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Autore: MandyCri    09/11/2013    12 recensioni
Un insegnante di matematica e un’alunna.
Un ragazzo scrupoloso. Una ragazza scellerata.
Un uomo di umili origini e una donna dell’alta società.
Due mondi completamente diversi che si intersecano e si uniscono come nella più banale delle addizioni.
La matematica non è un’opinione e il risultato di uno più uno è sempre due.
Un amore difficile, tenero e divertente.
Josh e Ilary si scontreranno in uno dei più famosi luoghi comuni: Teach & Love.
Ideata e scritta per il contest "Teach & Love"
Prima classificata.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CAPITOLO 2
 
Erano passate quasi due settimane dal suo primo giorno di scuola come insegnante e Josh si era, tutto sommato, ambientato.
Aveva conosciuto molti colleghi e scoperto cose davvero interessanti su di loro.
Si era reso conto, con il trascorrere dei giorni che, se all’inizio nella sua mente tante cose gli erano sembrate in un certo modo, nella realtà erano completamente diverse.
Se ad un primo impatto i professori gli erano apparsi rigidi, bacchettoni ed elegantemente stritolati nei loro completi che, al suo occhio poco critico erano sembrati raffinati, adesso li vedeva per quello che erano davvero.
Persone normali come lui che lavoravano sodo per mantenere la famiglia e arrivare a fine mese.
I vestiti che indossavano erano dozzinali e, probabilmente, non valevano più delle sue camicie e dei suoi jeans e, ovviamente, si era rincuorato.
In quel momento, nel suo ufficio privato, stava facendo il punto della situazione sugli studenti dell’ultimo anno, correggendo i compiti che aveva loro affidato.
Josh aggrottò la fronte, ispirò ed espirò lentamente.
Aveva un ufficio tutto suo!
In quanto docente di una delle materie basilari, ne aveva diritto.
Mai in vita sua avrebbe creduto di averne uno e invece…
Sulla porta di ciliegio pesante, c’era una targhetta dorata con una scritta in caratteri ricercati JOSH CARPER.
I colleghi delle materie meno importanti condividevano, invece, un ufficio comune.
Lui era uno degli eletti! Non era ancora convinto che tutto ciò che gli stava accadendo fosse reale. Magari era solo un sogno.
Si adagiò comodamente sulla poltrona in pelle nera e fissò il foglio che aveva davanti: Ilary Santhel.
Il giorno dopo sarebbe dovuto andare alla festa organizzata da Mr. Santhel.
Il preside era stato chiaro: tutti i professori dovevano partecipare.
Tyler Santhel era il personaggio più importante dell’intera contea, nonché maggior finanziatore della scuola.
Josh diede un altro morso al sandwich tonno e pomodoro preparatogli da sua madre e sbuffò con la bocca piena, spruzzando un po’ del contenuto del panino sul compito.
Non si recava mai in mensa per due lecite ragioni.
La prima era per risparmiare. Ogni professore era dotato di buoni mensa, ma lui preferiva darli alla madre per fare la spesa. Non gli dispiaceva passare in solitudine quell’ora. Si recava nel suo ufficio e si portava avanti con il lavoro per avere più tempo libero, quando rientrava a casa
La seconda era perché così evitava di essere assalito dalle chiacchiere civettuole e inutili delle colleghe e, soprattutto, dalle studentesse.
Ogni scusa era buona per chiedergli spiegazioni sulla lezione, approfondire un argomento che non avevano capito o, peggio, quando dicevano di trovare una formula matematica interessante, insomma dai… non ci credeva nessuno!
All’inizio, la cosa gli aveva fatto un immenso piacere, poi, si era reso conto che queste richieste provenivano solo dal gentil sesso e che la maggior parte delle ragazze arrivava con la camicetta sbottonata e, cosa ancora più strana, le sue alunne erano truccate di tutto punto e, soprattutto, fragranti come una profumeria ambulante.
Una volta capito che il loro interesse non era la matematica, aveva ridotto le uscite in pubblico nei corridoi della scuola al minimo necessario e abolito la sala mensa.
Per carità il suo ego maschile era andato alle stelle, ma sinceramente ci teneva alla sua integrità morale e non sarebbe stata certo una mocciosetta qualunque a fargli rischiare il posto di lavoro e la galera!
Quello era un punto fermo della sua vita.
Sarah Carper era stata una madre stupenda, ma rigida nell’educazione.
Josh sapeva di essere il classico bravo ragazzo. Non aveva mai fatto nulla per andare contro le regole.
