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Autore: Sweetie616    22/04/2008    2 recensioni
Mi fermai, sorrisi guardandolo in quegli occhi verdi che mi mandavano completamente fuori di testa. Era così buffo... un ragazzino alto e magrissimo, con i capelli lunghi a coprirgli il viso... era bello da impazzire, anche se lui sembrava non rendersene minimamente conto. Presi il foglio dalla mano di Ville e iniziai a leggere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Bury me deep inside your heart

 

Helsinki,  2008

E dopo qualche giorno a Parigi per il trasloco, riprendo la mia vita ad Helsinki, riscoprendo la mia famiglia, i miei vecchi amici, i posti che ho sempre amato...e ritrovando l’amicizia con Ville che credevo perduta.  Ma so perfettamente che tra noi ci sono ancora tante, troppe cose non dette.

Sono a casa di Klaire, in attesa di trovare un nuovo appartamento, e Ville mi sta aiutando a sistemare gli scatoloni.

“Che fai domani sera?” mi chiede, a bruciapelo.

Lo guardo e sorrido. Gli HIM suonano al Tavastia, domani sera, pensa forse che io non lo sappia?

“Tarja mi ha invitata ad una festa, ci sarà praticamente tutto il mondo della lirica finlandese e...” Non è vero, ovviamente ho già il mio pass per il concerto, ma non voglio certo dargli questa soddisfazione!

“Bene, chiama Tarja e dille che non vai” mi dice, fin troppo sicuro di sé.

“Scusa..?”

Mi porge il suo cellulare. “Il numero di Tarja è in rubrica, se non lo fai tu lo faccio io, quindi...”

“E...cosa mi aspetterebbe invece della festa da Tarja?” chiedo, sorridendo.

Mi guarda, con la tipica espressione a cui non ho mai saputo dire di no, abbassa lo sguardo.

“Rivoglio la mia Sweetie ad aspettarmi dietro le quinte del Tavastia” mormora.

Da quanto non mi chiamava così? Asja, devi respirare, te lo ricordi?

E ‘la sua Sweetie’ ovviamente assiste all’intero concerto, quasi con le lacrime agli occhi, fino all’ultima canzone, quando i ragazzi tornano nel backstage.

“Qui dentro si muore di caldo, come al solito!” protesta Ville, togliendosi la maglietta e lasciandomi semplicemente senza fiato.

“L’encore lo fai vestito...ehm, svestito così??” Lo guardo, divertita. “E poi ti lamenti se le fan vogliono saltarti addosso!”

Sono passati almeno quindici anni, e ancora non si rende conto degli effetti che fa...

Ville mi si avvicina e sorride, malizioso. “Perché, che cos’ho che non va?”

No, rettifico. Se ne rende conto e se ne approfitta, anche!

“Niente... Prova ad andare sul palco così, poi mi dirai cosa succede!”

Mi guarda con aria di sfida, mi dà un bacetto sulla guancia e si allontana, verso il palco.

“A tra poco, Sweetie!”

Mi affaccio dalle quinte, per spiare la reazione della platea. Appena le luci si accendono di nuovo, nel locale scende il più assoluto silenzio. Scoppio a ridere. Posso immaginare perfettamente l’espressione sui visi delle ragazze in prima fila. Ville si volta verso di me per un secondo, viene da ridere anche a lui e si vede a chilometri. Gli rispondo con un’alzata di spalle, a volergli dire “vedi che avevo ragione?” e lui mi fa segno con la mano di aspettare.

I ragazzi ridacchiano e...partono le prime note di “The Reaper”, mentre Ville guarda verso di me e mi fa segno di raggiungerlo. Seppo mi si avvicina:  “Allora, ti decidi a raggiungerlo sul palco?”

“Coosa? No, non ci penso nemmeno, io...”

Ma per tutta risposta Seppo mi dà una spinta...ora non posso più tornare indietro.

“Questa me la paghi” sussurro a un sorridente Ville, prima di iniziare a cantare.

 

All our times have come

Here but now they're gone

Seasons don't fear the reaper

Nor do the wind, the sun or the rain

We can be like they are

 

Ci teniamo per mano, e Ville non stacca i suoi occhi dai miei per tutta la durata della canzone.

“Asja Hietala ” mi presenta alla fine della canzone, baciandomi la mano che teneva ancora stretta nella sua. “Sentirete molto parlare di lei!” ridacchia.

“Sentiranno sì parlare di lei! Domani i giornali si scateneranno, ma vi siete visti?” scherza Seppo, dietro le quinte.

