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Autore: missA_suzy    09/11/2013    3 recensioni
Dopo il matrimonio fallito, Akane è distrutta. Quelle tre pazze di Shampoo, Ukyo e Kodachi avevano non solo distrutto il suo sogno più grande, ma anche la sua casa. Per di più, la situazione non era affatto cambiata e Ranma non si era nemmeno preoccupato di andare a chiederle se stesse bene. Così, aveva preso ad evitarlo e per un po’ di tempo funzionò. Ma quando una mattina, Kasumi comunicò a tutti che Ranma e suo padre erano andati via, ad Akane crollò il mondo addosso. Dopo un iniziale momento di sconforto, ritornò la stessa ragazza di sempre. La stessa ragazza di tre anni prima.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Non ho mai smesso di amarti.

Capitolo due: una nuova vita

 

Era calata la sera e il leggero venticello faceva muovere le foglie dell’albero di casa Tendo. C’era un’aria pesante e persino il pesciolino che saltava dentro e fuori dall’acqua dello stagno non accennava a muoversi.

-          C-Che cos’hai detto?

-          Che voglio rompere il fidanzamento, papà. Cercate di capirmi, dopo lo shock di ieri non posso più far finta di nulla. Sono giovane, voglio godermi la vita e non essere minacciata di morte a soli diciannove anni!

-          Ma figlia mia, io posso anche capirti..ma la palestra?

-          Ho pensato molto anche a questo. Se tu me lo consentirai, potrei anche fidanzarmi con un ragazzo che mi piace in futuro. E se non conosce le arti marziali gliele insegnerò io, non è questo il problema. Ma alla luce di questi ultimi anni e di quello che mi è capitato credo sia meglio finire la scuola, prima.

Ranma era incredulo. Era sicuro di aver sentito un crac proveniente dal proprio petto nell’istante in cui Akane aveva pronunciato quelle parole. Certo, non era andato da lei ma cosa poteva dirle? Lui era molto timido su quest’aspetto, ma ora si sentiva debole e vuoto. Un vuoto maggiore di quello che aveva provato quando aveva creduto che lei si fosse innamorata di Shinnosuke. Abbassò la testa sofferente, questa era la peggiore delle sconfitte e non poteva assolutamente accettarlo. Senza rendersene conto, strinse i pugni e qualche lacrima scese dai suoi occhi cobalto, ma l’asciugò velocemente per impedire a qualcuno di farsi strane idee.

-          Akane, sei sicura di questa tua decisione? Una volta presa non potrai più tornare indietro.

-          Signor Genma, sono sicurissima. Ma non voglio che andiate via da casa. Potete fermarvi qui quanto volete, non mi date fastidio – disse con un debole sorriso

-          Quindi continuerò a gustare i manicaretti di Kasumi? – chiese con la bava alla bocca facendo scendere una gocciolina al figlio.

-          Akanuccia! Sono io il tuo fidanzato, pratico pure le arti marziali!

-          Sparisci vecchio! – esclamò regalandogli un pugno in pieno viso e facendolo precipitare nel laghetto, poi continuò – mi sembra strano che non protestiate come al solito.

-          Ma per chi mi hai preso? Akane, io ti ho fatto fidanzare con Ranma perché credevo che con il tempo sareste andati d’accordo, volevo che tu fossi felice ma ho sbagliato. Dovevo prendere in considerazione le tue idee, le tue opinioni al riguardo. Quindi, qualsiasi ragazzo che entrerà da quella porta al tuo fianco, sarà ben accetto in questa casa. Perdonami. – disse piangendo e abbracciandola a sé.

-          Grazie mille, papà.

-          Emh..Tendo, pensandoci bene, hai altre due figlie – si girò verso la castana – Nabiki, lo sai che tu e mio figlio fareste proprio una splendida coppia?

Inutile dire che come risposta ricevette un calcio dal figlio e un pugno dalla giovane. – vuoi rovinare anche me adesso!?

-          La cena è pronta, su venite!

-          ..non ho fame. – esclamò il ragazzo uscendo, diretto chissà dove.

-          Ma..

-          Su, Kasumi cara, non pensare a quello sciagurato di mio figlio. Mangia con noi – esclamò tutto contento sedendosi a tavola

-          Spero solo che non si allontani..

 

Vuoi rovinare anche me adesso!?

Ranma camminava per le strade di Nerima assorto nei suoi pensieri. La frase di Nabiki gli ronzava intorno e non lo abbandonava un secondo. Cosa significava, che aveva rovinato Akane? In un certo senso era vero che il matrimonio era stato uno disastro, era vero che non era andato a parlare con lei, era vero che rischiava sempre la vita a causa sua, però… lei voleva sposarlo per fargli avere l’acqua delle sorgenti.. oppure c’era dell’altro?

 

Erano passate due ore e di Ranma neanche l’ombra. Akane guardava preoccupata l’orologio, distraendosi di tanto in tanto nel sentire i lamenti del signor Saotome che accusava l’altro di barare. Salì in camera sua e si chiuse la porta alle spalle. Era single, adesso. In un certo senso si sentiva più leggera, ma lei lo amava quello stupido. Come avrebbe fatto a dimenticarlo? Scosse la testa, lei non era il tipo che dava importanza ai sentimenti, l’unica cosa che serviva era il tempo. Guardò nuovamente l’orologio che segnava le 23.30 e decise di mettersi a letto. Forse avrebbe sognato qualcosa di bello, chissà.

