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Autore: lumieredujour    08/11/2013    3 recensioni
Lily e James alle prese con i loro sentimenti, con il loro orgoglio e con un regalo a noi conosciuto che dà loro la spinta giusta per venire a patti con la realtà. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberforth, Silente, I, Malandrini, James, Potter, Lily, Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 Di Mantelli dell'Invisibilità e conseguenze

-Sirius! Sirius, vieni ti devo fare vedere assolutamente una cosa- la profonda voce di James Potter risuonò forte nella Sala Comune di Grifondoro.
Un po’ troppo forte per Lily Evans, che stava comodamente seduta su una poltrona vicino al camino intenta a studiare Trasfigurazione in tranquillità.
-Sirius? Dove ti sei cacciato-  ora stava gridando seriamente.
Lily alzò gli occhi seccata e fisso attentamente James, che sorridente era sceso dalle scale del dormitorio maschile in cerca del suo amico: i capelli neri erano scompigliati come sempre, la cravatta della divisa era allentata sul collo e la camicia era fuori dai pantaloni. Era abitudine di Lily, da ormai sette anni, far presente a James e agli altri Malandrini (nome davvero azzeccato, a suo avviso) che la divisa scolastica si doveva portare correttamente e che andando in giro come degli straccioni tutto il giorno rovinavano la gloriosa reputazione della Casa di Grifondoro. Peccato che tutte le volte, dopo la ramanzina sul vestiario, James rispondeva con qualche frase sibillina tipo -Magari me li vuoi sistemare tu i vestiti. O toglierli, per me non è un problema.- accompagnata sempre da un sorriso strafottente che su quella faccia da schiaffi; odiava ammetterlo, ma con quel sorriso era terribilmente carino e faceva arrossire Lily in maniera imbarazzante.
Aveva sempre pensato che i Malandrini fossero solo una banda di buzzurri megalomani e che adoravano burlarsi di tutto e tutti. In realtà Remus Lupin le sembrava più un povero sfortunato in fatto di amicizie e molte volte l’aveva sentito mentre cercava di tenere a freno le pazze idee degli altri. E, ora che ci pensava, anche Peter Minus, preso da solo, non aveva mai dato problemi: era solo un ragazzo un po’ debole che seguiva James e Sirius in tutto quello che facevano. Quindi, quando parlava di Malandrini buzzurri e megalomani, si riferiva in particolare a Sirius Black e James Potter. Eppure. Eppure ultimamente si ritrovava a ridere alle battute di James, a fissarlo assorta durante le ore di Storia della Magia, a tifare un po’ troppo energicamente per Grifondoro e in particolare per il suo cacciatore. Non pensava di poterlo mai immaginare, ma ultimamente guardava James sotto una luce diversa, una luce più rosea e piena di cuoricini imbarazzanti. Forse, e le doleva ammetterlo, si era innamorata di James.
Questo pensiero la fece arrossire fino alla radice dei suoi capelli e, rendendosi conto solo in quel momento di fissare assorta James da troppo tempo, seppellì il naso nel suo libro di Trasfigurazione sperando che il ragazzo non se ne fosse accorto.
-Allora Evans, sbaglio o mi stavi contemplando in tutta la mia beltà?- il tono strafottente fece saltare Lily dalla poltrona e si stupì di quanto velocemente si fosse mosso: difatti il ragazzo era comodamente seduto sulla poltrona di fronte a lei.
I suoi capelli neri riflettevano i toni aranciati del fuoco, il suo viso era come la bozza di un dipinto: fatto di luci ed ombre, come quella piccola ombra sotto la piega del sorriso…
-Terra chiama Evans. Cos’è, ho un rinoceronte in faccia?- chiese James sventolando energicamente la mano.
