero 209.
- La cena signor Malik – disse l’infermiere lasciando il carrello con su il vassoio vicino il letto di Zayn.
- G..grazie – balbettò con l’aria schifata.
- Mi faccia sapere se ha bisogno di qualcosa. – disse il giovane infermiere nel modo più cortese possibile, mentre lasciava la stanza.
Non appena la porta si chiuse i ragazzi scoppiarono a ridere, fissando Zayn, che aveva un espressione a metà tra il disperato e il divertito.
- Puoi sempre chiedere a lui di darti “una mano” – ironizzò Liam.
- NO, GRAZIE! – replicò Zayn – Fantastico, sono un posto di merda, dove danno del cibo di merda, e, per di più non ho neanche un’infermiera per tenermi compagnia. Fanculo. -
- Dai Zayn, un mese passa in fretta, non renderla più tragica di quello che è. – Disse Lou cercando di tranquillizzarlo.


Il sole stava per tramontare, e il cielo si era tinto di rosso, in quel freddo mercoledì di novembre. Un leggero venticello faceva muovere le fronde degli alberi che si vedevano dalla finestra. La vista dava sul giardino interno della clinica, un viale alberato costeggiato da siepi rigogliose, conduceva all’ entrata dell’enorme struttura bianca, su cui svettava l’insegna del nome della clinica, scritto a caratteri cubitali, colorata di un turchese acceso. Non appena il sole scomparve, i lampioni illuminarono il vialetto e le ombre dei ragazzi, che ormai avevano lasciato la stanza di Zayn, proiettate sul pavimento di terracotta, , sparirono pian piano. Erano appena le otto, ma già era tutto deserto, non c’era un anima viva per i corridoi,c’era il silenzio più assoluto, ed ora che i ragazzi se ne erano andati, Zayn era rimasto solo, con le cuffie nelle orecchie, cercava di leggere le pagine di qualche rivista che gli avevano lasciato Liam e Niall. Si voltava continuamente a guardare l’enorme orologio grigio,che c’era sulla parete spoglia.
- Deve essersi rotto, non può essere passato solo un quarto d’ora. – si ripeteva Zayn ogni quindici minuti. La cena, ormai fredda, non era stata toccata, era rimasta ancora sigillata nei piatti. La porta della stanza si aprì bruscamente, e tornò nuovamente l’infermiere che era passato qualche ora prima portare la cena.
- Non ha toccato nulla signor Malik, dovrebbe mangiare qualcosa, non può indebolirsi troppo, altrimenti non riuscirà a rimettersi in tempo – si raccomandò l’infermiere mentre portava via il vassoio. Zayn si giustificò dicendo di non avere fame, ma sapeva che l’infermiere non se la sarebbe di certo bevuta. Aveva lo stomaco completamente vuoto, che non la smetteva di brontolare. Non appena l’infermiere uscì dalla stanza Zayn si pentì di non aver mangiato nulla, per quanto petto di pollo e broccoli non fossero il suo piatto preferito, era pur sempre cibo, avrebbe volentieri messo qualcosa sotto i denti, qualsiasi cosa, anche quella carne rinsecchita e fredda che avevano appena portato via
. - Mi rifarò domani mattina con la colazione – disse a se stesso con tono rassegnato.
Posò sul comodino la rivista, e accese la TV, fece un po’ di zapping sperando di trovare qualcosa di interessante, ma alla fine, finì per guardarsi qualche programma su MTV. Il telefono di Zayn trillò poco dopo.

 “Vuoi venire a fare quattro salti con noi? “ Era Liam che gli aveva appena mandato un simpatico messaggio, allegando la foto di una cubista semi nuda. Zayn sorrise.
“ No, scusate, sono troppo impegnato a guardare 16 anni e incinta. E’ più interessante di quanto possiate immaginare, mi sto facendo una cultura su pannolini e biberon. “
Poco dopo il telefono trillò di nuovo. “Guarisci presto che ci servi tu per rimorchiare” “
Tornerò più affamato che mai, ragazzi. Ah, a proposito di fame, sto morendo! Non è che potreste portarmi un kebab?”
“ Ma come, e il succulento petto di pollo che ti hanno portato che fine ha fatto?”
“Quello te lo mangi tu, Liam! Oppure rifilalo a Niall. Io voglio il mio Kebab!”
“ Niente Kebab se prima non finisci i broccoli” “Stronzi.”
“Dai, che ti vogliamo bene”
“Ve ne voglio anche io ragazzi”

L’orologio segnava le 23.05 e Zayn cercò di prendere sonno.
- E’ dalle medie che non vado più a letto a quest’ora. Che strazio, -  pensò mentre cercava una posizione comoda.
Passò la maggior parte della nottata a fissare il soffitto, fino a quando la stanchezza non ebbe la meglio, e lo costrinse a chiudere gli occhi. Riposò poche ore, il ginocchio appena operato iniziava a dargli qualche fastidio, e la posizione in cui era costretto a stare per non peggiorare i dolori, non era certo delle più comode. Finalmente, quando ormai dalle tende iniziavano a filtrare i primi raggi di luce Zayn cadde in un sonno profondo.
Alle sette e trenta, un’infermiera, non più giovanissima, entrò nella stanza per portare la colazione, ma il giovane cantante dormiva ancora placido e tranquillo. La donna uscì in silenzio, lasciando la colazione sul tavolino.