Akane non puoi lasciarmi. Lo sai. Il tuo cuore lo sa.

-          Ma che cavolo..? – esclamò sedendosi di scatto sul letto e toccandosi la fronte. Era calda, come se qualcuno l’avesse appena toccata. E non poteva avere la febbre, si sentiva benissimo – sarà stata la mia immaginazione.

-          Ne sei sicura?

-          Chi sei e come hai fatto ad entrare in camera mia? – urlò balzando a terra e impugnando la sua arma che teneva sempre accanto al letto.

-          Sono entrato dalla finestra – rispose la figura in penombra

La ragazza sbarrò gli occhi, solo una persona aveva quell’abitudine.. – Ranma..

-          Adesso ti siedi e parliamo – disse avvicinandosi e cercando di toglierle il bastone

-          E da quando sei così spavaldo? Vattene via!

-          Ti vuoi decidere a lasciarmi questo maledettissimo bastone?

-          Dovrei essere una scema per dartelo!

-          Puoi tenertelo, sai che m’importa! – esclamò mollando la presa – ma adesso ti siedi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei farlo? Fammi il piacere e tornatene a letto!

-          Senti , mi rendo conto che sarei dovuto venire da te a parlare di quello che è successo ieri, ma..

-          Ma?

-          Ma non ne ho avuto il coraggio, è una cosa delicata ecco.

-          Inventati qualcosa di meglio, magari ci credo.

-          Perché dovevo venire io, perché non sei venuta da me, eh!?

-          Perché non eri tu quello che stava male avvinghiato a quelle tre oche! – esclamò cercando di colpirlo, ma lui la bloccò – possiamo parlare?

-          Se vuoi farti colpire allora sì.

-          Akane – disse sospirando e sedendosi sul letto – io non..

-          Alzati subito dal mio letto – sibilò minacciosa con una matita appuntita che gli aveva avvicinato al collo

-          Ma dico, sei impazzita!?

-          Non sei degno di stare in questa camera, anzi, non sei degno di vivere sotto il mio stesso tetto!

-          E allora perché hai detto quelle cose prima!? – urlò senza controllo, si stava innervosendo parecchio

-          L’ho fatto per tuo padre, di te non m’importa nulla!

-          L’ho sempre detto che non sei mai carina!

-          Beh, fatti tuoi. C’è un ragazzo che mi trova carina. Ma che dico, tutto il liceo mi trova carina, te lo sei dimenticato? Non ho certo bisogno di te, ho tanti ragazzi tra cui scegliere! E non so se ci sarà una ragazza pronta ad ascoltare i tuoi insulti e le tue prese in giro come ho fatto io. O forse erano riservati solo a me? Perché a Shampoo e Ukyo riservi solo gentilezze.

-          Ma chi te lo dice? Io quelle non le sopporto, mi stanno addosso dalla mattina alla sera!

-          Credevo che ti piacesse. Sono anche più femminili, più magre e più forti di me. Senza contare i loro bellissimi capelli lunghi, cosa che, guarda caso, mi hai tolto sempre tu!

-          Cosa c’entrano i capelli adesso?

-          Ranma – lo guardò dritto negli occhi, sebbene fosse difficile nella penombra della camera – perché sei qui?

-          I-Io.. – aveva sentito il suo cuore battere più volte non appena gli occhi di Akane si furono posati su di lui. Erano così belli… - non..non vuoi ripensare alla storia del fidanzamento?

-          A quale scopo, per ricominciare? Non ci tengo – lo prese per un braccio e cominciò a camminare – tu per la tua strada e io per la mia. Mi hai costretta. – disse sbattendolo fuori e chiudendo la porta.

 

Una debole luce illuminava la stanza. Akane aprì gli occhi cioccolato, si alzò e sbadigliò spegnendo la sveglia. Era una cosa che le piaceva fare, anche se non ne aveva bisogno. Ogni sera puntava la sveglia per semplice divertimento, e poi la mattina la spegneva. Guardò la sua divisa e un altro sorriso fece capolino sul suo volto, oggi sarebbe cominciata una nuova vita. Una vita da single.

-          Buongiorno papà!

-          Akane, buongiorno a te.

-          Sorellina, va tutto bene?

-          Perché non dovrebbe? – chiese lei sedendosi a tavola e prendendo la scodella che Kasumi le stava porgendo

-          No dico, hai rotto con Ranma..dovresti essere depressa

-          Nabiki ha ragione – s’intrufolò il signor Saotome – se ci ripensassi?

-          È inutile che prova a corrompermi – sibilò lei con una piccola gocciolina dietro la testa – e poi, stamani mi sento più leggera. Come se tutto il peso e le paure di questi anni fossero improvvisamente svanite. Sono felice.

-          Buon per te – disse il ragazzo comparendo improvvisamente e sedendosi a tavola

-          Come mai ti sei alzato prima?