Lo guardo con aria interrogativa. “Perché??” chiedo, ingenua.

Migè ridacchia. “Seppo ha ragione, avevate gli occhi a cuoricino!”

Occhi a cuoricino? Io? “Sono una cantante lirica, Migè! La prima cosa che ci insegnano è recitare ed interpretare al meglio ciò che cantiamo” dico, brusca.

“Ville però non è un cantante lirico..” obietta Seppo.

“No, ma Asja mi ha dato lezioni!” ridacchia.

“Quando vi sveglierete, voi due, non sarà mai troppo tardi!” dice Linde, scuotendo la testa.

Resto a chiacchierare nel backstage con Migè, quando Ville arriva alle mie spalle.

“Andiamo?” mi sussurra all’orecchio.

Mi volto, i suoi occhi a meno di dieci centimetri dai miei... e rischio di andare in iperventilazione.

“Andiamo dove?” chiedo, perplessa.

“Niente domande...” sorride “.. stasera sei solo mia”.

Salutiamo gli altri, mentre Linde e Migè ridacchiano, e saliamo su una macchina nera, che ci lascia davanti casa di Ville. E’ stato stranamente silenzioso per tutto il tragitto, non è da lui.

“Allora è vero che vivi in una torre!” sorrido, scendendo dalla macchina “Pensavo che fosse una leggenda... il poeta misterioso che vive da solo in una bellissima torre vicino al mare...”  

“Sempre a prendere in giro, eh?” mi prende per mano.

 

Apre la porta, e sempre in silenzio si butta sul divano.

“Vieni qui, Sweetie?” e apre le braccia.

Mi accoccolo accanto a lui, tra le sue braccia, come quando da ragazzini guardavamo insieme i film dell’orrore, e mi rendo conto di quanto mi era mancato un suo abbraccio, di come l’avevo cercato in altre persone, senza però mai trovarne uno paragonabile al suo.

“Qualcosa non va, Ville? Sei strano...” mormoro, guardandolo dolcemente negli occhi.

Scuote la testa, senza dire niente. Mi limito a fare la stessa cosa che facevo da ragazzina, quando lui era immerso nei suoi pensieri. Resto abbracciata a lui, senza dir niente, sfiorandogli un braccio a tracciare disegni invisibili con le punte delle dita.

“Ho...ho bisogno di sapere una cosa, Asja...” dice, ad un certo punto. “Sono diventato matto per cercare di capirlo e... voglio concludere questo discorso una volta per tutte, ora che non c’è Migè a rovinare tutto come sempre . Ho bisogno di sapere perché sei sparita in quel modo.”

Abbasso lo sguardo. Ora sì, ora posso dirgli la verità una volta per tutte. Ora che so che la mia casa è tra le sue braccia, e non fuggirei da lui per nessun motivo al mondo.

 

“Per...questo” mormoro, seguendo con un dito, sopra la maglietta di Ville, il contorno di quella S tatuata, ormai da tempo coperta da un heartagram.

Mi guarda con aria interrogativa. “Per cosa?”

“Io... io ero innamorata di te, Ville.” dico, abbassando lo sguardo. “Quando nella tua vita è arrivata Susanna sono stata malissimo, e quando poi ho visto quel tatuaggio.... ho pensato che l’unico modo per non soffrire più di quanto già non stessi facendo,era sparire, lasciarmi tutto alle spalle....cercare di dimenticarmi di te, anche se non ci sono mai riuscita...”

Spalanca gli occhi, si allontana da me. Resta per un minuto lunghissimo in silenzio, la testa tra le mani.

“Ville....” mormoro.

“Tu.... tu sei sparita per questo?” mormora “Perché non me ne hai parlato? Perché te ne sei andata prima di renderti conto che avevi frainteso tutto?”

Stavolta sono io a guardarlo con aria interrogativa. “Cosa...?”

Mi prende il viso tra le mani, guardandomi intensamente. “Asja... qual è il soprannome che ti ho dato, e con cui ti ho chiamato praticamente da sempre?”

“Sweetie...” mormoro, e mi si accende una lampadina “No, non dirmelo...la S era...” Mi sta dicendo che per colpa di uno stupido equivoco sono fuggita dall’unica persona che io abbia mai amato? “Ma quanto sono tonta?” mormoro.

“La S è l’iniziale di Sweetie...” sorride “l’unica persona che ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. Non ho fatto tatuare una A perché non volevo che i giornalisti arrivassero a te...volevo proteggerti, volevo che...continuassi ad essere il mio angolo di tranquillità e di normalità, nonostante tutto.”

