Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Alex Wolf    07/11/2013    7 recensioni
Dal primo capitolo:
« Eleonora » mormorò una voce fievole. Un fremito scosse il mio corpo e io mi voltai. Legolas mi fissò con i suoi occhi azzurri e le labbra socchiuse. Era bellissimo, ed era li in piedi di fronte a me… ma doveva essere tutto un sogno. Perché lui mi odiava, io l’avevo tradito e lui me l’aveva ricordato, gridandomi contro. « Legolas » mi uscì dalla bocca. « C’è n’hai messo di tempo a trovarmi. »
Consigliato per chi ha letto "When you let her go".
Storia ispirata al film: "Il signore degli anelli: le due torri".
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Just can’t let her go.
 



“E adesso dimmi come cazzo faccio a fidarmi ancora delle persone.”
 
— (via nessunocombatteperme)

 



Image and video hosting by TinyPic
 
 
 
« E’ stato nel dormiveglia per quattro giorni, mio signore. Si è svegliato ieri, e gli abbiamo raccontato quello che lei ci ha chiesto: è stato colpito alla testa, io l’ho preso al volo e ho lottato contro mia sorella, che cercava di ucciderci dopo aver perso il controllo. Gring ha sentito il frastuono ed è corso ad aiutarci. Lei è fuggita a Mordor. »
« Ottimo, Isil. » La voce di Sauron echeggiò rigidamente fra le pareti. La giovane ragazza sorrise attraverso il portale all’elfo dai capelli di pece, e sospirò. « Qualcosa non va, ragazza? Non  che ti stai pentendo delle tue scelte? »
« Oh, no, no. Assolutamente », si affrettò a rispondere lei, « Solo che, quando lei ha provato ad uccidermi ho notato che i suoi occhi… insomma, non erano rossi come sempre quando perde il controllo; cioè, lo ono stati per qualche minuto, ma successivamente sono diventati neri come la pece. Intendo: tutti neri. Niente iride, niente pupilla; solo tenebre e disperazione. »
« E vorresti sapere il perché, non è così? » L’oscuro signore si rigirò fra le mani un coltellaccio appuntito.
« Se voi poteste spiegarmelo, mio signore, ne sarei felice. »
« I grandi maghi della Terra di Mezzo chiamano i gemelli come voi “ di luce & di ombra”. Quando avviene la “rottura” e i due corpi uniti si separano, vengono divisi in frazioni e con essi anche i poteri. La “luce” nasce col potere del sole, e solo in quel caso può essere utilizzato. L’ “ombra” controlla la notte. » Sauron si accomodò su un trono di ossidiana, e prese a battere i polpastrelli della mano destra su un bracciolo. « Il gemello “buono” possiede inoltre la capacità delle visioni, cosa molto utile, e della soggiogazione. Può far credere a chiunque quello che vuole, come tu hai fatto con il principe Legolas, o tua sorella. L’ombra, dal canto suo, può controllare i quattro elementi fondamentali: terra, aria, acqua e fuoco. In più, quando il cuore dell’ombra è evaporato, ridotto in cenere, o come ti pare, e non si può più salvare: colui che controlla i quattro elementi diviene uno di essi. »
« U-uno di essi? Ma mia sorella si stava trasformando in un mostro! » Le dita di Isil si strinsero formando dei pugni. « Non era un essere appartenente alla terra quello, mio signore! E’ impensabile! » Sbatté i piedi a terra con tanta forza che il terreno attorno a essi si crepò pesantemente. Molte volte era difficile controllare la rabbia, anche per Isil che era solita non alterarsi.
« Lei non si stava trasformando in un mostro, stava divenendo: un custode. »
« Un… custode? »
« Si, una custode. Eleonora si è affezionata così tanto a quel… principe », Sauron sputò fuori quell’aggettivo con rabbia e ribrezzo, « che proteggerlo sembra essere diventato lo scopo primario per lei. »
« Uccidila, per carità uccidila. Non voglio che lei si avvicini ancora a Legolas. »
« Stai pure certa che io voglio la stessa cosa, Isil. » Il signore di Mordor batté i pugni sul suo trono, dopo di che ringhiò frustrato. « Non lascerò che la chiave della mia vittoria scappi da me, perché vuole ricongiungersi con un elfo strampalato. »
« Lui… lui non è strampalato. »
« Oh, hai ragione: lui è viziato, corroso dalla curiosità, convinto di essere perfetto e bravo in tutto, credulone, soggiogabile. Devo continuare? » Isil si morse la lingua per non rispondere male a Sauron. Dopo tutto lei sapeva che Mordor avrebbe vinto la guerra, se lo sentiva dentro. Si era alleato con lui solo per essere libera. Gli aveva dato sua sorella solo per guadagnarsi la sua fiducia e levarsela dai piedi in modo da avere Legolas tutto per se. E, la cosa strana era che lei, non si sentiva in colpa.
 