-          Non avevo più voglia di dormire, tutto qui.

-          Ranma, non mangiare così velocemente. Potresti affogarti.

-          E tu da quando ti preoccupi di me? Non siamo più fidanzati, quindi gira al largo.

Akane, sentendosi irritata, gli sbatté il tavolo in testa e presa la cartella si avviò a scuola – stupido!

Le cose erano andate così per un mese intero, lui la offendeva e lei controbatteva. Ma dopo un po’ si era sentita stupida a prendersela con lui e ad offenderlo, perché non voleva fargli del male. Al contrario, le battute di lui gliene facevano molto e quindi aveva preso ad evitarlo credendo che anche lui lo volesse. Dal canto suo, Ranma era rimasto molto sorpreso. La insultava per spronarla a reagire a litigare, perché gli sembrava che in quei momenti fossero ancora fidanzati. Ma quando lei cominciò a trattarlo con riguardo ed educazione gli crollò il mondo addosso. Come avrebbe fatto a starle vicino adesso?

Il suono della campana segnava che le lezioni erano terminate. Akane recuperata la sua cartella, iniziò a scendere le scale dell’edificio che l’avrebbero condotta all’uscita. Era molto preoccupata in quanto si stava avvicinando il compleanno di Kasumi e il signor Saotome proprio quella mattina l’aveva incastrata ad andare per negozi con suo figlio. Per questo cercava di scendere il più lentamente possibile, non voleva vederlo e cercava inutilmente un qualcosa che la potesse salvare. Ma le scale finirono presto e, alzato lo sguardo, vide il ragazzo appoggiato a uno degli armadietti con aria annoiata, come se gli pesasse andare con lei. Si fece forza e sceso l’ultimo gradino si preparò a chiamarlo, ma non aveva idea di quello che le stava per succedere.

-          Akane Tendo, aspetta!

Lei si girò infastidita – che accidenti vuoi, Kuno?

-          Volevo chiederti un favore – disse raggiungendola – Oggi tocca a me fare le pulizie, ma io non posso assolutamente restare. Mio zio Takashi è stato portato d’urgenza al pronto soccorso e, dato che tutti gli studenti sono già andati via, mi chiedevo se tu potessi sostituirmi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei.. – le parole le morirono in gola. Pulizie voleva dire restare a scuola e restare a scuola voleva dire niente negozi con Ranma. Inoltre, lui odiava questo tipo di faccende e ogni volta che era il suo turno cercava sempre una scusa per svignarsela, riuscendoci sempre - ..rifiutare? Certo che rimango io qui, non devi nemmeno dirlo!

-          Oh dolce Akane Tendo – esclamò avvicinandosi pericolosamente a lei, infastidendo Ranma – sei così buona, così bella, così forte e così mi.. – non ebbe il tempo di completare le sue lodi che si ritrovò su un albero poco distante grazie ad un potente calcio della ragazza – ma non avevi fretta tu? – poi si girò verso il codinato – mi spiace ma non posso venire, ho promesso a Kuno di sostituirlo

-          E da quando fai piaceri a quello sgorbio!?

-          Beh, me l’ha chiesto così gentilmente che.. – farfugliò abbassando la testa, sperava che abboccasse

-          D’accordo fa come ti pare, ho capito. – borbottò antipatico prima di superare il cancello d’ingresso e tornarsene a casa. Akane sospirò pesantemente per poi risalire al quinto piano ed iniziare i lavori che aveva accettato di buon grado.

♥♥♥

Buon sabato, bellezze!
Come promesso ho aggiornato, spero vi piaccia ^-^
Siccome vado molto di fretta non posso dire molto, spero solo che vi sproni a seguirmi come state facendo con 'Ritorno al passato.' (vi ringrazio tanto per le vostre recensioni <3) 
Che dire, buon week-end e ci sentiamo domani con l'altra storia c:
Besosss♥
Essendo da sola ci impiegherò il doppio del tempo, tornando a casa per l’ora di cena. Forse non lo incontrerò.

Non ho mai smesso di amarti.

Capitolo due: una nuova vita

 

Era calata la sera e il leggero venticello faceva muovere le foglie dell’albero di casa Tendo. C’era un’aria pesante e persino il pesciolino che saltava dentro e fuori dall’acqua dello stagno non accennava a muoversi.

-          C-Che cos’hai detto?

-          Che voglio rompere il fidanzamento, papà. Cercate di capirmi, dopo lo shock di ieri non posso più far finta di nulla. Sono giovane, voglio godermi la vita e non essere minacciata di morte a soli diciannove anni!

-          Ma figlia mia, io posso anche capirti..ma la palestra?

-          Ho pensato molto anche a questo. Se tu me lo consentirai, potrei anche fidanzarmi con un ragazzo che mi piace in futuro. E se non conosce le arti marziali gliele insegnerò io, non è questo il problema. Ma alla luce di questi ultimi anni e di quello che mi è capitato credo sia meglio finire la scuola, prima.

