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Autore: SaraShawol1994    09/11/2013    5 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 16: Good Luck, Jonghyun!

 

POV Taemin

“Tae... ho bisogno di te.” il tono che usò il ragazzo, mi fece venire i brividi. Mi aveva afferrato per le spalle con le mani tremanti, gli occhi erano lucidi, le sue guance si erano arrossate. Sembrava quasi disperato mentre mi chiedeva di aiutarlo a fare non so bene che cosa. Annuii serio e gli chiesi di continuare. Il suo sguardo sembrava supplicarmi di dargli una mano.

Mi spiegò la situazione attuale tra lui e la mia omma; era felice mentre parlava di lui, ed io sgranai gli occhi quando tra un sussurro e l'altro, affermò che erano arrivati quasi al punto di fare l'amore. In teoria non era proprio così... ma alla fine, se non si fossero fermati, sarebbero arrivati a quello: mi spiegò che si erano accarezzati... che... si erano... baciati... perché sono così a disagio a pensarci? Dannazione! Cosa potevo rispondere in una situazione del genere? Perché lo hyung si rivolgeva proprio a me? Dopotutto, ero considerato da tutti un ragazzino innocente. Perché veniva a parlare con me di determinate cose? E poi, che c'era di male nel sentimento che provavano?

Mi aveva anche spiegato – poco dopo – il suo disagio, rispondendo all'ultima domanda che mi ero posto: aveva paura che la sua confessione di una possibile relazione tra lui e la mia omma, potesse turbare me e gli altri due membri del gruppo. Negai. Perché dovevamo essere delusi se due nostri compagni avevano deciso di amarsi?
Dopo quella confessione, mi rivolse la vera domanda.

“Minnie... devi aiutarmi... sei l'unico che può passare inosservato!”

“Eh?” non capii cosa l'altro ragazzo cercasse di dirmi. Gli chiesi di spiegarsi meglio ma con scarsi risultati. Le sue frasi erano una più confusa dell'altra e faticavo a stargli dietro.

Gli afferrai saldamente le spalle quando iniziò a dare di matto. I suoi occhi brillavano mentre diceva cose che non avevano capo ne coda. “Hyung! Datti una calmata!” lo schiaffeggiai delicatamente intimandogli di calmarsi.

Lo vidi prendere diversi respiri profondi prima di ricominciare a parlare. Si lasciò cadere sul letto ed appoggiò i gomiti sulle ginocchia. Mise le mani sul viso. “Tae... ho rischiato di saltargli addosso... se lui... non fosse scappato...” si fermò, per poi riprendere. Le sue parole si spezzavano un po'. “...Ho paura di fargli del male... inconsapevolmente.”

“Hyung, ma di certe cose non è meglio se ne parli con Minho-hyung?” chiesi inarcando un sopracciglio. Ero stupito di quel suo comportamento. Lo hyung non era quasi mai venuto da me a chiedere consiglio: mi considerava troppo giovane per certe cose... e poi, aveva il mio Minho a cui rivolgersi. Erano migliori amici, perché non parlarne con lui?

“Taemin, posso affidarmi solo a te... perché tu passi ed hai passato tanto tempo con Kibum...”

“M-ma...”

“L'amnesia gli ha fatto perdere il contatto con la realtà...” sospirò, il suo sguardo divenne triste “...sai, ora sembra molto felice... ed anche io non posso negare di esserlo...” chiuse gli occhi “...ma lui è anche davvero, davvero tanto impaurito. Lui... ha davvero tanta paura, anche se non lo da a vedere. Lui ha paura di tutto quello che sta succedendo. Ha paura di tutti noi... perché ricorda.”

“Perché dovrebbe aver paura di noi?” mi avvicinai ulteriormente a lui.

“Semplice... perché i suoi ricordi sono tornati a galla mentre dormiva. Non si rende conto di cosa è pura fantasia e di cosa invece è un ricordo passato. Io... non voglio fare un passo falso... non voglio che lui si faccia amare, per poi pentirsene subito dopo...”