 



°    °
 
 



La porta della mia camera si aprì gentilmente, e un Vëon sorridente si fece largo fra gli ammassi di vestiti neri gettati a terra. I suoi occhi arancioni sorrisero divertiti, quando gli comparvi davanti con un goffo tentativo di pettinarmi i capelli. La stoffa del vestito che indossavo era leggera; da fuori provenivano sempre le stesse grida, e lo stesso rumore di ferro battuto.
« Lo so che siamo a Mordor », cominciai, sedendomi sul materasso, « ma non potrebbero fare meno chiasso? Insomma, vanno avanti anche la notte e io non riesco a prendere sonno. Quando conoscerò Sauron giuro che gliene canterò quattro. »
« A si? » l’elfo rise divertito dal mio tono di voce e mi raggiunse.
« Esattamente. »
« E come credi di riuscirci, a incontrarlo? ? » Mormorò, mi prese la spazzola di mano e cominciò a lisciare i miei capelli. Si erano allungati dall’ultima volta che ci avevo fatto caso. Le sue mani correvano leggere e decise, e la spazzola sfaceva i pochi nodi.
« Non lo so. » A questo non ci avevo proprio pensato. Ero prigioniera in quella torre da quattro giorni e ancora Sauron non si era fatto vivo. Che razza di nemesi non si vanta con gli ostaggi delle proprio vittorie? Inoltre, avevo passato le ultime giornate con l’elfo a scherzare e ridere, mentre nella mia testa si susseguivano le immagini di Legolas quando scagliava la freccia. Ogni volta era dolorosa, e quel momento non faceva eccezione.
« Tutto bene, Eleonora? » La voce dolce e calma di Vëon mi riportò alla realtà.
« Si. Si, sono solo molto stanca. » Di vivere. Di essere dalla parte sbagliata, prigioniera di un maniaco del controllo. « Come ti ho detto: la sera non dormo molto. »
« A me non la racconti giusta. Che hai, realmente? » Il giovane si alzò solo per venirmi di fronte e si accucciò, poggiando il mento sulle mie ginocchia. Fissai i suoi occhi rossi e alzai le spalle, abbozzando un sorriso. Rimanemmo a guardarci. Era strano come un perfetto sconosciuto riuscisse a capire quando stavo male, mentre persone che conoscevo da mesi non si erano mai accorte del mio stato d’animo. Che fosse un veggente? Ne dubitavo. Forse era solo attento alle cose, oppure mi aveva sentita piangere durante le scorsi notti; quando la luna era oscurata dalle nubi nere, le urla non cessavano e io mi nascondevo sotto le coperte di pesante pelo nero. Tutto per colpa del dolore fisico e sentimentale.
Quando ero sulla terra mi rifiutavo di amare. Era cominciato tutto quando la mia migliore amica, Jasmine, si era fidanzata e aveva cominciato a dimenticarmi. Col tempo le liti erano diventate frequenti, tutte riguardanti il tempo che passava con il suo ragazzo, e io ero finita nel cestino dei ricordi usati. Da quel momento avevo chiuso l’amore in una cassaforte blindata e non avevo più amato nessuno che non fosse della famiglia. Poi avevo incontrato Legolas, e sebbene odiassi ammetterlo, lui era riuscito a scheggiare la mia corazza di piombo. Infine, era anche arrivato al punto da farmi rinforzare i chiodi. Ora, l’unica cosa che riuscissi a domandarmi era: perché, diamine, perdo tutti quelli che amo?