Ranma era incredulo. Era sicuro di aver sentito un crac proveniente dal proprio petto nell’istante in cui Akane aveva pronunciato quelle parole. Certo, non era andato da lei ma cosa poteva dirle? Lui era molto timido su quest’aspetto, ma ora si sentiva debole e vuoto. Un vuoto maggiore di quello che aveva provato quando aveva creduto che lei si fosse innamorata di Shinnosuke. Abbassò la testa sofferente, questa era la peggiore delle sconfitte e non poteva assolutamente accettarlo. Senza rendersene conto, strinse i pugni e qualche lacrima scese dai suoi occhi cobalto, ma l’asciugò velocemente per impedire a qualcuno di farsi strane idee.

-          Akane, sei sicura di questa tua decisione? Una volta presa non potrai più tornare indietro.

-          Signor Genma, sono sicurissima. Ma non voglio che andiate via da casa. Potete fermarvi qui quanto volete, non mi date fastidio – disse con un debole sorriso

-          Quindi continuerò a gustare i manicaretti di Kasumi? – chiese con la bava alla bocca facendo scendere una gocciolina al figlio.

-          Akanuccia! Sono io il tuo fidanzato, pratico pure le arti marziali!

-          Sparisci vecchio! – esclamò regalandogli un pugno in pieno viso e facendolo precipitare nel laghetto, poi continuò – mi sembra strano che non protestiate come al solito.

-          Ma per chi mi hai preso? Akane, io ti ho fatto fidanzare con Ranma perché credevo che con il tempo sareste andati d’accordo, volevo che tu fossi felice ma ho sbagliato. Dovevo prendere in considerazione le tue idee, le tue opinioni al riguardo. Quindi, qualsiasi ragazzo che entrerà da quella porta al tuo fianco, sarà ben accetto in questa casa. Perdonami. – disse piangendo e abbracciandola a sé.

-          Grazie mille, papà.

-          Emh..Tendo, pensandoci bene, hai altre due figlie – si girò verso la castana – Nabiki, lo sai che tu e mio figlio fareste proprio una splendida coppia?

Inutile dire che come risposta ricevette un calcio dal figlio e un pugno dalla giovane. – vuoi rovinare anche me adesso!?

-          La cena è pronta, su venite!

-          ..non ho fame. – esclamò il ragazzo uscendo, diretto chissà dove.

-          Ma..

-          Su, Kasumi cara, non pensare a quello sciagurato di mio figlio. Mangia con noi – esclamò tutto contento sedendosi a tavola

-          Spero solo che non si allontani..

 

Vuoi rovinare anche me adesso!?

Ranma camminava per le strade di Nerima assorto nei suoi pensieri. La frase di Nabiki gli ronzava intorno e non lo abbandonava un secondo. Cosa significava, che aveva rovinato Akane? In un certo senso era vero che il matrimonio era stato uno disastro, era vero che non era andato a parlare con lei, era vero che rischiava sempre la vita a causa sua, però… lei voleva sposarlo per fargli avere l’acqua delle sorgenti.. oppure c’era dell’altro?

 

Erano passate due ore e di Ranma neanche l’ombra. Akane guardava preoccupata l’orologio, distraendosi di tanto in tanto nel sentire i lamenti del signor Saotome che accusava l’altro di barare. Salì in camera sua e si chiuse la porta alle spalle. Era single, adesso. In un certo senso si sentiva più leggera, ma lei lo amava quello stupido. Come avrebbe fatto a dimenticarlo? Scosse la testa, lei non era il tipo che dava importanza ai sentimenti, l’unica cosa che serviva era il tempo. Guardò nuovamente l’orologio che segnava le 23.30 e decise di mettersi a letto. Forse avrebbe sognato qualcosa di bello, chissà.

Akane non puoi lasciarmi. Lo sai. Il tuo cuore lo sa.

-          Ma che cavolo..? – esclamò sedendosi di scatto sul letto e toccandosi la fronte. Era calda, come se qualcuno l’avesse appena toccata. E non poteva avere la febbre, si sentiva benissimo – sarà stata la mia immaginazione.

-          Ne sei sicura?

-          Chi sei e come hai fatto ad entrare in camera mia? – urlò balzando a terra e impugnando la sua arma che teneva sempre accanto al letto.

-          Sono entrato dalla finestra – rispose la figura in penombra

La ragazza sbarrò gli occhi, solo una persona aveva quell’abitudine.. – Ranma..

-          Adesso ti siedi e parliamo – disse avvicinandosi e cercando di toglierle il bastone

-          E da quando sei così spavaldo? Vattene via!

-          Ti vuoi decidere a lasciarmi questo maledettissimo bastone?

-          Dovrei essere una scema per dartelo!

-          Puoi tenertelo, sai che m’importa! – esclamò mollando la presa – ma adesso ti siedi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei farlo? Fammi il piacere e tornatene a letto!

-          Senti , mi rendo conto che sarei dovuto venire da te a parlare di quello che è successo ieri, ma..

-          Ma?

-          Ma non ne ho avuto il coraggio, è una cosa delicata ecco.

-          Inventati qualcosa di meglio, magari ci credo.

-          Perché dovevo venire io, perché non sei venuta da me, eh!?