Mi si inumidirono le guance. Senza accorgermene, mi ero messo a piangere. Silenzioso. Ascoltai tutto il discorso del mio hyung, seduto al mio fianco, con lo sguardo perso nel vuoto. Povera omma... cosa potevamo fare per renderla felice? Come potevamo farle capire la differenza tra la finzione dei sogni e la vita reale?

“Hyung...” pronunciai, trattenendo un singhiozzo. Aprì gli occhi e si voltò verso di me, sorridendomi tristemente. Il suo sguardo, stanco ed affranto, mi lasciò un groppo in gola, mise ancora più malinconia all'atmosfera che si era creata. Mi accarezzò i capelli. “...il diario non lo aiuta... vero?”

“Non credo che possa servire poi a molto... non l'ho mai pensato anche se ci avevo riposto una piccola speranza...” sospirò, ancora. Ancora una volta aveva abbassato la testa, distogliendo gli occhi dai miei, che in quel momento erano invasi da prepotenti lacrime. “...diavolo...” si interruppe, digrignando i denti e stringendo i pugni. “Tutta.... colpa...” sussurrò.

Le lacrime salate, non cessavano di scendere, violente sul mio viso, le labbra tremavano mentre lui si alzava di scatto.

“Quelle fottute compresse!” sbatté un pugno sul muro, quel forte colpo fece vibrare la parete. Si accasciò a terra subito dopo. In ginocchio, cominciò a tirare pugni per terra. “Perché non mi ha detto niente? Perché?!!” la domanda era più rivolta a se stesso che a me, più rivolta alla mia omma che al sottoscritto. Chinò la testa, toccando il pavimento. Le lacrime che versò, si schiantarono al suolo senza compiere un tragitto troppo lungo. Cominciò a singhiozzare. Mi sentii quasi male alla vista del mio hyung in quello stato. Un po' di colpa... è anche mia. Continuai a piangere mentre scendevo dal letto, inginocchiandomi al suo fianco ed abbracciandolo come potevo. “Hyung... è tutta colpa mia...” sibilai, mi mancava il respiro a forza di piangere in silenzio.

“Minnie, smettila!” urlò quasi. “Te l'ho già ripetuto! Non è colpa tua...” la sua era rabbia... rabbia rivolta a se stesso. Non riusciva a capacitarsi che la mia omma potesse aver preso davvero degli antidepressivi. Per quale motivo aveva cominciato? Per quale motivo si sentiva così male da cominciare a fare uso di quei farmaci così pericolosi? Perché non parlarne prima con noi? Troppi perché, troppe lacrime... troppi silenzi.

Rimanemmo abbracciati per diversi minuti. Gli accarezzavo la schiena, asciugandomi gli occhi con le maniche della felpa che portavo in quel momento; tirai su con il naso. Quando smise di singhiozzare ad alta voce, lo feci alzare e lo accompagnai in bagno. Si sciacquò il viso con l'acqua gelida. Sospirò portandosi le mani sul viso, osservando la sua immagine riflessa nel grosso specchio. Si schiaffeggiò un paio di volte ed alzò lo sguardo, fissando i miei occhi attraverso quel vetro riflettente. “Minnie... non vorrai tornare di là con un'espressione simile?!” sorrise.

Ecco cosa mi piaceva del mio hyung. Era capace di disperarsi, ma poi, si tirava su le maniche e continuava a combattere. Era un esempio da seguire, saggio. Anche un po'... lunatico direi.
Sorrisi mentre gli ultimi singulti abbandonavano la mia gola. Pulii le lacrime con le maniche. E cercai di recuperare un po' di autocontrollo. Sospirai un paio di volte.

“Ci siamo interrotti... ti stavo parlando di una cosa importante e poi sono scoppiato a piangere.” rise, tremendamente a disagio.

Sorrisi ancora. Già, doveva ancora spiegarmi come mai aveva bisogno del mio aiuto. Ma lo capivo... per tutti non era una bella situazione. Per lui poi, che amava la mia omma più di se stesso... doveva essere ancora peggio!

