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Autore: Persefone3    09/11/2013    2 recensioni
Ciao!!!! Eccoci qua con una nuova pazza idea!!!! La storia che sto per raccontarvi si colloco idealmente come seguito della precedente FF, Unintended, per cui vi rimando ad essa per eventuali chiarimenti. Il titolo prende il nome da una bellissima canzone di Janis Ian, che consiglio a tutti di ascoltare. Un avvenimento molto importante si sta per abbattere sui nostri protagonisti, che cambierà la loro vita, senza contare che forse per alcuni di loro ci saranno delle nuove o vecchie situazioni da affronatre .... Buona lettura e grazie per l'attenzione!
Genere: Romantico, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi, ecco il nono capitolo ...... non vi anticipo nulla per non rovinarvi la sorpresa!! Buona lettura Persefone
IX.
Quella mattina Gillian era in casa. Ormai la sua pancia era cresciuta fino al nono mese. La scadenza per il parto era fissata a giorni e la cosa lo spaventava un po’. Ormai si sentiva alquanto goffa. La sera prima si stava specchiando nuda in bagno. Cal era entrato in quel momento e si risvegliò in lui qualcosa che fino a quel momento era riuscito a dominare. La abbracciò da dietro.

- Lo sai, in questo momento vorrei che Anna dormisse nel suo lettino e io vorrei dedicarmi a te … mi manchi …
- Dai che manca poco … prometto che mi farò perdonare …. Mi manchi anche tu – si girò e lo baciò appassionatamente.

La bambina era un po’ irrequieta. Durante  l’ultima visita la dottoressa Cooper le aveva detto che il feto era in posizione e che ormai bisognava solo aspettare. Gillian stava finendo di preparare la borsa per l’ospedale con i suoi cambi e quelli della bambina. Prese il ciuccio, regalato da Emily, e lo mise con le cose della bambina. Aveva appena finito che sentì la porta suonare. Andò ad aprire e si ritrovò due uomini davanti.

- La dottoressa Foster?
- Si sono io … – l’uomo estrasse una pistola
- Ora lei viene con noi
- Vi prego, ci deve essere un errore, io non …. – si portò le mani sul pancione
- Io non credo proprio … ora ci segua senza fare resistenza e le assicuro che non le succederà niente.

Era stato Cal ad insistere perché Gillian andasse in maternità. Preferiva saperla a casa che immersa nello stress dell’ufficio. Eppure percepiva nettamente la sua mancanza. Quella mattina era stato molto indaffarato, ma ora che aveva cinque minuti di pausa voleva sentirla. Compose il numero del cellulare. Staccato. Provò a casa. Non rispose nessuno. Strano, pensò, di solito quando esce mi avverte. La cosa lo insospettì alquanto. Bussarono.

- Dottor Lightman, l’aspettano in laboratorio.
- Sara, ha chiamato per caso la Dottoressa Foster?
- No, non mi pare
- Ascolta, prova a richiamarla per favore e poi passamela
- Certo

Cal si alzò dalla scrivania e si diresse in laboratorio. Dopo un’ora e mezza ne uscì per dirigersi da Sara.

- Sara, allora?
- Ho provato a chiamarla più volte sia a casa che sul cellulare, ma niente
- È veramente strano e comincio a preoccuparmi

Provò ancora: niente. Eli lo raggiunse per aggiornarlo sul caso che stavano seguendo. Il cellulare di Cal suonò. Fece cenno ad Eli di aspettare.

- Gillian è più di un’ora che ti cerco! Ma dove eri?
- Dottor Lightman – era la voce di un uomo. A Cal si gelò il sangue nelle vene.
- Chi sei? Perché hai il cellulare di Gillian? Lei dov’è?
- Quante domande! Non si preoccupi lei è qui con me e sta bene per il momento
- Fammi parlare con lei!
- Quanta fretta c’è tempo …
- Chi sei? Cosa vuoi da noi?
- Forse il nostro caro amico Alec, ti può aiutare. A presto caro Dottor Lightman, ci sentiamo presto
- No, no aspetta!! – troppo tardi. Cal era impallidito.
- Lightman, che succede? – disse un esterrefatto Locker
- Chiama Torres e venite tutti e due nel mio ufficio tra 10 minuti. Sara non ci sono per nessuno e per nessun motivo, mi raccomando. Locker rintraccia l’ex marito di Gillian e fallo venire qui. Se ci parlo io non rispondo di me!
- Che gli dico per convincerlo a venire?
- Che ho deciso di aiutarlo, poi ti spiego. Ancora sei qui? Muoviti! La situazione è seria!