“Io....io...” e inizio a piangere.

Mi asciuga le lacrime con le dita, scuote la testa, mentre sul viso gli si dipinge quel sorriso che amo.

“Io ti amo Sweetie.... anche se in effetti, un po’ tonta lo sei!” ridacchia.

Il mio cuore comincia a battere all’impazzata, e le mie facoltà intellettive si annullano drammaticamente nel momento stesso in cui Ville appoggia le sue labbra sulle mie, in un bacio prima dolce e prudente, poi... tutto fuorchè da amici, e tutto fuorchè casto.

Beh, è un record...ci sono voluti solo 15 anni! Ma diciamo che l’attesa valeva...valeva eccome.

“Era ora, eh? Ce l’abbiamo fatta a capirlo!” ridacchia, come se mi avesse letto nel pensiero. Sì, ma io ho il cuore a mille e non capisco più niente...

“Parla per te, io l’avevo capito da un pezzo.... andiamoci piano, però...” dico, confusa. Ma cosa cavolo dico? E poi io non voglio parlare, ora! Voglio continuare a baciarlo! Ho aspettato questo momento per una vita e cosa dico..? ‘andiamoci piano?’

Ville ride “Sì tranquilla...in fondo ci conosciamo solo da 15 anni...più piano di così!”

Ecco, appunto. Gli tiro uno schiaffetto sulla guancia.

“La smetti di fare l’idiota?”

Per tutta risposta, Ville scoppia a ridere di nuovo. “Ma se è la cosa che ti piace di più di me! E dai...ammettilo!”

“Uff...sei proprio identico a quando avevi 18 anni! Uguale uguale!”

 

 “Andiamo di sopra, Sweetie? Fa freddo, qui...” mi dice dolcemente, prendendomi per mano e conducendomi al piano di sopra.

“E’ un po’ diversa dalla stanza che avevi nell’altra casa...i CD per terra ci sono sempre, però” ridacchio, entrando. Davanti a me, una stanza bellissima: pareti bianche con attaccati molti quadri, un letto con una trapunta di velluto bordeaux, un grande armadio nero. Semplice ma d’effetto, senza dubbio...ben diversa dall’accampamento in cui viveva a 18 anni!

“Sì, vero? Sembra anche ordinata...” ridacchia. “Per dormire puoi prendere una maglietta dal mio armadio...attenta però, potrebbe crollarti tutto addosso, quando apri!”

Rido “Chissà perché, non avevo dubbi!” e apro l’armadio con cautela, guardando Ville con un’espressione terrorizzata. “Posso rubarti l’ennesima maglietta nera dei Sabbath?” chiedo, facendogli gli occhioni.

“Se me lo chiedi così, come faccio a dirti di no?” sorride, e mi dà un bacino sul collo.

Il tempo di cambiarmi e torno in camera... ritrovando Ville sdraiato sul letto con addosso solo un paio di pantaloni della tuta neri. Mi guarda, un’espressione tra il tenero e il malizioso.

 

Faccio un finto broncio, poi sorrido e.. “Secondo te, a me piace il tuo lato idiota....E a te cosa piace di me, sentiamo?”

Mi siedo sul letto, le braccia incrociate, ad aspettare la sua risposta, che, ci scommetto, sarà una serie di cavolate assurde intervallate da qualche congiunzione.

E invece.... Ville si siede accanto a me, mi prende la mano. “Mi piace il modo in cui mi sento quando sei vicino a me, mi piace quando mi prendi in giro e fai quella faccetta buffa, mi piace quando stai per scoppiare a ridere da un momento all’altro e quando fai la seria....e mi piace da morire il modo in cui fai tutta la sofisticata, ma in fondo in fondo sei sempre la ragazzina con le trecce che sapeva a memoria tutte le canzoni dei Black Sabbath” mi bacia “ e ho appena scoperto che mi piace un sacco baciarti...e mi sto anche dando dello scemo per non aver iniziato a farlo moolto tempo fa” ridacchia, facendomi sdraiare sul letto e continuando a baciarmi, semisdraiato su di me, una mano ‘pericolosamente’ sotto la mia maglietta.

“E poi ...No, scusa... hai detto che dobbiamo andarci piano...” mi sorride, malizioso.

“L’ho detto?” sorrido “Sì...l’ho detto... ” Ahimè, ho proprio detto un’assurdità del genere.

“Dormiamo?” chiedo, poco convinta.

“Visto che non mi lasci alternative...” ridacchia lui, stringendomi a sé. “Almeno posso abbracciarti?”