-          Perché non eri tu quello che stava male avvinghiato a quelle tre oche! – esclamò cercando di colpirlo, ma lui la bloccò – possiamo parlare?

-          Se vuoi farti colpire allora sì.

-          Akane – disse sospirando e sedendosi sul letto – io non..

-          Alzati subito dal mio letto – sibilò minacciosa con una matita appuntita che gli aveva avvicinato al collo

-          Ma dico, sei impazzita!?

-          Non sei degno di stare in questa camera, anzi, non sei degno di vivere sotto il mio stesso tetto!

-          E allora perché hai detto quelle cose prima!? – urlò senza controllo, si stava innervosendo parecchio

-          L’ho fatto per tuo padre, di te non m’importa nulla!

-          L’ho sempre detto che non sei mai carina!

-          Beh, fatti tuoi. C’è un ragazzo che mi trova carina. Ma che dico, tutto il liceo mi trova carina, te lo sei dimenticato? Non ho certo bisogno di te, ho tanti ragazzi tra cui scegliere! E non so se ci sarà una ragazza pronta ad ascoltare i tuoi insulti e le tue prese in giro come ho fatto io. O forse erano riservati solo a me? Perché a Shampoo e Ukyo riservi solo gentilezze.

-          Ma chi te lo dice? Io quelle non le sopporto, mi stanno addosso dalla mattina alla sera!

-          Credevo che ti piacesse. Sono anche più femminili, più magre e più forti di me. Senza contare i loro bellissimi capelli lunghi, cosa che, guarda caso, mi hai tolto sempre tu!

-          Cosa c’entrano i capelli adesso?

-          Ranma – lo guardò dritto negli occhi, sebbene fosse difficile nella penombra della camera – perché sei qui?

-          I-Io.. – aveva sentito il suo cuore battere più volte non appena gli occhi di Akane si furono posati su di lui. Erano così belli… - non..non vuoi ripensare alla storia del fidanzamento?

-          A quale scopo, per ricominciare? Non ci tengo – lo prese per un braccio e cominciò a camminare – tu per la tua strada e io per la mia. Mi hai costretta. – disse sbattendolo fuori e chiudendo la porta.

 

Una debole luce illuminava la stanza. Akane aprì gli occhi cioccolato, si alzò e sbadigliò spegnendo la sveglia. Era una cosa che le piaceva fare, anche se non ne aveva bisogno. Ogni sera puntava la sveglia per semplice divertimento, e poi la mattina la spegneva. Guardò la sua divisa e un altro sorriso fece capolino sul suo volto, oggi sarebbe cominciata una nuova vita. Una vita da single.

-          Buongiorno papà!

-          Akane, buongiorno a te.

-          Sorellina, va tutto bene?

-          Perché non dovrebbe? – chiese lei sedendosi a tavola e prendendo la scodella che Kasumi le stava porgendo

-          No dico, hai rotto con Ranma..dovresti essere depressa

-          Nabiki ha ragione – s’intrufolò il signor Saotome – se ci ripensassi?

-          È inutile che prova a corrompermi – sibilò lei con una piccola gocciolina dietro la testa – e poi, stamani mi sento più leggera. Come se tutto il peso e le paure di questi anni fossero improvvisamente svanite. Sono felice.

-          Buon per te – disse il ragazzo comparendo improvvisamente e sedendosi a tavola

-          Come mai ti sei alzato prima?

-          Non avevo più voglia di dormire, tutto qui.

-          Ranma, non mangiare così velocemente. Potresti affogarti.

-          E tu da quando ti preoccupi di me? Non siamo più fidanzati, quindi gira al largo.

Akane, sentendosi irritata, gli sbatté il tavolo in testa e presa la cartella si avviò a scuola – stupido!

Le cose erano andate così per un mese intero, lui la offendeva e lei controbatteva. Ma dopo un po’ si era sentita stupida a prendersela con lui e ad offenderlo, perché non voleva fargli del male. Al contrario, le battute di lui gliene facevano molto e quindi aveva preso ad evitarlo credendo che anche lui lo volesse. Dal canto suo, Ranma era rimasto molto sorpreso. La insultava per spronarla a reagire a litigare, perché gli sembrava che in quei momenti fossero ancora fidanzati. Ma quando lei cominciò a trattarlo con riguardo ed educazione gli crollò il mondo addosso. Come avrebbe fatto a starle vicino adesso?

Il suono della campana segnava che le lezioni erano terminate. Akane recuperata la sua cartella, iniziò a scendere le scale dell’edificio che l’avrebbero condotta all’uscita. Era molto preoccupata in quanto si stava avvicinando il compleanno di Kasumi e il signor Saotome proprio quella mattina l’aveva incastrata ad andare per negozi con suo figlio. Per questo cercava di scendere il più lentamente possibile, non voleva vederlo e cercava inutilmente un qualcosa che la potesse salvare. Ma le scale finirono presto e, alzato lo sguardo, vide il ragazzo appoggiato a uno degli armadietti con aria annoiata, come se gli pesasse andare con lei. Si fece forza e sceso l’ultimo gradino si preparò a chiamarlo, ma non aveva idea di quello che le stava per succedere.

