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Autore: nico666    08/11/2013    0 recensioni
Un ragazzo è la propria .... non si sa bene cosa e altre avventure
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia Migliore Amica La mia Ragazza La mia… Mi svegliai molto presto e rimasi abbracciato a lei. Volevo sentila mia e osservare quella ragazza di cui mi ero innamorato, non sapevo se il sentimento fosse ricambiato non me lo aveva detto ci eravamo solo messi a dormire con lei rannicchiata contro il mio petto e io che l’abbracciavo la senti tremare e cercai di riscaldarla il più possibile, ma non volevo svegliarla mi piaceva guardarla dormire, era bellissima in quel suo pigiama, ogni volta mi tremava il cuore e qualcosa di difficile da descrivere. La baciai dolcemente non volevo svegliarla solo dimostrarle che l’amavo anche se non sapevo come fare; e volevo capire cosa ci fosse tra lei e quel ragazzo. Lei si sveglio e mi guardo con quei suoi occhi, erano stupendi erano cosi dolci cosi teneri l’abbracciai, e la strinsi a me sentivo un senso di appartenenza quella ragazza era sia la persona che amavo sia la mia migliore amica. La presi in braccio e la portai in cucina e la misi a sedere, le preparai la colazione. Una volta finito di mangiare le dissi di andare a vestirsi e che volevo fare una passeggiata con lei; accennò quello che a me sembrava un sorriso, si avvio in camera sua con fare molto tenero quasi bambinesco mentre io ridevo, aspettai che si fosse vestita li in cucina, non volevo disturbarla ne metterle fretta la vidi scendere in jeans corti e maglietta lamentandosi di non avere felpe, decisi di dargli la mia la presi per mano e uscimmo di casa, spensi il cellulare , quella mattina volevo dedicarla a lei. La portai al parco e la feci giocare un po’ ci rotolammo andammo sulle altalene e sugli scivoli ci comportammo solo da amici, dopo un po’ fummo stanchi e ci sedemmo una panchina o almeno io mi sedetti lei si stravaccò più su di me che sulla panchina; mi piaceva quel suo modo di fare da bambina mi inteneriva. Ma era il momento della serietà la sollevai leggermente, l’abbracciai e la baciai e le chiesi sussurrandole all’orecchio se voleva stare con me e che l’amavo. Lei mi spinse via e pianse sommessamente per la prima volta non riuscivo a capirla; ok forse non mi amava forse eravamo solo amici ma mi sembrava una reazione sbagliata a quelle parole. Mi asciugai una lacrima e l’abbracciai cercando di infonderle più sicurezza possibile, ben sapendo però che era difficile infondere sicurezza mentre le lacrime scendevano dai miei occhi. Non capivo ma non mi sembrava il momento di fare domande volevo solo starle vicino. Ad un certo punto sussurrò qualcosa e io cercai di capire: mi sembrava uno scusa, non capivo più nulla. Lei mi allontanò leggermente per cercare di parlare meglio e mi spiego che stava con quel ragazzo da due giorni e le piaceva molto. La mia faccia si contorse in una smorfia di dolore; lei la notò e disse che aveva bisogno di tempo per pensare che doveva capire cosa fare. Io me ne andai trattenendo le lacrime. Cercai una birreria e cercai di ubriacarmi, senza successo; anzi la sbronza mi fece deprimere ancora di più. Mandai un messaggio alla Laura “Il mio perdono in cambio di cosa?” Mi arrivo un messaggio dalla Franci con scritto “Ehi..” non risposi, non volevo. Tornai a casa arrabbiato e scazzato era le 4 di pomeriggio e io ero sbronzo e con gli occhi rossi mia madre mi guardo malissimo e io andai in camera mia avevo mal di testa e mi arrivò un messaggio “Laura: Non so devi scegliere tu, io sono qui.” Non risposi le avrei parlato in un altro momento. Mi addormentai con il pensiero di sfracellare quel ragazzo. L’unico sogno che feci fu il buio che esplodeva.
  
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