Lily si riscosse, scioccata di come ammettere che gli piacesse James l’avesse fatta precipitare così velocemente nel rintronamento d’amore. Però, orgogliosa come la Grifondoro che era, scosse la testa e col naso all’insù disse:
-Cosa stavo osservando non sono affari tuoi. Magari stavo fissando il vuoto e tu ti sei fastidiosamente messo in mezzo. Ora, cortesemente, potresti tornare alle tue mansioni e lasciar studiare me in pace? E Sirius non è qui.- aggiunse – Da quello che so ha ricevuto tre ore di punizione dalla professoressa McGranitt. Quindi evita di gridare il suo nome per tutta Hogwarts, io devo studiare-
James sorrise strafottente, ma il suo cuore fece una capriola. Era, così come aveva detto Sirius, “irrimediabilmente e imbarazzantemente cotto di Lily Evans”. Da quando? Non ricordava. Forse da quando, durante il loro terzo anno, aveva difeso quel primino Tassorosso dai suoi scherzi o forse ogni volta che la ragazza difendeva quell’infimo Mocciousus. Era comunque da anni. C’era un qualcosa in quella maledetta ragazza che lo incantava: il suo modo di essere irrimediabilmente ligia alle regole, la sua fantasia nell’insultarlo, la sua risata cristallina che risuonava nella Sala Grande durante i pasti, come se lei fosse l’unica persona in quella marmaglia di voci, come se lui riuscisse ad ascoltare solo e soltanto lei. E ora eccola lì, seduta comodamente su quella poltrona, con lo sguardo perso nello studio di qualcosa, con i capelli rossi raccolti in una morbida treccia: quante volte aveva sognato di toccarglieli e perdersi in quelle mille sfaccettature ramate che sempre l’avevano incantato.
-Ehm, Potter.- tossicchiò rossa in viso Lily – ora sei tu quello che si è incantato?-
Lui stava fissando i suoi capelli, che al fuoco sembravano prendere vita, e i suoi occhi che erano di un verde cangiante e irresistibile come una distesa d’erba il primo giorno d’estate. Sapeva che doveva distogliere lo sguardo o sarebbe arrossito o, peggio, lei si sarebbe accorta di come la guardava, ma davvero non voleva e non riusciva a staccarsi da lei. Ormai l’aveva vicino e non voleva andarsene più. Se fosse stata per una pura questione di coraggio le avrebbe dato un bacio; proprio lì, nel bel mezzo della Sala Comune, proprio in quel momento, il libro di Trasfigurazione sulle sue ginocchia e il fuoco alla sua destra. Ma non era una questione di orgoglio o coraggio: era una questione di conseguenze.
Aveva paura che lei gli avrebbe mollato un ceffone, che l’avrebbe preso a male parole o che addirittura affatturato. Aveva paura che lei avrebbe letto nei suoi occhi tutto il suo amore (sì perché se la sentiva di chiamarlo Amore con la A maiuscola) e se non fosse stato per una questione di conseguenze, glielo avrebbe anche urlato quanto e come l’amasse.
-Evans, vieni con me. Devo mostrarlo a qualcuno altrimenti rischio di esplodere-
-Potter!- la voce di Lily era sorprendentemente scandalizzata e.. imbarazzata? – non so cosa facciate tu e Black nella vostra camera, ma io non ne voglio sapere niente. Che modo orribile che hai nell’approcciarti alle ragazze, non siamo tutte di facili costumi-
-Ma cosa hai capito?- rise James, buttando la testa all’indietro- mio padre mi ha inviato con un gufo un pacco ed è… la cosa più sorprendente e speciale che io abbia mai visto.  E le cose speciali vanno condivise con persone altrettanto speciali.-
Detto questo prese Lily per mano e la portò nel Dormitorio Maschile. Se Lily fosse stata in sé si sarebbe liberata arrossendo e gli avrebbe fatto una ramanzina riguardo a quanto fosse inopportuno per una ragazza salire nel dormitorio maschile, ma lei era tramortita dall’ultima frase. Questo voleva dire che per lui era speciale? Arrossii e sorrise, salendo mansueta i gradini.
Arrivata in camera di James, però, si destò dal suo torpore.