-          Akane Tendo, aspetta!

Lei si girò infastidita – che accidenti vuoi, Kuno?

-          Volevo chiederti un favore – disse raggiungendola – Oggi tocca a me fare le pulizie, ma io non posso assolutamente restare. Mio zio Takashi è stato portato d’urgenza al pronto soccorso e, dato che tutti gli studenti sono già andati via, mi chiedevo se tu potessi sostituirmi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei.. – le parole le morirono in gola. Pulizie voleva dire restare a scuola e restare a scuola voleva dire niente negozi con Ranma. Inoltre, lui odiava questo tipo di faccende e ogni volta che era il suo turno cercava sempre una scusa per svignarsela, riuscendoci sempre - ..rifiutare? Certo che rimango io qui, non devi nemmeno dirlo!

-          Oh dolce Akane Tendo – esclamò avvicinandosi pericolosamente a lei, infastidendo Ranma – sei così buona, così bella, così forte e così mi.. – non ebbe il tempo di completare le sue lodi che si ritrovò su un albero poco distante grazie ad un potente calcio della ragazza – ma non avevi fretta tu? – poi si girò verso il codinato – mi spiace ma non posso venire, ho promesso a Kuno di sostituirlo

-          E da quando fai piaceri a quello sgorbio!?

-          Beh, me l’ha chiesto così gentilmente che.. – farfugliò abbassando la testa, sperava che abboccasse

-          D’accordo fa come ti pare, ho capito. – borbottò antipatico prima di superare il cancello d’ingresso e tornarsene a casa. Akane sospirò pesantemente per poi risalire al quinto piano ed iniziare i lavori che aveva accettato di buon grado.

Essendo da sola ci impiegherò il doppio del tempo, tornando a casa per l’ora di cena. Forse non lo incontrerò.

Era calata la sera e il leggero venticello faceva muovere le foglie dell’albero di casa Tendo. C’era un’aria pesante e persino il pesciolino che saltava dentro e fuori dall’acqua dello stagno non accennava a muoversi.

-          C-Che cos’hai detto?

-          Che voglio rompere il fidanzamento, papà. Cercate di capirmi, dopo lo shock di ieri non posso più far finta di nulla. Sono giovane, voglio godermi la vita e non essere minacciata di morte a soli diciannove anni!

-          Ma figlia mia, io posso anche capirti..ma la palestra?

-          Ho pensato molto anche a questo. Se tu me lo consentirai, potrei anche fidanzarmi con un ragazzo che mi piace in futuro. E se non conosce le arti marziali gliele insegnerò io, non è questo il problema. Ma alla luce di questi ultimi anni e di quello che mi è capitato credo sia meglio finire la scuola, prima.

Ranma era incredulo. Era sicuro di aver sentito un crac proveniente dal proprio petto nell’istante in cui Akane aveva pronunciato quelle parole. Certo, non era andato da lei ma cosa poteva dirle? Lui era molto timido su quest’aspetto, ma ora si sentiva debole e vuoto. Un vuoto maggiore di quello che aveva provato quando aveva creduto che lei si fosse innamorata di Shinnosuke. Abbassò la testa sofferente, questa era la peggiore delle sconfitte e non poteva assolutamente accettarlo. Senza rendersene conto, strinse i pugni e qualche lacrima scese dai suoi occhi cobalto, ma l’asciugò velocemente per impedire a qualcuno di farsi strane idee.

-          Akane, sei sicura di questa tua decisione? Una volta presa non potrai più tornare indietro.

-          Signor Genma, sono sicurissima. Ma non voglio che andiate via da casa. Potete fermarvi qui quanto volete, non mi date fastidio – disse con un debole sorriso

-          Quindi continuerò a gustare i manicaretti di Kasumi? – chiese con la bava alla bocca facendo scendere una gocciolina al figlio.

-          Akanuccia! Sono io il tuo fidanzato, pratico pure le arti marziali!

-          Sparisci vecchio! – esclamò regalandogli un pugno in pieno viso e facendolo precipitare nel laghetto, poi continuò – mi sembra strano che non protestiate come al solito.

-          Ma per chi mi hai preso? Akane, io ti ho fatto fidanzare con Ranma perché credevo che con il tempo sareste andati d’accordo, volevo che tu fossi felice ma ho sbagliato. Dovevo prendere in considerazione le tue idee, le tue opinioni al riguardo. Quindi, qualsiasi ragazzo che entrerà da quella porta al tuo fianco, sarà ben accetto in questa casa. Perdonami. – disse piangendo e abbracciandola a sé.

-          Grazie mille, papà.

-          Emh..Tendo, pensandoci bene, hai altre due figlie – si girò verso la castana – Nabiki, lo sai che tu e mio figlio fareste proprio una splendida coppia?

Inutile dire che come risposta ricevette un calcio dal figlio e un pugno dalla giovane. – vuoi rovinare anche me adesso!?

-          La cena è pronta, su venite!

-          ..non ho fame. – esclamò il ragazzo uscendo, diretto chissà dove.

-          Ma..