Ci sedemmo sul letto e ricominciò il discorso, cercando di non divagare e perdersi nel dire altre cose. “Vorrei... rendere felice Kibum... anche con una cavolata... voglio che ogni giorno, sorrida sempre di più. Anche se non è sicuro di ricordare le cose come stanno... può vivere sereno no? Almeno...”
Cominciai a capire cosa cercasse di dirmi. In pratica, voleva che Key-hyung tornasse sereno come prima dell'incidente... ma restare con il problema non sarebbe stato semplice per il ragazzo. “Hyung... non è così facile.” risposi, realista.

“Lo so... ma vorrei fare qualcosa per lui.” sorrisi del suo viso, improvvisamente diventato rosso ed addolcito da un piccolo sorriso. La tensione delle sue braccia sembrava affievolirsi, man mano che parlava del ragazzo che amava. Guardare il suo volto, così sereno mi fece stare bene. Aveva solo bisogno di sfogarsi un po'.

“Hyung, allora... prima di tutto...!” cominciai a parlare autoritario “Dobbiamo trovare qualcosa da fargli fare!”

“Cosa intendi?”

“Ho un'idea!” il mio sorriso si allargò ed una lampadina si illuminò nella mia testa. “Dobbiamo distrarlo. Portarlo fuori, da qualche parte... e quando torna a casa, deve trovare te... solo...” sospirai, le mie guance si imporporarono. “...i-io vi lascerò soli subito dopo, e avrete casa libera.” abbassai lo sguardo. Che idea era? Una stupidaggine colossale. Ci pensai per qualche istante, trovandola una cavolata. “F-facciamo che cambiamo piano... non mi sembra adatt-” venni interrotto mentre cercavo di pensare a qualcos'altro.

“No! Mi piace!”

“Hyung... ma non avevi paura che la mia omma potesse sentirsi a disagio a compiere quel passo con te?”

“Che passo?” il suo sorriso si allargò. “Mica dobbiamo per forza arrivare fin li. Possiamo passare...” sospirò, il suo viso si intenerì e il suo sorriso sincero divenne più accentuato, chiuse gli occhi “...una serata romantica in tranquillità, no?”

“Mh, non male come trovata.” mi grattai la testa pensieroso. Non ero certo di quelle parole. Il suo piano come era strutturato? Cos'avrebbe fatto? E poi, cosa più importante... i nostri hyung? Avrebbero accettato di lasciare loro casa libera? Come si sarebbe organizzato?

“Taemin, riusciresti a tenerlo fuori una giornata, vero?” chiese con gli occhi lucidi dall'emozione. Annuii pensando a cosa consigliargli per far vivere al ragazzo biondo una serata indimenticabile. Jonghyun-hyung era un tipo romantico di natura, probabilmente non avrebbe avuto problemi a trovare un buon ristorante da cui farsi portare a casa il cibo o a trovare un qualcosa da fare per tutta la serata. “Hyung... che ne dici di comprargli delle rose? So che è il suo fiore preferito da sempre.”

“Già... quasi quasi...” le sue guance si sollevarono, allargandosi a dismisura. “...direi che è un'ottima idea!”

“Però c'è una cosa che non capisco...” dissi pensieroso.

Jonghyun-hyung cercò di scrutare i miei pensieri ed io ripresi a parlare. “Nel diario, qualche giorno fa, ho letto che il suo fiore preferito è il mughetto... ma a me ha sempre raccontato che fosse la rosa rossa.” Come mai aveva cambiato così drasticamente scelta? La rosa rossa è il simbolo più comune dell'amore, della passione... è elegante e delicata, sinonimo di perfezione. È il fiore fatto su misura per Key. Sul diario, aveva descritto il mughetto. Il mughetto è un fiore composto da tante piccole campanelline bianche, è dolce, semplice, rassicurante... e indica la fortuna. Le caratteristiche di questa piantina, assomigliano di più a quelle del ragazzo che mi stava davanti.

“Non importa Tae... grazie per l'idea!!” affermò euforico.