Una mano molto delicata, scosse la spalla di Zayn, che aprì lentamente gli occhi. Ancora rintronato dal sonno, cercò di nuovo di tirarsi su, ma fu bloccato di nuovo dal dolore al ginocchio. Bofonchiò qualcosa di incomprensibile,e sprofondò di nuovo con la testa sul cuscino. Provò a chiudere di nuovo gli occhi, ma una luce abbagliante penetrò nella stanza, qualcuno doveva aver aperto le tende. Zayn si coprì la faccia con le lenzuola, non aveva la minima intenzione di muoversi da quel letto, aveva ancora voglia di dormire,e nessuno glielo avrebbe impedito … o almeno così credeva. Sentì di nuovo una mano delicata scuotergli la spalla ma, questa volta, Zayn rimase immobile fingendo di dormire, sperando che chiunque fosse al di la del lenzuolo lo lasciasse in pace per almeno altre quattro, cinque ore.
Chiunque ci fosse in quella stanza sbuffò spazientito e tirò via bruscamente il lenzuolo con cui Zayn si era coperto fin sopra i capelli, lasciando intravedere solo il suo celebre ciuffo. Il ragazzo aprì malvolentieri gli occhi, accecati dalla luce che entrava dalla finestra.
- E spegni quella luce! – disse spazientito e ancora rintronato dal sonno.
- Punto primo, si chiama sole. Punto secondo, dovresti essere in piedi già da un paio d’ore, quindi poche storie e vedi di muoverti a fare colazione, che dovresti aver iniziato la terapia dieci minuti fa. -
Solo a quel punto Zayn si accorse della ragazza col camice bianco che stava ai piedi del suo letto.
Capelli color rosso mogano raccolti in uno chignon , enormi occhi nocciola, e labbra carnose. La ragazza se ne stava con le braccia conserte, fissandolo con uno sguardo spazientito.
- Buongiorno angelo. – disse Zayn cercando di ricomporsi.
- Come scusa? – rispose lei aggrottando le ciglia.
- Potresti passarmi il vassoio? Non ci arrivo. – le chiese gentilmente.
Lei gli sorrise e si avvicinò al tavolino per prendere il vassoio. Zayn la fissava rapito, era bellissima. Un ciondolo a forma di triangolo pendeva dal suo collo, e sul polso intravide un piccolo tatuaggio, una frase, ma poco gli importava di cosa ci fosse scritto. Lo sguardo di Zayn fu rapito dalle curve della ragazza, erano decisamente più interessanti di quel minuscolo tatuaggio.
- Tieni, mangia, mi hanno detto che sei digiuno da ieri sera, non ti fa bene. – Fu costretto, a malincuore, a distogliere lo sguardo dal seno della ragazza, mentre lei gli porgeva il vassoio. Fissò inebetito il suo viso dai lineamenti morbidi e delicati, le guance rosee le labbra rosse, con un piccolissimo neo sul labbro superiore, e quelle bellissime fossette che le si formavano sulle gote quando sorrideva.

- Julie puoi venire un secondo? – Disse qualcuno sulla soglia della porta. – ti aspetto in accettazione, c’è un problema con il paziente della stanza 405. -
- Arrivo subito, Lisa – disse alzando un po’ il tono della voce per farsi sentire dalla sua collega. – tanto tu ci riesci a mangiare da solo, giusto?- chiese a Zayn con tono pacato e con l’espressione sorridente.
Lui annuì sorridendo a sua volta, si versò il caffelatte nella tazza e aprì la marmellata di pesche e il pacchetto con le fette biscottate. La ragazza lasciò Zayn a fare colazione e raggiunse la sua collega. Il ragazzo, più che affamato, divorò tutto ciò che c’era sul vassoio. Stava per addentare l’ultimo pezzo di fetta biscottata, quando squillò il telefono.
 - Hey Zayn! – lo salutarono in coro i ragazzi.
- Non avranno le infermiere sexy, ma mi hanno dato una fisioterapista che è un bomba! – disse entusiasta mentre masticava l’ultimo boccone. - E quando ce la presenti?- si interessò Niall
- Quando mi verrete di nuovo a trovare, ma non vi fate illusioni, è il mio passatempo. Voi trovatevene uno vostro.
- E’ carina? – domandò Liam
- Carina? E’ una bomba! Capelli scuri, occhi nocciola, due labbra che carnose che sono la fine del mondo. E poi ha un neo piccolissimo neo sopra il labbro che mi fa impazzire!
- Certo che te la sei squadrata proprio per bene eh! – ridacchiarono gli altri.
- E non vi ho detto la parte migliore.. – disse Zayn entusiasta – ha due tette enormi! – ridacchiò come un ebete, seguito a ruota dai suoi amici. - Devi presentarmela, chiaro? – si raccomandò Niall.
- Solo dopo che me la sono fatta i..
- Zayn? Ci sei ancora? Pronto? – Zayn ammutolì. Fissava imbarazzato la ragazza che lo guardava allibita. Leggermente rossa in viso, cercò di accostarsi il camice, abbottonandolo quasi fino al collo.
- Ora de..devo andare, ci sentiamo dopo ragazzi.. – balbettò Zayn in imbarazzo.