-          Su, Kasumi cara, non pensare a quello sciagurato di mio figlio. Mangia con noi – esclamò tutto contento sedendosi a tavola

-          Spero solo che non si allontani..

 

Vuoi rovinare anche me adesso!?

Ranma camminava per le strade di Nerima assorto nei suoi pensieri. La frase di Nabiki gli ronzava intorno e non lo abbandonava un secondo. Cosa significava, che aveva rovinato Akane? In un certo senso era vero che il matrimonio era stato uno disastro, era vero che non era andato a parlare con lei, era vero che rischiava sempre la vita a causa sua, però… lei voleva sposarlo per fargli avere l’acqua delle sorgenti.. oppure c’era dell’altro?

 

Erano passate due ore e di Ranma neanche l’ombra. Akane guardava preoccupata l’orologio, distraendosi di tanto in tanto nel sentire i lamenti del signor Saotome che accusava l’altro di barare. Salì in camera sua e si chiuse la porta alle spalle. Era single, adesso. In un certo senso si sentiva più leggera, ma lei lo amava quello stupido. Come avrebbe fatto a dimenticarlo? Scosse la testa, lei non era il tipo che dava importanza ai sentimenti, l’unica cosa che serviva era il tempo. Guardò nuovamente l’orologio che segnava le 23.30 e decise di mettersi a letto. Forse avrebbe sognato qualcosa di bello, chissà.

Akane non puoi lasciarmi. Lo sai. Il tuo cuore lo sa.

-          Ma che cavolo..? – esclamò sedendosi di scatto sul letto e toccandosi la fronte. Era calda, come se qualcuno l’avesse appena toccata. E non poteva avere la febbre, si sentiva benissimo – sarà stata la mia immaginazione.

-          Ne sei sicura?

-          Chi sei e come hai fatto ad entrare in camera mia? – urlò balzando a terra e impugnando la sua arma che teneva sempre accanto al letto.

-          Sono entrato dalla finestra – rispose la figura in penombra

La ragazza sbarrò gli occhi, solo una persona aveva quell’abitudine.. – Ranma..

-          Adesso ti siedi e parliamo – disse avvicinandosi e cercando di toglierle il bastone

-          E da quando sei così spavaldo? Vattene via!

-          Ti vuoi decidere a lasciarmi questo maledettissimo bastone?

-          Dovrei essere una scema per dartelo!

-          Puoi tenertelo, sai che m’importa! – esclamò mollando la presa – ma adesso ti siedi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei farlo? Fammi il piacere e tornatene a letto!

-          Senti , mi rendo conto che sarei dovuto venire da te a parlare di quello che è successo ieri, ma..

-          Ma?

-          Ma non ne ho avuto il coraggio, è una cosa delicata ecco.

-          Inventati qualcosa di meglio, magari ci credo.

-          Perché dovevo venire io, perché non sei venuta da me, eh!?

-          Perché non eri tu quello che stava male avvinghiato a quelle tre oche! – esclamò cercando di colpirlo, ma lui la bloccò – possiamo parlare?

-          Se vuoi farti colpire allora sì.

-          Akane – disse sospirando e sedendosi sul letto – io non..

-          Alzati subito dal mio letto – sibilò minacciosa con una matita appuntita che gli aveva avvicinato al collo

-          Ma dico, sei impazzita!?

-          Non sei degno di stare in questa camera, anzi, non sei degno di vivere sotto il mio stesso tetto!

-          E allora perché hai detto quelle cose prima!? – urlò senza controllo, si stava innervosendo parecchio

-          L’ho fatto per tuo padre, di te non m’importa nulla!

-          L’ho sempre detto che non sei mai carina!

-          Beh, fatti tuoi. C’è un ragazzo che mi trova carina. Ma che dico, tutto il liceo mi trova carina, te lo sei dimenticato? Non ho certo bisogno di te, ho tanti ragazzi tra cui scegliere! E non so se ci sarà una ragazza pronta ad ascoltare i tuoi insulti e le tue prese in giro come ho fatto io. O forse erano riservati solo a me? Perché a Shampoo e Ukyo riservi solo gentilezze.

-          Ma chi te lo dice? Io quelle non le sopporto, mi stanno addosso dalla mattina alla sera!

-          Credevo che ti piacesse. Sono anche più femminili, più magre e più forti di me. Senza contare i loro bellissimi capelli lunghi, cosa che, guarda caso, mi hai tolto sempre tu!

-          Cosa c’entrano i capelli adesso?

-          Ranma – lo guardò dritto negli occhi, sebbene fosse difficile nella penombra della camera – perché sei qui?

-          I-Io.. – aveva sentito il suo cuore battere più volte non appena gli occhi di Akane si furono posati su di lui. Erano così belli… - non..non vuoi ripensare alla storia del fidanzamento?

-          A quale scopo, per ricominciare? Non ci tengo – lo prese per un braccio e cominciò a camminare – tu per la tua strada e io per la mia. Mi hai costretta. – disse sbattendolo fuori e chiudendo la porta.