Cal  tirò fuori il cellulare. Sapevo che una sola persona poteva aiutarlo. Compose il numero.

- Reynolds  
- Ben, sono Cal
- Cal dimmi, cosa è successo?
- Si tratta di Gillian …… ho bisogno di aiuto … è stata presa da non so chi e non so per quale motivo …
- Stai scherzando? Nelle sue condizioni?
- No e sono preoccupato. Mi puoi dare una mano?   
- Arrivo immediatamente

Cal seduto con la testa tra le mani, sentiva una rabbia furente montare contro Alec.
Gillian era terrorizzata. Cosa volevano quelle persone da lei? Cercò di stabilire un contatto almeno con chi la sorvegliava. Era un ragazzo giovane e terrorizzato, poteva fare pressione su di lui.

- Posso avere un bicchiere d’acqua per favore?
- No
- Andiamo un bicchiere, non le vedi le mie condizioni?
- Uhm, girati e aspettami. Non fare scherzi!

Il tizio uscì dalla stanza e tornò pochi minuti dopo con l’acqua.

- Ecco tieni – le porse il bicchiere
- Grazie – bevve – cosa volete da me?
- È vero che quello con cui stai smaschera i bugiardi?
- Si – stava deviando il discorso, era teso – volendo semplificare. Ma non mi hai risposto. Perché sono qui?
- Io ….
- Me la merito una spiegazione no?

Il ragazzo stava per rispondere, quando la porta si aprì. Entrò un uomo ben vestito, seguito da altri due scagnozzi.

- Dottoressa Foster, si sente bene?
- Si, con chi ho il piacere di parlare?
- Giusto prima le presentazioni. Mi chiamo Smokey e sono un grande amico di una persona che era a te molto vicina
- Chi sarebbe?
- Come dicevo a Lightman tutto a suo tempo.

Cal camminava nervosamente nel suo ufficio. Si sentiva come un leone in gabbia. Entrò Loker seguito da Reynolds.

- Ben, grazie di essere venuto
- Figurati, allora cosa sappiamo?
- Sappiamo che Gill è in mano a ignoti che hanno a che fare con Alec. Loker, lo avete trovato quel bastardo?
- No. Ho chiamato il dipartimento di Stato: è stato sospeso tre mesi fa. Ho chiesto se potevano fornirmi dei recapiti. Non risponde, sembra sparito nel nulla
- Cosa c’entra Alec in questa faccenda? – chiese Ben
- Ha un debito di gioco credo. Alcuni mesi fa ha chiesto prima a Gillian e poi a me un grosso prestito, che ovviamente gli abbiamo rifiutato.
- Va bene ma perché coinvolgere Gillian? E nel suo stato poi!
- Forse per avere la nostra massima attenzione

In quel momento suonò il cellulare di Cal.

- Lightman
- Cal … – era la voce di Gillian
- Gillian, amore mio, come stai? Come state?
- Tutto bene per il momento, ma la bambina è irrequieta e io ho paura ma…. – non terminò la frase
- Gillian, pronto??
- Dottor Lightman, sono Smokey e sono in compagnia della sua bella compagna come sa
- Lasciala stare! Parliamo noi
- Non le farò del male per ora. Lo sa, peccato per quel pancione, mi ci sarei davvero divertito con lei – sghignazzò in maniera inquietante
- Smettila! Non osare parlare di lei in questo modo! Cosa vuoi da noi?
- Le propongo uno scambio caro dottore. Lei trova Alec e me lo porta e io le ridarò la sua Gillian. Ha 48 ore, poi comincerò a diventare cattivo e non sarà una cosa piacevole per la sua bella. Usiamo il numero di Gillian per le comunicazioni. Non provi ad intercettare le chiamate o a chiamare la polizia o sarò costretto a fare cose cattive alla sua signora, siamo intesi? – riattaccò.

Smokey diede il telefono al suo scagnozzo e si sedette.

- Lo sai, Alec mi ha detto tante cose di te …
- Ma davvero? - risppose Gillian
- Si e vedendoti capisco perché quei due si siano innamorati di te – le passò una mano tra i capelli – hanno proprio un buon profumo sai…. Come dicevo a Lightman in altre circostanze mi sarei fatto volentieri un giretto con te. Ora devo andare, ma non temere, ci rivedremo presto
  
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