-Potter io non posso salire! E’ vietato e anche abbastanza immorale il fatto che io sia qui- scostò un calzino dalla sua scarpa – siete davvero dei porci, voi maschi.-
-Oh mi scusi mia principessa- e detto questo James fece un inchino, sogghignando ironicamente – non aspettavo certo visite. La prossima volta le farò trovare la stanza linda e un mazzo di fiori alla finestra. Ora Evans, da brava, vieni a vedere cos’è!-
James si comportava come un bambino alle prese col suo regalo di natale. Sbuffando, Lily si fece strada tra gli indumenti sporchi e i libri gettati a terra per arrivare vicino alle cortine attorno al letto. Imbarazzata vide un pacco scartato ai piedi del letto e un mantello appoggiato sulla carta regalo.
-Quindi? E’ un semplice mantello.-
-Un semplice mantello? Questo è il Mantello dell’Invisibilità di mio padre! Pensavo che una persona intelligente come te avrebbe capito subito!-
Lily fissò prima James, il suo sorriso orgoglioso e felice e poi il mantello: sembrava davvero un mantello normale.
-Posso?- chiese educatamente Lily.
James annuì soddisfatto e Lily prese delicatamente il fagotto di stoffa: era morbido al tatto e di un colore indefinito. Quando se lo mise sulle spalle notò sorpresa che il suo corpo non c’era più.
-E’ fantastico! Deve essere molto antico.- disse la ragazza fissando rapita il capo.
-Lo è. Ce lo tramandiamo in famiglia da generazioni, ormai. Spero di avere figli solo per poterglielo donare.-
-Figli? Non ti sembra di correre un po’ troppo? Prima devi trovare qualcuno.-
-Ti sorprenderà saperlo ma io sono perdutamente innamorato.-
-E di chi? Non che io voglia farmi i fatti tuoi.- disse la ragazza arrossendo.
-Di una ragazza particolare. Una ragazza con le lentiggini e un’intelligenza fuori dalla norma. Una ragazza sorridente e timida, capace di arrossire alla minima battuta a doppio senso. Parlo di una ragazza altruista e matura, che va oltre l’inutile odio che serpeggia tra le Case di Hogwarts. Parlo di una ragazza dai capelli color rame e dagli occhi verdi, parlo di te Lily- le ultime quattro parole le disse a bassa voce, rendendosi conto di quanto si fosse scoperto, di quanto avesse rischiato senza pensare alle conseguenze.
Lily fissava assorta il ragazzo che aveva davanti e le sembrava così indifeso e debole. Il ragazzo che l’aveva fatta sgolare, arrabbiare, inveire e perfino sfoderare più Incantesimi fra tutti, il ragazzo strafottente e megalomane si era dichiarato a lei. E lei ricambiava. Ricambiava perché lui era così, senza filtri e senza mezze misure, così appassionato in quello che faceva. Gli sorrise misteriosa e lo attrasse a sé. James era basito, non osava muoversi per paura che lei se ne andasse offesa e lo lasciasse umiliato a subire le conseguenze della sua dichiarazione. E invece lei lo baciò. Un bacio casto, un dolce contatto di labbra che lo mandarono a fuoco. Le prese il collo e il fianco cercando di avvicinarla e approfondendo il bacio che non voleva interrompere. Un qualcosa all’altezza del suo cuore si sciolse e James toccò il cielo con un dito. Era tutto perfetto, lei era perfetta.
D’altro canto Lily pensava, in quei rari momenti di lucidità tra un respiro affrettato e l’altro, che finalmente aveva sbloccato le sue emozioni, che stava davvero iniziando a respirare. Respirava tramite James, sentiva il suo corpo stringersi attorno a James. Tutte le sue terminazioni nervose erano sollecitate dalle mani di James, lui l’accendeva, le dava vita. Socchiuse un po’ gli occhi e tutto quello che vide era solo James. Tutto ciò che voleva era solo James.
Stavano per stendersi sul letto quando un suono di passi concitati li staccò l’uno dall’altra. Il panico salì lento nelle viscere di Lily, che all’improvviso si rese conto che stava per andare a letto con un ragazzo. E per di più nel bel mezzo del dormitorio maschile e nel bel mezzo del pomeriggio. Che cosa aveva al posto del buon senso? (Una vocina nella sua mente le rispose che lei aveva James, il fuoco sulle sue labbra, i suoi capelli fra le mani e la vista piena di lui.)