Osservava in modo maniacale i limiti di velocità, non aveva mai preso una multa in vita sua, non passava mai con il rosso. Non beveva e non aveva mai fumato una sigaretta, perché faceva male ai polmoni. Aveva avuto solo due ragazze in vita sua. Storie che erano durate anni, ovviamente, non aveva mai tradito le fidanzate e, cosa più importante, era andato a letto solo con loro. Non aveva mai avuto una sveltina con nessuna.
Era stato mollato da entrambe, fatalità, per lo stesso motivo: lo ritenevano “noioso”.
Sapeva di essere un bel ragazzo. Gli capitava spesso di notare gli sguardi languidi che il gentil sesso gli riservava, ma poi, se invitava una ragazza che gli piaceva o che l’aveva particolarmente colpito a bere qualcosa, dopo qualche uscita, veniva inesorabilmente, scaricato. Succedeva sempre.
Josh si era convinto che alle donne non piacevano i bravi ragazzi e che sua madre aveva sbagliato ad educarlo come un gentiluomo.
Come sempre era tutta colpa della mamma, se lui aveva poco successo!
In ogni caso, adesso, tutte le ragazze della scuola sembravano accecate dal suo fascino, tranne una: Ilary Santhel, appunto.
Dopo l’exploit del primo giorno, la ragazza l’aveva sempre guardato storto.
I suoi occhi scuri sprigionavano sete di vendetta.
Ogni volta che la incrociava, per caso, nei corridoi della scuola, gli lanciava occhiate torve, degne del più capace dei killer. Per non parlare poi di quando faceva lezione nella classe di Miss Santhel.
Ilary se ne stava con la testa bassa tutto il tempo a scrivere appunti sul suo quaderno.
Poche volte i loro occhi si erano incontrati e quelli della ragazza, in quelle rare occasioni, sprigionavano sempre fuoco e fiamme.
Josh sbuffò per l’ennesima volta.
Perché doveva pensare proprio a Ilary Santhel?
Perché era bella, perché accendeva in lui una miriade di sentimenti, perché gli scatenava gli ormoni.
Perché aveva paura che lei sarebbe stata in grado di fargli trasgredire parecchie regole.
Ecco la risposta.
Aveva ancora impressi nella mente, i seni sodi e le lunghe gambe che aveva mostrato spudoratamente il primo giorno, quando l’aveva interrogata.
Josh si diede del cretino a più riprese, tuttavia conscio del fatto che non riusciva a non spiarla, segretamente.
In più di un’occasione, l’aveva notata civettare con i ragazzi più popolari del liceo.
L’aveva vista in atteggiamenti particolarmente audaci soprattutto con Bill Cooper, figlio unico del sindaco.
Un ragazzotto biondo con gli occhi azzurrissimi, nonché stupido come la morte.
Anche Bill Cooper era un suo allievo.
Cominciò a segnare in rosso il compito di Ilary. La ragazza non era, assolutamente, portata per la sua materia o, forse, non si impegnava abbastanza.
Eppure non le sembrava una cretina.
Ilary Santhel era sveglia, troppo sveglia.
Sapeva come confrontarsi con le persone e il suo più grande difetto era la lingua tagliente. Josh non aveva dubbi su questo.
Ce ne erano molti altri che aveva notato: fumava, guidava come una pazza, almeno lo deduceva da come arriva nel parcheggio della scuola, dato che se ne fregava dei pedoni e strombazzava come una folle, parlava a voce troppo alta e, spesso, in modo troppo colorito.
La parolaccia era un intercalare fastidioso che Ilary usava di sovente.
Cercò di concentrarsi sul suo lavoro, ma ancora una volta si distrasse. Qualcuno stava bussando alla porta con un tocco poco delicato.
- Avanti – disse, alzando gli occhi verso l’uscio per accogliere lo scocciatore di turno.
Ilary Santhel entrò fiera – Buon giorno Mr. Carper. Ha due minuti per me? – chiese strafottente, sedendosi, senza aver aspettato il suo permesso, su una delle due poltroncine davanti alla scrivania.
La ragazza accavallò le gambe e si lisciò la gonna scozzese che era salita pericolosamente, lasciandole scoperta una bella porzione di pelle.
Josh deglutì.
Sono il suo insegnante e lei non è nemmeno maggiorenne!, si ripeté mentalmente, cercando di distogliere lo sguardo.
- Cosa vuole Miss Santhel? – domandò, irritato dalla sua stessa reazione.
