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Autore: makiskz    08/11/2013    2 recensioni
Cal ebbe un lieve sussultò e, come se si fosse accorto solo in quel momento della presenza di Gillian al suo fianco, fissò lo sguardo negli occhi della donna e per un attimo vi si perse.
Cal vuole proteggere la donna che ama da se stesso, a scapito della propria felicità. Riuscirà nell'intento o i sentimenti prenderanno il sopravvento?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno dei quattro lo spinse e lo fece sedere sulla sedia danti al tavolino.
Quello che doveva essere il capo iniziò a scrutare Cal a lungo ma il suo volto non faceva trasparire alcuna emozione.
Cal lo scrutò a lungo.
“Tipo tosto, l’amico!”
“Beh, nessuno fa le presentazioni?” domandò Cal, rivolgendosi a Joshua con il suo solito ghigno.
Il ragazzo continuava a muovere lo sguardo tra Cal e il capo, che non accennava a nessun movimento.
“Lui è il tizio del bar. Ha informazioni su di noi. Dice che può aiutarci.”
Il capo inalò profondamente allargando il torace, tipica posizione di sfida e superiorità, ma continuava a tacere.
Cal continuò a fissare il capo poi si guardò attorno osservando gli altri membri del gruppo, uno ad uno. Battè le mani sulle ginocchia e fece per alzarsi: “A quanto pare la mia presenza non è gradita. Tolgo il disturbo.”
Un colpo alla nuca lo stordì e lo fece ricadere pesantemente sulla sedia.
“Tu non vai da nessuna parte!”.
Delle dita robuste come acciaio gli arpionarono le spalle e lo inchiodavano alla sedia. Uno dei quattro l’aveva colpito ma non sapeva chi, non riusciva a muoversi.
Cercando di non perdere conoscenza per il colpo ricevuto, Cal continuò il suo show. “Che maniere! E’ così che trattate gli amici?”
“Noi non abbiamo amici”.
Stavolta era il capo a parlare. Una voce fredda, autoritaria.
“Se trattate tutti in questo modo ci credo che non avete amici!” continuava ad incalzare Cal, spalancando continuamente gli occhi mentre cercava di riprendersi.
Il labbro del capo si piegò in un falso sorriso. 
“Con chi ho il piacere di parlare, signor… ?” continuò l’uomo.
“James Connelly, ma potete chiamarmi Jimmy”. Da quando aveva lasciato l’ufficio di Ben pochi giorni prima, Cal aveva una nuova identità. Jimmy lo spaccone era tornato
“Connelly… irlandese?”
“Di Belfast.” Cal sottolineò il nome della città. Il passato di violenza e odio che aveva invaso la città era ben noto a tutti.
“Cosa vuole da me e dai miei uomini?”
“Un attimo, dobbiamo finire le presentazioni, non vi pare? Allora, con chi ho il piacere IO di parlare?“
Il capo continuò a fissarlo senza batter ciglio, inalò ed espirò un paio di volte e  alla fine piegò  il labbro lateralmente. Disprezzo.
Si voltò verso Joshua e annuì. Aveva dato il permesso di fare le presentazioni.
“Lui è il signor Ken Allen e loro sono Jeff, Bob, Tyler e Luke” disse il ragazzo, indicando il capo e gli altri componenti della banda.
“Allora, cosa vuole da me e dai miei uomini?” continuò il capo, che ora aveva almeno un nome.
“Chiamiamolo uno scambio di favori. Come dicevo al vostro amico, ho un conto in sospeso con un muso nero che mi ha fottuto il posto di lavoro e la donna. Voi avete bisogno di professionisti e, modestamente, ho una certa esperienza in “fuochi d’artificio” quindi… a voi la scelta”.
Scese un lungo silenzio di attesa. I due uomini si scrutavano a vicenda ma Cal, per quanto tentasse, non riusciva a leggere la sua espressione. Non un cenno di ansia, di rabbia, di stupore. Nulla.
L’unico segno di nervosismo era dato da Joshua che spostava nervosamente lo sguardo tra Cal e il pavimento, quasi si vergognasse di stare lì.
“Perché dovremmo fidarci di lei?” domandò con voce atona Allen.
“In Irlanda ero al fianco di Jimmy Doyle, mai sentito nominare? Beh, quando la moglie e la figlia sono state assassinate, Jimmy si è ritirato in Irlanda ed io mi sono trasferito qui negli States.  Mi sono creato una nuova identità e sono riuscito a farmi assumere come custode presso il Lincoln Memorial.” Cal iniziò a gesticolare animatamente “Certo, non è il lavoro più elettrizzante del mondo  ma mi ha offerto la possibilità di entrare in contatto con il servizio di sicurezza del Presidente, non so se intendo.” Terminò la frase con un ghigno, cercando la complicità del suo interlocutore.
Un lampo di interesse balenò negli occhi del capo. Cal sapeva di aver fatto centro.
