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Autore: Junum_    08/11/2013    2 recensioni
Harry, agli occhi di tutti, appariva come un ragazzo di bell'aspetto che camminava sicuro di sé sulle strade di Londra.
Agli occhi di Louis, Harry appariva come un piccolo fiore appena sbocciato, pieno di tutta la sua bellezza, e che mai sarebbe appassito. Era profumato, quel fiore. E aveva bisogno di cure quel fiore, perché a germogliare aveva imparato da solo e sbocciare per lui era stato un grande passo. Un passo che ora però lo toglieva della sua sicurezza, perché bello e fragile com'era, qualcuno avrebbe potuto strapparlo dal terreno.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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 Little weirds.
 
Quel delicato profumo di rose che di solito avvolgeva il giovane, adesso invadeva le narici del piccolo Styles. Un ragazzo più grande di lui capitato lì per sbaglio stava giocando a strappare piccoli fili d’erba dal prato sul quale sedevano, per poi soffiarli via con una boccata d’aria sul palmo della mano e lasciare che le foglioline verdi aleggiassero a cavallo del vento, osservandone i movimenti con gli occhi curiosi di un bimbo che ha appena imparato a camminare. Era fatto così, Louis. Si faceva trasportare anche dalla minima cosa, perché Louis vedeva con occhi diversi ogni piccola cosa. Una fogliolina secca agli occhi degli altri era semplicemente un piccolo pezzetto di erba rinsecchito che andava calpestato.
Agli occhi di Louis, quella era una storia piena di vita, che trasportata dal vento poteva essere libera, libera e andare dove il vento la trasportava, senza la paura di atterrare in modo brusco. Viaggiare per chissà quali luoghi, senza però poter raccontare la propria storia.
Un pastello, agli occhi di tutti, appariva come un tubicino di legno con la mina colorata per riempire di colore una figura disegnata su di un foglio.
Agli occhi di Louis, un pastello era la via di uscita per un mondo senza colori, era l’amore dove il rosso mancava, l’intelligenza dove il giallo mancava, il cielo dove l’azzurro mancava e l’erba di un prato germogliante dove il verde mancava. Un pastello era la salvezza contro la monotonia.
Harry, agli occhi di tutti, appariva come un ragazzo di bell’aspetto che camminava sicuro di sé sulle strade di Londra.
Agli occhi di Louis, Harry appariva come un piccolo fiore appena sbocciato, pieno di tutta la sua bellezza, e che mai sarebbe appassito. Era profumato, quel fiore. E aveva bisogno di cure quel fiore, perché a germogliare aveva imparato da solo e sbocciare per lui era stato un grande passo. Un passo che ora però lo toglieva della sua sicurezza, perché bello e fragile com’era, qualcuno avrebbe potuto strapparlo dal terreno. E Louis si sentiva come a dover proteggere quel fiore conosciuto solo da qualche mese, che però già sentiva chiedere riparo tra le sue braccia. E l’aveva accolto senza esitare un istante, quel piccolo fiorellino che adesso lo guardava con grandi occhi verdi sognanti. Sentiva lo sguardo di Harry rotolare dai suoi zigomi fino alle labbra, scendendo verso il collo e poi sul busto appena scolpito, arrivando al cavallo dei pantaloni e deglutendo, con le labbra tremanti di desiderio. Però Louis non si accorgeva del gran desiderio del suo piccolo fiorellino nei propri confronti. Seduto sull’erba fresca a gambe stese e poggiato sulle mani dietro la schiena, era troppo occupato a godersi a pieno la vista che offriva il lago. Ma poi il bisogno di dover controllare il suo fiore si fece sentire in lui, convincendolo a girare lo sguardo verso il ragazzo riccio che sobbalzò al sorriso dolce che Louis gli stava rivolgendo. Si morse poi il labbro inferiore Louis, appena appena, Harry gli ispirava tanta di quella tenerezza. Dopo qualche secondo passati a fissarsi, occhi negli occhi, blu nel verde, Louis decise di girare lo sguardo e andare ad osservare il cielo, e le nuvole, se era fortunato anche qualche rondine che aleggiava nell’aria.
-Tu credi io sia strano, Harreh?- chiese mentre continuava a guardare il cielo, gettandogli solo uno sguardo per vedere se lo stesse ascoltando. E il suo piccolo fiore lo aveva ascoltato, e guardato, e aveva prestato l’attenzione solo a lui.
-Strano in che senso?- aveva ribattuto.
-Ci sono più sensi di strano?- chiese girando quindi completamente lo sguardo a lui, alzando leggermente un sopracciglio.
-Suppongo di sì…- rispose Harry, portandosi le gambe al petto, abbracciandole e poggiandoci la testa per guardare Louis interessatamente.
-Beh esponimeli.- disse con una scrollata di spalle Louis, guardando il riccio curioso.
-Ehm… c’è lo strano speciale e lo strano… strano.- aveva risposto ridacchiando appena, coinvolgendo anche Louis, mentre passava una mano tra i fili d’erba di diversa lunghezza.
-E tu mi ritrovi in una delle due categorie?- chiese, quasi preoccupato da quale potesse essere la sua risposta, ricevendo uno scuotimento di testa da parte di Harry.