La sua alunna lo guardò con un largo sorriso – Volevo capire se domani verrà alla festa a casa mia – rispose con insolenza.
- Ci sarò, perché me l’ha imposto Mr. Gyll – affermò lapidario.
Ilary inclinò la testa verso destra e lo scrutò a fondo – Caspico – disse tranquillamente – Ce l’ha lo smoking? – domandò poi con un sorriso.
Josh socchiuse gli occhi – Ho comprato un vestito elegante ai grandi magazzini. Niente di che, Miss Santhel, quello che le mie finanze borghesi mi permettono – proferì con sincerità, sostenendo lo sguardo della ragazza.
- Come tutti gli altri insegnanti, del resto. Almeno non ne ha preso uno in affitto! Io invece indosserò un abito di Valentino comprato per l’occasione – ostentò lei con espressione di sufficienza – La moda italiana è sempre la migliore. So che è un luogo comune, ma è semplicemente la verità.
- Buon per lei. Io ci vivo un mese con i soldi del suo vestito – replicò lui per farla sentire in colpa.
Il viso della ragazza si aprì in un grande sorriso – Non avevo dubbi! – disse trionfante.
Josh la fissò torvo – Se ha finito di vantarsi sulle possibilità economiche della sua famiglia, io dovrei tornare al mio lavoro.
Perché quella ragazza lo mandava in bestia?
Perché la sognava quando era lontana, ma se ci aveva a che fare in modo diretto, solo per qualche minuto, l’istinto omicida si faceva strada in lui?
Si diede dello sciocco.
Ilary Santhel era una gran bella ragazza, una di quelle che risvegliava qualsiasi tipo di ormoni, ma alla fine, era solo un involucro vuoto. Doveva convincersi di questo.
Era proprio il tipo che poteva dare soddisfazione per una scopata memorabile, quella che lui, tra parentesi, non aveva mai fatto, ma non aveva la stoffa per essere la madre dei suoi figli o la donna che avrebbe potuto amare per sempre.
Magari si sarebbe potuto togliere lo sfizio, se lei fosse stata consenziente, forse un giorno, quando sarebbe diventata maggiorenne.
Non poteva certo rischiare una condanna per un bel corpo! Soprattutto lui così ligio alle regole.
Già quel pensiero era proibito, ma era un uomo anche lui e come tale aveva le sue esigenze e spesso, purtroppo, ragionava con i testicoli e non con il cervello.
Maledetti e veritieri luoghi comuni! L’unica sua fortuna era che aveva una volontà di ferro.
- Non le sono simpatica, vero? – Ilary sussurrò quelle parole, distogliendo lo sguardo da lui, come se si fosse appena tolta un peso dallo stomaco.
In quel momento gli fece molta tenerezza.
Era solo una ragazzina che voleva apparire più grande di quel che era. Punto.
Josh sorrise – Sono il suo professore Miss Santhel e la valuto in base ai suoi scritti e alle risposte che mi dà durante un’interrogazione. Non mi posso permettere di avere simpatie o antipatie e, fortunatamente, i numeri non lasciano spazio alle emozioni personali. Sa che gran casino sarebbe stato se io fossi stato il suo insegnante di italiano?
Ilary alzò gli occhi e il suo viso si accese in un’espressione divertita. L’insicurezza appena dimostrata era passata veloce come un lampo, proprio come era venuta – Ha ragione. Per fortuna i numeri sono insensibili! – dichiarò – Ci vediamo domani sera, allora?
Josh annuì – A domani Ilary e mi raccomando, durante il week end, studi un pochino, stavo proprio correggendo il suo compito ed è un vero disastro – l’ammonì.
La ragazza arricciò il naso – Mi interrogherà, prossimamente? – chiese apparentemente indifferente.
- Credo sia inevitabile. Lei è insufficiente a tutti gli effetti. Dovrebbe pensare a delle lezioni private per recuperare, lo prenda come un consiglio spassionato, questo.
- Non voglio che mio padre sappia che non vado bene nella sua materia, se le chiede qualcosa durante la festa, potrebbe sorvolare su questo punto? Io, in cambio, le prometto che mi impegnerò di più… - mormorò con una strana espressione stampata sul viso.
Josh si sorprese.
Era la prima volta che Ilary usava un tono così supplichevole, questo la diceva lunga sui sentimenti che provava per Tyler Santhel – Eviterò accuratamente suo padre, ma se mi farà delle domande specifiche, non mentirò – affermò deciso.