- Disturbo? Se devi continuare a fare commenti su di me, ripasso dopo. – domandò sarcastica.
Zayn mantenne lo sguardo basso e annuì senza proferire parola. Passarono qualche minuto in silenzio, mentre lei gli controllava la ferita.
- Allora, ti chiami Julie? – chiese Zayn, che sembrava aver rimosso dalla sua mente la figuraccia appena fatta.
- No. – rispose lei fredda. – Mi chiamo Juliet. -
-  Oh, come quella di Shakespeare –
- Si, ma non provare a fare il Romeo della situazione, sprechi solo tempo. Non mi piacciono i tipi come te. -
- Pensi che sia il solito montato, tutto figa e discoteca, non è vero? -
-  Non è forse così?-
Ci fu un attimo di pausa.
- Effettivamente hai ragione. Ma che ci vuoi fare? Ho vent’anni! Tutti sono così a quest’età! - Si giustificò.
- Io non sono così, per esempio. –
- Che c’entra? Tu sei una ragazza. –
Juliet alzò gli occhi al cielo, e non rispose, sapeva che tanto c’era poco da discutere. Era l’ennesima zucca vuota. Affascinante, senza dubbio, ma rimaneva pur sempre una zucca vuota.
Zayn fermò la mano di Juliet mentre gli massaggiava il ginocchio.
– C’è qualche possibilità che la tua mano salga un po’ più in su? – la guardò speranzoso.
Lei non rispose, ma sul volto le si stampò un ghigno malefico.
- Come scusa? – domandò dopo qualche attimo di silenzio.
- No, ecco, - disse Zayn lasciandole la mano e aggiustandosi il ciuffo – mi chiedevo se magari c’è qualche possibilità che io e te, su questo scomodo letto di ospeda… - Zayn fece una smorfia di dolore.
– Sei impazzita? Basta,smettila subito, ahi, mi fai male, ahi – La supplicava con volto sofferente.
- Vedi, caro il mio “One direction” non è una mossa intelligente stuzzicare la tua fisioterapista quando ha le mani sulla tua gamba operata più o meno 24 ore fa. Potrebbe rivelarsi, come dire, un po’ .. doloroso. – disse togliendo finalmente le mani dal ginocchio di Zayn, guardandolo con aria compiaciuta, mentre lui continuava a guardarsi il ginocchio ancora arrossato.
- Sei un pericolo pubblico! – L’accuso Zayn
- Dai, che in fondo ti è piaciuto. – ridacchiò.
- Sei tu che provochi allora. – replicò lui.
- Tanto, sei nelle mie mani, bello. – disse scrocchiandosi sonoramente le dita, come se volesse incutergli timore.

L’orologio segnava le undici, quando la porta della stanza venne spalancata di colpo. Juliet, che si trovava nel piccolo pezzo di corridoio davanti la porta, si trovò di fronte agli altri quattro componenti della band. Notò subito che Harry e Louis si tenevano per mano.
- Lo sapevo che stavate insieme voi due! – ridacchiò la ragazza.
I due diventarono paonazzi,e si lasciarono di colpo la mano, sul loro volto si palesò un espressione preoccupata. Louis stava per dire qualcosa a Juliet, che , arrivata ormai sulla soglia lo rassicurò.
- Tranquillo, io non ho visto niente – disse sorridendo. - Ci vediamo domani, Malik, - aggiunse rivolgendosi a Zayn, che la fissava con la solita espressione inebetita.
Non appena la porta si chiuse, Niall si fiondò ai piedi del letto di Zayn
- Ti prego, TI PREGO, presentamela. –
- Niente da fare biondo, - disse Zayn scompigliando i capelli dell’ amico. - Lei è mia. –
Le loro fragorose risate furono avvertite anche dagli infermieri che stavano nel corridoio ma nonostante il clima scherzoso che c’era nella stanza, Zayn non era mai stato più serio di così. 
  
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