« Voglio solo andarmene. » Sussurrai, fissando le mie stesse mani come se fossero state la cosa più preziosa del mondo.
« Andartene, perché mai? » C’era allarme nella sua voce. Le sue mani corsero alle mie, e le strinsero protettivamente.
« Perché… »
« Non sei felice a Mordor? Tu sei il “gemello d’ombra”: dovresti essere felice qui, fra le tenebre. »
« Mi trovo bene qui, hai ragione. L’unico problema è che… »
« Ti manca qualcuno, non è così? » I suoi occhi erano pozzi di fuoco.
« Si. Ma più di tutto, ho un rimorso dentro e lo devo espellere con la persona che mi manca. »
« E chi sarebbe? » Feci sgusciare una mia mano fuori dalla sua presa, seguita dall’altra, e strinsi la sua mano conducendola al petto. Le sue dita percorsero la cicatrice che avevo.
« Quello che mi ha fatto questa. »
« Come puoi… lo ami ancora? » Si alzò, e mai come allora mi parve di leggere sgomento e rabbia nei suoi occhi. Che gli prendeva? Non ci conoscevamo nemmeno bene e lui si arrabbiava se rispondevo a una sua domanda.
« Certo che lo amo ancora, che domande. Mi ha offesa, abbiamo litigato, combattuto e ci siamo feriti a vicenda. Ma dopo tutto, è questo che fanno le persone innamorate: si punzecchiano. » Tentai di riassumere i mesi passati con l’elfo in quella frase. Certo, i nostri mesi non erano stati rose e fiori ma ci avevano fatti innamorare.
« Ti ha quasi uccisa. »
« Avevo perso il controllo. Stavo per uccidere mia sorella. Ha agito prima che l’errore della natura facesse del male. »
« Potevi morire! » Sbraitò, e dalle sue mani scaturirono scintille rosse. « Ti rendi conto che lo stai giustificando, si? Stai giustificando il ragazzo che nel reame boscoso ti ha gridato contro insulti; che ti ha dato della traditrice; che ti ha colpita alla testa; che ti ha scoccato contro una freccia. Come puoi dire di amarlo, eh? Anzi, rettifico: come puoi pensare che lui ti ami, se ha fatto tutto questo? Credi sul serio che gliene importi qualcosa di te? Certo che no! A lui interessa solo l’esito della missione. »
Feci per ribattere ma mi bloccai un’istante. Stavo cercando di proteggere il ragazzo per cui piangevo da quattro notti, che occupava la mia mente da giorni e che mi aveva “sparato” contro. Forse, dopo tutto, Vëon  non aveva tutti i torti. Forse Legolas mi aveva usata.
« Perché non lo capisci, eh? Tu non appartieni a quel mondo: tu appartieni a questo. » Con gl’indici. indicò il terreno attorno a noi. « E nessuno ha il diritto di farti sentire una nullità, o un errore. Perché tu non lo sei. » Affievolì la voce e ritornò accanto a me. 







Se sei arrivata a questo punto: recensisci.


Ciao belle. 
Chiedo scusa per questo obbrobrio, ma l'ho scritto tardi. Vi informo che ne avevo scritti altri 2 (migliori), ma al computer stavano antipatici e li ha cancellati. Perciò, per la prossima volta contate su un capitolo da bacio. Mi farò perdonare con una sorpresa.
Intanto parliamo di El&Sauron: commenti, idee e pensieri su questi due nelle recensioni :)


Xoxo
Likeapanda (Isil)
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Alex Wolf