Annuì scontenta – Lei è disponibile per delle ripetizioni private? – gli chiese all’improvviso.
Josh si soffocò con la sua stessa saliva – NO! – rispose deciso.
Oh no, no, no!
Non avrebbe mai dato lezioni private a quella ragazzina.
Nonostante fosse vuota come il buco di una ciambella, non voleva starle accanto, visto che il suo amichetto reagiva sempre allegramente, ogni volta che ce l’aveva vicina.
Lei lo guardò dispiaciuta – Ho notato che non viene mai in mensa, pensavo che durante quell’ora sarei potuta venire qui e mangiare un panino con lei e magari mi avrebbe aiutata a migliorare. L’avrei pagata, sa? E nessuno avrebbe mai saputo nulla…
Bè, non era proprio una cattiva idea.
Se le avesse dato ripetizioni a scuola, in un luogo pubblico, non ci sarebbe stato nulla di male e avrebbe reso proficua quell’ora buca.
- Ci penserò – disse infine, congiungendo le mani – Adesso se non le dispiace, vorrei continuare con il mio lavoro.
Ilary si alzò e lo salutò mestamente – A domani – salutò.
- Buona giornata, Ilary.
 
***
 
Nonostante fosse uno scimmione, quell’uomo le piaceva.
Le piaceva fin troppo.
Forse erano i grandi ricci biondi, forse erano quegli occhi scuri, forse il corpo statuario o, addirittura, quegli occhiali neri che gli scendevano perennemente sulla punta del naso.
Josh Carper era il sogno di tutte le studentesse e non solo.
Aveva origliato una chiacchierata tra due professoresse e aveva scoperto che era single e non aveva, almeno ufficialmente, nessuna compagna.
Il bel professore viveva ancora con la mamma in un quartiere in periferia, veniva a scuola in bicicletta e non era entrato in confidenza con nessuno. Sorrideva, chiacchierava con tutti, ma non andava mai oltre.
Era uno sveglio. Ilary ne era certa.
Lo spiava di nascosto, ogni volta che ne aveva l’occasione.
Erano i suoi occhi e le molteplici espressioni del suo viso ad affascinarla sopra ogni cosa.
Si, ok! Non che le dispiacesse che fosse alto e muscoloso, ma quando sorrideva, gli occhi gli si illuminavano e gli si formavano due fossette irresistibili sulle guance.
Per non parlare poi di quando era corrucciato. Adorabile!
Ovviamente, tutta la razza femminile dell’istituto era innamorata di lui e lei non era da meno: lo voleva.
Lo voleva ad ogni costo!
L’idea delle ripetizioni private gliel’aveva servita lui, su un piatto d’argento e lei aveva colto al volo quell’occasione, peccato che il bellissimo e integerrimo Mr. Carper avesse rifiutato.
Dalle sue indagini private, inoltre, aveva scoperto che il professore non aveva una situazione economica florida. Non che fosse un poveraccio, era una persona normale che doveva lavorare per vivere.
Da questo aveva sperato che, offrendogli soldi extra, lui avrebbe acconsentito ad aiutarla nella materia che a lei risultava ostica.
Invece no!
Le aveva risposto negativamente.
Poco male, se lo sarebbe lavorato alla festa.
Aveva scelto un vestito davvero bello che lasciava poco spazio all’immaginazione.
In principio aveva optato per quell’abito per riprendersi Christopher Reed poi, con l’entrata in scena di Josh, tutti i suoi coetanei avevano perso importanza ai suoi occhi.
Ogni volta che lo vedeva nei paraggi, si atteggiava a donna di mondo per sembrare più grande di quello che era in realtà e suscitare in lui almeno un piccolo interesse.
Aveva perfino baciato appassionatamente quell’ammasso di muscoli di Bill Cooper con il risultato che adesso quest’ultimo non la lasciava in pace e Josh Carper continuava a non la degnarla di uno sguardo.
Qualche volta lui l’aveva scoperta a fissarlo, quindi aveva cercato di mascherare il suo interesse con l’ostilità. Josh, invece, le aveva sempre mostrato lo stesso sguardo indifferente.
Per lui era solo una ragazzina.
Questa era la conclusione a cui era arrivata Ilary, analizzando le sue espressioni.
Non gliene fregava una mazza di lei.
Perché era così giovane?
Sconsolata, si avviò in giardino per fumare una sigaretta, prima che le lezioni iniziassero.
 

 
   
 
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