 “Veramente hai sempre fatto la piovra quando dormivi con me!” ridacchio “A volte mi svegliavo perché non riuscivo quasi a respirare per quanto mi stringevi!”

“Macchè! Non riuscivi a respirare per l’emozione di essere abbracciata a me!” ride.

“Il solito spaccone!” mi volto verso di lui per fargli la linguaccia, e per tutta risposta mi bacia di nuovo.

 

“...E comunque, per la cronaca anch’io lo avevo capito..sono innamorato di te praticamente da sempre... da molto prima che mi facessi fare quel tatuaggio” mi sussurra, all’orecchio, tenendomi stretta. Mi volto di nuovo, con un’espressione interrogativa, senza dire niente.

“Devo farti un elenco di tutte le canzoni che ho scritto pensando a te?”

Resto impietrita. “...Scusa?”

“Quelle che ti facevo leggere a scuola...a chi pensi che fossero dedicate? E tu, ragazzina insensibile, mi dicevi solo che erano tristi! Cattiva!” E mi fa un adorabile broncino “ E poi tante altre, quando sei sparita in quel modo... quando mi ritrovavo a pensare a te... la maggior parte delle canzoni che ho scritto le hai ispirate tu. Ecco,  ora lo sai!”

“Tu.... io.... noi.. no, niente...” ecco. Sto facendo la figura della perfetta deficiente. Ho quasi trent’anni e ogni volta che Ville mi sta accanto io divento una ragazzina stupida. Uffa.

Ville scoppia a ridere. “Sweetie, ma hai perso l’uso della parola? Fanno questi effetti i miei baci?”

Ecco, la me normale a questo punto gli avrebbe mollato un altro schiaffetto... peccato che la me normale sia stata sostituita a tempo indeterminato dalla mia versione sdolcinata.

“Fa questi effetti un bacio che aspettavo da 15 anni...sì, Ville..” mormoro, e cerco di nuovo le sue labbra. “Come vedi non mi hai mai perso, anche se tu pensavi il contrario. Anch’io sono innamorata di te da una vita...siamo due cretini!”

“Visto che è la serata delle confessioni... te ne faccio un’altra” sorride “Ho visto quasi tutti i tuoi spettacoli... ogni volta che ero in tour e sapevo che cantavi in qualche teatro, correvo a sentirti....anche se io e la lirica non andiamo tanto d’accordo!”

“...Ma eri troppo orgoglioso, o pensavi che io non avrei voluto vederti, quindi non me l’hai mai fatto sapere” concludo, sorridendo.

Mi guarda, un po’ sconvolto a dir la verità.

“Come fai a saperlo?” chiede.

“Ti sei mai chiesto perché spesso facevamo concerti nelle stesse città nello stesso periodo? Pensi che sia stato solo un segno del destino?” sorrido.

“Tu...?”

“Hai detto tu che è la serata delle confessioni... ho sempre pianificato spettacoli e tournèè in modo che coincidessero con le tue. C’ero a quasi tutti i concerti...”

“E non hai mai...?”

Scuoto la testa. “C’è stato solo un periodo in cui avrei voluto farti sapere che c’ero... ma che diritto avevo, io, di mettermi in mezzo? Ho chiamato i tuoi quasi tutti i giorni per sapere come stavi e... Dio, Ville... stavo così male!”

“Piccolina mia!” mi stringe forte, accarezzandomi i capelli “Siamo insieme, ora... l’importante è questo, no?”

Annuisco, stringendomi a lui. Ci addormentiamo una tra le braccia dell’altro, grati a quel destino che ha voluto regalarci una seconda possibilità.... nonostante tutto.

 

That's the way it's always been

My heart stops beating only for you Baby

Only for you Darling

Bury me deep inside your heart

Angel: ihihi ci facciamo tatuare tutti e quattro un calzino con un heartagram !! (a me non serve la febbre, come vedi deliro anche normalmente XD). Che bello, venerdì si avvicina!! Non vedo l'ora che arrivino le mie colleghe lavanderine!!! *___*

T-sore: eccolo qua, il tuo adorato capitolo 7!!! ma avevi dubbi che anche quella canzone fosse di un gruppo del Nord Europa?? Tanto lo diciamo sempre che siamo nate nel posto sbagliato!!! Maa ovvio che andiamo all'Helldone! E la prima fila sarà nostra!!

PamPam: grazie^^ ti sei ripresa dalla lettura di questo capitolo?? :P

Glo: ma no, perchè dici così?? io non sono sadica con il mio Villuccio XD

 

   
 
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