 

Una debole luce illuminava la stanza. Akane aprì gli occhi cioccolato, si alzò e sbadigliò spegnendo la sveglia. Era una cosa che le piaceva fare, anche se non ne aveva bisogno. Ogni sera puntava la sveglia per semplice divertimento, e poi la mattina la spegneva. Guardò la sua divisa e un altro sorriso fece capolino sul suo volto, oggi sarebbe cominciata una nuova vita. Una vita da single.

-          Buongiorno papà!

-          Akane, buongiorno a te.

-          Sorellina, va tutto bene?

-          Perché non dovrebbe? – chiese lei sedendosi a tavola e prendendo la scodella che Kasumi le stava porgendo

-          No dico, hai rotto con Ranma..dovresti essere depressa

-          Nabiki ha ragione – s’intrufolò il signor Saotome – se ci ripensassi?

-          È inutile che prova a corrompermi – sibilò lei con una piccola gocciolina dietro la testa – e poi, stamani mi sento più leggera. Come se tutto il peso e le paure di questi anni fossero improvvisamente svanite. Sono felice.

-          Buon per te – disse il ragazzo comparendo improvvisamente e sedendosi a tavola

-          Come mai ti sei alzato prima?

-          Non avevo più voglia di dormire, tutto qui.

-          Ranma, non mangiare così velocemente. Potresti affogarti.

-          E tu da quando ti preoccupi di me? Non siamo più fidanzati, quindi gira al largo.

Akane, sentendosi irritata, gli sbatté il tavolo in testa e presa la cartella si avviò a scuola – stupido!

Le cose erano andate così per un mese intero, lui la offendeva e lei controbatteva. Ma dopo un po’ si era sentita stupida a prendersela con lui e ad offenderlo, perché non voleva fargli del male. Al contrario, le battute di lui gliene facevano molto e quindi aveva preso ad evitarlo credendo che anche lui lo volesse. Dal canto suo, Ranma era rimasto molto sorpreso. La insultava per spronarla a reagire a litigare, perché gli sembrava che in quei momenti fossero ancora fidanzati. Ma quando lei cominciò a trattarlo con riguardo ed educazione gli crollò il mondo addosso. Come avrebbe fatto a starle vicino adesso?

Il suono della campana segnava che le lezioni erano terminate. Akane recuperata la sua cartella, iniziò a scendere le scale dell’edificio che l’avrebbero condotta all’uscita. Era molto preoccupata in quanto si stava avvicinando il compleanno di Kasumi e il signor Saotome proprio quella mattina l’aveva incastrata ad andare per negozi con suo figlio. Per questo cercava di scendere il più lentamente possibile, non voleva vederlo e cercava inutilmente un qualcosa che la potesse salvare. Ma le scale finirono presto e, alzato lo sguardo, vide il ragazzo appoggiato a uno degli armadietti con aria annoiata, come se gli pesasse andare con lei. Si fece forza e sceso l’ultimo gradino si preparò a chiamarlo, ma non aveva idea di quello che le stava per succedere.

-          Akane Tendo, aspetta!

Lei si girò infastidita – che accidenti vuoi, Kuno?

-          Volevo chiederti un favore – disse raggiungendola – Oggi tocca a me fare le pulizie, ma io non posso assolutamente restare. Mio zio Takashi è stato portato d’urgenza al pronto soccorso e, dato che tutti gli studenti sono già andati via, mi chiedevo se tu potessi sostituirmi.

-          Per quale assurdo motivo dovrei.. – le parole le morirono in gola. Pulizie voleva dire restare a scuola e restare a scuola voleva dire niente negozi con Ranma. Inoltre, lui odiava questo tipo di faccende e ogni volta che era il suo turno cercava sempre una scusa per svignarsela, riuscendoci sempre - ..rifiutare? Certo che rimango io qui, non devi nemmeno dirlo!

-          Oh dolce Akane Tendo – esclamò avvicinandosi pericolosamente a lei, infastidendo Ranma – sei così buona, così bella, così forte e così mi.. – non ebbe il tempo di completare le sue lodi che si ritrovò su un albero poco distante grazie ad un potente calcio della ragazza – ma non avevi fretta tu? – poi si girò verso il codinato – mi spiace ma non posso venire, ho promesso a Kuno di sostituirlo

-          E da quando fai piaceri a quello sgorbio!?

-          Beh, me l’ha chiesto così gentilmente che.. – farfugliò abbassando la testa, sperava che abboccasse

-          D’accordo fa come ti pare, ho capito. – borbottò antipatico prima di superare il cancello d’ingresso e tornarsene a casa. Akane sospirò pesantemente per poi risalire al quinto piano ed iniziare i lavori che aveva accettato di buon grado.

Essendo da sola ci impiegherò il doppio del tempo, tornando a casa per l’ora di cena. Forse non lo incontrerò.

♥♥♥

Buon sabato, bellezze!
Come promesso ho aggiornato, spero vi piaccia ^-^
Siccome vado molto di fretta non posso dire molto, spero solo che vi sproni a seguirmi come state facendo con 'Ritorno al passato.' (vi ringrazio tanto per le vostre recensioni <3) 
Che dire, buon week-end e ci sentiamo domani con l'altra storia c:
Besosss♥

 

  
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