-Io…- Lily fissò disperata il ragazzo che prontamente prese un lembo del Mantello dell’Invisibilità e la nascose.
-Mettiti in un angolo e non parlare, poi scendi le scalinate  e torna nel tuo dormitorio. Me lo ridarai dopo cena. Non preoccuparti, la tua morale è salva-  le sorrise stanco, ma felice.
Lily fece appena in tempo a mormoragli un grazie, che in camera entrarono Sirius e Remus.
-Ti dico che la McGrannit ce l’ha con me! Io questa volta non avevo fatto niente.-
-Quindi tu non c’entravi niente con la Fattura che ha colpito Mocciousus, vero?- Remus alzò gli occhi al cielo.
-Il mio era un atto di altruismo! Così quello stupido ragazzino sarebbe stato fuori dalle scatole per un po’- si stese sul letto mormorando qualcosa simile a “perchè nessuno mi capisce”.
-Ehy James, cosa ci fai qui da solo?- chiese Remus, notando solo in quel momento l’amico.
-Io ? N-Niente. Pensavo- James arrossì e Lily, che piano piano si stava avvicinando alla porta, lo trovò carinissimo.
-Pensavi? Strano.- disse Sirius – E a cosa pensavi? O a chi?-
-Stai zitto Sirius o ti rinchiudo nelle segrete con Mocciousus-
-Non dirmi che stavi pensando alla tua cara Lily?-
Quella frase fece fermare sul posto Lily, curiosa di sapere cosa avrebbe potuto sentire.
-Sicuramente stava pensando a Lily. E’ l’unica volta in cui usa il cervello.- disse complice Remus
-Com’è che avevi detto l’altro giorno?- Sirius tossicchiò, preparandosi come un attore – “Lily è quel tipo di ragazza che merita un corteggiamento vecchio stile, quella ragazza per cui varrebbe la pena aspettare mille giorni per un solo sguardo e cento anni per un solo bacio. Lily è dolce e delicata come il fiore di cui porta il nome, è il fiore più bello e passerei giornate a guardarla assorta, mentre pensa chissà cosa. E spero che qualche volta pensi a me”-
Sirius fece un inchino, Remus ridacchiò e James gli tirò un cuscino in testa.
-Che memoria! Ti ricordi tutte le parole che ha detto. Perché non usi questa memoria per le cose di scuola?- chiese Remus, genuinamente divertito.
-Oh andate al diavolo entrambi! Le cose che dico a voi, devono rimanere tra di noi. Capito?-
Sirius lo fissò stupito – Ma siamo tra noi- puntualizzò.
Ed erano davvero soli. Lily era scappata via dal dormitorio appena Sirius aveva finito di parlare, così colpita da quelle parole che la sola idea di poter provocare un simile sentimento le diede un brivido di gioia. Lily era sconvolta, non sapeva che dietro quel comportamento strafottente e irritante si nascondesse un’infatuazione così forte. “E lei?” si chiese distrattamente mentre, toltasi il Mantello di dosso, si sedeva attonita sul suo letto nel dormitorio femminile. Il mondo le appariva diverso e doveva avere un po’di tempo per capire cosa lei provasse.

**
-Mi dispiace Potter, ma Lily non è in dormitorio. Perché non vai a letto? Le ridò io il libro appena torna- Virginia Blackwood, Grifonodoro del sesto anno fissava incuriosita, e anche impaziente, il ragazzo.
-No, vorrei ridarglielo io. Ho anche qualche domanda da farle.-
-Oh perfetto. Dovresti andare a letto ora, è quasi mezzanotte- lo sollecitò la ragazza, salendo i primi gradini per il dormitorio femminile. Gli augurò la buonanotte e sparì per la sala a chiocciola.
James sbuffò stanco, appoggiandosi a una poltrona e guardando la Sala Comune vuota. Il fuoco era quasi spento, solo alcuni carboni ardenti resistevano imperterriti, rossi incandescenti e quasi ipnotici. Stava per addormentarsi, le palpebre sempre più pesanti quando all’improvviso un rumore lo ridestò: la poltrona di fronte a lui si era spostata e un “accidenti” appena sussurrato lo aveva reso vigile di nuovo.