 

“Ragazzi!!” la porta si spalancò di colpo. “Quanto ci mettete a venire a tavola?!” lo sguardo del mio compagno di stanza si poggiò sullo hyung che in quel momento aveva le mani sulle mie braccia e mi strattonava eccitato per l'idea che aveva avuto. “Che diavolo...?!” Minho si avvicinò a noi come una furia. “Hyung! Che diavolo stai facendo a Tae?”
La presa sulle spalle si allentò di colpo quando il ragazzo più alto, spinse via Jonghyun. Questi, cadde a terra, confuso. “Che diavolo fai tu?” si alzò, replicando.
Mi intromisi, spiegando con calma la situazione al mio compagno di stanza. Come seppe il motivo di tutta quell'euforia di Jonghyun, ed il contatto che avevamo avuto – anche una semplice stretta di mano faceva irritare il mio Minho, troppo protettivo nei miei confronti – si calmò e si scusò con il più grande.

Parlammo del piano che avevamo in mente ed il come metterlo in pratica. Se anche lui ci avesse aiutato, sicuramente sarebbe stato tutto più semplice. “Poi ne parleremo anche con Jinki-hyung, quando non ci sarà quella vipera nei paraggi.” affermò il più alto, riferendosi alla mia omma.

 

***

 

POV Jonghyun

La giornata passò in fretta. Taemin e Minho erano riusciti a parlare con il leader e lui aveva proposto ai due ragazzi di andare a mangiare, per quella sera, in un ristorante rinomato e di alta classe: avevano optato per la cucina straniera. Ci mettemmo d'accordo anche per il loro rientro: non prima dell'una, quindi, sarebbero probabilmente andati in una discoteca o in un pub prima del loro rientro. Non avrei dovuto fare niente di perverso con Kibum... ma la sola idea di passare una serata insieme, da soli in casa, dopo l'incidente, mi metteva un po' di agitazione. Stavamo spesso soli... ma non con l'idea romantica che avevo in testa io. Volevo coccolarlo, corteggiarlo e farlo stare bene.

“Hyung, mentre porto fuori la omma, leggi il suo diario.” mi diede un piccolo post-it giallo, dove aveva segnato alcune pagine da leggere con attenzione, per poter capire cosa volesse ed intendesse Key, per serata romantica. “Ti sarà utile.”

Scossi la testa. Non l'avrei fatto. Avrei preparato tutto da solo. Avrei fatto in modo di andare ad intuito, e secondo il mio gusto personale. Ero sicuro che a Kibum sarebbe piaciuta la mia iniziativa. Avevo deciso di optare per una serata normale. Un po' di coccole attendendo la consegna del cibo, la cena e poi ancora coccole sul divano, davanti ad un bel film. Speravo che potesse alleviare i suoi tormenti e che si rilassasse un poco. Decidemmo, io ed i ragazzi, che il giorno stabilito per quell'appuntamento – che appuntamento non era – fosse sabato sera. Mancavano quattro giorni e quindi avevo la possibilità di scegliere con cura i dettagli della cena, un mazzo di fiori, la musica da mettere per l'atmosfera ed il film da vedere.

 

***

 

POV Onew

“Chissà come sta andando a quel disgraziato.” si chiese Minho ad alta voce – rivolto più all'angelo custode del suo migliore amico, piuttosto che a noi – assaggiando la bistecca che gli avevano appena portato.

“Scommetto che la mia omma sarà tutta rossa rossa! Quando siamo usciti era presa malissimo! Avete visto come è corsa in camera quando siamo andati via?” rise il maknae, divorando le polpette che il cameriere gli aveva appena messo nel piatto. “gnam gnam.” allargò il sorriso più che poté, portando il cibo alla bocca, masticando velocemente. Era al settimo cielo per quella cena raffinata che sembrava gradire particolarmente.

Mi venne portato il piatto di pasta all'italiana dopo poco tempo ed iniziai anch'io a gustarmi la cena. “Speriamo in bene.” Sospirai.