“Al giuramento del Presidente ho notato tra le guardie del corpo una mia vecchia conoscenza dei tempi dell’Irlanda. Posso avere facilmente informazioni sugli spostamenti del Presidente. Ho voglia di fargliela pagare a questi  musi neri! E’ per colpa di tutte quelle stronzate sulla parità dei diritti delle minoranze etniche che sono stato licenziato per far posto ad uno di loro!” Cal era in un crescendo di rabbia. Era orgoglioso della propria interpretazione.
“Ho perso il lavoro, mi sono ritrovato in mezzo ad una strada perché non avevo più soldi per pagare l’affitto, la mia donna mi ha lasciato e non riesco a trovare uno straccio di lavoro perché ci sono sempre prima loro!” poi si calmò, fissò lo sguardo negli occhi di Allen e  sillabò “Me la devono pagare”.
Un mezzo sorriso si stampò sulle labbra del capo. “Non siamo degni ingenui, signor Connelly. Verificheremo se quanto dici corrisponde a verità. Già una volta i federali hanno provato a farci saltare ma non ci sono riusciti” il sorriso accennato si trasformò in un ghigno di soddisfazione.
Allen prese in mano il suo cellulare, digitò qualcosa, inoltrò la chiamata e mise il vivavoce.
Al terzo squillo una voce femminile rispose:
“National Mall e Memorial Park, buonasera”
Cal deglutì nervosamente.
“Buonasera signorina, avrei bisogno di parlare urgentemente con un vostro dipendente, il signor James Connelly”
Pausa.
“Mi spiace signore ma non è possibile”
“Signorina, devo urgentemente parlargli. Sono il suo… avvocato e ho urgenza di entrare in contatto con il mio cliente”
“Mi spiace signore ma come le ho detto non è possibile. Il signor Connelly non lavora più qui da circa un mese”
Cal sospirò leggermente.
"Bravo Reynolds! Sei riuscito a non far saltare la copertura!"
“Ah! “ finta sorpresa “non ero stato messo al corrente di questo, mi scusi. Può dirmi perché non lavora più lì?”
“Beh…ecco … il signor Connelly ha avuto un violento diverbio con un suo collega e la direzione l’ha licenziato”
“Capisco. La ringrazio, buongiorno”
Allen riattaccò e si voltò lentamente verso Cal.
“A quanto pare, signor Connelly, lei ci ha detto solo mezza verità… “
“Okay okay!” Cal alzò le mani al cielo. “Pensavo fosse irrilevante ma ho avuto una … lieve discussione con un muso nero. Sapete come vanno queste cose, no? Divergenze di opinioni e alla fine gli ho…espresso il  mio punto di vista. Trauma cranico e tre costole rotte. Credo di averlo convinto “ Ghigno di soddisfazione.
Al capo brillavano gli occhi. La faccenda lo stava interessando, bene!
Joshua era impallidito e gli altri 4 sorridevano compiaciuti vedendo il capo soddisfatto. Delle vere scimmie ammaestrate.
“Bene signor Connelly, a quanto pare il suo aiuto può tornarci prezioso.”
Cal fissava il capo con un lieve sorriso di compiacimento stampato sulle labbra.
“Ha parlato anche di “fuochi d’artificio”. Si spieghi meglio.”
“Durante la collaborazione con Doyle ho avuto modo di … come dire? … di fare molta esperienza sul campo. So come procurarvi tutto l’occorrente per uno spettacolo da 4 luglio in piena regola”
Detto cioè, Cal si rilassò contro lo schienale della sedia e restò in attesa. Il capo lo squadrò per qualche istante e infine sentenziò:
“Va bene, ma alla prima mossa falsa lei è un irlandese morto”
Cal ghignò: “Tranquillo, non ci tengo a finire sotto terra prima di averla fatta pagare a quelle scimmie” poi si diede una manata sulle gambe e si alzò di scatto. Vacillò un’istante. Si era dimenticato del colpo alla testa che aveva ricevuto.
“Allora affare fatto, no?”
Il capo annuì e rispose: ”D’accordo. La contatteremo noi per il prossimo incontro. Ah, signor Connelly… niente scherzi”
Cal annuì, si voltò e si fece largo tra i quattro energumeni lasciando Joshua a fissarlo con aria preoccupata. Allen digitò qualcosa sullo schermo del suo cellulare, prima di riporlo nella tasca della giacca.



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Ebbene sì, a volte tornano! Mi dispiace terribilmente per questa prolungata assenza ma la vita mi ha portata lontano dalla fanfic. 
Non faccio promesse di capitoli pubblicati nell'immediato futuro, perchè gli imprevisti sono dietro l'angolo, ma posso solo dirvi che i prossimi due sono quasi finiti. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento così come spero di essere riuscita a dare una corretta continuità ai capitoli precedenti. 
Ho notato con piacere che avete continuato a scrivere: bravissime!!!! 
A presto!

  
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