-Evans dobbiamo giocare a nascondino o facciamo a scambio?- chiese James posizionandosi meglio sulla poltrona e sorridendo al vuoto.
Quel vuoto fu stracciato dalla testa di Lily che astiosa fissava il ragazzo. Aveva provato a nascondersi, a rimandare il più lontano possibile quel momento, magari tenendosi anche il Mantello per seguirlo a sua insaputa. Però si era dimenticata di quanto fosse goffa. Con un gesto di stizza si tolse il Mantello, lo lasciò sulla poltrona e si avviò verso il dormitorio femminile.
-Lily?- la voce di James era stupida e, se non l’avesse conosciuto, avrebbe detto anche delusa.
-Dimmi- non pensava di usare frasi più articolate perché altrimenti avrebbe iniziato a tremare.
-Prima hai lasciato qui il tuo libro di Trasfigurazione, eccotelo- le disse cortese rimettendole in mano il vecchio volume. James non aggiunse, però, che aveva perso ore a fissare la grafia minuta con cui lei prendeva appunti; non le disse nemmeno che il libro era impregnato del suo profumo dolce.
-Grazie. Ora, come Caposcuola, dovremmo andare a letto. Buonanotte- la ragazza si girò di nuovo con il libro stretto al petto come se fosse uno scudo con cui difendersi.
Perché si doveva difendere da quel ragazzo e dai sentimenti che le faceva provare. Perché doveva difendersi dal freddo che stava per sentire senza la sua presenza vicino. Perché doveva difendersi dall’altra parte di se stessa che la esortava a lasciare quello stramaledetto libro e a buttarsi fra le sue braccia, a respirare il suo respiro e a dimenticare chi fossero.
James la vide fare tre passi poi si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. Lily si tese all’istante e si girò cercando di trattenere le emozioni. Strinse ancora di più il libro a sé.
-Senti Lily, non so perché sei così fredda stasera. Forse per quello che è successo questo pomeriggio, forse perché ho tardato nel ridarti il libro, non lo so davvero, ma qualunque cosa io abbia fatto ti chiedo scusa- James si scompigliò ancora di più i capelli con la mano, un gesto che esprimeva la sua frustrazione.
-Perfetto. Tu non hai fatto niente di male. Sono io. – disse Lily arrosendo colpevole.
-Lily, perché rendi tutto così stramaledettamente complicato?- chiese James esasperato.
La ragazza arrossì ancora di più per l’ira e rispose in tono concitato:
-Io non rendo le cose complicate. Le cose sono già complicate e non ci possiamo fare niente. Tu mi attiri in camera tua, mi baci, mi fai provare emozioni incredibili e non pensi minimamente a quello che ne consegue. Io e te non siamo mai stati amici, né buoni compagni di Casa; siamo sempre stati l’uno contro l’altra, battibecchiamo spesso e rischiamo il duello un giorno sì e l’altro pure. Secondo te come potremo mai stare assieme? Come potremo spiegare ai compagni, ai professori tutto ciò? Quindi non venire a dirmi che io rendo le cose complicate!-
-Lily, pensi che io non ci abbia pensato? Lo sai quante volte avrei voluto baciarti, ma non l’ho fatto perché avevo paura delle conseguenze? Eppure è passato del tempo e i miei sentimenti nei tuoi riguardi non sono cambiati. Forse perché non potranno mai cambiare e oggi sono riuscito a racimolare abbastanza coraggio da annientare l’orgoglio, da spegnere il cervello e baciarti. Quindi non venirmi a dire scuse dando la colpa alle conseguenze o a quanto le cose siano complicate. In più ormai non me ne frego niente di quello che potrebbero dire tutti, neppure se scendesse Merlino in persona a farci visita: io voglio stare con te, voglio baciare te, voglio sentire i tuoi capelli sulla mia spalla e contare le efelidi sul tuo viso. Voglio portarti in giro per la Foresta Nera sulla mia scopa e fissarti assorto mentre studi in biblioteca. Non voglio smettere di bisticciare con te, ma almeno dopo il bisticcio voglio darti un bacio perché è proprio queste differenze tra di noi che mi ricordano quanto tu sia formidabile, intelligente e divertente.- James iniziò a respirare affannosamente perché la forza che aveva impresso in quelle parole l’aveva prosciugato.