 

 

 

Jonghyun era seduto al tavolo, le sue mani tormentavano da quasi mezz'ora i poveri capelli arruffati ed aveva un tic fastidiossimo alle gambe. Sospiro su sospiro, diventava sempre più agitato. “Hyung... non ce la posso fare.” mi disse con un soffio, la voce strozzata dall'ansia.

Jong, andrà tutto bene... l'hai detto anche tu che non devi fare chissà che cosa.” poggiai una mano gentile sulla sua spalla sinistra. “Calmati.” sorrisi chinandomi, abbracciandolo da dietro. Tremava. Tremava come una foglia. Non l'avevo mai visto così agitato. “Speriamo in bene.” mi dissi. Suonò il citofono e Minho si precipitò ad aprire. Non vedeva il suo Minnie da tutto il giorno ed era un po' in 'astinenza da coccole'. Era un ragazzo iperprotettivo nei confronti del più piccolo... e non vedeva l'ora di riabbracciarlo dall'istante esatto in cui era uscito di casa con la diva del gruppo.

Dopo circa cinque minuti, suonarono alla porta d'ingresso. Mi alzai anch'io, per andare ad accogliere i due ragazzi appena rientrati.

Appena varcata la soglia, sorridente come sempre, annunciò il suo rientro a casa il maknae, che lasciò cadere tutte le borse a terra e si gettò tra le braccia del suo Minho. Il più grande lo sollevò di quanto bastava per avvicinare le sue labbra a quelle del più giovane. Si diedero un piccolo bacio, appena accentuato. Lo schiocco mi fece arrossire, così voltai lo sguardo da un'altra parte... notando il viso imbarazzato di Jonghyun, gli occhi erano fissi nei miei, come a voler implorare aiuto. Gli feci l'occhiolino per cercare di calmarlo.

Pochi attimi dopo, entrò Key, con il doppio delle borse di Taemin. Ne aveva di tutte le dimensioni, di carta, di plastica e persino di stoffa. Avevano fatto 'spese folli' a quanto pare. Feci cenno a Jonghyun di raggiungerlo e di aiutarlo a sistemare tutto. Lui si mosse rapido, impacciato. Prese le sue borse ed il biondo gli sorrise gentile.

Seguito da Minho, mi avviai verso le camere. Dovevamo prepararci per uscire, mentre Taemin correva a fare la doccia.

 

 

Hyung, noi usciamo.” sbuffò il più alto, rivolgendosi a Key. Con la morra cinese, avevamo stabilito chi tra me, Minho ed il maknae, avrebbe dovuto dare la notizia al ragazzo biondo. La fortuna volle che capitasse lui.

Come?! E dove andate?”

Andiamo a mangiare fuori.”

Come mai non mi avete avvertito prima? Io non sarò pronto prima di un'ora.”

Ma infatti non sei invitato.” rispose secco. Risi a quell'affermazione. Gli piaceva istigare il più grande... così da dare una possibilità – come accadeva sovente – al suo migliore amico di calmare in un battito di ciglia, l'animo scontroso della diva con qualche scambio di effusione.

Come ti permetti?! Non ti lascerò da solo con il mio adorato Minnie!!” alzò la voce il biondo.

Mi intromisi nel discorso, interrompendoli. “Vado io con loro, tu stai pure a casa a riposare.”

M-ma non voglio stare da solo...”

C'è Jonghyun.” gli feci l'occhiolino indicando il più grande che tornava dalla camera. L'avrebbe capito sicuramente che il nostro era tutto un piano per farli restare da soli, ma dovevamo fare in modo che la smettesse di insistere.

M-ma hyung...”

Sssh, è un ordine Key. Resta a casa e riposati. Vado io a tenerli d'occhio. Così mangerò a più non posso e prosciugherò il conto del signor Choi.” scherzai infilando le dita tra le ciocche chiare del ragazzo che mi stava di fronte, accarezzandogli la testa. Mi avrebbe ascoltato. Aveva molta stima di me, come persona e come leader. Non mi avrebbe mai detto di no.