-Tu sei lo strano Louis, non hai categorie da dividere con nessuno.- rispose il riccio, sorridendo appena imbarazzato per il modo convinto in cui aveva risposto. Louis aveva abbassato lo sguardo arrossendo leggermente, prendendo come un complimento le parole del piccolo Harry. Potevano un sedicenne e un ventenne essere in una complicità come quella? Sì, Louis ed Harry ne erano la prova vivente.
-È che ho sempre avuto interessi diversi dai maschi della mia età…- disse quasi in un sospiro, ma non era affranto. Era sempre felice Louis, soprattutto quando Harry era con lui.
-Cioè?- chiese incuriosito Harry, aggrottando leggermente le sopracciglia.
-Cioè quando avevo sei anni tutti i miei coetanei amavano giocare con le figurine. Io amavo curare i fiori, guardare le nuvole, o se era sera le stelle. Mi guardavano tutti malissimo.- disse ridacchiando e arricciando leggermente il naso, mentre volgeva lo sguardo alla distesa d’acqua di fronte a sé. –quando avevo dieci anni, i miei compagni avevano iniziato a sentirsi grandi dicendo parolacce… io leggevo tantissimo. Leggevo più di quanto parlavo.- continuò sorridendo, mentre Harry lo guardava sognante, sempre più convinto che il suo Louis fosse davvero, davvero speciale –alla tua età indossavano tutti i jeans stretti e le camicie attillate. Io amavo i pantaloni larghi e le camicie stile Ottocento- disse con una punta di malinconia, facendo notare ad Harry che in quel momento era proprio così che era vestito. –ai diciotto anni tutti interessati al sesso, chi lo faceva con più ragazze era il migliore. Io invece amavo scrivere, poesie d’amore in particolare. E ora, ai vent’anni, tutti i miei amici sono interessati alle ragazze. E beh… io… io no…- disse in leggero imbarazzo. Non che non avesse mai parlato della sua omosessualità ad Harry, ma aveva paura che il ragazzo potesse schifarsi da un momento all’altro di questo fatto, lasciandolo solo come prima. Ciò che Louis non sapeva era che Harry era attratto da Louis, e aveva provato a farglielo capire in tutti i modi. Ma Louis era un gran ingenuo, e a capire, proprio non ci riusciva.
Harry si era allungato e gli aveva stampato un piccolo bacio sullo zigomo, ritraendosi lentamente e assaporando al meglio il dolce sapore della pelle del maggiore.
-Non c’è niente di sbagliato in te, Lou.- gli aveva detto sorridendo, mentre Louis sentiva scottare il punto baciato poco prima da Harry, girandosi con gli occhi leggermente sbarrati e con un leggero rossore sulle guance.
-Non c’è niente di sbagliato nel provare ad inseguire un raggio di sole.- aveva sussurrato, più a sé stesso che ad Harry, e aveva poggiato lo sguardo sull’erba, per poi sorridere e lasciarsi cadere sull’erba a peso morto, invitando Harry con un piccolo battito del palmo sul terreno. Si era sdraiato vicino a lui Harry, mani dietro la nuca e sguardo perso nel cielo, iniziando a contare le nuvole, senza sapere che Louis aveva iniziato a contare i suoi ricci, girando lo sguardo tra quei capelli ribelli che non stavano apposto nemmeno una volta, ma che proprio per questo Louis adorava.
-E io? Io sono strano, Louis?- aveva chiesto curioso, girando lo sguardo verso il maggiore, che già da prima lo stava guardando. E –Tu sei il mio piccolo fiore, Harry. Non sei strano, sei diverso. E nell’essere diverso, non c’è nulla di male.- aveva risposto con un sorriso sornione sulle labbra, che fece arrossire il più piccolo, trovando chissà dove le forze per non allungarsi e baciargli le labbra. Perché Louis non era libero, Louis era libertà. Louis aveva liberato Harry, però sarebbe potuto sfuggire con il minimo errore commesso, e Harry non voleva tornare in trappola. Louis lo faceva sentire vivo. Harry si sentiva vivo, finalmente. Uno strambo ventenne lo aveva liberato. Da cosa? Dalla maschera. Perché Harry non era mai stato libero di essere sé stesso, e finalmente Louis gli aveva tolto la maschera, gli aveva accarezzato dolcemente il viso e “Ehi, questo sei tu, non nasconderti. Il vero Harry è bellissimo” gli aveva detto. Ed Harry quella maschera non l’aveva più indossata, perché Harry era perfetto così com’era per Louis, e lui voleva essere perfetto solo per Louis. Aveva quindi mosso leggermente la mano verso la sua, accarezzando appena la punta del suo dito con il proprio. Harry amava Louis. Un bacio forse avrebbe fatto scappare la libertà. Ma forse, iniziando a piccoli passi, la libertà sarebbe diventata sua, un giorno.


 
Ma che minchia è sta roba?!
Domanda che a molti di voi, se non tutti, sarà sorta. 
Beh, ragazzi è una non sense.
Non so perché mi è venuta. Mi piaceva l'idea di un Louis così e un Harry cosà. . . . 
Smetto di sclerare? 
Magari.
Perfetto. Non ho molto da dire. Spero vi sia piaciuta.
E no, no ci sono kissi. Sorreh. Sto lavorando ad una rossa, perdonatemi con quella.
Wiiiiith a lot of love,
Junum_
  
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