Era riuscito a dire cose che si era tenuto dentro per anni e ora fissava attento il viso di Lily paonazza e con le labbra schiuse. Lily era attonita, non poteva crederci. Una cosa era sentire simili cose da Sirius, una cosa era sentirle dire dal diretto interessato. E in quel momento di debolezza, la parte irrazionale di lei prese il sopravvento di nuovo e, prima che potesse anche solo soffermarsi sulle parole che si erano detti, stava già ricambiando il bacio che James le aveva appoggiato sulle labbra.
Al diavolo le conseguenze, al diavolo i pensieri e al diavolo tutto! Sarà anche stato un bacio frettoloso, ma aveva sbloccato entrambi.
-Io non volevo dire che non avrei affrontato le conseguenze per te. Solo che avevo paura che per te non significasse niente, che fossi solo una conquista, una tacca sulla tua cintura.-
James rise, abbracciandola forte. Non l’avrebbe lasciata andare mai, ora voleva solo stringerla e fare tutte quelle cose che le aveva detto, voleva passare le mani fra quei capelli e memorizzare la curva del suo collo. Voleva viverla quella ragazza.
Non c’era bisogno di parlarsi, lo avevano fatto per sette anni. Le parole avevano fatto da collegamento per tutti questi anni e ora erano i corpi, i respiri, i battiti dei loro cuori a parlarsi. Ed era giusto così.
 
**
In quell’anno la Signora Grassa notò un qualcosa di strano nella Casa di Grifondoro: da novembre in poi veniva svegliata sempre più volte nel bel mezzo della notte da James Potter. Quel caro ragazzo, quanto le stava simpatico! Non aveva ancora ben capito i motivi di tali movimenti notturni, ma lei aveva promesso eterna alleanza a quel ragazzo da quando, in terzo anno, James le aveva fatto i complimenti per le sue note canterine. Ogni tanto però, sentiva una risata femminile accompagnare il ragazzo al ritorno, ma quando si presentava davanti a lei era sempre solo.
“Strano” pensò la Signora Grassa aggiustandosi meglio nel suo dipinto.
La Signora Grassa non sapeva che molte volte James e Lily non riuscivano a stare lontani per molto e molte volte si ritrovavano in Sala Comune per parlare, scherzare, baciarsi oppure fare delle gite clandestine per il castello con il Mantello dell’Invisibilità. Quello fu il regalo più bello che James aveva mai ricevuto. Grazie a quel mantello avevano fatto di tutto: avevano fatto impazzite Gazza,  erano entrati nel campo di Quidditch e avevano sgraffignato del cibo dalle Cucine. Si erano incontrati per tutto l’anno in maniera clandestina, ma poco prima dei M.A.G.O. entrambi decisero che ne avevano abbastanza di nascondersi. Trascorrevano le ultime giornate presami assieme, stesi l’uno accanto all’altra sull’erba a ripetere, passavano da una leziona all’altra mano nella mano. Erano tutti sbalorditi da questo amore nato dall’insofferenza, tutti tranne un certo professor Silente che sibillino aveva dei presentimenti a riguardo; quei momenti, dopo l’anno trascorso con il piccolo Harry, fuorono i più belli che James e Lily vissero nella loro vita.



angolo me: Beh? Che cosa dite? Io ho sempre adorato la coppia JamesxLily in barba anche alla SeverusxLily. Insomma, senza questa coppia non avremmo avuto Harry! Spero vi sia piaciuta e se è così, vi preeeego, lasciate un commento. Anche se non vi è piaciuta, giusto per sapere se qualcuno ha letto o no.
Ricordate che vi adoro,
cuori
Em

 
  
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