Si misero a ridere tutti – Minho un po' meno, dato che sapeva che il mio, non era proprio uno scherzo –.

 

 

 

Uscimmo dall'appartamento tutti soddisfatti di quello che era appena successo. Jonghyun era diventato paonazzo quando avevamo aperto la porta per andare via. Kibum invece, era corso a fare la doccia, subito dopo che il maknae era uscito.

Incoraggiammo un'ultima volta il bruno che si era affacciato dal balcone per venire a vederci partire. Taemin si sporse un po' dal finestrino dell'auto e cominciò a salutarlo scuotendo le braccia come un pazzo, augurandogli buona fortuna. Minho lo prese e se lo strinse tra le braccia per impedirgli di cadere mentre la macchina cominciava a muoversi. Alzò due dita, portandole alla tempia sinistra, come per il saluto militare. Jonghyun ricambiò. Partimmo.

Andrà tutto bene.” disse il maknae, accoccolandosi tra le braccia del ragazzo che lo stringeva.

 

***

 

POV Jonghyun

Appena i ragazzi erano andati via, mi ero seduto sul divano. Avevo già prenotato la cena che sarebbe arrivata a casa dopo due ore. Avevo calcolato bene i tempi. Kibum ci avrebbe messo un'ora piena in bagno, quindi potevo star tranquillo... e nella successiva, gli avrei chiesto di raccontarmi la sua giornata di shopping sfrenato. Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che avrebbe parlato a macchinetta fino all'arrivo della cena.

Accesi la televisione e cominciai a premere insistentemente i tastini del telecomando, cambiando canale ogni volta che compariva il titolo del programma, in basso nello schermo. Non ero interessato a qualcosa in particolare, dovevo solo far passare il tempo. Feci perdere il mio sguardo nel vuoto. La mente iniziò a vagare, facendomi fare viaggi inimmaginabili. Mi porsi anche una domanda curiosa: cosa c'era scritto nel diario di Kibum? Questa curiosità mi assalì. Sarebbe stato bello saperlo... e soprattutto: Taemin mi aveva avvertito che avrei potuto prendere spunto per la serata... quindi, c'erano cose che riguardavano anche me? C'erano cose romantiche e personali? Sicuramente si, dopotutto è un diario. Ma non volevo barare, non lo avrei letto. Ora ero teso, agitato come non mai... con il terrore di poter sbagliare tutto.

 

Mi diressi verso la nostra camera. Presi l'ipod da sopra il comodino e mi sistemai gli auricolari nelle orecchie. Mi sedetti sul bordo del letto e cominciai a pigiare sul touch screen del cellulare un messaggio ai miei compagni, usciti già da un po'.

To Tae:
Tra un po' crepo male!! HELP. >_<
Dovrebbero arrivare i fiori a breve!! Ho paura di sbagliare qualcosa! ;-;

Dopo pochi secondi lo schermo del telefonino si illuminò, rivelando un nuovo messaggio:

From Minho:
Scrivi a me! Non a Minnie! E piantala di fare così! Non sei una ragazzetta delle superiori!

Risi di gusto a quell'affermazione; quando si parlava di Taemin, il ragazzo diventava subito protettivo. E da un po' di tempo a questa parte, era quasi insopportabile. Cavoli, lo sapeva che io ero cotto di Kibum, lo sapeva e lo aveva visto. Da sempre. Perché doveva trattarmi così? Cominciai a ridere.

To Minho:
ç__ç sei cattivo!

 

Risi più forte.

Sentii un rumore. Tolsi le cuffiette e guardai attentamente la maniglia della porta del bagno abbassarsi. Una volta inclinata del tutto, si aprì lentamente, rivelando un Kibum con solo un asciugamano in vita, il petto umido, lucido alla vista ed i capelli gocciolanti che ricadevano a ciuffi sulla sua fronte.
Rabbrividii a quella vista – veramente mi accadde un'altra cosa, ma facciamo finta di nulla –. ingoiai la poca saliva che mi era rimasta dato che la gola era diventata improvvisamente secca e mi fiondai fuori dalla camera quando sentii il citofono suonare.

Corsi come un pazzo fino all'ingresso, chiudendomi la porta alle spalle, scesi le scale ed aprii al ragazzo che aveva una consegna per me. Lo salutai cordialmente, ringraziandolo del servizio ottimo e della puntualità. Gli lasciai la mancia e cominciai a salire le scale lentamente, con quel “regalo” tra le mani. Scalino dopo scalino, l'ansia aumentava a dismisura e il cuore palpitava sempre più prepotente. Sospirai prima di entrare.
Appoggiai una mano sulla porta, portando i fiori dietro la schiena, la spinsi... accorgendomi tardi di averla chiusa. Oh cazz-! Mi maledii per la sbadataggine. Sospirai e fui costretto a suonare il campanello.

“Si?” sentii la vocina del mio Bummie avvicinarsi.

“Bummie, apri, sono io. Mi sono chiuso fuori!” risi sbadato, cominciando a torturarmi la base del collo con una mano. Con l'altra, tenevo i fiori, di lato, fuori dalla portata dello spioncino.

Entrai, cauto, nascondendo come meglio potevo il regalo.

 

Kibum si era voltato di schiena e stava tornando verso la camera. Aveva messo i pantaloni della tuta, ma era ancora a petto nudo e si passava l'asciugamano bianco tra i capelli color miele.

Mi avvicinai cauto a lui mentre chiedeva chi ci fosse alla porta. “Jong, chi era al citofono?” lo picchiettai sulla spalla destra obbligandolo a voltarsi, sussurrandogli un “Sorpresaa...” appena percettibile, mi sarebbe venuta una paralisi talmente era largo il mio sorriso. Il cuore batteva all'impazzata e nella testa mi sembrava di avere un martello pneumatico al posto dei pensieri. Il suo viso da curioso, passò ad essere imbarazzato. I suoi occhi divennero lucidi man mano che le sue gote si arrossavano ed il mio cuore scalpitava e cercava di uscire dal petto a quella vista. Arrossì così tanto da diventare dello stesso colore delle rose che gli avevo appena offerto. Si mise il dorso di una mano davanti al viso, cercando invano di nascondere l'imbarazzo.

Continuai a fissarlo, ero agitato come non mai... e lui mi dava l'impressione di non essere tanto più tranquillo di me per quel mio gesto improvviso. “Per te...” sussurrai cercando di non abbassare lo sguardo.

Abbassò la mano. Le sue guance erano dolcemente rosse, sollevate in un piccolo sorriso, sincero, spontaneo. Le fossette accentuavano le gote imporporate, rendendogli un aspetto teneramente puro. Prese il mazzo di rose rosse tra le mani tremanti, abbassando lo sguardo su di esse. Avvicinò il viso, inebriandosi del profumo che emanavano. “A cosa devo questo pensiero?” chiese timido.

“Ringraziami e basta.” sorrisi.

“Grazie Jonghie.” sorrise.

“Avrei preferito un altro tipo di ringraziamento.” mi imbronciai aggrottando le sopracciglia e spingendo il labbro inferiore in avanti.

Si avvicinò a me tornando completamente rosso. Sfiorò una mia guancia con le morbide labbra a cuore, scappando subito dopo verso la camera.

Sorrisi imbambolato, accarezzando dolcemente il punto in cui il ragazzo mi aveva baciato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 




 

 

 

 

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Ciao a tutti!! ç_ç mi scuso per il tremendo ritardo nel pubblicare!! Ho avuto mille mila problemi ed impegni... più la scuola e lo showcase dei VIXX *\\* <3 è stata un'esperienza fantastica... (mi dovevo anche riprendere, per quello ci ho messo un po')
Spero di non farvi attendere troppo per il prossimo capitolo, e grazie a chi mette in preferite, seguite e ricordate! *-*
Grazie anche a chi recensisce, mi fa tanto piacere. Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto! (è un po' più lungo degli altri, spero di non avervi fatto attendere tanto per nulla!)

Un chu.~ Sara.

   
 
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